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Autore: _Troublemaker_    17/02/2015    2 recensioni
Questa one shot è ambientata nel covo di Mello, poco dopo l'esplosione causata proprio da quest'ultimo. È tutta incentrata sulla psicologia del personaggio, ancora intrappolato tra le varie macerie.
Ora che tutti i suoi scagnozzi sono morti, c'è solo una persona su cui Mello può fare affidamento. Ma lui verrà, dopo essere stato abbandonato anni addietro senza alcuna spiegazione?
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Death Note ff

La lista.

Ma che razza di problemi hai, Mello?
Ha lasciato l'orfanotrofio perché sei un bastardo orgoglioso. Non avresti collaborato con Near per nulla al mondo, convinto come sei di dover dimostrare a chissà chi di essere il migliore. E guardati adesso, sotterrato da un cumulo di macerie ed incapace perfino di muovere le dita.
Eppure sei ancora convinto di dover andare avanti, vero? Non sopporti l'idea che uno squilibrato che gioca a fare Dio abbia ucciso L, la figura che più hai stimato fin dalla prima volta in cui lo hai conosciuto. Ed ora pensa di poter uccidere anche te, nei sei sicuro. Ma tu sei abbastanza orgoglioso da provocare la morte stessa, pur conoscendo i rischi che corri. Hai talmente tanto orgoglio in corpo da aver fatto esplodere tu stesso il quartier generale, pur di non farti prendere.
Sei un po' troppo impulsivo. Lo sai, vero? Te lo dicono sempre tutti.
Se ora qualcuno ti chiedesse qual è la parte del corpo che ti fa più male, non sapresti proprio da dove cominciare. Allora cominci ad elencarle mentalmente, trovando così anche un buon modo per restare cosciente.
I polmoni. Quelli sì che fanno male. Li senti bruciare come se fossero diventati carboni ardenti, costretti come sono a respirare quest'aria malsana e piena di polvere. C'è anche un forte sentore di morte. Sei l'unico sopravvissuto, e ti chiedi ancora come sia possibile. Ma in fondo tu sei sempre stato il più intelligente, ed hai uno spiccato spirito di sopravvivenza.

«Cazzo...»

Perfino sibilare quell'imprecazione a denti stretti ti sembra faticoso, mentre cerchi inutilmente di liberare una gamba dalle macerie. Testardo come sei, ci provi un'altra volta, e la fitta di dolore è così forte da oscurare il tuo campo visivo per svariati secondi, mentre il dolore s'irradia in tutto il corpo.
Finalmente l'oscurità lascia spazio alla luce, allora aggiungi anche quell'arto alla lista, decidendo di non fare ulteriori tentativi. Non puoi dare la caccia ad un pazzo assassino con una gamba malmessa, no? Anche se, effettivamente, dovresti prima cercare di uscire da lì.
Ti concedi di chiudere gli occhi per un po', e quasi non ti rendi conto dell'opprimente peso che sembra spingerti ancor più verso il basso, schiacciandoti contro il logoro pavimento di quello che, prima, era il tuo covo.
“Non osare perdere i sensi, Mello.”
Pensi, tra te e te, che quella vocina nella tua testa sia alquanto irritante, e solo dopo averlo fatto ti rendi conto che è la tua.
Sei assurdo, Mello. Trovi perfino la forza per sbuffare, in una situazione del genere, e con quel suono riempi per qualche secondo quel silenzio tombale ed inquietante, mentre ti costringi a riaprire gli occhi.
Vorresti tanto sapere quale orribile fine abbia fatto il tuo cellulare, ma sei felice di essere perlomeno riuscito ad inviare quell'unico sms di aiuto. Tuttavia non sei sicuro che lui verrà lì per aiutarti. Non dopo tutto questo tempo, non dopo averlo abbandonato senza alcuna spiegazione.
Storci la bocca in una smorfia, con le belle iridi azzurre improvvisamente più cupe, e cerchi di convincerti di non pensarci, di potercela fare anche da solo. Di una cosa, almeno, sei certo: non desideri una morte così squallida.
Provi a spostare il viso per guardarti attorno, ma basta anche solo il minimo movimento a farti provare dolore. La lista si allunga a vista d'occhio, eh? Hai combinato proprio un bel casino, Mello.
Chissà quand'è che la forza di gravità ha smesso di funzionare nel modo giusto. È come se le tue palpebre avessero cominciato a pesare tonnellate, e tu non riesci più a tenerle aperte.
“Resta lucido.”
Giusto, giusto.
Riapri gli occhi forzatamente, con una lentezza tale da farla apparire un'impresa titanica. Sei felice di essere da solo, in questo momento. Se qualcuno ti avesse visto in tali condizioni, avresti finito sicuramente per sotterrarti tu stesso. Non ti è mai piaciuto mostrarti debole.
Certo, però, che sei proprio masochista. A che scopo esaminarti il viso con le dita, se il minimo tocco avrebbe potuto farti scattare in aria come una molla, se solo non fossi stato bloccato dalle macerie?
Te lo chiedo di nuovo: che problemi hai, Mello?
Ti pare questo il momento di metterti a pensare a Near?
Il freddo e geniale Near. Quanto ti sarebbe piaciuto, anche solo per una volta, vederlo reagire come qualsiasi altro essere umano farebbe. Sempre così apatico ed impassibile, come se nulla sia in grado di suscitare emozioni in lui. Come avresti mai potuto lavorare con lui, Mello? Siete così diversi. Arrogante come sei, avresti finito per piantargli una pallottola in testa.
Oh, ora capisco cosa stai cercando di fare. Il peso che ti schiaccia sta diventando troppo forte, vero? Qualsiasi cosa può servire come appiglio, ormai, pur di non piombare nell'oscurità. Ti aggrappi con le unghie e con i denti a quella poca lucidità che ti resta, ripetendoti chi sei e perché lo stai facendo. Allora ricominci a lottare, districandoti a fatica tra le macerie.
Ignori il dolore più che puoi, anche se la lista si allunga: braccia, torace, la gola perfino... Qualsiasi parte del tuo corpo è immersa in atroci sofferenze, ma tu, arrogante bastardo che non sei altro, vuoi mostrare di essere perfino più forte di tutto quel dolore. Riesci a metterti seduto, in qualche modo, ed hai come la netta impressione che qualcosa manchi alla tua lista.
Ci penserai più tardi. Adesso sei fin troppo impegnato a cercare di liberare quella maledetta gamba, finendo solamente per farti ancora più male. Vieni inghiottito di nuovo nel buio, e ti lasci cadere con la schiena a terra, senza badare al dolore di quell'improvviso contatto col pavimento.
È inutile, ormai, cercare di capire cosa ti faccia più male. Sei diventato un tutt'uno col dolore, e tenere gli occhi aperti ora è più difficile che mai. In un recondito angolino del tuo cervello, risiede il patetico desiderio di smetterla di lottare e di ascoltare i bisogni del tuo corpo.
Cosa, Mello, ti stai
arrendendo?
Un minuto.
Un minuto è tutto quello che ti dai per esaudire le suppliche delle tue palpebre. Concedi loro di riposarsi per quel brevissimo arco di tempo, ma non c'è più quel buio pesto che ormai ti stavi aspettando. Scorgi una chioma rossa nell'oscurità, come una fiamma calda e rassicurante.
È troppo, non ce la fai.
Riapri gli occhi, pallido come un lenzuolo, e finalmente vedi due iridi smeraldine fisse nelle tue. È così bello da sembrarti un miraggio.
Tu lo hai abbandonato, ma lui attraverserebbe ugualmente l'Inferno per te.

«Matt... ?»

Il cuore, ecco cosa mancava alla lista.

  
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