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Autore: kriminalkid    17/02/2015    0 recensioni
Perchè ce l'hanno tutti con gli zombie? Un ragazzo imparerà a sua spese a non dargli più fastidio
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sporca con una mano insanguinata una finestra rotta. Guarda dall’altra parte del vetro: buio pesto. Il sudiciume rimane sul vetro scalfito e la ferita che ha sulla mano si continua ad espandere, ma lui procede per la sua strada, noncurante del dolore. I suoi passi strascicati continuano a consumare i jeans sporchi e bucati. Le dita dei piedi, le poche che gli rimangono almeno, fuoriescono dalle punte delle scarpe consunte e dai calzini forati. Un bigattino, uno di quei vermi che si usano per pescare, gli esce da un’orbita cava; dà una veloce sbirciatina fuori e rientra, prima che un piccione, anche lui malato, lo veda. Il mondo è ormai spoglio di quasi ogni essere vivente. Strade deserte, banche vuote, scuole e negozi sbarrati. Ecco cosa rimane della civiltà, fatta eccezione per pochi sopravvissuti. Ad un tratto, Jack viene colpito da qualcosa. Tasta con la mano sinistra la sua testa marcia, in cerca del punto dove è stato colpito. Eccolo, un buco. Abbastanza grosso da farci entrare il pollice mezzo mozzo che si ritrova. Guarda a terra, e con l’unico occhio che ha, saturo di sangue e pus, scorge l’oggetto che gli è stato tirato: un sasso. “Strano” forse avrà pensato, almeno se è ancora in grado di farlo. Improvvisamente, scorge un’ombra dietro l’angolo di un vecchio bar. Un “moccioso”, così li chiamava lui. Un vivo, un essere pensante, un ottimo banchetto per un palato prelibato come il suo. Oggi è troppo esausto però. È già dovuto scappare da altri “mocciosi” che lo volevano secco. Inoltre, il pasto per oggi lo aveva già trovato. Fissa per un momento il “cibo” che si era riuscito a procurare. La carogna di un coniglio senza testa, infatti, giaceva nella mano destra, serrata in un pugno. Non se lo sarebbe di certo lasciato sfuggire, anche a costo della vita. Jack fa un verso grossolano, doppio, simile a un rutto, ma solo per spaventare il ragazzo. Deve avere una quindicina di anni forse, occhi e capelli castani, corti e con un bel ciuffo davanti. Ma non s’intimidisce, anzi, si avvicina a Jack con aria spavalda e minacciosa. Estrae un coltello, e cerca di ferirlo alla pancia. Un pezzo della t-shirt che indossa l’orrendo essere si lacera, ma la sua pelle rinsecchita rimane intatta. Il cadavere allunga un arto e afferra il collo del ragazzo. Lui scaglia qualche altra coltellata, ma inutilmente. Le unghie giallastre gli entrano nella carne e gli tolgono il respiro. Lui sviene e si accascia a terra, privo di vita. Jack è felice, sarà sazio per una settimana con tutta quella carne, a meno che non arrivino i suoi simili. Fortunatamente il “moccioso” non lo aveva colpito al cuore, altrimenti sarebbero stati guai seri per lui. Ora si sarebbe vendicato mangiando il suo cervello! Quella specifica parte del corpo gli piaceva per un solo motivo: non perché gli zombie sono malati, non perché lo scelgono gli scrittori o i registi, neanche per avidità o per far impressione a qualcuno, ma perché li faceva sentire un po’ più vivi… 
   
 
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