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Autore: Lady Stark    18/02/2015    8 recensioni
«Ayato?»
«Cosa?» sussurrò lui giocherellando con l'orlo del suo maglione e mordicchiando al tempo stesso la carnagione chiara, quasi aspettando d'affondarvi i canini.
«I vampiri possono innamorarsi?»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayato Sakamaki, Yui Komori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I vampiri possono innamorarsi?

La notte affollava la stanza come una densa presenza corporea; i sogni infranti di Yui sembravano galleggiare come liquide stelle tra i suoi tentacoli.
Fuori dalla finestra, la luna cantava silenziosamente la propria ninnananna alla natura addormentata. Le corolle dei fiori nel giardino di Subaru ondeggiarono al vento dolce della sera, lasciando gocciolare a terra le lacrime di pioggia depositatesi sui petali.
Il solo rumore che Yui riusciva a percepire era il ticchettare assordante dell'orologio che, angosciosamente, gareggiava con i battiti frenetici del suo piccolo cuore spaventato di fronte a quell'agghiacciante muro di tenebra. Gli occhi della giovane scivolarono sulle pieghe color catrame alla ricerca di quel mostro senza nome che solo desiderava trascinarla all'inferno.
Eppure, pensò raggomitolandosi timorosamente nell'immenso letto a due piazze, era già sprofondata nell'abisso senza realmente rendersene conto.
Un brivido le percorse la spina dorsale quando la sua mente cominciò a ripercorrere il traumatico incontro con la famiglia Sakamaki, quella lontana giornata d'inizio autunno.
Erano passati almeno due mesi dall'ultima volta che aveva avuto notizie di suo padre; apparentemente svanito tra le pieghe del caotico lavoro che li aveva strappati alla loro tranquilla quotidianità. Spesso aveva chiesto informazioni a Reiji, ma ovviamente il vampiro si era limitato a fulminarla con gelide occhiate, degne del più freddo pezzo di ghiaccio.
Ti ha abbandonata..” un sussurro maligno cozzò ferocemente contro le pareti del suo cervello, strappandole un gemito di turbamento. Stufa d'ascoltare i richiami ossessivi dei propri fantasmi, la giovane scalciò con violenza per liberarsi dalle coperte umidicce, appiccicatesi contro le sue gambe nude. Con un goffo balzo avanti, Yui scese dal morbido letto per lasciarsi definitivamente alle spalle il sonno infetto; il pungente freddo notturno subito corse ad addentarle i polpacci scoperti.
Facendo ben attenzione a non urtare niente di fragile, le mani della ragazza ricercarono a tentoni la tuta da ginnastica che tempo addietro aveva riposto nel cassettone ai piedi del letto.
Quando la felpa larga le scivolò addosso, il dolce odore di casa le accarezzò i sensi riportandola ai momenti passati assieme al padre nelle piovigginose domeniche di fine dicembre. Yui ricordava chiaramente le lunghissime chiacchierate passate di fronte ad una bollente tazza di latte e miele. Chiudendo gli occhi, la ragazza credette di poter nuovamente udire il rumore scoppiettante del fuoco mescolarsi a quello liquido della pioggia picchiettante.
Ora che era sola, perduta in quel guazzabuglio di scricchiolii e ombre dense come melassa, Yui avrebbe dato qualsiasi cosa per poter avere al proprio fianco la presenza rassicurante di suo padre.
Ti ha abbandonata.” bisbigliò nuovamente la voce, accapponandole la pelle.
Proprio in quel momento, la ragazza provò l'innocente desiderio di percepire sulla lingua il sapore del miele; quasi come se quella bevanda avesse potuto affiancarla al genitore.
La luce della luna era l'unica fonte di luce nei tetri corridoi della reggia e fu il solo elemento a cui la ragazza poté affidarsi per non inciampare in uno dei tanti tappeti che ingombravano il pavimento di marmo. Nel passare di fronte ad una delle tante finestre gotiche spalancate sul giardino, Yui si fermò di colpo per osservare la statua che ornava una delle tante rigogliose aiuole. L'angelo si ergeva su un piedistallo corroso dal tempo e dalle intemperie, le braccia affusolate erano protese verso il cielo in una muta richiesta di aiuto. Le ali, che originariamente avrebbero abbracciato la silhouette marmorea, erano ridotte a due monconi dolenti, dimentichi della celestiale arte di ballare nell'empireo. L'espressione della statua era cristallizzata in una prigione di dolcezza tanto intima e profonda da rasentare la tristezza; gli occhi immobili rivolti verso le nuvole sembravano davvero sul punto di secernere lacrime commosse, come se quel cielo così lontano le mancasse. Yui trattenne il fiato quando la luce lattea della luna colpì le gote del monumento, rendendole brillanti come due pezzi di diamante.
Era davvero magnifica.

Riscuotendosi dalla sua estatica contemplazione, la ragazza tornò a percorrere il dedalo di inestricabili corridoi nella speranza di raggiungere velocemente l'inutilizzata cucina.
Con dubbio, si guardò attorno cercando di comprendere se la strada intrapresa fosse giusta. Quando si rese conto d'essersi smarrita, la ragazza si fermò grattandosi a disagio i capelli arruffati. Malgrado ogni mattina si muovesse senza difficoltà lungo tutto il perimetro dell'edificio, le risultava pressoché impossibile orientarsi di notte; ogni singolo angolo sembrava identico. Mentre i pensieri di Yui si accartocciavano contraddittoriamente alla ricerca di una soluzione, la dolce melodia di un pianoforte le accarezzò struggente l'udito.
I muscoli della ragazza si trasformarono in uniformi pezzi di ghiaccio; le iridi analizzarono con attenzione qualsiasi ombra, nel terrore di potervi scorgere il baluginio ferale di un paio di canini. La triste melodia continuò imperterrita a diffondersi nelle compatte trame del silenzio, distruggendo così la sua opprimente perfezione. Le lente e cadenzate note del pianoforte cancellarono dalla mente di Yui l'infantile desiderio di latte, intessendo attorno al suo cuore una rete dolce come l'ambrosia proibita.
Stregata da quel richiamo, i piedi della ragazza solcarono senza la minima esitazione i lussuosi passaggi ombrosi; la luna seguì fedelmente il suo cammino, tracciando alle sue spalle lattei riccioli d'ineffabile luce. La giovane si fermò solo quando il cantare dello strumento musicale si fece più intenso, ritrovandosi così di fronte ad una pesante porta di frassino.
Uno spiraglio di timida luce filtrava sullo scarlatto tappeto persiano, mettendo in rilievo i vari ghirigori che ne caratterizzavano le bordature.
La ragazza, curiosa come mai lo era stata in vita sua, trattenne il fiato per ricercare con lo sguardo il talentuoso pianista. Al centro della camera ingombra di libri e preziosi oggetti d'antiquariato, il compositore muoveva le mani con sapiente grazia sulla tastiera d'avorio. La giovane rimase ammaliata dal delizioso gioco di note e sentimenti che quelle dita affusolate intessevano con maestria sui candidi tasti. Yui non avrebbe mai creduto possibile che un vampiro come Ayato potesse dedicarsi ad un tanto nobile passatempo.
«Se credi che non ti abbia sentita, sei totalmente fuoristrada.» sussurrò d'improvviso la profonda voce dell'uomo. Le sue mani si interruppero bruscamente, pestando stridenti tre o quattro tasti contemporaneamente; Yui arretrò spaventata, trattenendo il fiato.
Il vampiro, veloce come il pensiero, si manifestò di fronte a lei con un ferino sorriso ad animargli il viso.
«Non ti hanno insegnato che è maleducazione origliare, Yui?»
«Scusami, io non volevo..»
Il vampiro le afferrò il polso, strattonandola veementemente verso di sé.
«Entra.» ordinò rudemente.
La ragazza scivolò ubbidiente nella stanza, cercando di imbrigliare il timore lanciatosi all'assedio del suo cuore. L'aroma speziato dell'incenso, mescolato a quello ruvido della carta, avvolse il suo viso in un bacio.
«Perché sei in giro a quest'ora?»
Yui si voltò lentamente verso l'affascinante vampiro che, ancora appoggiato alla porta, l'osservava criticamente. Malgrado indossasse un paio di sdruciti pantaloni e una semplice maglietta a maniche corte, la sua eterna bellezza brillava alla luce delle candele.
«Non riuscivo a prendere sonno.»
«Hai forse bisogno di uno stimolo?» insinuò maliziosamente il vampiro facendo un solo passo avanti. Yui sentì il sangue inondarle ferocemente le guance ma malgrado ciò, non diede alcuna soddisfazione al ragazzo.
«Non credevo sapessi suonare.» bisbigliò in risposta, accarezzando con titubanza la superficie laccata del pianoforte a coda.
Ayato sbuffò appena, passando una mano nell'indomabile chioma color mogano.
«Ci sono così tante cose che non sai di me, umana.» la derise, avvicinandosi con passo felpato allo strumento silenzioso. I suoi polpastrelli giocherellarono con i tasti, componendo una velocissima melodia che, generalmente, veniva insegnata ai bambini per approcciarsi alla musica.
«Hai talento, davvero.»
«E' solo uno stupido passatempo.» borbottò il vampiro di rimando, avvolgendo le dita attorno alla legnosa protezione della tastiera. Yui afferrò coraggiosamente il polso del compagno, allacciando il proprio sguardo alle iridi smeraldo dell'altro.
«Per piacere, suona qualcosa.»
Il vampiro atteggiò la bocca in una smorfia incredula, alzando beffardamente un sopracciglio.
«Per te? Stai davvero parlando sul serio, umana?»
«Te ne prego, Ayato.» sussurrò la ragazza, addolcendo il proprio sguardo.
Il vampiro, colpito da quella così palese fragilità, sospirò nuovamente per poi lasciarsi cadere sullo sgabello imbottito. Senza pronunciare parola, le sue dita accarezzarono la tastiera del pianoforte in una bellissima sinfonia, delicata come i petali dei primi fiori primaverili.
Yui chiuse gli occhi e lasciò che quelle note gocciolassero nel suo cuore, diffondendole sulla lingua il salato sapore delle emozioni.
Ricordi su ricordi si affollarono nella sua mente, premendo contro le sue tempie in un caotico avvicendarsi di sorrisi e brandelli di conversazione. La voce pacata di suo padre le accarezzò l'udito, fondendosi alla fragranza del miele appena scaldato.
Poi, inaspettatamente, la figura di Ayato emerse dalle balze del passato, sostituendosi a quella rassicurante del papà.
Yui non poté far a meno di tremare di fronte all'arrogante sorriso di quel vampiro che, più di una volta, aveva scatenato l'incontrollata reazione del suo cuore.
La melodia si interruppe in un lento, progressivo sbiadirsi di note sempre più dolci, finché il silenzio non fagocitò nuovamente i due ragazzi seduti vicini.
«Non ho mai sentito una melodia tanto bella.» si complimentò, asciugando le umide lacrime che avevano accarezzato le sue guance.
Il vampiro si voltò in sua direzione, sollevando una mano per catturare una di quelle iridescenti perle fluide. Il suo palmo era freddo a contatto con la pelle arrossata della giovane, immobile di fronte a lui.
Un solo gesto avrebbe potuto distruggere quella deliziosa fragilità.
La dita del ragazzo si allacciarono ai capelli profumati in una sensuale carezza.
«Ayato..?»
«Credevi forse che avrei suonato per te senza ricevere niente in cambio, Yui?» sussurrò il vampiro, scostandole appena il collo per depositare un sottilissimo bacio sulla vena pulsante. La ragazza si irrigidì quando le braccia del ragazzo si chiusero possessivamente attorno alla sua vita, scaricandole addosso una cascata di brividi.
«Cosa..?»
Le iridi smeraldo dell'uomo si allacciarono alle sue in una promessa di infinito e segreto piacere. I quadri ad olio degli antenati sembravano scrutarli dalle loro tele con sguardi immobili e critici. Il respiro della ragazza si frammentò, disperdendosi sul viso del vampiro e tra i suoi capelli incantevolmente scompigliati.
«Fermati, Ayato.» pigolò la ragazza, appoggiando le mani sulle spalle dell'altro e spingendo nella debole speranza d'allontanarlo. Ovviamente, la presa ferrea non fece altro che intensificarsi, tanto da schiacciare i loro corpi l'uno contro l'altro. Il fiato profumato di Ayato le accarezzò le guance, facendole vibrare l'anima.
Il sangue cominciò furiosamente a correre nelle sue vene, accendendo una bollente scintilla negli occhi affamati del vampiro che, sorridendo, appoggiò la fronte contro quella della fanciulla.
«Stai forse cercando di provocarmi?» ridacchiò tra i denti, accarezzandole la schiena con lenti ghirigori.
Le dita fredde si insinuarono sotto il bordo del maglione, sollevandolo appena.
«Ti mostrerò un mondo totalmente nuovo, Yui.» bisbigliò il vampiro, premendo le labbra contro quelle della ragazza in un bacio passionale, intenso come il richiamo stesso del fuoco.
«Non credo che..»
«Sii mia, Yui.» la voce del vampiro si fece più profonda, mano a mano che le mani scivolavano sulla pelle nuda della sua schiena sinuosa.
«Non credo sia una buona idea.» affermò di colpo, alzandosi per sfuggire.
Ayato si sollevò dal sedile del pianoforte, incrociando insoddisfatto le braccia sul petto ampio.
«Perché mai?» domandò avvicinandosi velocemente a lei.
In risposta, la ragazza arretrò finché la sua schiena non urtò contro la libreria di quercia.
Le sue labbra si asciugarono di colpo quando la tagliente verità si manifestò nel silenzio sotto forma di tremolanti ed indecise parole.
«Perché io provo qualcosa per te.» rivelò, distogliendo gli occhi dallo sguardo smeraldo dell'altro; sapeva benissimo che in esso avrebbe solo trovato derisione ed indifferenza.
I vampiri non erano creature nate per amare ed Ayato non faceva eccezione.
«Ti sei innamorata di me?»
La ragazza non rispose, lasciando che fosse il silenzio a decretare quella scomoda e spigolosa verità. Per quanto detestasse ammetterlo, il fascino ammaliatore del vampiro aveva catturato il suo animo.
Era finita in trappola come probabilmente molte altre donne prima di lei.
«Non ti avvicinare!»
Il vampiro naturalmente non le prestò attenzione, scagliandosi verso di lei con rapidità sovrumana, forse per impedirle di urlare o di scappare.
«Lascia..»
Ayato soffocò quelle esili proteste in un bacio arroventato, se possibile ancor più profondo del primo.
Le sue mani cercarono la vita della ragazza, stringendole i fianchi con un'urgenza violenta.
Il vampiro le accarezzò nuovamente la pelle scoperta; risalì con calma lungo ogni singola curva del suo corpo accaldato, lasciando dietro di sé piacevoli tracce di frescura.
Non c'era indifferenza in quelle carezze ma una strana, bellissima attenzione che sciolse il controllo della ragazza.
Involontariamente, le sue braccia cinsero il collo del vampiro tirandolo più vicino a sé in un abbraccio che non avrebbe mai voluto sciogliere.
Ayato percorse il profilo del suo collo con le labbra, inspirando a fondo il suo profumo.
«Ayato?»
«Cosa?» sussurrò lui giocherellando con l'orlo del suo maglione e mordicchiando al tempo stesso la carnagione chiara, quasi aspettando d'affondarvi i canini.
«I vampiri possono innamorarsi?»
Ayato la guardò negli occhi; poi senza replicare, baciò la compagna.
Yui chiuse gli occhi, affondando disperatamente le dita nelle ciocche folte dei suoi capelli; una lacrima scivolò via, mescolandosi al dolce canto composto dalle loro labbra incrociate.
Il sapore del miele venne così intaccato da una sfumatura amara come limone.
Abbracciando il ragazzo, Yui comprese che l'amore non era l'idealizzata figura del fiore innocente che sempre si era immaginata.
L'amore era una bellissima rosa selvatica dai petali color sangue; ammaliante nel suo profumo ma crudele nel tagliare chiunque non prestasse abbastanza attenzione al suo stelo contornato di spine.
Yui si sarebbe ferita, lo sapeva benissimo.
Eppure, in quel momento, non desiderò altro che abbandonarsi a quegli squisiti baci, profumati di veleno. 
   
 
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