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Autore: Relie Diadamat    17/02/2015    10 recensioni
Merlin, ventenne suonato, si ritrova costretto a lavorare al fianco del suo inseparabile Asino, nel bar aperto da quest'ultimo. Con loro c'è Freya, la dolce ed ingenua fidanzata di Merlin, che Arthur detesta.
Tutto cambia un giorno, quando il giovane Pendragon rivela ai suoi colleghi un cambio di programma.
*
[Dal Cap. 1]
«Non saremo i soli a gestire il bar.» continuò Arthur, serrando lievemente la mascella, evidentemente quella non era stata una scelta del tutto condivisa dal biondino «Mia sorella Morgana ed il suo fidanzato Mordred saranno dei nostri.»
Il cervello del corvino si resettò in un lampo.

*
[Cap. 6]
«Io non voglio condividere proprio niente con te, Aridian.» sibilò, serrando lo sguardo.
«Strano…» Unì tra loro le mani, aggrottando la fronte «La droga la dividevi volentieri.»

*
[Cap. 13]
«Quella stronzata che sono attratto dal tuo ragazzo. Come ti è venuta in mente una cosa simile?»
«Perché io ti ho visto, Arthur. Ho visto cosa diventano i tuoi occhi quando lo guardi».

*
[Cap 11]
«Io ti avrei amata per sempre».
*
*
[Freya/Merlin/Arthur] [Mordred/Morgana/Merlin] [Freya/Merlin/Morgana] [Merlin/Arthur/Mithian] [Elyan/Mithian/Arthur] [Kara/Mordred/Morgana] [Freya/Gwaine]
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Freya, Merlino, Morgana, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù, Merlino/Morgana
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Note d'autrice: Salve a tutti! Comincio ringraziando tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle seguite e che hanno recensito il primo capitolo. Ringrazio chi mi affiancherà in questa nuova storia e chi, silenziosamente la seguirà passo dopo passo.
Spero di non deludere le aspettative di nessuno.
Detto questo, mi appresto a liquidarmi, augurandovi una buona lettura.
Lasciatemi, se vi va, il vostro parere, farete di me una ragazza felice! :)
 
II. Il Passato Che Ritorna
 
 
C’è sempre, nella vita di ognuno, quel momento in cui ci si interroga sul proprio passato, magari grazie ad una foto, una canzone o magari grazie al silenzio. Sta di fatto che quello diventa il più grande interrogativo o esame interiore che tu possa mai affrontare. L’unica cosa che devi capire è se il passato ti appartiene ancora o se, finalmente, la tua vita è andata avanti.
«Merlin, la ragazza aveva chiesto un caffè non un bicchiere d’acqua!» Arthur lo ammonì, colpendolo con un vassoio dietro al capo quando, il corvino, aveva versato distrattamente dell’acqua invece del caffè in una tazzina.
«So-sono desolato!» ne convenne subito il corvino. «Gliene preparo subito un altro.»
Il suo amico Somaro, si era sporto oltre il bancone, sussurrando alla ragazza: «Di solito è poco meno imbranato di così, sa… la sua ragazza lo riduce in questo stato, poveretto.» finse rammarico il biondo.
«Guarda che ti sento, Arthur!» calcò quell’ultima parola, cercando invano d’imitarlo nei suoi richiami, fallendo miseramente.
Il giovane Pendragon drizzò la schiena, voltando lo sguardo verso l’amico che armeggiava con la macchinetta del caffè, fingendo un’aria teatralmente sconvolta: «Ma era quello l’intento, Merlin!»
La ragazza dai mossi capelli castani che le ricadevano sulla schiena, rise dei loro battibecchi, quasi fossero stati due fidanzatini.
Il corvino le porse la sua tazza di caffè, scuotendo il capo. «Dovrebbero insegnargli l’educazione a quell’Asino!»
«Merlin!» richiamò l’altro offeso. «Guarda che ti sento!» e prima che il giovane potesse dibattere in qualunque modo, aggiunse: «E posso licenziarti!»
Mentre la mora rideva sinceramente divertita, Freya si avvicinò al bancone, porgendo un fogliettino al suo fidanzato. «Due tramezzini e due Coche, amore.»
Arthur roteò gli occhi nell’udir quel nomignolo, mentre Merlin, ormai abituato lo prendeva come il suo vero nome. Dopo tutto quel tempo condiviso insieme, il corvino aveva ormai imparato a riconoscersi con il nome ‘amore’ perché, a quanto pareva, Freya non sapeva chiamarlo diversamente.
Quest’ultima, mentre aspettava che il fidanzato mettesse il tutto nel vassoio, si rivolse ad Arthur con tono pacato: «Quando arriverà tua sorella?» s’interessò.
Le mani di Merlin si bloccarono di colpo.
«A momenti.» rispose rammaricato il biondo, innervosendo al sol pensiero di dover condividere il bar con sua sorella.
Freya ne sorrise felice prima di accorgersi della momentanea rigidità del suo ragazzo. «Merlin, ti senti bene?»
Il corvino ripuntò repentino lo sguardo verso la ragazza. «A momenti.» ripeté semplicemente, dando voce ai suoi pensieri. Accorgendosi imperdonabilmente della gaffe, cercò di rimediare inventandosi una scusa a caso: «Gaius.»
Mentre Freya lo guardava con seria aria interrogativa, al suo fianco Arthur se ne stava con le braccia conserte, osservandolo con una smorfia di scherno. «Parli peggio di un lattante, Merlin.»
«Ho avuto pessimi esempi.» disse a denti stretti, mentre l’Asino indignato iniziò ad adirarsi a quello stupido insulto, ma prima che potesse partire con la sua sfilza di minacce, Merlin lo anticipò, precisando ai due: «Gaius aveva bisogno di me ed io me n’ero completamente dimenticato.» finse, slacciandosi il grembiule.
«Non c’è bisogno che ci vada tu, posso andarci benissimo io.» si offrì gentile la ragazza, ma il corvino la fermò all’istante. «Non posso piantarlo in asso, gliel’avevo promesso. Sai com’è fatto Gaius, è un tipo molto… suscettibile.»
Il biondo, ancora fermo nella sua smorfia, continuava ad osservare la successione delle scene, senza emettere fiato.
«Mi dispiace che ti perderai le presentazioni con i nuovi colleghi…» Freya prese tra le mani il vassoio con l’ordinazione, arricciando le labbra con fare dispiaciuto.
«Niente che già non sappia.» rispose solo Merlin, con uno sguardo e un timbro indecifrabili, per poi baciarla al volo sulle labbra.
«Merlin…» richiamò d’un tratto il biondo con fare innervosito. «Non stai forse dimenticando qualcosa?» domandò, alludendo al permesso per congedarsi da lavoro.
Il corvino inarcò le labbra in un sorriso, aggrottando lievemente la fronte «Baciarti non rientra proprio nelle mie preferenze, Arthur.»
«Io non…» cercò di spiegarsi il biondo, trattenendo a stento la stizza, poi però con immensa sorpresa da parte del corvino si fermò. «Va’, muoviti.» disse secco.
Merlin stentava a capire cosa passasse nella mente di Arthur, per quanto si sforzasse a volte era davvero un tipo indecifrabile. Alzò le spalle, uscendo dal bar.
Per quanto l’ottusità del corvino potesse offuscargli gli occhi, Freya non era così ingenua come il fidanzato ed aveva colto al volo i sentimenti del biondo. Li aveva intesi fin dal primo giorno, fin dal primo insulto velato che il giovane le aveva gentilmente propinato.
Un po’ ci soffriva per quello. Ne soffriva perché amava Merlin e per questo era gelosa di ciò che voleva vedere solo suo, ma dall’altra parte ne soffriva perché s’immedesimava in Arthur. Merlin era un ragazzo ed un amico fantastico, ma alcune volte sapeva fare male, senza neanche accorgersene.
Ritornò con la mente al presente, dove ad attenderla c’era il suo lavoro. Armata di buona pazienza si diresse al tavolo, porgendo ai due ragazzi i loro tramezzini e la loro Coca.
 
*
 
Merlin si allontanò il più possibile dal bar. Era scappato come un codardo e questo lo sapeva bene, ma non sapeva esattamente cos’altro fare.
Si appoggiò contro un muro, volendo solo eliminare ogni possibile pensiero negativo dalla sua mente.
“Cosa sono quelle…” Morgana era quasi spaventata alla vista di quelle siringhe.
“Non è come pensi, Morgana, quella roba non è mia!” ribatté, cercando di farla calmare.
“No!” sbottò lei irata, togliendosi le mani del ragazzo di dosso “Sei un bugiardo! Mio padre aveva ragione, tu… tu… ti odio! Va’ via!”
Merlin lasciò scorrere lo sguardo verso la strada, mentre veloci veicoli sfrecciavano chissà dove, chissà perché.  La vita era così, in continuo movimento, sembrava non fermarsi mai. Non esisteva un solo attimo del giorno e della notte in cui tutto si fermasse. Semplicemente, il mondo è incapace di restare immobile, la mente umana invece, Merlin l’aveva capito a sue spese, sì.
Il passato è passato, continuava a ripetersi, quasi facendosi sostegno da solo.
Morgana sarebbe tornata da Parigi con Mordred. Avrebbe lavorato con lui, ma ciò non significava nulla. Lei se n’era andata, lasciandolo solo e col cuore a pezzi. Se n’era stata in silenzio per due maledettissimi anni, poi improvvisamente sbuca una sua chiamata ed Arthur annuncia il suo rientro a Londra, in dolce compagnia.
Strinse i pugni così forte, da far impallidire le nocche.
Aveva bisogno di distrarsi, pensare non aiutava a nulla ed il silenzio era il miglior conduttore di ricordi, così decise per davvero di far visita al buon vecchio Gaius.
 
 
*
 
«Da quanto tempo conosci Merlin?»
Alcune volte, in casi eccezionali, il bar vantava della totale assenza di clientela e quelli erano davvero momenti noiosi per chi stava dietro ad un bancone, così Freya aveva deciso d’intavolare una conversazione.
«Molto più di te.» le fece notare, per poi addentare nella noia un tramezzino rimasto di scarto. «Praticamente è come se lo conoscessi da sempre.»
 La ragazza colse la vena nostalgica nel suo tono di voce, così lo consolò «Ci tiene molto a te.» sorrise sincera, cercando lo sguardo del biondo. «Anche se non lo ammetterebbe mai, sei la persona più importante della sua vita.»
Gli occhi azzurri del giovane brillarono d’istinto, attraversati da una felicità inaspettata che però cercò di reprimere perché, Arthur Pendragon, non voleva averci niente a che fare con i sentimenti. «Sono la persona più importante della vita di tutti.» affermò spavaldo, fingendo che quella notizia non lo avesse rallegrato.
«Smettila di fingere che non t’importi.» la voce di Freya assunse un tono quasi materno, quello che tutti cercano quando si sentono disperatamente soli e vogliono essere confortati. «Io ti vedo Arthur, e so che soffri quando pensi che non ti dia importanza.»
Il giovane sostenne il suo sguardo e per un certo punto, la mora credette che stesse per cedere, poi però comparì una smorfia di dissenso sul suo volto «Io non soffro mai, Frida
La giovane lasciò che un accenno di sorriso le si disegnasse in volto, vedendo il biondo voltarsi di schiena ed avviarsi verso il cliente che, miracolosamente era entrato nel locale. Arthur l’aveva chiamata in quel modo dalla prima volta che Merlin li aveva presentati e se all’inizio pensava fosse una semplice défaillance, col tempo si era accorta che in realtà era solo un modo per il biondo, di ricordarle che non era la benaccetta.
Aveva sopportato anche quel continuo attacco indiretto da parte di Arthur, tanto in fin dei conti, Merlin era suo.
«Oh… perfetto.» apostrofò negativamente il biondo, guadando verso l’entrata.
La mora aggrottò la fronte con fare incuriosito. «Cosa c’è?»
Il giovane si mosse dal suo posto, serrando lievemente la mascella. «È arrivata la mia amata sorellina.»
 
*
 
«E così… Morgana è di nuovo a Londra.»
Merlin, per quanto cercasse di nascondere i suoi sentimenti, con Gaius falliva miseramente e quindi era costretto a dirgli tutto. Era un anziano che amava la solitudine – come la maggior parte dei vecchi – ma la presenza di Merlin lo rallegrava molto.
Quell’uomo, era per il giovane corvino, la persona più vicina ad un genitore che avesse mai avuto. Si era preso cura di lui dopo che, in seguito all'ennesima discussione con suo zio, era scappato di casa. Gaius gli offrì un lavoro, e col tempo anche un tetto. Con l’avanzare degli anni si era acciaccato come tutti gli ottantenni, ed aveva un costante bisogno d’aiuto. Freya si era gentilmente offerta di fargli compagnia svariate volte del giorno e l’anziano sembrava gradire la sua presenza. “La sua compagnia mi è ben più lieta del biondo ‘Mr. Re del Mondo.” Aveva detto una volta, provocando una risata immediata al giovane.
Merlin sapeva che Arthur, per quanto lo facesse in buona fede, continuava a mantenere una franchezza ed una superiorità non adeguata a tutte le persone con le quali interagiva.
Ad ogni modo, Gaius era a conoscenza di tutto ciò che lo riguardasse e di conseguenza, sapeva di Morgana. Forse quello era l’unico segreto che non condivideva con Arthur, ma gliel’aveva tenuto nascosto per una buona ragione.
Il sostegno dell’anziano invece, si rivelò fondamentale.
«Due anni di silenzio, ha il coraggio di ripresentarsi come se nulla fosse.» si lamentò il corvino, tenendo lo sguardo basso e gli occhi eclissati.
«Morgana… è sempre stata una ragazza particolare.» constatò il quasi ottantenne, prendendo la sua quotidiana nozione di farmaci. «Non dovresti stupirti di questo suo comportamento.»
Il giovane storse il viso indispettito. «Qui non si tratta di carattere, Gaius. Qui si tratta di cuore!»
Il canuto sembrò guardarlo con occhio vigile, scrutandolo per bene: «Merlin, penso che dovresti rallegrarti di ciò che hai invece di spossarti con problemi di vecchia data. In fondo, la vita è andata avanti, vero figliolo?» provocò l’anziano.
«Certo.» fu la risposta biascicata del corvino. «Il passato è solo passato.»
Gaius lo squadrò, inchiodando le sue iridi in quelle azzurre del ragazzo. Sapeva quando mentiva, e sapeva anche riconoscere i veri sentimenti di Merlin, senza che li esprimesse concretamente.
Sospirò, portandosi le mani lungo le cosce .«Bene.» valutò, massaggiandosi i pantaloni scuri. «Direi che la questione è risolta, dunque.»
Il corvino accennò a stento un sorriso, ritrovando con lo sguardo l’orario segnato dal vecchio orologio a pendolo del suo vecchio tutore. Sbarrò gli occhi accorgendosi della tarda ora, ripensando ai mille modi in cui Arthur avrebbe escogitato di ucciderlo l’indomani.
«Si è fatto tardi, è meglio che vada.» si congedò il ragazzo, prendendo il suo giubbotto di pelle tra le mani, per poi riservare un commiato affettuoso all’anziano.
«Va’ figliolo, prima che Mr. Re del mondo ti uccida.» ridacchiò, tossendo un pochino, lasciandogli generosamente, delle lievi pacche sulle spalle.
«Oh, quello è inevitabile.» fu la risposta divertita del giovane, per poi uscire definitivamente dalla casa del vecchio, per avviarsi al bar.
Stava percorrendo il vialetto di ghiaia della piccola villetta dove abitava Gaius, quando il suo cellulare vibrò. Merlin lo prese tra le mani, controllando il display.

1 messaggio da Arthur
Torna a casa, idiota. Faremo i conti domani.


Merlin deglutì a vuoto, azzardando a digitare un messaggio di risposta.

Porterò una calcolatrice funzionante.

Dopo nemmeno due minuti, il cellullare vibrò nuovamente.

1 messaggio da Arthur
Taci, imbecille. E preparati per domani.


Il corvino decise che per il momento era meglio finirla là, così adombrò il display, portandosi il cellulare nella tasca del suo giubbotto.
In fin dei conti gli era andata bene, l’incontro con Morgana era riuscito comunque, miracolosamente, a saltarlo. Non poteva evitare quella donna in eterno, ma più tempo aveva, meglio si sentiva, così tornò a casa sua, felice di potersi godere una serata in santa pace, al fianco della sua Freya.
 
*
 
«Sono a casa.» iniziò a dire, prima ancora di aprire la serratura della porta. Non sentendo risposta continuò ad avvisare la sua compagna della sua presenza: «Mi dispiace per prima Gaius aveva biso…»
Le parole gli morirono in gola quando, chiusa la porta alle sue spalle, aveva sporto lo sguardo verso l’entrata dove, seduta su una sedia, qualcuno a lui familiare se ne stava paziente, in attesa. Aveva i capelli più lunghi di quando l’aveva vista l’ultima volta, più lisci rispetto a due anni addietro.
Il viso era candido esattamente come un tempo e le labbra non avevano perso il loro rossore.
Nessuno dei due fiatò.
Si fissarono a lungo negli occhi, mentre le parole si rifiutavano di uscire dalle labbra. Merlin ebbe l’istinto di soffocarla col solo pensiero ma non lo fece. La vedeva con le labbra leggermente schiuse, mentre l’osservava seduta su quella sedia.
«Come ci sei entrata?» chiese semplicemente, reprimendo la voglia improvvisa di fare qualcosa di avventato.
«Non avevi cambiato la serratura e quindi…»
«Quanto ti fermi?» la interruppe gelido, cercando di controllare la rabbia.
L’altra si alzò, andandogli incontro, quasi ad un passo dal suo viso «Sono tornata per restare.»*


 
** Angolo Autrice**
* La frase è chiaramente presa dal telefilm "I Cesaroni", quando nella terza stagione Eva ritorna da New York incinta e ricontra Marco.
 
   
 
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