Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Neflehim    18/02/2015    2 recensioni
[Spin-off/Prologo di "A volte basta volerlo, per far andare le cose al loro posto"]
Ambientata dal Cap 113 del manga fino al 140. Dalla convocazione di Akashi fino alla cena a casa di Kagami dopo la vittoria contro la Too.
Situazioni e frasi sono gran parte riprese proprio dal manga, con delle aggiunte.
I sentimenti di Taiga riguardo il rapporto tra Kuroko e la Generazione dei Miracoli, soprattutto Aomine.
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" Kuroko..."
"Mh? "
"Vuoi tornare ad essere l'ombra di Aomine? "
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Kiseki No Sedai, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vincere, per tornare a sorridere.







<< Sono felice di rivedervi. Essere riuniti tutti qui è davvero toccante.>>
Gli occhi di Akashi erano simili a quelli di un rapace.
Non avevano nulla a che fare con l'Eagle eyes di Izuki, però.
Quelli di Akashi sembravano fuoco cristallizzato,simili a quelli di un predatore il cui unico desiderio era uccidere il suo obbiettivo.
Con calma, assaporando il sapore della vittoria.

Quegli stessi occhi si posarono sullo sventurato bodyguard di Kuroko, che rimase paralizzato senza potersi minimamente muovere.
Le gambe non gli rispondevano, tremavano mentre il cuore gli batteva all'impazzata. Si sentiva troppo terrorizzato anche solo per fare un passo.
<< Ma c'è qualcuno di troppo. Ora come ora voglio parlare solo ai miei compagni.>>
Improvvisamente sembrarono farsi ancora più pericolosi << Potresti andartene?>>
Avrebbe tanto voluto farlo Furihata.
Ma nulla del suo corpo gli rispondeva.
<< Furihata-kun...>> 

Tetsuya pareva essersi accorto dello stato in cui era il compagno ma prima che potesse dire altro vide una mano poggiarsi sulla spalla del ragazzo e una voce familiare rivolgersi ad Akashi in modo canzonatorio.
<< Ehi,sei proprio un maleducato... non mandarlo via così.>>
La voce calorosa di Kagami svegliò completamente Furihata che senza accorgersene tornò a muoversi.
<< Kagami!>>
Kagami lanciò uno sguardo di sottecchi a Kuroko e parve felice di vedere la sua espressione entusiasta al suo arrivo.

Si era appena fatto di corsa il tragitto dal taxi fino all'entrata del palazzetto , quando aveva visto un gruppetto di persone ferme sulle scalinate.
Il cuore gli si era fermato notando tra di esse la familiare chioma azzurra e la divisa del Seirin.
Kuroko.
Quanto gli era mancato in quel mese in cui si era recato in America per migliorare!

Ed ora, vederlo lì, a parlare con gli altri Miracoli,come se nulla fosse,come se fosse naturale, gli mandò il sangue al cervello.
Sembrava che si trovasse a suo agio, la sua ombra, con i vecchi compagni.
Da lontano li fissò uno ad uno.
Partendo da Kise a cui brillavano gli occhi mentre guardava l'amico da sotto il cellulare.
Midorima, che pericolosamente apriva e chiudeva le forbici che aveva in mano.
Murasakibara impegnato a scartare un pacco pieno di dolciumi.
Ed infine Aomine.
Su di lui si soffermò d più, mentre la rabbia aumentava al pensiero che tempo prima, l'asso della Too era stata la precedente luce di Kuroko.
Sapeva bene quanto importante fosse stato nella vita di Tetsuya, quanto ancora tenesse a lui.
Ogni volta che Kuroko incrociava lo sguardo di Aomine oppure si parlava anche solo di lui, i suoi occhi sembravano farsi distanti, verso un luogo e un tempo a cui Kagami non era permesso accedere.
Si sentiva completamente escluso in quei momenti, Taiga.

E non gli piaceva per nulla quella sensazione. Kuroko aveva detto che sarebbe stato la sua ombra,quindi l'avrebbe seguito sempre.
E allora questo non voleva dire, metterlo al corrente di ogni cosa gli passava per la testa?
Era proprio questo il problema con lui. Capire cosa pensasse o cosa provasse, era quasi impossibile per chiunque.
Eppure aveva visto Aomine più di una volta anticipare Tetsuya di una parola: come se fosse a conoscenza di cosa voleva dire o chiedere.
Quest'affinità tra quei due gli bruciava.
Ogni minuto in cui Kuroko passava con i suoi vecchi compagni pareva quasi che tutto d'un tratto decidesse di abbandonarlo per tornare con loro.
Per questo quando Akashi aveva fatto la sua apparizione, aveva deciso di mostrarsi, per impedire che i suoi più profondi sospetti si avverassero.
<< Già sono appena tornato. Vi racconterò dopo, ora...>> Spinse Furihata dietro di lui e fissò lo sguardo in quello letale di Akashi. 

<< Così tu saresti Akashi, eh? Piacere di conoscerti.>> Aveva usato lo stesso tono canzonatorio di prima per rivolgersi al ragazzo.
Akashi non sembrò gradire ma no disse nulla se non << Shintaro mi presti le forbici?>>
<< A che ti servono?>> gli chiese Midorima porgendogliele comunque.
<< Questi capelli cominciavano a darmi fastidio. Stavo giusto pensando di tagliarli.>>
Mentre parlava era sceso fino ai piedi della scalinata, ritrovandosi all'altezza di Kagami.
<< Ma prima... tu sei Kagami, giusto?>>
Taiga agì d'istinto e si scansò, non abbastanza per evitare che le forbici in mano ad Akashi, usate come un pugnale gli ferissero la guancia.
Non aveva avuto alcuna esitazione, Akashi.
Aveva mirato alla gola incurante di poterlo ferire gravemente.

<< Wow. Non male, per questa volta ti perdono>> se ne uscì come se nient fosse. L'aura assassina ancora a circondarlo.
<< Ma non ci sarà una prossima possibilità. Se dico di andartene tu devi obbedire. In questo mondo l'unica cosa che conta è vincere. I vincitori sono accettati i perdenti no. Finora non ho mai perso in niente e così sarà anche in futuro. E visto che vinco ho sempre ragione.>> Aveva detto tutto ciò mentre paradossalmente si tagliava la frangia accorciandola.
<< Se ti metti contro di me, ti ucciderò chiunque tu sia.>>
Detto questo con naturalezza,si avviò verso lo stadio salutandoli prima di essere fermato da un furente Aomine.
<< Akashi sei impazzito?! Mi hai fatto venire qui solo per questo?!>>
<< In realtà ero venuto a controllare una cosa, ma mi è bastato uno sguardo ai vostri volti per capire che non era necessario.>>

A quelle parole l'aria sembrò farsi più tesa << Infatti credo che nessuno di voi abbia dimenticato il nostro giuramento, per cui va bene così, la prossima volta che ci incontreremo sarà sul campo di battaglia.>>
Alla fine se ne erano andati tutti come se nulla fosse e poco prima di iniziare la partita contro la Too, Kagami si era ritrovato a pensare alle parole inquietanti di Akashi e a quale giuramento si riferisse.
Avrebbe voluto chiedere a Kuroko, che era appena entrato per dirgli di andare, ma quello non era il momento adatto.
Avrebbero avuto tempo per parlare. Ora l'unica cosa su cui doveva concentrarsi era battere Aomine.
Non solo per una questione personale, né per il sempai Kiyoshi,ma per Kuroko.
Per far si che l'amico chiudesse i ponti con il passato e potesse tornare a guardare avanti. Avrebbe vinto contro Aomine, contro Murasakibara e anche contro Akashi per far si che la sua ombra non avesse più rimpianti e potesse finalmente
camminare al suo fianco senza più voltarsi indietro.


Era appena finito il secondo quarto e Kuroko, dopo la seria e totale sconfitta che aveva subito contro Aomine, all'intervallo si era come volatilizzato.
Come al solito Kagami si ritrovò costretto - non più di tanto in realtà- ad andarlo a cercare.
Erano riusciti a rimontare fino ad arrivare a solo due punti di scarto, ma era piuttosto plausibile che Kuroko si sentisse giù.
Lo ritrovò fuori al terrazzo appoggiato ala ringhiere, a fissare il vuoto.
Di nuovo quell'espressione malinconica che gli faceva contorcere lo stomaco.
Stava pensando ad Aomine.
Gli buttò la giacca sulla testa cercando di assumere il tono di voce più normale possibile << Ti verrà un raffreddore, cretino!>>
Lo vide girarsi, di nuovo imperturbabile ma non si fece ingannare Taiga.
<< Kagami-kun.>>
<< Sbrigati a tornare o ti perderai l'inizio del secondo tempo.>>
Tetsuya si scusò e infilandosi la giacca si avviò verso l'entrata quando fu fermato da Kagami.

<< A cosa stavi pensando?>>
Non era riuscito a trattenersi. Sapeva che chiederglielo avrebbe fatto solo più male, ma non poteva davvero farci nulla.
<< Non mi sembra che hai bisogno di essere consolato, ma so che non sei venuto qui solo per una boccata d'aria.>> Di certo era masochista.
Vide Kuroko abbassare lo sguardo e voltarsi di nuovo verso il paesaggio dietro la ringhiera.
<< Kagami- kun, ti piace il basket?>>
Quella domanda inaspettata lo rese alla sprovvista , impedendogli di rispondere come si deve.
<< Eh?>>
Il volto di Tetsuya era oscurato, ma la sua voce aveva un tono strano che non riusciva a decifrare per bene.
<< Non stavo pensando a nulla di troppo complicato. Solo che voglio vincere questa partita a qualsiasi costo. Ovviamente è per la promessa fatta a Momoi-san, ma... la realtà è che voglio vedere... un altra volta...>>
A Taiga si strinse il cuore vedendo l'espressione d Tetsuya farsi di nuovo assente e nostalgica.
In quei pochi minuti Kuroko non era con lui con la mente.

Era nel passato, probabilmente a quando aveva conosciuto Aomine e gli altri Miracoli.
La sensazione che glielo stessero portando via si fece più forte e vivida. Era quasi tentato a svegliarlo quando fu lui stesso a tornare al presente e a spezzargli il cuore.
<< Aomine-kun ha sempre giocato con il sorriso. Amava veramente il basket. Non voglio insultare il modo in cui gioca ora adesso o dargli dell'arrogante. Solo...>>
La sua espressione era così tenera che non fece altro che fargli più male.
<< Un altra volta, vorrei vedere sorridere Aomine-kun.>>
Quelle parole gli fecero capire quanto inconsistenti fossero i suoi ideali.
Kuroko non sarebbe mai riuscito ad andare avanti davvero.
Una parte di lui sarebbe sempre stata l'ombra di Aomine, e sarebbe sempre rimasta al suo fianco.
Non poteva davvero competere con lui.
Almeno non per Kuroko.
Ma non avrebbe comunque perso.

Almeno questo. Avrebbe vinto contro di lui dimostrando di non essergli inferiore.
Sarebbe stato per lo più inutile in quanto non era per questo che Kuroko era legato così tanto ad Aomine, ma lo doveva a se stesso.
Permettere che Aomine vincesse la partita e allo stesso tempo gli portasse via anche Kuroko, non lo avrebbe sopportato.
Doveva vincere, assolutamente.
A cosa avrebbe fatto, ci avrebbe pensato dopo.
Dopotutto non era mai stato un tipo riflessivo lui.
Ogni cosa che faceva, quando giocava o anche quando parlava, era l'istinto a farlo per lui.
Si sarebbe affidato a quello ancora una volta.
<< Se riuscissimo a vincere, forse...>>
Non seppe con quale forza riuscì a dirgli quelle parole senza far trapelare quello che pensava davvero.
<< Chissà... non saprei. Le persone non sono così semplici. Anche se vincessimo potrebbe non cambiare nulla. Ma se perdessimo allora è sicuro che nulla cambierebbe.>>
Le ultime parole le disse voltandogli la schiena perchè non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia ne a mantenere un espressione normale.

<< Quindi non ci rimane altro che fare di tutto per vincere, o sbaglio?>>
Detto questo si era avviato verso l'entrata con il cuore a pezzi e la determinazione a vincere che superava quella abituale .
<< Si.>>
A stento riuscì a sentire la risposta dell'amico poco dietro di lui.


Aomine dopo essere stato messo all'angolo dall'Overflow era entrato nella Zone.
Quel particolare stato in cui giocatori con grande talento raggiungono il loro massimo potenziale. Uno stato di completa concentrazione in cui vengono usate il 100% delle loro abilità isolandosi da tutto ciò che viene ritenuto superfluo.
Kagami si era sentito impotente mentre lo vedeva fare punti su punti senza poterlo fermare, fino ad arriva quasi al limite. Dove rimontare era quasi impossibile.
Mentre Aomine lo stava scartando di nuovo, si era visto passare di nuovo i volti di tutti i suoi compagni in lacrime quando avevano perso la prima volta contro la Too.
Aveva visto il volto di Kuroko coperto dall'asciugamano per non farsi vedere, mentre soffriva per quella sconfitta che per lui era molto più dolorosa per tutti gli altri.

In quel momento la sua testa si era completamente svuotata, aprendo anche lui la porta che conduceva alla Zone.


Riuscire a battere Aomine, gli aveva dato più gioia di quella che si aspettava.
Era riuscito ad esultare assieme a tutti gli altri nonostante fosse consapevole che una parte di lui si era strappata.
Si girò di scatto cercando Kuroko e lo vide.
Fissava sfinito Aomine che invece aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Stava per cadere a terra quando accorse a sorreggerlo nonostante non volesse in alcun modo trovarsi tra loro due.
L'istinto di protezione che quel ragazzo in corpo da bambino sapeva sempre suscitargli, gli impedì di voltargli le spalle e fare finta di nulla.
Lo sorresse portando fino ad Aomine che invece aveva il volto di uno che non sapeva come continuare ad andare avanti.
Questo lo fece arrabbiare.
<< Perché quella faccia da funerale? Abbiamo appena cominciato! Non vedo l'ora di affrontarti di nuovo. Ti farò a pezzi.>>
Vide Aomine fissarlo un po' stralunato per poi tornare l'arrogante di sempre.
<< Stai zitto idiota!>>
<< Aomine-kun...>> quella flebile voce attrasse entrambi i ragazzi che si voltarono a fissarlo.

Con dolore Taiga li vide incatenare gli occhi andando entrambi in un posto in cui non gli era permesso entrare.
<< Hai vinto tu, Tetsu.>>
<< Posso chiederti una cosa?>> gli disse l'altro alzando il pugno verso di lui.
<< Da quella volta, non hai più voluto battere il pugno con me.>>
Aomine sembrò un attimo stordito a quelle parole per poi eruttare un << Cos-... Eh? Che stupidaggine, chi si preoccupa di una cosa del genere?!>>
"Kuroko" avrebbe voluto ribattere amaramente Kagami.
<< Io si. Mi fa sentire come si mi avessi ignorato.>>
Aomine sospirò rassegnato << Ok... ma solo per questa volta.>>
I pugni si scontrarono in una nuova promessa.
<< La prossima volta sarò io a vincere.>>
<< Ok.>>






Si era appena svegliato indolenzito nello spogliatoio – maledicendo la sua stupidità !- che con la coda dell'occhio vide una chioma azzurra uscire prima che la porta si chiudesse.
D' istinto si alzò e lo seguì di fuori restando diversi passi dietro di lui per non farsi scoprire.
Non sapeva perché lo stava facendo.
Sentiva solo che era giusto.

Non fecero un lungo tratto, prima che Tetsuya si dirigesse fuori alla terrazza in cui quasi un ora prima avevano parlato.
Lo vide appoggiarsi a quella stessa ringhiera con i gomiti e fissare il tramonto che pian piano si avvicinava.
Il vento gli scompigliava dolcemente i capelli l'espressione costantemente imperturbabile sostituita da una più rilassata.
Gli occhi chiusi, un leggero sorriso sulle labbra.
Taiga rimase incantato da quella scena.
Stava per rivelarsi, per poter passare un po' di tempo da solo con lui,quando in lontananza vide un'altra figura farsi avanti .
"Aomine."
Sgranò gli occhi e si nascose di nuovo mentre il cuore accelerava dolorosamente.
Non gli pareva più così giusto averlo seguito.
<< Tetsu.>>
<< Aomine-kun>>
Il moro si appoggiò di schiena alla ringhiera e aspettò che l'altro parlasse.
<< Sorridevi>> disse solamente Tetsuya.
Aomine abbassò lo sguardo verso di lui << Mh?>>
<< Mentre giocavi... sorridevi, sembrava ti stessi divertendo.>>

Aomine distolse gli occhi da lui e fissò il cielo decidendo cosa dire.
<< E' vero. Kagami è un buon avversario.>>
Tetsuya annuì concorde.
Silenzio ancora.
<< Non siamo cambiati molto eh?>> se ne uscì improvvisamente Aomine.
Per la prima volta, Kuroko alzò lo sguardo su di lui.
<< Ci sono sempre stati questi silenzi tra noi anche prima di lasciare la Teiko.>>
<< E' vero. Ma non sono scomodi.>>
<< No, non lo sono.>>
Ancora silenzio.
<< Sei diventato forte , Tetsu...>> disse ancora il moro.
Sembrava in qualche modo alla ricerca del perdono.
<< Devo essere ancora più forte>> gli rispose Tetsuya.

Aomine lo guardò sorridendo amaramente << Sai, credo che l'amicizia che avevo con te... è l'unica cosa di cui mi pento non aver protetto in questi anni.>>
Kuroko spalancò un po' gli occhi ma non disse altro, aspettando che continuasse.
<< Mi sarebbe piaciuto giocare ancora assieme a te.>>
Tetsuya sorrise quasi apertamente << Anche a me.>>
<< Non è più possibile però...>>
L'amico scosse la testa mentre il sorriso pian piano spariva << No, ora siamo rivali Aomine-kun.>>
<< E' vero. Sarebbe troppo facile poter tornare indietro.>>
<< Non vorrei mai tornare indietro, Aomine-kun. Quello che sono ora lo sono grazie alle esperienze passate.>>
"Una frase tipica di Kuroko" si disse Kagami mentre le unghie affondavano nei palmi.
Per qualche motivo non riusciva ad andarsene da lì.
Nonostante facesse un male cane vederli insieme, nonostante si rendesse conto di quanto Kuroko stesse soffrendo per non poter più essere l'ombra di Aomine.

<< Hai ragione, Tetsu.>>
Kagami sentì il cellulare vibrare e quando lo estrasse si accorse che le sue mani tremavano.
Lesse il messaggio minaccioso della coach che gli ordinava di riportare Kuroko visto che se ne stavano andando.
Capì che non sarebbe in alcun modo riuscito ad andare da loro in quel momento per recuperarlo, così decise di mandargli a sua volta un messaggio.
Lo vide prendere il cellulare dalla tasca e sorridere dopo aver letto il contenuto e questo scaldò un po' il freddo che si era impadronito di lui.
<< Devo andare>> lo sentì dire .
<< Anche io>> li vide fissarsi di nuovo e il freddo tornò.
<< Ci vediamo presto Aomine-kun>>
<< A presto Tetsu.>>

Se ne andò gusto in tempo, Taiga e riuscì svoltare poco prima del rientro di Kuroko nel palazzetto.
A passo veloce si diresse al bar dove gli aveva dato appuntamento e fece finta di aspettarlo lì.
Quando lo vide spuntare si plasmò sul volto un espressione irritata e lo richiamò in modo burbero.
<< Oi Kuroko! Dove diamine eri finito?!>>
Mentire era la cosa migliore da fare in quel momento.
<< Ero uscito un po' fuori a prendere una boccata d'aria.>>
Kagami incassò quella bugia in silenzio per poi rispondergli << La coach ci ha ordinato di sbrigarci o proverà su di noi una qualche strana mossa di wrestling.>>
Sorrise un poco quando vide il ragazzo sbiancare un po' ed affrettare il passo.
<< Allora è meglio sbrigarci.>>


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Alla fine avevano scampato una morte precoce e si era deciso di andare a festeggiare la vittoria a casa di Taiga.
Ci fu il panico quando si era scoperto che la coach aveva cucinato per tutti ma sembrava fortunatamente, che fosse tutto abbastanza commestibile- tralasciando la frutta presente nella zuppa!-
In poco tempo si era scatenata una gran confusione mentre tutti commentavano la partita appena sostenuta.
Taiga uscì in balcone a prendere un po' d'aria.
Lasciò che il vento gli sferzasse sul volto e sospirò.
<< Che fai?>>
La voce di Tetsuya spuntò dal nulla esattamente come lui, spaventandolo come al solito.
<< Da dove...?>> Era parecchio che non succedeva.
<< Sono arrivato ora passando dalla finestra.>>
Rimasero un attimo in silenzio e Kagami si rese conto che nonostante quello a cui aveva assistito poche ore prima, voleva ancora la presenza di Kuroko al suo fianco.
Anzi in quel momento era davvero l'unica cosa che anelava.
<< Kagami – kun... grazie per oggi.>>
Taiga rimase interdetto un attimo<< Eh? Che ti prende ora?>>
Kuroko continuò a guardare il buio << Non so... è che vincere la partita e cenare tutti insieme, mi è venuto spontaneo...>>
Kagami lo fissò in attesa.
<< Sono davvero felice di averti incontrato>> concluse sorridendogli.
Taiga fu sicuro di arrossire mentre quelle parole gli scaldavano il cuore.
<< La smetti di dire sempre queste cose imbarazzanti?!>>
<< Eh?>>
Decise che era meglio cambiare discorso<< Inoltre non è ancora il momento di essere soddisfatti. La Winter Cup è appena iniziata. Oltretutto abbiamo già giocato tutte le nostre carte. Non possiamo più sperare di cogliere gli altri di sorpresa. Le prossime partite saranno ancora più difficili.>>
Kuroko lo fissò ammirato e poi gli rispose fieramente tornando fissare davanti a sé<< Allora , non ci resterà che diventare più forti. Sempre più forti.>>
Kagami lo guardò a sua volta << Si , hai ragione.>>
Scese di nuovo il silenzio.
Alla fine Taiga si rese conto che non sarebbe riuscito a trattenersi.
<< Kuroko...>>
<< Mh?>>
<< Vuoi tornare ad essere l'ombra di Aomine?>> gli chiese mentre dentro tremava.
Tetsuya alzò lo sguardo su di lui sgranando un poco gli occhi << Perché dici questo?>>
Kagami distolse gli occhi da lui e borbottò un << Una sensazione.>>
L'altro rimase un attimo zitto come se cercasse le parole adatte per rispondere.
Non dubitava Taiga, che stavolta sarebbe stato sincero.
<< Il tempo passato con Aomine-kun alla Teiko è indubbiamente molto importante per me ...>> iniziò senza esitazione. Così schietto da fare male.
Incassò le spalle senza farsi vedere, Kagami.
<< Sono quello che sono anche grazie a lui...>> continuò non sapendo quanto quelle parole stessero ferendo il compagno accanto a lui.
<< Ma è il tempo passato con te al Seirin che mi ha salvato , Kagami-kun.>>
Kagami alzò sorpreso lo sguardo su di lui arrossendo un poco.
<< Tu con la tua passione nel giocare mi hai salvato dall'abbandonare il basket, facendo un enorme errore.>>
Gli occhi sinceri di Kuroko lo trapassarono.
<< Quindi... no, nonostante mi manchi molto Aomine- kun, non voglio tornare ad essere la sua ombra Kagami-kun.>>
Quelle parole tolsero un grande peso dal suo stomaco, rendendolo molto più leggero.
Si fece coraggio e disse la cosa più imbarazzante di tutta la sua vita.
Al diavolo.
<< Bene perché anche se fosse stato non ti avrei permesso di andare da un altro!>>
Ottimo ora poteva sotterrarsi.
Con la coda dell'occhio vide Kuroko abbassare i suoi, nascondendoli sotto la frangia mentre le guance gli si arrossarono.
Un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
<< Non ti avrei lasciato comunque.>>
Sorrise anche Kagami, rosso come i suoi capelli, mentre timidamente come suo solito, copriva con la sua mano enorme,quella dell'altro sulla ringhiera.
Successe tutto all'improvviso.
Vide Kuroko accasciarsi a terra.
Riuscì a prenderlo al volo prima che si facesse davvero male.
<< Kuroko?! Ehi che succede?!>> urlò nel panico.
Alzò gli occhi verso la stanza per chiedere aiuto agli altri ma si rese conto che anche dentro la situazione non era delle migliori.
Tutti i suoi compagni di squadra parevano essere stramazzati al suolo.
Si precipitò all'interno<< Ehi ragazzi …che sta succedendo?!!>>
Il suo sguardo si posò sui piatti rovesciati a terra e un dubbio atroce gli si insinuò nella mente.
Possibile che... no, non ci credo...
Può essere che quel piatto abbia funzionato come un veleno che agisce lentamente?! In pratica era... uno spezzatino assassino!”
Un terribile mal di stomaco iniziò a dargli fitte dolorose.
“Ma come a fatto ha crearlo con le cose comprate al supermercato?!”
Poco prima di stramazzare anche lui al suolo individuò una scatola rotonda sospetta.
“Possibile che... abbia aggiunto proteine e vitamine al cibo?!”

Alla fine fortuna volle che nessuno rischiò la vita.
Trenta minuti dopo tutti rinvenirono.





   
 
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