Non penso di dovervi dire cosa scopiazza il titolo, ma se aveste qualche dubbio: è Marquez, autore che peraltro non mi piace. Yes, coherence.
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L'amore
al tempo delle dinastie
Poi
una mattina si sveglia e il suo corpo ha un equilibrio diverso.
Risprofonda nei guanciali, in preda a una vertigine, e fissa il
baldacchino finché la sua magia non smette di ronzare. Non
saprebbe
spiegare come, ma lo sa subito. È... è–
aspetta un figlio.
Avranno un figlio.
E per i Nove, Loki avrebbe riso in faccia ai profeti, ma questo cambia tutto.
«Ne sei sempre convinto?» chiede, mentre Thor gli tocca la pancia in tutti i modi possibili e immaginabili, ipnotizzato.
«Se non sono convinto di questo, non sarò mai convinto di niente» è la risposta, pronunciata contro il suo ventre.
Mani calde e ruvide sulla sua schiena, per tenerlo vicino.
«Sei ancora in tempo, sai.»
«In tempo per cosa?» fa Thor, sconcertato, alzando la testa. «Ripudiarti e disconoscerli?»
Loki risponde con voce abbastanza ferma, e ne è orgoglioso. «Sì. Tre quarti del consiglio lo accetterebbero senza discutere. E anche il popolo. Il futuro re di Asgard, mezzo Jötun? Troverai prima chi lo vorrà mezzo pentapalmo.»
Thor vede subito attraverso la finzione e la sua perplessità muta in collera. «Il re di Asgard è mezzo Jötun» dice fra i denti, stringendogli i fianchi. «O l'hai dimenticato? Mia nonna era Bestla, figlia di Bolthorn, sorella di Mìmir. Sei stato tu a dirmelo.»
«Sì, ma–»
«Ma cosa? Ma non era deforme? Non era un'orfana che meritava di essere esposta? Perché se è questo che stavi per dire, che le Norne mi aiutino, Loki, io–» s'interrompe, respiro affannoso.
Loki distoglie gli occhi. Thor lo scuote con gentilezza, ancora inginocchiato davanti a lui.
«Perché devi sempre pensare il peggio di te stesso? Dopo tutto quello che hai fatto, dopo le difficoltà che abbiamo superato grazie alla tua costanza... Io non capisco.»
Loki si lascia abbracciare e pensa che, di sicuro, i suoi figli non cresceranno sentendosi trascurati. O incompresi.
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Quando si dice stralcio
Avranno un figlio.
E per i Nove, Loki avrebbe riso in faccia ai profeti, ma questo cambia tutto.
«Ne sei sempre convinto?» chiede, mentre Thor gli tocca la pancia in tutti i modi possibili e immaginabili, ipnotizzato.
«Se non sono convinto di questo, non sarò mai convinto di niente» è la risposta, pronunciata contro il suo ventre.
Mani calde e ruvide sulla sua schiena, per tenerlo vicino.
«Sei ancora in tempo, sai.»
«In tempo per cosa?» fa Thor, sconcertato, alzando la testa. «Ripudiarti e disconoscerli?»
Loki risponde con voce abbastanza ferma, e ne è orgoglioso. «Sì. Tre quarti del consiglio lo accetterebbero senza discutere. E anche il popolo. Il futuro re di Asgard, mezzo Jötun? Troverai prima chi lo vorrà mezzo pentapalmo.»
Thor vede subito attraverso la finzione e la sua perplessità muta in collera. «Il re di Asgard è mezzo Jötun» dice fra i denti, stringendogli i fianchi. «O l'hai dimenticato? Mia nonna era Bestla, figlia di Bolthorn, sorella di Mìmir. Sei stato tu a dirmelo.»
«Sì, ma–»
«Ma cosa? Ma non era deforme? Non era un'orfana che meritava di essere esposta? Perché se è questo che stavi per dire, che le Norne mi aiutino, Loki, io–» s'interrompe, respiro affannoso.
Loki distoglie gli occhi. Thor lo scuote con gentilezza, ancora inginocchiato davanti a lui.
«Perché devi sempre pensare il peggio di te stesso? Dopo tutto quello che hai fatto, dopo le difficoltà che abbiamo superato grazie alla tua costanza... Io non capisco.»
Loki si lascia abbracciare e pensa che, di sicuro, i suoi figli non cresceranno sentendosi trascurati. O incompresi.
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