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Autore: lapoetastra    21/02/2015    2 recensioni
Martin la guarda, in silenzio.
Vorrebbe correre da lei, prenderla tra le braccia, dirle di non farlo.
Che non ce n’è bisogno.
Ma non può raggiungerla: se solo prova a muoversi verso di lei le guardie lo bloccano e lo fanno ritornare al suo posto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Martin la guarda, in silenzio.
Vorrebbe correre da lei, prenderla tra le braccia, dirle di non farlo.
Che non ce n’è bisogno.
Ma non può raggiungerla: se solo prova a muoversi verso di lei le guardie lo bloccano e lo fanno ritornare al suo posto.
Deve dunque rassegnarsi a rimanere lì fermo ad osservarla.
Fissa la sua figura lontana e quasi indistinta fino a che quasi non gli si storcono gli occhi.
Lei è in alto, e la sua persona troneggia sulla penombra dello spazio circostante, brillando come fosse una stella.
Martin sente dolore al collo, a forza di tenerlo piegato in una posizione innaturale, ma non smette di guardarla.
Ella, di colpo, incrocia il suo sguardo, e lui è in grado di sentire un tremito che lo avvolge completamente, facendolo fremere e scuotere.
Nota che lei ha paura, lo riesce a leggere dal suo viso distorto in una morsa di preoccupazione e timore, leggermente sfuocato a causa della lontananza.
Martin trema, torcendosi nervosamente le mani che hanno iniziato a sudare abbondantemente nonostante la fresca temperatura dell’ambiente circostante.
Sta succedendo, è arrivato il momento fatidico, e lei chiude gli occhi, serrandoli con forza.
Si lancia nel vuoto, ed il suo corpo leggiadro ed esile sembra quasi spezzarsi nell’impatto con l’aria sferzante.
Tutti gli spettatori trattengono il fiato, sconvolti, e Martin non può fare a meno di fare la stessa identica cosa.
Vorrebbe chiudere gli occhi, per non vedere, non sapere.
Invece li tiene spalancati.
E lei è sempre più vicina al suolo, ora.
Un gemito, basso e sordo, sfugge al controllo del ragazzo, che, angosciato come mai è stato in vita sua, osserva la scena che per qualche strano scherzo del destino gli si presenta davanti.
Lei vola veloce, senza peso.
E d’improvviso accade.
Il trapezista suo compagno la afferra con una morsa inallentabile e delicata allo stesso tempo, e la tira su dolcemente.
Insieme volteggiano tra i versi di stupore di tutti gli spettatori, increduli e meravigliati per quello spettacolo sconvolgente.
Tutto di colpo finisce, le luci si riaccendono e si torna alla normalità.
I trapezisti tornano a terra, ringraziano, si inchinano al pubblico in visibilio ed escono di scena.
Martin è l’unico che resta in silenzio.
Ha sentito una stretta al cuore quando la donna ha incrociato il suo sguardo.
Gli ha anche sorriso, forse.
Ma ora se n’è andata, e Martin sa che molto probabilmente non avrà più il privilegio di ammirarla e di emozionarsi con i suoi incantevoli numeri.
Il circo si svuota, e lui rimane solo, seduto immobile al suo posto.
Una guardia arriva con passo pesante e lo invita gentilmente ad uscire.
Martin lo guarda senza vederla, e si appresta ad incamminarsi traballando un pochino come se fosse in un completo stato di trance assolutizzante.
Una volta che la fresca aria autunnale gli scompiglia i capelli, prende consapevolezza del fatto che ha lasciato qualcosa, in quel circo.
L’anima.
Gli occhi.
Il cuore.
Un pezzo di carta.
 

Jenna sorride, felice.
Il numero è andato alla grande, esattamente come si era aspettata.
Il frutto del duro lavoro ha finalmente dato i suoi frutti, e lei non può che esserne pienamente soddisfatta.
Mentre brinda al successo con il fratello John, insieme al quale ha appena portato a termine uno degli spettacoli più belli della storia, arriva una guardia.
Si avvicina alla giovane pesantemente, e le stringe gentilmente la mano, complimentandosi con lei per la sua leggiadria.
Jenna vede che l’uomo ha qualcosa in mano, e chiede incuriosita che cosa sia.
< Ah, niente di importante. Solo un foglio che sarà caduto a qualche spettatore. L’ho trovato nella platea >, risponde la guardia con un vago gesto, porgendole poi il foglietto sgualcito e stropicciato.
Jenna lo prende incuriosita, e lo apre.
Ci sono scritte solo quattro parole.
Ti amerò per sempre
La giovane donna sorride.
Nessuno le ha mai fatto una dichiarazione d’amore, e anche se sa che quella non è per lei, le piace pensare che lo sia.
Immagina che il bigliettino che tiene forte tra le dita sia stato lasciato da quel ragazzo in terza fila che ha catturato il suo sguardo più volte, durante lo spettacolo.
Vorrebbe tanto che fosse così, e ripensando agli occhi del giovane fissi dentro ai suoi per secondi interminabili non può fare a meno di tremare impercettibilmente e sorridere.
Ti amerò per sempre.
Anche io”, sussurra Jenna, sentendo il cuore che inizia ad accelerare la sua irrefrenabile corsa.
Poi se ne va, con suo fratello, diretta ad altri circhi del paese in cui esibire la sua incredibile bravura di trapezista.
Ed il bigliettino la segue ovunque lei si diriga, per ricordarle sempre che il successo non è l’unica cosa per cui valga davvero la pena vivere.
 
 
 
 
 
   
 
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