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Autore: laurapalmer_    17/02/2015    3 recensioni
"E' quando sei convinto di poter stare in piedi, o di esserlo, che possono passare gli tsunami senza che tu faccia la minima piega."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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quattordici

pace








Nina osserva Zara camminare con finto menefreghismo per il corridoio.
Ovviamente, la sua (ex?) amica dai capelli verdi non può passare inosservata. Questo lo deve ammettere: Zara ci sa fare.
La osserva avvicinarsi al suo armadietto, che apre con pochi semplici mosse. Sull'anta sono attaccate poche foto, tre o quattro, che la raffigurano con sua madre, con Danie e Michael, con Ashton e ce n'è addirittura una con Calum, la quale è posta in bella vista, rispetto alla altre.
Nina scuote la testa, certa che sia un caso, mentre sente lo stomaco stretto, perché la foto che raffigurava loro due, sorridenti, alla festa dei sedici anni di Danie è stata rimossa.
Presi i libri, intanto, Zara richiude l'armadietto con uno scatto, voltandosi infine a guardarla in faccia.
Le scocca un'occhiata al veleno, prima di raggiungere Calum dall'altra parte del corridoio, sempre silenzioso e, ovviamente, incazzato già di primo mattino.
Il punto è che Nina Sanchez non ci sta, perché Zara è ben più di una stronza e lei lo sa perfettamente.
La rincorre e le afferra un braccio magro, tirandole leggermente il maglione nero che indossa.
Ancora prima di Zara, si gira Calum, che la studia e poi le sorride impercettibilmente, salutando Zara con un cenno del capo e allontanandosi velocemente.
Come aveva previsto, Zara non la saluta.
Si limita a guardarla con la solita altezzosità che rivolge a chiunque, picchiettando insolentemente il piede per terra.
- Possiamo parlare?
- Non ho nulla da dirti.
E' difficile, quando Zara parte con l'idea di non voler perdere.
- Io però sì.
Sta per replicare con un "Me ne fotto" dei suoi, quando Nina la anticipa: - Non volevo darti della stronza. Cioè, sì, da una parte sì, ma non in quel modo.
Zara si morde il labbro, studiando attentamente gli occhi neri dell'amica che, cercando disperatamente di appigliarsi a qualcosa, corrono da destra a sinistra.
Il fatto è che lei sa benissimo di essere una bastarda e sa di essere cattiva, spesso, menefreghista, con Calum, ma le dà un fastidio del cazzo, quando gli altri cercano di dirle cosa è giusto fare.
- Io cercavo solo di aiutarti con... con lui! Mi piacerebbe che entrambi la piantaste di fare giochetti, tutto qui.
- Devi imparare a farti i cazzi tuoi, Nina - replica acida - Non so nemmeno perché sto ancora a sentirti.
- Perché siamo amiche - ribatte, alzando di un tono la voce - Piantala di fare la cazzo di preziosa, Zara.
Quest'ultima assottiglia gli occhi, muove qualche passo avanti, alza l'indice e:- Siamo amiche perché tu eri una fottuta sfigata inutile e invidiosa - sibila.
- Il fatto che io fossi inutile non include che fossi anche stupida!
- Ti sei scopata mio fratello, Nina - e questo suona tanto come il reale motivo della rabbia di Zara - Mi... Tu ti sei scopata di mio fratello perché gli hai raccontato che io ti ho trattata male!
- Ashton mi piace.
- A te piaceva Calum.
- Quando ci siamo conosciute! Anni fa, Cristo!
Zara scuote la testa, si volta e fa per allontanarsi. Non è brava ad accettare le sconfitte e non è brava nemmeno a perdonare. Vorrebbe un mondo a sua immagine e somiglianza, dove ogni singola persona sarebbe guidata dalla sua volontà: tutti l'adorebbero e nessuno (nessuno, davvero) le farebbe del male.
- Mi manchi! - urla Nina, rincorrendola - E guarda che cazzo mi fai fare!
Le lezioni sono cominciate da una decina buona di minuti, ormai, non avrebbe alcun senso presentarsi in classe.
- Andiamo a prenderci un caffè, dai - sorride Zara, in seguito a qualche istante di silenzio.
Passa un braccio intorno alle spalle di Nina e la stringe un po', senza però dare voce ai suoi pensieri.
Che, sì, a dire la verità non aveva voglia di seguire la lezione di Letteratura, ma la Sanchez un po' le manca.
- Maximilian mi ha invitata a uscire - confessa.
Nina sgrana gli occhi: - Tu devi raccontarmi!


"Se continui ad inseguire i tuoi sogni rimarrai sola"
Lia sogna spesso Bologna e quando le capita si sveglia di cattivo umore, come se la paura di non trovarsi più nel letto che condivide con Zara, ad Edimburgo, ma nel suo in Italia le togliesse la voglia di vivere.
Ma cosa poteva saperne la gente, dei suoi sogni? Della sua paura di rimanere sola?
A Lia non piace dare spiegazioni e nemmeno ne dà: è sempre stata lei, con la sua freddezza e la parete edificata con anni di rinunce e sofferenze, con la passione per l'inglese e quella per la musica degli anni '80.
Ha perso il conto di quante persone l'hanno accusata di essere "una cazzo di egoista", probabilmente non ha mai cominciato a fregargliene qualcosa.
Si è costruita da sola, lottando con la vergogna di mostrarsi in giro e con la scarsa voglia di muovere un piccolo passo al di fuori della sua zona franca.
Ha le spalle forti, anche se strette, e l'opprimente nulla che la spaventava prima di partire non è che un brutto ricordo.
E' dicembre e camminare per le vie da sola le piace oltre ogni limite.
Ci sono le luci di Natale, l'atmosfera rossa, le vetrine cariche di assurdi souvenir scozzesi.
Seduto sul gradino fuori dallo Starbucks del Royal Mile, vede Luke Hemmings; sorride istintivamente, prima di nascondere parte del viso nella sciarpa color senape che indossa, e gli si avvicina.
- Ehi - e si siede affianco a lui, accendendosi una sigaretta.
Zara ormai l'ha contagiata del tutto.
Luke sgrana gli occhi azzurri e sorride apertamente, il piercing al labbro che gioca con la luce pallida del sole.
- Lia! Cosa ci fai qui?
- Cammino - ed espira.
- Zara?
- Non aveva voglia di uscire. Tu, invece, cosa ci fai qui?
- Cammino anche io.
E Lia può essere ingenua, dolce, qualunque cosa, ma non stupida: - E i tuoi compari?
- Ashton sta... facendo una cosa, Michael e Calum credo siano a casa - prova lui - Ah, no, Calum non aveva l'allenamento?
- Dovresti dirmelo tu questo.
Lia indossa un sorriso sarcastico che a Luke non dispiace proprio per niente. La cuffietta che le copre per buona parte la fronte ha lo stesso colore delle pagliuzze nei suoi occhi verdi.
- Non sono io a stare insieme a lui - ridacchia lui, dandole una spintarella.
- Cosa ci fai qui, Luke?
Il biondo smette subito di sorridere, prendendo a mordicchiarsi il labbro inferiore; alza gli occhi al cielo, gioca con le chiavi di casa che tiene nella tasca del giubbotto e: - Non sapevo dove andare.
- Scusa?
- Non torno a casa da un paio di settimane.
- Che cosa cazzo significa? - chiede Lia, il tono di voce allarmato a tradire la sua apparente calma.
Luke ride, alzando le mani: - Non sto dormendo per strada come un barbone, ehi, non preoccuparti! Sto... Sto a casa di mio fratello Jack. Non è il massimo, vive con la sua ragazza, e io sono solo un poveraccio che è andato a disturbare la loro fantastica vita da conviventi, ma non ho un altro posto. E questo è tutto.
- E...
- E non ho nemmeno le chiavi di casa, no. Sto aspettando che Jack torni dal lavoro.
- Perché fai questo?
Luke fa spallucce.
- Vieni a mangiare da noi, stasera?
- No, io... Disturberei, probabilmente.
Lia scuote la testa e: - Fottiti. Stasera mangi da noi.
Non si spiega come il mondo riesca ad andare avanti per tutti, mentre negli occhi di Luke legge solo tanta delusione.


Ashton guarda Andrea Moolse che chiacchiera con un paio di sue compagne di scuola e vorrebbe prendersi a pugni, perché è solo un figlio di puttana e lui lo sa, lo sa, ma non riesce a fare altro oltre a chiamarla.
Lei gli sorride e lo raggiunge.
Andrea è il completo opposto di Nina: ha i capelli biondi quasi quanto quelli di Danie (i suoi però sono naturali) e, nonostante mangi cibo spazzatura a tutte le ore del giorno, porta in giro un corpo totalmente privo di forme, quasi da bambina.
Ha sempre le mani curate e profuma di bucato fresco, di primo mattino.
Andrea spende tutti i soldi in merendine e sigaretta, ogni sabato sera si sballa con una pillola che lei chiama "amica" e ride, ride, ride sempre tantissimo.
Ashton credeva di morirle dietro, prima di rendersi conto che in realtà era solo una stupidissima cotta.
- Come stai? - sorride lei, avvicinandoglisi fino a dargli un bacio sulla guancia.
- Sto - risponde Ashton - Tu?
- Tutto bene! Lerman mi ha appena venduto un po' d'erba!
Ashton annuisce: - Bene.
- Credo che basti per due.
- Io in realtà volevo dirti un'altra cosa.
Andrea ripone il sacchettino nella tasca della felpa larga che indossa e gli sorride, incoraggiante: - Dimmi.
A dire il vero, il sorriso di lei non è tutta questa meraviglia e Michael, cinico come pochi, l'ha sempre sostenuto. Andrea ha lo spacchetto tra i due incisivi e questa sua caratteristica ha sempre intenerito tutti, Ashton compreso.
- Ti volevo chiedere scusa.
- Per che cosa?
- Per essere stato uno stronzo e per non averti mai amata.
Il sorriso di Andrea si incrina, lo spacchetto non si vede più.
E dove finiscono questi pezzi di cuore mangiati vivi? Chi li va a riprendere?















NdA: Parliamone, quando sono brava? Sto aggiornando a tempo di record ahahahh
No, beh, a parte gli elogi, sono anche piuttosto di fretta, che devo studiare, quiiiindi veniamo a noi.
Look, Zara e Nina hanno fatto pace e Ashton ha "mollato" Andrea Moolse, per Nina forse? Maaaaaah :)))
Poi, beh, Lia e Luke ciccini, cominciano ad avvicinarsi! Amateli insieme a me ahah
E niente, me ne vo, Stalin mi aspetta! Un bacione e a presto :*

Eleonora




  
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