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Autore: Farytales_catcher    20/02/2015    20 recensioni
" Perché ognuno di noi sa’ perfettamente che i sogni non sono reali, che è la nostra immaginazione che li produce , eppure non conosco persona che non sogni e non continui a credere nei sogni.
A me piacciono quei sogni dove magari sai pure di star sognando, perché sono palesemente irreali . Dove si può volare senza ali, e si può parlare con gli occhi, senza parole. "
Dal Prologo - Opaco
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Siamo abituati all’ipocrisia, perché noi tutti siamo ipocriti.
Ogni giorno ci svegliamo, e nonostante tutti i buoni propositi, tutti i cambiamenti che ci eravamo proposti di attuare, ritorniamo esattamente come eravamo.
Con gli stessi identici difetti dei giorni, mesi, anni prima.
Ci godiamo il giorno spensierati, facendo cose su cose, e poi ,senza accorgercene, arriva sempre la sera.
 Ed è proprio quando il cielo inizia ad imbrunire che ci facciamo promesse che non manterremo.
Lo facciamo per sentirci meglio.
Perché in questo modo, dormire diventa più facile. Perché addormentarsi con la prospettiva illusoria di un futuro migliore, con il falso obiettivo di diventare persone migliori, è sempre più facile.
Nonostante tutto, io adoro i sogni. E non per questo che io non possa essere conformista, anzi,  ai giorni d’oggi, il sogno è il sentimento, l’ idea, l’illusione  più comune nelle persone.
Forse è l’unica cosa che ci accomuna, e ci permettere di essere umani.
Perché ognuno di noi sa’ perfettamente che i sogni non sono reali, che è la nostra immaginazione che li produce , eppure non conosco persona che non sogni e non continui a credere nei sogni.
A me piacciono quei sogni dove magari sai pure di star sognando, perché sono palesemente irreali . Dove si può volare senza ali, e si può parlare con gli occhi, senza parole.
Quei sogni che ti costringono a staccarti dalla realtà in modo brusco, che quando ti svegli provi dispiacere per l’esserti svegliato, perché avresti voluto vedere come si sarebbe concluso.
Quei sogni dove quella vecchia signora che abitava vicino casa tua e che è morta, è ancora seduta sulla sua sedia a dondolo a ricamare, o a fare delle scarpette di maglia per il suo nipotino.
Sono questi i sogni che amo.
E, a volte – troppe volte – spero che sia la realtà, e poi quando mi sveglio sento uno strano senso di oppressione al petto, che non è delusione, ma è qualcosa di molto simile al dolore.
Ad ogni modo, mi dicono che dovrei incominciare a vivere, perciò proverò a farlo.
Ora sono ancora qui, ma spero che tutto questo possa finire in fretta.
La luce della stanza è bianca, e fa sembrare tutti gli oggetti al suo interno opachi.
Persino le piastrelle celesti che rivestono completamente le pareti, non riflettono la luce.
Sembra tutto così buio, eppure la luce c’è . Forse è perché oggi il sole è coperto da pesanti nuvole grigiastre, o almeno così sembra dalla piccola finestra .
L’unica cosa che ha una parvenza di vita è una piccola pianta verde in un angolo.  Chissà se anche lei sente il buio qui dentro.
E in questa mia vita, in questa mia storia, non c’è neanche la principessa dai lunghi capelli biondi, perché i miei capelli non sono biondi, ed in verità non ho neppure i capelli.
Ma non solo i capelli. Non ho i peli, le ciglia le sopracciglia e anche le mie unghie non sono il massimo.
Mia madre ha sempre insistito per farmi indossare una parrucca, ma io ho sempre rifiutato.
In fin dei conti io non ho nulla di cui vergognarmi.
E ho anche paura.
E’ Novembre, e si sa’: il cancro uccide solo d’inverno.
  
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