Film > Le 5 Leggende
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Autore: FireFistAce    18/02/2015    7 recensioni
Salve! Questa storia è il mio primo Crossover e, quindi, la prima Jelsa che scrivo. Piccola precisazione: i capitoli sono alternati, dopo il prologo sono Jack, Elsa, Jack, Elsa, ecc...
Spero che vi piaccia!
Dal capitolo due:
"Jack (si chiamava così, giusto?) si rimise in piedi subito, volteggiando fino a terra e atterrando con grazia.
Ora che lo guardavo bene, notai che doveva avere più o meno la mia età, ed era vestito in modo improponibile per uno che aveva planato sulle montagne innevate: una leggerissima felpa blu con le maniche lunghe, un paio di pantaloni marroni a pinocchietto e basta. Non aveva le scarpe, non aveva le calze, una sciarpa, un paio di guanti, niente. [...]"
Dal capitolo tre:
"Avrei voluto farle un sacco di domande in quel momento.
Non hai freddo? Non sei stanca? Non vuoi tornare a casa?
Invece rimasi in silenzio e la accontentai, passando intorno a una nuvola conica che andava verso l'alto, girandole intorno e poi capovolgendomi per tornare verso il suolo a capo in giù.
Sentii le sue braccia stringermi il collo e il suo viso affondare nella mia spalla mentre cadevamo a velocità folle verso il basso.
“Hai paura?” chiesi preoccupato.
“No”
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Jack Frost, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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La festa dei Troll

Vidi un sacco di movimento, in lontananza, in mezzo a una radura.

“Ecco, è lì!” mi disse Elsa, indicando il punto preciso da cui arrivava ora un sacco di frastuono.

Planai gentilmente fin sopra ad una roccia, poi la feci scendere a terra. Intravidi le gambe nivee attraverso il tessuto ghiacciato del suo vestito e subito avvampai. Distolsi immediatamente lo sguardo.

Elsa scivolò fino alla radura, poi mi guardò.

“Vieni?” chiese. Io annuii e la seguii fino al centro della radura.

Tanti piccoli esserini pietrosi stavano correndo qua e là, come dei matti, con in mano festoni fatti di foglie e lucine buffe e colorate.

“Ehi, che sta succedendo?” provai a chiedere a uno di loro, ma sembrava che non mi potessero vedere.

Mi misi in mezzo per fermare un esserino pietroso bambino ma quello mi passò precisamente attraverso, come se non esistessi nemmeno.

Il mio cuore accelerò: se non potevano vedere me, allora...

Mi voltai verso Elsa, che stava osservando con gli occhi sgranati tutti gli esserini. C'era il panico nel suo volto e mi precipitai da lei.

“Ehi, no, non ti preoccupare. Troviamo quel tipo di cui ci hai parlato prima, sono sicura che lui può vederci” le dissi, mettendole una mano intorno alle spalle. Mi guardò impaurita.

“E se non ci vedesse? Se non riuscisse a vedermi che farei?” mi chiese impanicata.

“Non preoccuparti. Sono sicuro che ci vedrà. Ti fidi di me?” domandai. Annuì impercettibilmente e io le sorrisi.

“Allora non pensarci troppo, troviamo questo tizio e facciamo sì che ti restituisca i ricordi” la spronai. Feci per staccarmi da lei ma mi trattenne per una mano.

Mi voltai incuriosito e vidi le sue guance albine tingersi di un lieve rossore.

“P-per favore, non lasciarmi andare, ok? Ho paura di perdermi se non stringo qualcosa” sussurrò. Arrossii anche io, sorpreso.

“Oh, ehm. Certo, posso tenerti la mano!” acconsentii.

La cosa mi imbarazzava non poco ma tra le mie dita sentivo la sua manina tremare. Strinsi forte e la guardai con un sorriso.

“Dai, cerchiamo di capire almeno che succede qui” la spronai.

Seguimmo il flusso di Troll fino al centro della radura, dove si stavano ammassando le decorazioni e le persone.

Una Troll particolarmente autoritaria stava impartendo ordini.

“Quelli vanno messi lì! No, non vicino ai festoni gialli, non vedi che con il blu accanto stanno male?” esclamò infuriata. Scese dalla pietra enorme su cui stava e strappò di mano a un altro Troll alcune luci, che piazzò di fronte alla stessa pietra.

Poi guardò il lavoro soddisfatta, le mani sui fianchi.

“Ecco, vedi come si fa? Deve essere tutto perfetto per l'arrivo di Kristoff, capito?” disse al Troll a cui aveva tolto le decorazioni.

“Quando arriva, quando arriva?” domandò quello, eccitato.

“Domani, dopo il lavoro. Ovviamente non sa niente della festa a sorpresa, per cui dobbiamo essere bravissimi!” rispose lei.

“Certo, certo, è giustissimo! Torno a fare il mio lavoro allora!” le disse l'altro.

Lei batté le mani, facendo un gran fracasso.

“Ooooh, un nipotino! Che bell'evento!” esclamò.

Le dita di Elsa si strinsero attorno alle mie e io mi voltai.

“Che succede?” domandai preoccupato.

“U-un nipotino significa che... che... Kristoff diventerà padre” commentò. Io feci spallucce.

“E quindi?”

“Kristoff è il fidanzato di Anna! Mia sorella! Oddio, sto per diventare zia!” esclamò.

Io mi misi a ridere.

“Zia Elsa! Suona bene” la presi in giro. Mi dette una piccola spinta.

“Cretino” disse.

Stavo per ribattere quando tra i Troll si aprì un varco e un'enorme roccia rotolò verso di noi. Si fermò ai miei piedi, poi si aprì fino a diventare il Troll più grosso tra tutti quelli che erano intorno a noi.

Ero più che sicuro che potesse vederci perché piantò i suoi occhi neri su di Elsa e poi si inchinò.

“Vostra Altezza, che bello rivederla!” la salutò. Tutti gli altri Troll si fermarono ad osservarlo.

“Con chi sta parlando Gran Papà?” chiese un Troll bambino.

Lui si voltò, poi indicò noi due.

“Signori miei, anche se non mi crederete sappiate che la nostra Regina Elsa è qui con noi” annunciò.

“Elsa?”

“La Regina?”

“Ma non era morta?” si sentì dire.

“Vi prego di credermi, amici miei. Se mi crederete allora potrete vederla anche voi” gli spiegò.

Il Troll Bambino fissò Gran Papà, poi si voltò verso di noi.

“Io ci credo” disse chiudendo gli occhi. Quando li riaprì spalancò la bocca.

“Ehi, è vero! È vero!” si mise a gridare.

Uno ad uno, tutti gli altri Troll fecero la stessa cosa e tutti quanti poi batterono le mani, felici.

“La Regina è tornata! È viva!” fu un coro di voci e grida di giubilo a cui Elsa non doveva essere molto abituata, a giudicare dal rossore sulle sue guance.

“Grazie, grazie. Non dovete” disse timidamente.

Io neanche per un momento staccai le mie dita dalle sue.

“Ma ditemi, mia signora, perché siete venuta qui da noi?” chiese Gran Papà. Elsa mi guardò impacciata e le feci segno di star tranquilla. Prese un grosso respiro.

“Io sono morta, sono stata uccisa” iniziò. Tutti trattennero il fiato, colpiti. “E, ecco, io... non ricordo chi mi abbia ucciso. Ho bisogno di scavare nella mia memoria” spiegò.

Gran Papà annuì.

“Sì, immaginavo fosse una cosa del genere. Non è difficile ritrovare i ricordi perduti ma sarà difficile affrontarli. Se questo per lei non è un problema, posso farle vedere ciò che è successo” acconsentì lui.

Il respiro di Elsa aumentò considerevolmente e ebbi paura che andasse in iperventilazione. Mi feci avanti io.

“E lei sa cosa è successo? Sa dirci perché Elsa è diventata una guardiana?” domandai. Gran Papà sospirò.

“L'Uomo nella Luna. Quante volte mi sono ritrovato a parlare con lui di notte, mentre facevo le mie divinazioni! È una persona quanto mai strana e... lunatica direi che è il giusto aggettivo. Ha un suo piano preciso per il futuro e per noi che viviamo quaggiù ma non lo spiega a nessuno e spesso agisce come se non ci fosse un senso ma sono sicuro che se la Regina Elsa è diventata un guardiano ci sarà un motivo. Probabilmente legato ai suoi poteri di ghiaccio” commentò.

“Ma Elsa non ha più poteri” dissi.

Lui la guardò incuriosito, poi le mise una mano sulla fronte.

“Ma sì che li ha. Sono tutti qui dentro, bloccati nella sua testa, dove lei stessa li ha chiusi. Sono sigillati da qualcosa di potente, qualcosa che nemmeno io posso comandare purtroppo” rispose.

“E da cosa?” chiesi infervorato. Quindi Elsa non aveva perso i poteri, poteva ancora reagire!

“Dalla paura e dalla disperazione. Queste sono due cose che i miei poteri non possono sconfiggere, solo lei potrà farlo” spiegò.

Elsa staccò la sua mano dalla mia e guardò entrambi i palmi, come se potessero risponderle o aiutarla in qualche modo.

“E non c'è modo per sbloccarsi?” chiese.

“Purtroppo no, ma sono sicuro che nel momento del bisogno saprà come reagire, mia Regina. Ho visto il suo potere, so cosa può fare. Io credo fermamente in lei e nelle sue potenzialità” le assicurò.

Lei sorrise timidamente e si passò una mano sul braccio.

“Senta, prima che ritrovi i miei ricordi io avrei un'altra domanda. Se non disturbo, chiaro”

“Lei non disturba mai, Regina” commentò Gran Papà, galante.

“Stavate... stavate parlando di una festa. Qualcuno che nasce. Ecco, io manco da casa da un po' di tempo e vorrei capire chi... chi è che aspetta un bambino?” domandò.

La Troll autoritaria di prima si mise in mezzo.

“Ma la Principessa Anna! È al quarto mese di gravidanza!” esclamò. Tutti i Troll intorno a lei si misero ad applaudire e gioire a quella notizia. Elsa invece sgranò gli occhi e mi fissò.

“Quattro mesi? ma... io sono morta solo da due! Perché non me l'ha detto prima?” si chiese tristemente.

“Forse l'ha fatto e tu non lo ricordi. Hai detto di avere un intero giorno di buco nei tuoi ricordi, magari in quel giorno ti aveva detto qualcosa” supposi.

“Sì, però...”

“Ascolta, intanto cerchiamo i tuoi ricordi, ok? Poi pensiamo al resto” le proposi. Mi guardò incerta, poi annuì.

“Ok, Gran Papà, sono pronta. La prego di aiutarmi a ritrovare i miei ricordi” disse.

Lui annuì, poi la prese per mano e la fece sedere su una roccia.

“Adesso si rilassi, mia Regina, penso a tutto io”

  
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