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Autore: AngelWing99    20/02/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata durante COHF, ho pensato che Sebastian volesse riportare in vita sua madre per governare il mondo insieme a Clary.
* Dal testo*
"Lei è un demone e si comporta da umana, io sono un umano e mi comporto da demone. Ci completiamo a vicenda, lei puoi impara da me ad essere un demone ed io posso imparare da lei ad essere umano. Ma non andrà così, lei mi serve per altro, e adesso morirà. "
Genere: Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonathan, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Avevo sete, sentivo la gola riarsa, era insopportabile quella sensazione, ma non potevo uscire a bere, sarei stata sospetta. Dovevo aspettare, aspettare fino a domani sera, poi sarei andata in discoteca a bere e finalmente non avrei mai più sentito quella sensazione di secchezza e di stanchezza che iniziava ad opprimermi. Un giorno, dovevo aspettare un giorno e tutto sarebbe finito, c'è l'avrei fatta, potevo farcela, ci sarei riuscita."

 
Mi svegliai la mattina dopo da sola, era strano non sentire il trillo irritante della sveglia che ogni giorno mi ricordava che dovevo andare a scuola. Era anche strano non sentire prima volta dolore dappertutto. Sorrisi, mi sentivo al settimo cielo, mi misi le lenti e saltellai in salotto, mi mancava solo James che mi portava la colazione a letto e avrei pensato che fossi in paradiso
< < Buongiorno > > dissi raggiante, appena vidi Magnus in cucina con in mano una tazza
< < Buongiorno, come mai così allegra? > > chiese lui porgendomi una tazza di tea 
< < Così > > dissi scrollando le spalle e continuando a sorridere, mi misi seduta sulla sedia e sorseggiai il tea accompagnandolo con qualche biscotto < < uhm... Che ore sono? > > 
< < Le undici > > disse lui mettendo una tazza nel lavandino, borbottai un imprecazione, questa volta lo zio mi avrebbe fatto davvero fuori. Non avrei messo piede a casa che lui mi avrebbe preso e ucciso senza pensarci due volte < < non sei felice di saltare scuola? > > chiese lui confuso
< < Certo che sono felice > > dissi sorridendo < < altrimenti perché mi sarei svegliata così raggiante? > > misi la tazza nel lavandino 
< < Okay, io devo uscire, se vuoi puoi rimanere qua > >  disse e se ne andò, io rimasi a guardare un po' la TV sulla poltrona facendo continuo zapping, non c'era mai nulla di interessante. Vedere come stava Nagisa era inutile, già sapevo come stava, avevo vista tanta gente ridotta come lei... Per colpa mia
< < Io pensavo che non ci fosse nessuno > > disse qualcuno accanto a me, mi girai e trovai un ragazzo dai capelli che sembravano bianchi, la carnagione pallida e due grandi occhi neri, aveva una maglietta nera aderente che metteva in mostra il suo corpo da Dio greco scolpito; altro che calendario hot con Alec, qua potevo fare milioni di soldi a vita anche solo con lui in un calendario normale. Rimasi per un attimo imbambolata a guardarlo con la bocca aperta, lui si passò una mano fra i capelli e sul viso si dipinse un ghigno divertito < < non c'è bisogno che mi guardi così imbambolata, lo so che sono stupendo > > disse lui guardandomi malizioso
< < Ehm... Eh... Dah... > > balbettai incapace in formulare una frase di senso compiuto, il mio cervello se ne era andato alle Hawaii e i miei ormoni stava prendendo il controllo di tutto il corpo, il ragazzo scoppiò a ridere, si avvicinò a me con movimenti dannatamente sensuali e provocanti, mise le mani sui braccioli così che mi ritrovai intrappolata tra lui e la poltrona
< < Come ti chiami? > > chiese con voce dannatamente sensuale
< < Ehm... Io... > > " avanti idiota di il tuo nome, non è difficile, su avanti, capisco che lui è un figo della Madonna però dai, stai facendo la figura dell'idiota. Ah no aspetta sono idiota" mi sgridai nella mente < < sono... Sono Wendy > > riuscì a balbettare
< < Bene Wendy > > disse cambiando peso da una gamba all'altra, cazzo se era sexy, sarei morta se non gli fosse saltata addosso in quel istante. I miei occhi erano praticamente fissi sulle sue labbra carnose, cercavo di guardarlo negli occhi, ma era impossibile < < come mai porti le lenti? > > chiese scrutandomi con il solito ghigno sorridente che lo rendeva più sexy che mai
< < Ehm... Non... Non credo... che ti possa interessare > > dissi agitandomi leggermente, puntai i miei occhi sui suoi muscoli scolpiti, lui si avvicinò pericolosamente. Lo trovai con le sue labbra che sfioravano le miei
< < Tu non sai cosa interessa a me > > disse con voce da stupro e si passò la lingua sulle labbra rendendole umide. Forse voleva baciarmi, ma io mi ritraevo sulla poltrona, perché mi stavo ritraendo? Pure io si che sono stupida
< < Mh... > > dissi osservando le sue labbra, lui iniziò a mordersi il labbro inferiore, ingoiai a vuoto, lui sorrise divertito
< < Allora me lo dici? > > provocò lui, inclinando la testa baciandomi il collo 
< < Ehm... Io... Non mi piace il colore dei miei occhi, così metto le lenti > > dissi tutto d'un fiato, tornò a guardarmi e i nostri respiri iniziarono a fondersi insieme
< < Bene, tanto per curiosità di che colore sono? > > chiese strofinando la punto del suo naso contro le miei labbra come se stesse aspettando che lo baciassi, ma il mio corpo era completamente irrigidito e non riuscivo a muovermi
< < Ehm... Rossi > > dissi con un sussurro, vidi gli occhi del ragazzo brillare e iniziò a farmi una radiografia con gli occhi, io iniziai a sentirmi microscopica sulla poltrona e il mio viso avvampò all'improvviso. Puntai i miei occhi sul suo collo dove sapevo che stava la vena principale di tutto il corpo, per un attimo ebbi la strana sensazione che lui mi appartenesse, che doveva essere mio, come se lui fosse la parte mancante di un mio puzzle
< < Interessante > > ghigno lui, si passò una mano fra i capelli scompigliandoli tutti e io rimasi ancora imbambolata
< < Jonathan, se hai finito di eccitare la mia ospite ti pregherei di andartene > > disse la voce di Magnus, "doveva arrivare proprio ora?"pensai immaginando una mini me con una faccia imbracciata, il ragazzo si allontanò da me tutto d'un botto e io ripresi a respirare aria pura
< < Non chiamarmi con quel nome > > ringhiò il ragazzo 
< < Se preferisce... Sebastian se hai finito di eccitare la mia ospite, ti prego di andartene > > disse Magnus con le mani sui fianchi, il ragazzo scrollò le spalle, fece il solito ghigno divertito
< < Ci vediamo dolcezza > > disse lui sorridendo malizioso, si abbassò mi baciò con bacio a stampo e dopo un attimo scompari davanti ai miei occhi, come aveva a scomparire così nel nulla? Forse ho trovato il nuovo Udine. Affondai di più sulla poltrona
< < Daaah... Carino > > dissi sciogliendomi come se fossi fatta d'acqua
< < Stagli lontano che è meglio > > disse Magnus guardandomi storto
< < Secondo te, se gli chiedessi di fare un calendario, accetterebbe? > > chiesi facendo finta che le sue ultime parole non fosse mai esistete
< < Se gli chiedi un calendario porno, credo che non si tirerebbe indietro > > disse Magnus appoggiando delle buste sul tavolo della cucina
< < Con lui potrei fare soldi a palate > > dissi con occhi che si trasformavano nel segno dei dollari e saltai in piedi 
< < Sei già ricca, che ti serve fare altri soldi? > > chiese lui alzando un sopracciglio
< < Come fai a saperlo? > > chiesi confusa
< < Ho fatto delle ricerche > > disse lui mettendosi seduto sul divano 
< < Se hai fatto delle ricerche saprai che i soldi sono di mio zio > > dissi sedendomi di nuovo sulla poltrona
< < Si... Come sono morti i tuoi genitori? > > chiese appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il viso fra i pugni
< < Non sono affari tuoi > > ringhia, mi dava il nervoso chi cercava di sapere cosa era successo ai miei genitori, era successo punto e basta, non c'era bisogno di fare domande, a tante persone erano morti i genitori, perché solo io dovevo essere sospettata ogni giorno della mia vita? Forse era per i miei odiati occhi rossi che tutti sospettavano qualcosa. 
Mi odiavo, odiavo questi miei maledetti occhi rossi, odiavo i miei capelli neri come la pece lunghi fino al fianco, il mio essere così magra da sembrare anoressica, odiavo me stessa come persona. Odiavo tutto di me è così alla fine mi trovavo col l'odiare tutto il mondo perché non faceva altro che giudicarmi senza sapere nulla di me. Ogni volta che succedeva qualcosa avevo l'abitudine di tatuarmi qualcosa sul corpo, così da imprimerlo per il resto della mia vita, così da non poter dimenticare.
Mi alzai ed uscì dall'appartamento, mi si misi seduta sulle scale appena fuori e mi presi la testa fra le mani. Perché ogni volta andava a finire così? Perché tutti mi facevano domande? Perché sembrava che tutto era sempre colpa mia? Ma in fondo lo so pure io che è colpa mia, la morte dei miei genitori è solo mia, la quasi morte di Nagisa è mia, tutto è colpa mia, perché mia madre mi aveva messa al mondo per poi maledirmi? Sarebbe stato meglio se non fossi mai nata, almeno molti sarebbe ancora vivi...
< < Ciao Wendy > > disse una voce accanto a me, mi girai e vide Jace insieme ad una ragazza bassa, i capelli che sembravano fatti di fuoco e grandi occhi verdi 
< < Ciao Jace > > dissi io sorridendo
< < Come mai qua fuori? > > chiese appoggiandosi alla ringhiera di ferro battuto che fino a quel momento non avevo notato 
< < Avevo bisogno di aria > > dissi scrollando le spalle
< < La tua amica ancora non si è svegliata? > > chiese guardandosi le dite
< < Ancora no > > dissi con un filo di tristezza
< < Noi andiamo da Magnus > > disse entrando, la roscia mi osservò per un attimo ed ebbi la brutta sensazione che se mi fossi avvicinata troppo a lei, sarei stata fatta solo male. Io rimasi ancora per un po' fuori a pensare agli affari miei, ad osservare il cielo senza neanche una nuvola. Mi alzai e andai verso casa mia, dovevo prendere un po' di cose e non mi andava di rientrare dentro da Magnus. Mi venne voglia di correre così iniziai a correre più veloce che potevo; mi sentivo seguita come se ci fosse un ombra che veglia su di me, ma fece finta di nulla, era impossibile che qualcuno stessi vegliando su di me. Arrivai a casa dopo una lunga corsa, scavalcai il cancello di ferro battuto, corsi nel giardino andando verso albero di fronte camera mia, mi arrampicai e storsi il naso vedendo che la finestra era semichiusa, avevo ancora la sensazione che qualcuno la stesse osservando, ma me ne fregai; saltai mi aggrappai al piccolo pezzo di marmo che sporgeva dalla finestra, la aprii e saltai dentro. Ne approfittai per cambiarmi, mi misi altri jeans neri e una felpa con sopra disegnato Jack Skeletron, trovai sotto il letto la mia valigetta nera di cuoio, presi la macchinetta fotografica professionale che mi aveva regalato qualche anno fa James per il mio compleanno, presi la pellicola e la misi in tasca, dovevo assolutamente sviluppare delle foto e al più presto possibile. Presi un pezzo di carta, copia alla perfezione la firma di mio zio e sopra ci scrissi un autorizzazione per farmi un tatuaggio, lo ripiegai con cura e lo misi in tasca. Uscì, non mi fidavo di lasciare la mia preziosa macchinetta fotografica da sola con mio zio in giro per casa così la portai con me. Andai da un mio amico tatuatore, conoscevo la strada a memoria, così che non dovetti prendere la limousine per andare. Lui mi aveva il primo tatuaggio: due stelle intentate per le punte, nere come la pece, sul fianco destro; poi mi aveva tatuato l'impronta di un lupo, anche questa nera, sulla spalla sinistra e sulla clavicola un aquila con gli artigli sfoderati pronti a prendere la sua preda, diretta verso il cuore, fatta con tutta linee che si intrecciavano tra loro
< < Ehi Wendy > > disse il mio amico appena mi vide, era alto, biondo, gli occhi marroni e muscoloso. Conoscevo quel posto a memoria, era una piccola stanza, i muri ricoperti di disegni per tatuaggi, ne adocchiai uno: un iris con i petali più esterni viola, poi sfumava sul bianco e poi diventava si arancione tramonto e poi si apriva verso l'alto con petali bianchi che sul confine diventavano lilla circondato da segni neri come graffiato da diversi artigli
< < Ehi Mat, come va? > > dissi io sorridendo avvicinandomi al bancone che stava sul fondo della stanzetta, accanto c'era una tendina che portava nella sala dove mi avrebbe fatto il tatuaggio 
< < Allora grande... Non dovresti stare a scuola? > > chiese 
< < Oggi non mi andava > > dissi io scrollando le spalle < < mi fai un tatuaggio? > > chiesi
< < Hai il permesso di tuo zio? > > chiese sorridendo divertito
< < Certo > > dissi tirando fuori il foglio
< < Farò finta che sia vera > > disse lui esaminando la firma, io sbuffai < < che tatuaggio vuoi? Ho visto che osservavi l'iris, ti faccio quello?> > disse sorridendo
< < No, fammi una stella rossa, come quelle nere > > dissi andando verso la tendina, lui me l'ha aprì e io mi trovai una stanza con una sdraio e accanto una specie di comodino con sopra vari attrezzi < < ah, già mi sono scordata la carta di credito da un amico, va bene se tornò più tardi e ti pago? Tanto hai già capito che mi voglio fare l'iris > > 
< < Si, non c'è problema tranquilla > > disse lui sorridendo < < dove la vuoi la stella? > > io mi stesi sulla sdraio e alzai la maglietta mostrando due stelle nere incatenate tra di loro
< < Qui accanto > > puntando il dito poco distante dalle due stelle
< < D'accordo > > disse lui, prese quello che gli serviva e iniziò a farmi il tatuaggio. Dopo dieci minuti finì < < ecco fatto > > disse allontanandosi ammirando la sua opera < < che ne pensi? > > chiese togliendosi i guanti
< < È perfetto > > dissi sorridendo < < grazie mille > > dissi osservando la mia nuova stella
< < Bene... Ci vediamo quando vieni a farti l'iris? > > chiese lui andando nella saletta accanto
< < Certo, tanto credo che me lo farò appena torno a pagarti > > dissi seguendolo, appena misi piede nell'altra stanza trovai il ragazzo dai capelli bianchi che mi guardava sorridendo divertito
< < Salve, che posso fare? > > chiese gentilmente Mat
< < Nulla, sono qua con lei > > disse lui continuando ad osservarmi divertito
< < Non sapevo che ti eri fidanzata > > disse Mat guardandomi divertito
< < Ma che dici? Neanche lo conosco > > sbottai io
< < Ma dai tesoro, che male c'è a dire che stiamo insieme? > > chiese il ragazzo sorridendo più divertito che mai ed iniziò ad avvicinarsi 
< < Ma sta zitto tu > > borbottai
< < Dai su vieni qua tesoro > > disse lui abbracciandomi per la vita, mi strinse a se e mi diede un bacio sulla tempia. Il mio cervello, intanto, era andata dall'altra parte del mondo e aveva lasciato tutto in mano agli ormoni, che stavano per saltare addosso al ragazzo per stuprarlo. Per puro miracolo era rimasta un po' di ragione e lo allontanai spingendolo via
< < E levati > > dissi guardandolo storto < < ci vediamo Mat > > dissi uscendo 
< < Ciao piccola > > disse lui appena misi piede fuori
< < Allora dove vuoi andare ora? > > chiese il ragazzo seguendomi 
< < Non sono affari tuoi > > dissi io camminando guardando a terra
< < Sono il tuo fidanzato, si che sono affari miei > > dissi lui sorridendo divertito
< < Non sei il mio fidanzato, non so neanche come ti chiami > > dissi guardando storto
< < Mi chiamo Sebastian, te l'ho detto prima > > 
< < Non l'hai mai detto > > dissi alzando gli occhi al cielo
< < L'ha detto lo stregone > > 
< < Chi? > > squittii
< < Lo stregone, se non sbaglio si chiama Magnus > > disse lui facendo finta di pensare, io mi bloccai, Magnus era stregone... Perché nessuno me l'ha detto? < < non lo sapevi? > > chiese lui inclinando la testa di lato, io scossi la testa, perché dovevo sempre essere l'ultima a sapere le cose? < < beh ora lo sai, perché sei così sconvolta? Infondo che credevi, che la tua amica potesse guarire così senza neanche andare all'ospedale? > > chiese lui sorridendo divertito, io lo guardi alzando un sopracciglio confusa < < dai non puoi essere così stupida > > disse lui seccato, io senza dire nulla inizia a correre < < aspetta > > disse Sebastian prendendomi per il polso, dopo neanche cinque minuti che avevo iniziato a correre
< < Che vuoi? > > dissi seccata 
< < Dove vai? > > chiese lui curioso
< < Ma che sei uno stalker? > > chiesi alzando un sopracciglio irritata
< < Mh... Quasi > > disse dipingendo sul viso un ghigno divertito
< < Mh.. Molto interessante, scusa ma devo andare > > dissi provai a strattonare via il mio braccio, ma non ci riuscì, aveva la stretta forte sul mio braccio
< < Sei preoccupata per la tua amica, vero? > > mi chiese strattonandomi verso di lui, così io mi trovai stretta contro il suo petto; il cervello si fuse completamente, e probabilmente gli ormoni stavano per prendere il controllo, neanche mi accorsi che aveva fatto scivolare le mani verso i miei fianchi. Sebastian notando il mio stato di trans piegò la testa di lato e con le labbra iniziò a strofinarmi il collo < < rimani un po' con me > > mi disse quasi con una supplica e poi si prese un pezzo di pelle e la mordicchiò e succhiò; io mi abbandonai contro di lui, le gambe non mi reggevano più e lui mi strinse di più a se < < allora? > > mi chiese continuando a baciarmi il collo, passò alla mascella e dietro l'orecchio < < mi rispondi o stai aspettando che ti baci in bocca? > > chiese sorridendo divertito, mettendosi ad un soffio dalle mie labbra
< < In verità... ora sono in preda agli ormoni > > dissi con voce rauca, lui scoppiò a ridere divertito, buttando in dietro la testa; il mio stomaco iniziò a brontolare rumorosamente e divenni viola in viso, lui se ne accorse e sorrise divertito
< < Qualcosa mi dice che hai fame > > disse divertito
< < Si... Torno a casa, è meglio... Ci vediamo > > dissi io e feci per andarmene, ma lui mi riprese per il polso e mi bloccò,  mi girai guardandolo confusa
< < Vieni con me > > disse strattonandomi verso di lui, così che ritrovammo come prima: lui che mi stringeva per i fianchi e io con mani sul suo petto per mantenere una certa distanza.
< < Ho fame > > dissi io con uno sguardo di supplica, stavo morendo di fame e di certo la stanchezza e sete non aiutavano per niente
< < Là c'è una pizzeria > > disse lui indicando con un cenno di testa una scritta al neon che si illuminava di rosso con su scritto:" Vera pizza italiana"
< < Non ho soldi > > 
< < Ci penso io, non c'è problema > > disse lui sorridendo
< < D'accordo > > dissi alzando gli occhi al cielo come se fossi seccata
< < Tanto lo so, che non ti secca > > mi disse lui all'orecchio, mi prese per il polso e mi trascinò nella pizzeria. Io presi una pizza con i funghi e lui una con le patatine, andammo un po' in giro mentre mangiavamo. Girammo un angolo e trovai Henry con i suoi soliti amici, io feci finta di nulla e continuai a parlare con Sebastian mentre gli dicevo della mia passione per i libri e le fotografie
< < Ehi principessa hai trovato un ragazzo? > > chiese la voce irritante di Henry
< < Perché tutti ci credono fidanzati? > > chiesi seccata, Sebastian sorrise divertito
< < Forse per il succhiotto che ti ho fatto > > disse lui divertito, io feci finta di nulla
< < Henry non mi dire che sei invidioso? > > dissi io girandomi verso quest'ultimo, sorridendo divertita
< < Io? Invidioso perché di lui sta con te? Preferirei morire > > disse lui ridendo con i suoi amici
< < Ammettilo che piacerebbe stare con me > > dissi continuando a sorridere divertita 
< < No grazie, ti lascio con volentieri con lui > > disse lui alzando le mani sulla difensiva
< < Bene allora ci vediamo > > dissi salutandolo
< < Ma come, mi lasci così? > > chiese lui spavaldo, io ispirai a fondo
< < Aspettami cinque minuti > > dissi a Sebastian dandogli la mia borsa con la macchinetta fotografica, mi girai verso Henry < < Avanti muoviti, che ho da fare > > gli dissi andando verso di lui; non si tirò indietro mi venne incontro e io lo misi subito  a terra dandogli un pungo sul torace e uno in faccia, guardai gli altri con aria di sfida e loro si ritrassero indietro, mi guardai dietro e trovai Sebastian che mi guardava con un ghigno divertito e intanto guardava male gli altri ragazzi, io mi trattenni dallo scoppiare  dal ridere, ritornai da lui 
< < Andiamo? > > chiesi una volta che gli fui accanto
< < Mi piacciano le ragazze violente > > disse lui sorridendo, mi prese per i fianchi, mi tirò a se è mi baciò con passione, mi mordicchio il labbro inferiore, sentii qualcosa che si muoveva nel mio stomaco, sentivo come se quello fosse il mio posto, il pezzo mancante di un puzzle che stavo cercando da una vita. Quando si staccò per un attimo mi mancò l'aria dai polmoni; lo guardai, la mente era confusa, ma alla confusione si mescolò la voglia di volere di più di un semplice bacio, la voglia di sentirlo stretto a me, la voglia di saperlo mio. Mi sorrise e mise un braccio intorno alle spalle e mi trascinò verso la strada
< < Non essere così scioccata, era solo un bacio. E poi tutti credono che stiamo insieme, quindi perché distruggere le loro aspettative? > > dissi Sebastian dopo un lungo silenzio; "era solo un bacio" perché tutti i ragazzi avevano la delicatezza di un elefante? Perché non capivano che le ragazze avevano dei sentimenti? Ma aveva ragione, era solo un semplice bacio, non ci sarebbe stato di più tra di noi
< < Mh... > > dissi io guardando a terra, lui abbassò lo sguardo su di me
< < Non dirmi che te la sei presa per il bacio? > > disse lui con tono confuso
< < No > > dissi io, ne avevo baciati così tanti solo per sedurli < < solo che non avevo nulla da dire, e non mi ricordo di che cosa stavamo parlando > >
< < Mh... Che mi piacciano le ragazze violente > >
< < Non sono violenta > > dissi io borbottando
< < No, infatti non stendi un ragazzo con due colpi > > disse lui sorridendo divertito
< < Ci faccio a botte da anni > > dissi scrollando le spalle
< < Infatti non sei violenta > > dissi sorridendo divertito, io sbuffai ruotando gli occhi. Mi ritrovai davanti un edificio dipinto di rosa, delle edere salivano verso il tetto, c'era un balcone pieno di piante e in alcuni tratti delle edere scendevano, le finestre sembravano in stile medievale, le mani iniziarono a prudere per fare qualche foto, così le accontentai; presi la macchinetta fotografica mise una nuova pellicola e feci varie foto da diverse prospettive
< < Ti piace proprio fare foto > > disse Sebastian accanto a me, mentre si passava una mano tra i capelli
< < Se vuoi ti puoi mettere davanti alla casa > > dissi io sorridendo
< < Vuoi fare un calendario vero? > > disse sorridendo malizioso
< < Se ti metti in dodici posizioni diverse, si può fare > > dissi guardandolo divertita
< < Se ci tieni > > disse andando verso la casa, mi morsi il labbro per non scoppiare a ridere. Feci tutte le foto che voleva, vennero tutte abbastanza bene, non che potessi renderli brutte visto il soggetto, gli feci dei primi piani senza che lui se ne accorgesse e altre con lo sfondo sulla casa. La luce del tramonto, poi, lo rendeva più bello che mai, la luce arancione dava un po' di colore su quella sua carnagione pallida, così che faceva risplendere i suoi occhi neri con quell'unica striscia argentea che divideva l'iride dalla pupilla. Gli fece un primo piano quando si stava mordendo il labbro inferiore, forse si era accorto dei primi piani, ma non importava se lui non diceva nulla chi ero io per contestare
< < Okay basta perché se no finisco anche questa pellicola > > dissi mettendo la fotocamera nella custodia e poi sulla spalla
< < Me le fai vedere? > > chiese lui mettendosi accanto a me
< < Quando le sviluppo > > dissi andando verso casa di Magnus, non volevo tornare a casa fino a quando Nagisa non si fosse ripresa
< < Dove si va ora? > > chiese lui guardandomi curioso
< < Si va a casa di Magnus > > dissi sistemando meglio la fotocamera, Sebastian accanto a me sbuffò
< < Allora ci dividiamo qua. Ci vediamo tesoro > > disse con un ghigno divertito, si piegò e senza che me ne accorgessi mi baciò con la stessa passione di prima; sentì come se il mondo intorno a noi sparisse, il tempo si fermasse e noi andammo in altro mondo fatto solo di baci. Perché mi provavo quelle emozioni mentre lo baciavo? Perché non accadeva mai con altri? Infondo di lui non sapevo nulla, come non sapevo nulla degli altri, però lui mi faceva perdere la testa ogni volta che mi toccava. Fu lui a staccarsi facendomi rimanere per un attimo senza aria nei polmoni,  il mio stomaco era in completo subbuglio e la testa era persa in una confusione che mai mi era successo di avere.
< < Ciao piccola > > disse e scompari nel nulla di nuovo, avevo trovata la versione sexy di Udine, scossi la testa e andai verso casa di Magnus. Ero completamente persa tra i miei pensieri, cioè a pensare a Sebastian e quanto fosse strano- mi sentivo come se fossi costantemente osservata, ma fece finta di nulla- quando tre ragazzi mi venero incontro e mi bloccarono la strada
< < Ehi, che ci fai in giro tutto da sola? Lo sai che è pericoloso? > > chiese il ragazzo al centro, un tipo biondo, gli occhi verdi chiaro e muscolo, io scrollai le spalle accorgendomi solo ora che era sera, ma quanto era lontana casa mia da Magnus?
< < Dai che ti accompagniamo a casa > > disse quello alla mia destra, moro con occhi marroni, sul viso c'era disegnato un ghigno divertito
< < Ci so arrivare da sola, non ho bisogno di cane da guardia > > dissi acida, fece per superarli, ma quello al centro mi fermò
< < Non vogliamo che ti succeda qualcosa, vieni con noi > > disse prendendomi per il braccio, io lo squadrai
< < No > > dissi strattonando via il braccio
< < Come sei difficile > > disse il moro e insieme a quello che stava alla mia sinistra- un tipo biondo con occhi celesti- mi presero per le braccia e mi trascinarono dentro un vicolo buoi lì vicino; mi sbatterono al muro che era sporco dalla sporcizia e umido, il moro teneva il mio polso destro e il biondo il polso sinistro
< < Vedrai che ci divertiremo insieme > > disse il ragazzo che prima stava al centro, appena fu abbastanza vicino gli diedi un calcio al inguine e uno sulla tempia, mi liberai il polso sinistro e colpì il tizio moro e poi con un calcio allontanai il biondo alla mia sinistra, il biondo davanti a me mi venne addosso con tutto il suo peso stringendomi contro il muro
< < Come siamo vivaci > > disse e mi morse un lato del collo, gemetti di dolore; gli diedi un pugno sul fianco e quello si dovette piegare per il dolore e per allontanarlo gli diede un calcio in pieno petto. Mi ritrovai il moro davanti a me, mi prese per il collo e mi alzò facendomi strusciare la schiena contro il muro
< < Vediamo per quanto rimane così vivace > > disse con ghigno divertito, strinse la presa sul mio collo e io rimasi senza aria, riuscì a dargli un calcio in faccia e caddi a terra a gattoni tossendo per la mancanza di aria. Non mi lasciarono il tempo di riprendermi che qualcuno mi diede un calcio far le costole e con il contraccolpo andai a sbattere con la testa contro il muro. Qualcuno mi prese per il braccio, mi sollevò e mi sbatté contro il muro, delle labbra si poggiarono sulle mie, aprì gli occhi mi trovai il ragazzo biondo con occhi celesti, premeva contro il mio corpo, non riuscivo a muovermi, sentivo la sua mano, fredda come il ghiaccio, salire sul mio ventre fino ad arrivare al reggiseno, fece scivolare la mano sotto la coppa del reggiseno e iniziò a stringerlo con forza fino a farmi male. Premeva con le labbra e io fui costretta a schiuderle, appena entrò con le lingua io gliela morsi con forza, quello si staccò e mi diede uno schiaffo in viso che mi mandò a terra, dopo sentì un colpo fra le costole, mi misi a gattoni tenendomi il punto colpito
< < Piccola, non ti posso lasciare un attimo da sola, che ti metti subito nei guai > > disse una voce che conoscevo molto bene, alzai lo sguardo e difatti vidi Sebastian che stava venendo verso di me, mi alzai lentamente appoggiandomi al muro 
< < Tu che vuoi? > > chiese uno dei ragazzi, qualcuno mi diede un colpo allo stomaco e io crollai un altra volta a terra, sentii Sebastian ringhiare, lo vidi scattare e in un attimo li mise tutti a terra; io mi misi in piedi, appoggiata al muro, Sebastian si mise davanti a me 
< < Va tutto bene? > > chiese lui, io mi limitai ad annuire < < subito in cerca di guai, eh? > > disse ghignando divertito 
< < Non sono io cercare guai, sono i guai che cercano me > > dissi sorridendo divertita
< < Andiamo, ti accompagno a casa dello stregone > > disse andando verso l'uscita, lo segui tenendomi un punto colpito fra le costole < < sicura che stai bene?> > chiese lui guardandomi e alzando un sopracciglio
< < Si... Se stessi male che faresti? > > chiesi curiosa
< < Nulla, era solo per informazione > > disse scrollando le spalle, io alzai gli occhi al cielo, notai la mia valigetta nera abbandonata per terra, quando mi avevano preso mi era caduta di spalla, controllai che la macchinetta stesse ancora bene e per fortuna non si era rotta, me la misi in spalla e seguii Sebastian che mi stava aspettando a qualche metro più giù. 
Arrivati davanti a casa di Magnus lui mi spinse dentro un vicolo e poi mi bloccò al muro, io lo guadai  confusa
< < Beh ci salutiamo > > disse con un ghigno divertito si avvicinò e mi trovai con le sue labbra che sfioravano le mie, una sua mano accanto alla mia testa; restammo così per qualche secondo < < dovresti essere tu ora a baciarmi > > disse inclinando la testa e iniziò a baciarmi il collo
< < Perché? > > riuscì a mormorare
< < Prima ti ho salvata, non merito un premio? > > disse baciandomi la mascella
< < Ma io non avevo bisogno del tuo aiuto prima > > lui scese a baciarmi di nuovo il collo 
< < A me sembrava il contrario > > disse divertito, passò al lato del collo dove il ragazzo biondo mi aveva morso; sussultai quando sentì la sua lingua che mi leccava quel punto e poi lo iniziò a baciare come se lo volesse cancellare quel segno per sempre
< < Mh... Seb > > dissi cercando di non gemere
< < Dimmi > > disse continuando a baciarmi
< < Come hai fatto a trovarmi? > > lui si staccò e mi guardò negli occhi
< < Passavo di li per caso > > disse scrollando le spalle, mi baciò all'angolo della bocca, perché doveva fare così l'enigmatico? Non poteva semplicemente dirmi che mi stava facendo da stalker? 
< < Come fai a scomparire nel nulla? > > chiesi guardandolo negli occhi
< < Questo te lo spiego un'altra volta > > disse lui sorridendo divertito, mi baciò, un bacio appassionato, mi mordicchiò il labbro inferiore, leggermente spaccato, le mie mani d'istinto mi andarono fra i suoi capelli, le chiusi a pugno prendendo delle ciocche di capelli e inizia a giocarci; Sebastian si strinse di più a me spingendomi di più contro il muro. Il tempo oramai si era dissolto e noi potevamo padroneggiarlo come volevamo, eravamo diventati i padroni del tempo, almeno era così che mi sentivo io. Ci staccammo solo per riprendere fiato, il mio cuore batteva a mille, nelle mie orecchio sentivo solo il rumore del mio cuore e dei nostri baci, le mie mani stringevano convulsamente i suoi capelli alla ricerca di uno sfogo per i fremiti che avevo; Sebastian si impossesso nuovamente delle mie labbra, fece scendere le mani sulle mie cosce, le alzò appena e io di riflesso allaccia le gambe intorno ai fianchi, e mi strinsi di più a lui. Feci scivolare una mano sul lato del collo, lo accarezzai delicatamente fino ad arrivare ai suoi pettorali, questo sembrò accenderlo di più, infatti mi spinse di più verso il muro- stavo diventando una sottiletta tra lui e il muro- intanto lui fece scivolare una mano sotto la mia maglietta mi accarezzò piano il ventre, la sue mano calda mi irrigidì leggermente, il mio corpo reagiva ancora per quello che era successo poco prima, ma lui non andò altre, si limitò solo ad accarezzarmi il ventre, almeno finché non sentì che mi sciolsi di nuovo, alzò la mano fino ad arrivare al reggiseno, rimase sopra la stoffa, chiuse la mano a coppa e stringe un pochino; mi irrigidì nuovamente e lui fece ritornare la mano sul ventre. E in tutto questo non ci siamo mai smessi di baciarci, io riuscivo a malapena a prendere aria tra un bacio e all'altro 
< < Vieni con me > > disse con il fiato corto, con tono che sembrava più una supplica, ci eravamo staccati solo per prendere aria; appoggiai la fronte sulla sua spalla e lui mi baciò in quel pezzo di collo a cui riuscì arrivare
< < Non posso > > sussurrai contro la sua spalla, lui si allontanò un pochino, io rimisi le gambe a terra e i miei polmoni iniziarono a respirare nuovamente in modo regolare
< < Perché? > > mi chiese con voce dura < < puoi tornare qua quando ti pare, ma vieni con me > > disse lui, mi prese il viso tra le mani, così che ero costretta a guardarlo negli occhi, mi accarezzo le guance con i pollici facendo dei cerchi concentrici, io scossi la testa, se fossi rimasta con lui avrei perso il controllo e gli avrei fatto del male e io non voglio che lui si faccia male a causa mia. Si allontanò 
< < Come vuoi > > disse e scomparì nel nulla, respirai a fondo, cacciai le lacrime indietro ed andai da Magnus.
Entrai nell'appartamento, la porta era aperta quindi non ci furono problemi, andai in salotto, ma non c'era nessuno, così andai in quella che doveva essere camera mia, mi stesi sul letto, mi tolsi le lenti e mi addormentai subito. 
 
~Angolo dell'autrice~
 
Salve a tutti. Che ne pensante di questo secondo capitolo? Spero di aver scritto bene l'entrata in scena di Sebastian, sinceramente io appena lo vedrei gli salterei addosso per stuprarlo.... Allora fatemi sapere tutto, errori, consigli, critiche e qualsiasi cosa.
Ringrazio le persone che mi hanno messa tra le storie preferite, seguite e ricordate.
A presto 
Bacioni <3
  
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