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Autore: germangirl    18/02/2015    9 recensioni
Una donna, un uomo e due iniziali incise sul muro.
Traduzione di “Initial attraction” di XX00Meg00XX
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Notò le iniziali per la prima volta quando ispezionò l’appartamento: KB, incise chiaramente sul muro. Qualcosa di quelle semplici lettere toccò una corda dentro di lei; qualcuno aveva amato quelle stanze tanto da averci vissuto una vita, tanto da averle chiamate casa.

Era esattamente ciò di cui aveva bisogno.

Non distogliendo lo sguardo da quelle iniziali, si rivolse all’agente immobiliare e disse semplicemente: “Lo prendo”.

Elizabeth si accorse di lui per la prima volta a metà della seconda settimana, mentre stava ritirando la posta. Aveva un sorrisetto irritante mentre teneva la porta dell’ascensore aperta per lei e, quando scese al suo stesso piano, iniziò a preoccuparsi, pensando che fosse una specie di stalker pazzoide. Fortunatamente, l’uomo si fermò davanti al 3C, pescò la chiave dalla tasca ed entrò in casa.

La donna proseguì fino al 3G, concentrandosi sulla posta per cacciare dalla memoria gli splendenti occhi castani del suo vicino mentre apriva la porta del proprio appartamento.

Gettando via la borsa, prese l’unica busta che sembrava contenere qualcosa di importante.

Un’occhiata alla carta intestata dello studio legale in cima alla pagina confermò la sua ipotesi.

La pratica del suo divorzio era stata chiusa.

Era finalmente libera da quel bastardo bugiardo e traditore.

Sentiva che avrebbe dovuto provare gioia o dolore o… qualcosa. Ma questo appartamento era troppo silenzioso. Doveva imparare a vivere di nuovo.

Sollevando lo sguardo, i suoi occhi si fissarono su quel KB inciso sul muro.

Ancora una volta, si ritrovò a pensare a chi ce lo avesse messo, a quale storia ci fosse dietro quelle lettere.

La settimana successiva andò di nuovo letteralmente a sbattere contro il suo vicino nella lavanderia al piano interrato.

I suoi panni sporchi si sparpagliarono sul pavimento quando l’uomo le afferrò un gomito per aiutarla a riprendere l’equilibrio.

“Vedo che sta già cadendo ai miei piedi” le disse con un sorriso malizioso.

Pur essendo convinta di star facendo una cosa sbagliata, iniziarono a conversare. O meglio, lui si mise a parlare. Lei non aveva possibilità di fuga finché non avrebbe avviato la lavatrice e, anche se lui stava chiaramente uscendo dalla lavanderia quando si erano incrociati, non fece alcun cenno di andarsene.

“Si è trasferita il 25, vero? Ringrazi il cielo che i Rodriguez del 3E sono andati a trovare la madre di lei nelle ultime due settimane. Quando cominciano, fanno delle litigate furiose. Sono la ragione per cui si è trasferito l’avvocato che viveva nel suo appartamento prima di lei.”

Elizabeth si morse le labbra, cercando di non rimanere invischiata in una conversazione con questo estraneo chiacchierone dagli splendenti occhi castani.

Anche se era un po’ attraente. Almeno un pochino.

Gli uomini sono dei bastardi bugiardi e traditori, ricordò a sé stessa.

Per la prima volta da quanto quel farabutto di suo marito era decollato con quel cliché sculettante della sua segretaria, Elizabeth mise in dubbio il suo mantra.

Parlare con questo tizio era semplicemente…. un dovere di buon vicinato, giusto?

“Come si chiamava quell’avvocato?” gli domandò appena l’immagine di quelle lettere incise le apparve nella mente.

“Liam Chesterfield” rispose. “Ho il suo indirizzo qualora ricevesse della posta indirizzata a lui”

“Grazie” replicò, delusa. Non il KB dell’incisione, dunque.

“Tengo traccia della maggior parte delle persone che hanno vissuto al nostro piano. Sono qui da 15 anni” Questo tizio non aveva alcuna intenzione di smettere di chiacchierare. La donna dovette continuare a ricordare a sé stessa che lui era un tipo irritante.

“Allora, qual è la sua storia? Una donna deliziosa come lei, nel fiore degli anni…?” si issò a sedere sulla lavatrice accanto alla sua, mettendosi comodo e dondolando i piedi come fanno i bambini.

Lei alzò le spalle. Questa sarà anche New York, ma è bello conoscere i propri vicini, giusto?

“Mi chiamo Elizabeth” gli rispose nel suo solito tono mozzato.

“E’ un nome incantevole. Io sono Daniel.”

Gli fece un mezzo sorriso e poi iniziò a caricare i panni nella lavatrice. Lui aspettò pazientemente che avesse finito. Una volta che la macchina fu propriamente programmata e accesa, si rivolse di nuovo all’uomo e appoggiò il fianco a una delle asciugatrici.

“Deduco che stia aspettando il resto della mia storia?” gli chiese con un sorrisetto.

“Cosa posso dire, la storia di una persona è ciò che la distingue dagli altri. Allora, Elizabeth, cosa ti rende ciò che sei?”

Scosse la testa. Non c’era proprio nulla nemmeno di remotamente eccitante nella sua vita, ma se lui glielo chiedeva lei poteva anche dirglielo. Se non altro, era qualcuno con cui parlare.

“Sono divorziata – o meglio, lo sono da una settimana.”

Annuì con un cenno di comprensione, offrendole un “mi dispiace”.

“Non esserlo” replicò. “Era un coglione e sono felice di essermene liberata.”

“Posso chiederti cosa è successo?”

Era serio quando le aveva chiesto della sua storia, vero?

“Per farla breve, è scappato con la segretaria dopo che nostra figlia è rimasta uccisa in un incidente d’auto. Mio figlio mi ha incolpato di tutto, così si è trasferito sulla costa occidentale e non l’ho più sentito da allora.”

Daniel fece di nuovo un cenno di comprensione con il capo ma non aprì bocca.

“Hai altre domande?” gli chiese.

“Non so davvero cosa dire. Sono davvero dispiaciuto che tu abbia dovuto attraversare tutto questo”

“C’est la vie” affermò lei con un’alzata di spalle.

Rimasero in silenzio per diversi minuti, entrambi incapaci di portare avanti la conversazione.

“Per quello che vale, la mia fidanzatina del liceo mi ha spezzato il cuore e mi ha lasciato a pezzi. Non ero sicuro che l’avrei mai superata.”

Lo studiò prima di rispondere. “E ora ci sei riuscito?”

Non era sicura di quale fosse il motivo che le aveva fatto chiedere una cosa del genere, ma c’era qualcosa di speciale in lui.

“Penso di essere finalmente al punto in cui potrei aprire il cuore a qualcuno, ma ne dovrei essere sicuro, capisci?”

Annuì di nuovo. “Sì, decisamente”.

Da quel momento, la loro conversazione si assestò su argomenti più leggeri e quando i panni di Elizabeth furono lavati e asciugati, lo stato d’animo della donna era decisamente più lieve e aveva persino riso qualche volta. Daniel era affascinante, intelligente e divertente e le faceva provare dei sentimenti che non sentiva da tempo.

La spaventava pensare che lui le potesse effettivamente piacere.

La loro amicizia crebbe, spesso si scontravano nell’ingresso del palazzo e finivano nell’appartamento dell’uno o dell’altra per una chiacchierata più lunga ed Elizabeth cominciò a sentirsi di nuovo come quando aveva cominciato a uscire con il suo ex marito. Era ancora cauta, guardinga, ma si ritrovò a voler lasciare entrare Daniel nella sua vita. Era allegro, calmo e rilassato e a lei tutto questo piaceva.

Anche lui notò le iniziali la prima volta che la andò a trovare e molte delle notti in cui si ritrovavano a casa di lei furono trascorse a dipanare storie su cosa ci potesse essere dietro quel “KB”. Provarono tutto ciò che venne loro in mente per trovare una traccia ma ogni sforzo fu vano.

Una sera, Daniel portò la sua rubrica e cercò il nome dell’inquilino che aveva vissuto lì prima di Liam Chesterfield. Si chiamava Sophia Clark ma il numero di telefono che Daniel aveva risultava ornai disabilitato e non riuscirono a mettersi in contatto con lei. In realtà, anche le iniziali di Sophia non coincidevano con quel KB.

Trascorsero due mesi a fare ricerche e supposizioni e Elizabeth stava ormai per gettare la spugna. Spesso si fermava a guardare quelle iniziali e a inventarsi una teoria sul motivo per cui si trovavano proprio lì, ma aveva accettato che probabilmente non avrebbe mai conosciuto la loro vera storia.

Sembrava che il fato avesse un piano diverso.

Il bussare alla porta risuonò come un tuono nell’appartamento solitamente silenzioso quel sabato mattino di buon’ora. Elizabeth era appena uscita dalla doccia e dovette raccogliere velocemente i capelli grondanti in una coda di cavallo mentre si avviava alla porta.

La aprì e si ritrovò di fronte una signora anziana e una ragazzina molto più giovane che pensò fosse la nipote.

“Ciao cara, stavo cercando Kate Beckett. E’ in casa?”

“Oh, mmm, mi dispiace. Mi chiamo Elizabeth e mi sono trasferita qui circa due mesi fa”

La donna anziana sospirò e le fece un sorriso dolce. “Immaginavo che fosse improbabile trovarla ancora qui. Diciassette anni sono un periodo lunghissimo per una donna giovane come lei per fermarsi in un posto.”

Elizabeth scosse il capo mentre le parole della signora cominciarono a completare la storia del misterioso proprietario precedente del suo appartamento. “Mi scusi, mi ripete il nome della persona che stava cercando?”

“Si chiamava Katherine Beckett, sebbene la maggior parte delle persone la conoscesse come “Kate”. Era un detective della omicidi quando viveva in questo appartamento. Io abitavo poche porte più giù e lei riusciva sempre a ritagliarsi un po’ di tempo dal suo lavoro impegnativo per venirmi a trovare e assicurarsi che stessi bene. In effetti era come una figlia per me. Mio figlio decise di trasferirsi a Chicago e non voleva che abitassimo tanto lontani, così ho traslocato con lui. Sono venuta a far visita alla mia nipotina e ho pensato di cogliere l’occasione per venire a trovare la signorina Beckett. Mi sarebbe davvero piaciuto vederla di nuovo”

Appena Elizabeth fu in grado di chiudere la porta telefonò a Daniel e gli lasciò un messaggio eccitato in segreteria quando lui non prese la chiamata.

Un’ora più tardi, qualcuno bussò alla porta e lui entrò all’improvviso, con le braccia cariche.

“L’ho trovata” le disse eccitato.

“Cosa? Come?” gli chiese Elizabeth, guardandolo mentre rovesciava sul tavolo un mucchio di libri e poster. Prese uno dei manifesti e lo aprì così che lei lo potesse vedere.

“La senatrice Kate Beckett!” esclamò.

Daniel afferrò uno dei volumi. “Mi sono ricordato di aver letto un articolo su di lei nel periodo delle elezioni. E’ sposata con Richard Castle, l’autore di romanzi, così ho preso alcuni dei suoi libri ed è venuto fuori che lui ha scritto un’intera serie usandola come personaggio principale. Beh, questo sì che è un modo per corteggiare una ragazza! Sembra che la seguisse quando lei era ancora in polizia e si sono innamorati”

“Sembra proprio una bella storia” replicò Elizabeth, osservando attentamente la pubblicità della campagna elettorale che mostrava la donna bellissima e sorridente che stava al centro di quel mistero.

“Questo dimostra che non puoi mai prevedere dove incontrerai l’amore” disse Daniel. Elizabeth sollevò lo sguardo e trovò i suoi occhi che la fissavano attentamente.

“Daniel…” iniziò, ma lui scosse la testa.

“E’ troppo presto, lo so. Una storia per volta, eh?” le chiese tristemente. “Ora, guarda questa copertina polverosa. Dice che Richard Castle vive ancora con sua moglie, la senatrice Beckett, e i loro tre figli qui a New York. Ecco dove si è trasferita, vedi?”

“Questa brochure elettorale dice che è diventata un poliziotto quando sua madre è stata uccisa e che ha ancora un forte senso di giustizia. Sapevo che c’era un motivo quando ho votato per lei” aggiunse Elizabeth.

“Quindi ha vissuto qui da poliziotto e poi si è innamorata di uno scrittore famoso – perciò naturalmente quando si sono sposati si è trasferita a casa del marito” rifletté Daniel.

“Ma ha trascorso così tanto tempo da sola dopo la morte della madre – stava chiaramente ancora soffrendo per il lutto – quindi questo appartamento è diventato il suo luogo della solitudine, della sicurezza. Ecco perché ha dovuto lasciare il suo marchio quando se n’è andata” Elizabeth continuò il racconto.

Daniel annuì. “E per ricordare ai futuri proprietari che queste stanze sono un porto per chi soffre, un luogo per trasformarsi in qualcosa di più che un semplice contenitore del proprio passato.”

Gli occhi di Elizabeth non riuscirono più a contenere le lacrime davanti a questa affermazione e lui la prese fra le braccia, cullandola. Emise dei ridicoli suoni calmanti, facendola tacere mentre le carezzava la schiena e lei non poté trattenere una risatina leggermente isterica che le scappò fra le lacrime.

Daniel sembrò quasi offeso quando lei si allontanò abbastanza per poterlo guardare in faccia ma fu tradito dallo scintillio nei suoi occhi. Gli accarezzò una guancia, con affetto.

“Voglio essere più del mio divorzio, Daniel. Voglio vivere di nuovo. Mi aiuterai?”

“Sempre” le rispose, rivendicando la sua bocca per la prima volta.

Sei mesi dopo, la famiglia Castle si stava sedendo a cena nel loft quando il campanello suonò. Rick guardò sua moglie che alzò le spalle. Sospirando, lo scrittore si alzò e attraversò l’appartamento fino alla porta per trovare due estranei che si tenevano per mano e lo guardavano con nervosa trepidazione.

Con una voce ricca e colta, la donna parlò: “Richard Castle? Lei non ci conosce e nemmeno sua moglie, ma lei è la ragione per cui ci siamo trovati. E’ una lunga storia, ma in onore a quel “KB” che ha lasciato dietro di sé, delle iniziali che conservavano una storia d’amore che non avrei mai immaginato, vorremmo invitare entrambi al nostro matrimonio”, disse.

 

Nota della traduttrice

Questa storia mi ha colpito profondamente perché è diversa dal solito e … perché è stata scritta da una coppia di autrici e ai lavori in tandem io sono sempre affezionata ;-)

Meg e Lou sono state tanto gentili da autorizzarmi a tradurre la loro ff (l’originale si trova su https://www.fanfiction.net/s/11042060/1/Initial-Attraction) ed eccola qui.

Grazie a loro per averla scritta, grazie alla penna verde del mio angelo custode e grazie a chi di voi mi ha regalato il proprio tempo ed è arrivato fino qui.

Deb

  
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