Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: _xwatson    20/02/2015    1 recensioni
[Partecipa al Glee Big Bang Italia]
Blaine non ha mai lasciato la Dalton e continua ad essere l'amato leader e solista degli Warblers, fino a quando, durante il suo ultimo anno, si ritrova a combattere per il suo posto da solista contro l'inaspettata presenza di un nuovo Usignolo, l'arrogante e spavaldo Sebastian, che lo guarda con un sorrisetto ammiccante e due occhi verdi che lo obbligano ogni volta a distogliere lo sguardo.
Ormai Blaine si aspetterebbe di tutto, ma non di trovare così tanti ed innaspettati punti in comune con una persona così profondamente diversa da lui e disposta a far di tutto per prendere il suo posto.
La storia si svolge a partire dall'inverno dell'anno in cui si sono conosciuti, tra vecchie tradizioni dei Warblers, gare da preparare e piccoli ed inaspettati barlumi di dolcezza, perchè i momenti più belli sono quelli passati con le persone da cui mai ti saresti aspettato qualcosa.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Autore: _xwatson

- Titolo: Je me relève sous ton regard

- Personaggio e pairing: Sebastian Smythe, Blaine Anderson, Warblers, Seblaine

- Genere: romantico, generale

- Sommario: Blaine non ha mai lasciato la Dalton e continua ad essere l'amato leader e solista degli Warblers, fino a quando, durante il suo ultimo anno, si ritrova a combattere per il suo posto da solista cotro l'inaspettata presenza di un nuovo Usignolo, l'arrogante e spavaldo Sebastian, che lo guarda con un sorrisetto ammiccante e due occhi verdi che lo obbligano ogni volta a distogliere lo sguardo.

Ormai Blaine si aspetterebbe di tutto, ma non di trovare così tanti ed innaspettati punti in comune con una persona così profondamente diversa da lui.

La storia si svolge dall'inverno dell'anno in cui si sono conosciuti, tra vecchie tradizioni dei Warblers, gare da preparare e piccoli ed inaspettati momenti di dolcezza, perchè anche le persone più fredde prima o poi si lasciano andare.

- Warning/Avvisi: nessuno

-Note: questa storia partecipa al Glee BigBang Italia; il titolo proviene dalla canzone De temps en tems di Grégory Lemarchal, canzone veramente stupenda che vi consiglio caldamente di ascoltare, mentre l'adorabile banner è di IlaPerla, che ringrazio ancora una volta per l'incredibile pazienza.
In realtà non ho molto altro da dire, se non che spero che gradiate almeno un po' questa storia :)
Buona lettura!


 


 

Quando Sebastian Smythe guardò fuori dalla finestra aveva appena iniziato a nevicare.
Anche quell'anno la neve era arrivata come una misteriosa, silenziosa e potente magia che stendeva il proprio bianco velo su tutta la città, incurante di qualsiasi possibile evento, dei pensieri delle persone, dello stato economico dei cittadini, delle divisioni familiari, delle tipiche crisi di quei giovani ribelli che vivevano con disperato timore di non trovare la propria strada.
All'improvviso le persone si svegliano, una mattina, tra il calore morbido e avvolgente di una montagna di coperte ammucchiate sopra il proprio corpo rannicchiato, e riesce a sentire quel leggero e pungente freddo pizzicare la pelle sotto il pigiama, insieme alla vista del cielo bianco che si confonde con l'intero paesaggio davanti agli occhi: tutto è improvvisamente diverso, perché quell'inverno che si poteva assaporare da mesi finalmente è diventato innegabilmente reale e questo freddo rende evidente a chiunque tutte le cose che riescono a dargli almeno un po' di calore.
 
 
Blaine Anderson sorrise tra sé e sé camminando per le strade affollate di Lima, osservando con curiosità tutte le lucine e le varie gradazione di verde, bianco e rosso che spiccavano dai festoni delle vetrine: gli innegabili segni che il Natale si stava inesorabilmente avvicinando.
Come tutti gli anni quella festività avrebbe portato un po' di calore in più nel suo mondo, insieme a quell'entusiasmo naturalmente acceso in Blaine fin dal primo sentore di cioccolata e alberi di Natale, per arrivare al punto in cui inevitabilmente si accorgeva, ogni singola volta, che la vita non era tanto bella quanto lui era abituato a sperare nel suo immutabile ottimismo e nella sua fiducia nel mondo.
Nonostante questo, però, il Natale era decisamente la festività preferita da Blaine: era il momento in cui poteva dare sfogo al suo lato più dolce e altruista senza doversi giustificare, tra infinite quantità di cioccolata e piccoli regali per ogni persona alla quale volesse bene. Il momento in cui l'intera città era addobbata da luci, colori, striscioni e Babbi Natale. Il momento in cui potevi rifugiarti vicino al camino, con una tazza di the caldo in mano e un libro nell'altra, a guardare per qualche ora il mondo andare avanti, progredire ed evolversi senza il tuo contributo, avvolto solo da una sorta di pallida ma dolce malinconia.
 
 
Sebastian si stiracchiò tra le coperte, girandosi sul fianco opposto rispetto a quello su cui giaceva prima e tirandosi di scatto le coperte sul viso non appena queste scesero di qualche centimetro a causa dei suoi bruschi movimenti.
Quei sabati mattina in cui poteva permettersi di vincere l'eterna battaglia con la sveglia sul suo comodino e guardarla sorridente indipendentemente dall'ora che indicava, a suo parere, potevano essere considerati l'ottava meraviglia del mondo.
Adocchiò distrattamente il letto posto esattamente di fronte al suo e vide che, come aveva già sospettato, quell'idiota di Jeff Sterling, il suo compagno di stanza, si era già alzato, sicuramente troppo eccitato da quel primo strato di neve che si era posato  sul terreno quella notte per poter rimanersene a dormire come chiunque altro.
Sbuffò seccato fra sé e sé, appuntandosi mentalmente di prenderlo in giro e stuzzicarlo con le solite frecciatine quotidiane non appena ne avesse avuto l'occasione, ma ora era il momento di dormire e recuperare le ore di sonno perdute qua e là durante tutta la settimana.
 
Blaine in quel momento sentì degli indistinti rumori provenire da una parte della stanza dove il suo sguardo non riusciva ad arrivare, e li classificò subito come provenienti da una delle solite pazzie del suo migliore amico, Thad Harwood, che sembrava provare una sorta di malsano piacere - Blaine ne era convinto - nel svegliarsi ad orari tremendamente mattutini e a non buttare via metà delle proprie giornate libere.
Non immaginava, però, che sarebbe stato così stronzo da riscuoterlo dal suo inevitabile torpore per buttarlo brutalmente giù dal letto e spingerlo troppo presto a vedere la luce del sole; evidentemente Thad era però di un altro parere e alzando le veneziane inondò di luce la stanza che condividevano da ormai quattro anni.
"Thad…" mugugnò indistintamente Blaine, tirandosi il cuscino sopra la testa "Bastardo… Thaaad!" urlò quando il ragazzo lottò per appropriarsi delle coperte che lo avvolgevano lasciandolo, tremante dal freddo, avvolto nel suo familiare ed enorme pigiama azzurro che d'inverno diveniva la sua tenuta da stanza, come entrambi la definivano, perfetta per studiare in pace e per respingere qualsiasi involontaria intenzione da parte del suo corpo di uscire dalla propria camera e interagire con altre creature appartenenti al genere umano.
"Avanti, B. Ti supplico, esci da questa stanza! Sono da due ore fuori con un Jeff che è totalmente esaltato per la neve da stamattina, e urla come un pazzo saltando intorno a Nick-"
"Aspetta" disse Blaine riscuotendosi "La neve?"
Thad lo guardò come un genitore guarda un bambino particolarmente ingenuo ma al tempo stesso incredibilmente dolce e carino, e  si trattenne dal rispondergli sarcasticamente "Si, Blaine, ha nevicato tutta la notte"
Dalla sua espressione sembrò che qualcuno gli avesse appena annunciato che Babbo Natale era arrivato in anticipo, e in pochi secondi Thad vide l'incredibile metamorfosi di un ragazzo in un pigiama sformato in un normale giovane con giacca, guanti e scarponi. Blaine lo prese per un braccio, e lo trascinò giù per l'ampia e famigliare scalinata della Dalton, rischiando più volte di farli cadere entrambi: era talmente di fretta che si era persino dimenticato di mettere il gel!
Thad maledisse mentalmente tutte le forze della natura per quello che gli stava succedendo e sé stesso per avere degli amici il cui livello d'intelligenza regrediva a quello di neonati ai primi fiocchi di neve.
Blaine iniziò a costruire un pupazzo piuttosto buffo e asimmetrico, fino a quando Jeff non pose brutalmente fine alla sua vita utilizzando parte di quella neve per colpire Nick.
La lotta all'ultimo sangue causata dal quella dichiarazione di guerra da parte di Jeff sembrava non avere fine e, prima di litigare per decidere chi fosse il vincitore di quel lungo scontro, decisero di prendere di mira il povero Thad che camminava distrattamente a pochi metri di distanza, non avendo la minima intenzione di farsi coinvolgere da loro ma abbastanza apprensivo da rimanergli accanto nel timore che potesse succedere qualcosa.
E così anche a Thad venne ricordato che, quando si parla di Warblers associati ad una bufera di neve, la prima cosa da fare è pensare a tenere salva la pelle.
 
 
 
Sebastian era seduto da solo ad un tavolino del Lima Bean, con la schiena premuta contro la parete di vetro al suo fianco, la tracolla con i pochi libri che gli servivano abbandonata sulla sedia accanto a lui e le dita che tamburellavano pigramente sul tavolo seguendo il ritmo di chissà quale melodia francese nella sua testa.
Osservava con quella sua tipica e assolutamente finta indifferenza le persone attorno a lui: guardava dalla vetrata la gente che camminava fuori per strada, studiava le coppie sedute all'interno del Lima Bean, cercando di capire dopo quanto tempo si sarebbero lasciate, vedeva e riusciva a scoprire chi nascondeva dentro di sé un segreto e chi seguiva la propria strada di fronte a sé senza indugi.
Sebastian cercava di capire le persone da tutti quei minimi particolari che in genere si ignorano per mancanza di volontà, dai gesti che si compiono inconsciamente quando non si pensa di essere osservati, da un cenno del capo, da un movimento delle labbra, da un'occhiata persa nel vuoto.
Stringeva tra le mani il suo caffè ancora caldo, cercando di trarre un minimo di calore anche dalla bevanda che aveva preso e stringendosi nel cappotto che portava slacciato sopra il blazer della Dalton.
Ogni tanto il suo sguardo si spostava sull'orologio appeso vicino al bancone del bar, e quel piccolo barlume di preoccupazione che sentiva nel petto diventava ogni volta un po' più grande, ma d'altronde sapeva che un tipico vizio di Blaine era quello di farsi aspettare.
Allontanò con un gesto seccato della mano il cameriere che per l'ennesima volta desiderava prendere la sua ordinazione, e iniziò a giocherellare distrattamente con le mani nelle tasche del giubbino.
Sussultò soltanto quando sentì il fastidioso stridio della sedia davanti a lui che veniva trascinata sul pavimento, e incrociò gli occhi di Blaine mentre quest'ultimo prendeva posto con un sorriso di scuse di fronte a lui.
Suo malgrado Sebastian gli sorrise, reprimendo tutti i commenti sarcastici che si era preparato mentre lo aspettava nervosamente seduto a quel tavolo: il suo cervello andava misteriosamente in poltiglia ogni volta che lo vedeva sorridergli ansimante, sorvolando anche su quelli che chiunque altro avrebbe considerato ritardi al limite dell'immaginabile.
Ma Blaine era pur sempre Blaine: erano veramente poche le cose che Sebastian non gli avrebbe potuto perdonare, con suo grande rammarico.
"Scusa per il ritardo, Sebastian" gli fece Blaine con una smorfia di scuse sul volto, "So che ti dà fastidio, ma ti giuro che stavolta ho dei buoni moti-"
"Il Dottore ti ha offerto di portarti con sé sul Tardis per accompagnarlo in una delle sue avventure in tempi remoti? Hai dovuto salvare il mondo sotto le spoglie di un supereroe in calzamaglia?" lo interruppe Sebastian "Anzi, meglio ancora… Era finito il gel e hai compiuto un'avventurosa esplorazione nel negozio più vicino senza qualche chilo di robaccia appiccicosa sui capelli e ti è sembrato paragonabile alla più grande impresa della storia?"
Dal rossore improvviso sulle gote di Blaine, Sebastian capì di aver centrato il motivo del ritardo e scoppiò fragorosamente a ridere.
Blaine gli schiaffeggiò un braccio imbarazzato, sibilandogli di stare zitto quando la coppietta alla loro sinistra si staccò dalle effusioni in cui era profondamente immersa, unicamente per lanciare a entrambi occhiate di fuoco a cui Sebastian non prestò la minima attenzione.
"Oh, lasciati un po' andare, B" disse il ragazzo con ancora l'ombra di un ghigno sulle labbra sottili, "Gli appuntamenti delle coppie etero sono così noiosi e prevedibili, poi, che è un vero e proprio piacere movimentarli" continuò alzando appena il tono della voce in una chiara frecciatina rivolta di nuovo ai ragazzi del tavolo accanto.
Blaine rilasciò un sospiro impotente e girò il viso dall'altra parte quando i due fidanzatini lasciarono i soldi sul tavolo e, presi i cappotti, se ne andarono lanciando a loro occhiate chiaramente seccate.
"Potresti aver appena rovinato l'inizio di una storia di amore, Smythe. Quando saranno vecchi e i loro nipoti gli chiederanno come è stato il loro primo appuntamento, loro gli diranno che sono stati costretti ad abbandonarlo a metà perché il ragazzo del tavolo vicino li aveva provocati!" sentenziò Blaine, cercando di ignorare il fatto che Sebastian stesse ridacchiando senza farsi troppi scrupoli.
"Oh, avanti" rispose, "Quei due non dureranno più di tanto, si vede benissimo. Probabilmente ho solo facilitato la loro rottura"
"Scusa, come potresti sapere quanto durerà una coppia?" disse Blaine con perplessità.
"Provo semplicemente a indovinare, in genere, e nella maggior parte dei casi ho anche ragione" si difese Sebastian, "A volte alcuni ragazzi sono troppo impacciati o insicuri per poter portare avanti una relazione, altri vogliono solo portarsi a letto la ragazza di turno, alcune cheerleader cercano un giocatore di football abbastanza conosciuto da poterlo presentare al mondo come proprio fidanzato; cose così…"
"Interessante" replicò Blaine "Ti è mai capitato però di vedere due persone e pensare immediatamente che sarebbero state perfette insieme?"
Sebastian rispose alla sua domanda con un'occhiata talmente intesa da fargli abbassare lo sguardo "In realtà, non penso di averci mai provato: tendo a vedere gli aspetti negativi di una relazione più che quelli positivi. Forse ogni tanto dovrei superare i miei limiti"
I loro sguardi si incontrarono ancora una volta, oro nel verde, e qualsiasi smorfia sparì dai loro visi, per lasciare posto a dei piccoli sorrisi ora un po' incerti, un po' instabili ma ancora più sinceri, più veri.
Blaine tossicchiò, e abbassò gli occhi ricomponendosi "Non eri fuori con gli altri Warblers stamattina", disse cambiando velocemente argomento.
Sebastian alzò le spalle "Oh ti prego, non valeva la pena scomodarsi per vedere la nostra biondina far finta di scivolare sul ghiaccio e cadere in braccio al suo fidanzato: questa stessa scena si ripete tutti i giorni nella mia stanza, alla mia presenza e con quell'idiota di Sterling che si rende sempre più ridicolo!"
Blaine ridacchiò pensando alla faccia di Jeff quando gli avrebbe riferito i commenti di Sebastian, e al povero Nick che avrebbe dovuto sorbirsi le sue lamentele "Sono carini insieme, quei due"
L'altro ragazzo lo guardò male "Non la penseresti così se ti trovassi Duvall nella tua stanza a pomiciare ventiquattr'ore al giorno con una bionda tinta"
"Dovresti dare a Jeff un po' di tregua, lo sai", replicò Blaine, "Dopotutto noi Warblers siamo la cosa più vicina ad una famiglia che ci potrebbe essere qui alla Dalton"
"Mai", proclamò Sebastian. "Sfogare la mia frustrazione su qualcuno che mi dà ogni giorno così tanti pretesti è la scelta giusta"
Blaine sospirò, rassegnandosi silenziosamente e scegliendo di cambiare argomento. "Hai già pensato a qualcosa per le Provinciali?"
Sebastian ammiccò a lui con uno sguardo che non faceva presagire nulla di buono "Oh, non ne hai idea, Blaine. Lasceremo tutti a bocca aperta, compresi quegli sfigati del McKinley: devono capire cosa significa mettersi contro i Warblers"
"Servirà qualcosa di veramente incredibile per stupire la giuria questa volta; quella loro cantante, Rachel Berry, è una delle persone più talentuose che abbia mai conosciuto", rifletté Blaine "Non so se ne sarò all'altezza"
Sebastian lo guardò inarcando elegantemente le sopracciglia "Se ne saremo all'altezza, vorrai dire".
Blaine posò il suo sguardo spaesato su di lui, prima di cancellare l'incertezza dal proprio viso e tornare a fronteggiare Sebastian: "Mi stai ricordando il famoso Once a Warbler, always a Warbler?"
"No" scosse il capo l'altro, "Ti sto ricordando che mi devi una canzone dalla prima volta che ci siamo incontrati, e che la canteremo insieme in un duetto, davanti a quelle persone, su quel palco".
La postura di Blaine  si irrigidì lentamente, come a voler comunicare all'altro che vedeva notevoli intoppi in quel piano "Sebastian", disse piano, "Sono io il solista del gruppo, lo sai"
Lui non lo considerò più di tanto, al contrario alzò le spalle, come se fosse una considerazione perfettamente trascurabile "Cambiare le cose, ogni tanto, non farebbe certamente male a nessuno"
Blaine ricadde all'indietro sulla sua sedia, portando istintivamente una mano a massaggiarsi la radice del naso e la fronte: non poteva credere che proprio Sebastian stesse dicendo una cosa simile, che stesse ancora una volta mettendo in dubbio il suo posto all'interno dei Warblers.
All'inizio dell'anno, dopo un primo momento in cui erano passati dall'ignorarsi a vicenda allo sfidarsi in pubblico, sembrava che Sebastian avesse deposto le armi e avesse deciso che era meglio che i due cantanti principali collaborassero invece di distruggere involontariamente il gruppo dall'interno.
Evidentemente ora, per qualche ragione sconosciuta a Blaine, aveva cambiato opinione e questo non era assolutamente un bene, considerando la strana influenza che si era ritrovato ad avere su Blaine nell'ultimo periodo.
No, pensò Blaine, mi sono meritato quel posto di solista e di certo non me lo farò soffiare dal primo francese che capita qui e pretende di dettar legge.
Sebastian lo richiamò improvvisamente dai suoi pensieri dicendo: "Anderson. C'è qualche problema, per caso? Non pensavo che le mie parole ti potessero turbare".
Blaine si affrettò a scuotere la testa, senza incrociare il suo sguardo e ignorando quella stretta al petto che lo costrinse a deglutire.
"Bene", affermò l'altro con un sorrisetto ironico, "Perché stavo giusto per chiederti se ti andasse di uscire con me una seconda volta".
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _xwatson