21/02/2015
1 recensioniBroken (Hayley)
Freddo.
Sento solo freddo.
In modo quasi terrificante, ma sentire questo schifosissimo freddo è meglio che sentire qualsiasi altra cosa. Soprattutto in questo momento. Preferirei ignorare tutti i miei sentimenti piuttosto che dover prestare loro attenzione, perché ora come ora non posso sopportarlo. E mentre sto qui seduta, con i The Cure che cantano piano nelle mie orecchie, mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmi questo. Faccio questo schifo di mestiere da quando avevo quattordici anni... Quattordici anni. Ero spaventosamente piccola per poter essere buttata a capofitto in questo business spietato insieme a Jeremy, Josh e Zac al mio fianco, ma sono andata bene, no? Non mi sono mai drogata. Non sono mai arrivata in ritardo ad uno spettacolo. Sono sicuramente andata meglio di quel Justin Bieber, e lui ha 5 anni meno di me - ha avuto meno tempo per fare errori. Ma Cristo, ha già fatto un disastro.
Mi guardo intorno, nella mia stanza. Non è cambiata molto da quando avevo 17 anni - le aggiunte più importanti sono probabilmente i quattro album incorniciati dei Paramore. Ma anche se, a volte, vorrei che la band non fosse mai esistita, che non si fosse mai inghiottita la mia vita per poi sputarla indietro a pezzi, non riesco a non esserne orgogliosa. Sono l’unica persona nella band che è sempre stata coinvolta al cento per cento in ognuno dei dischi. Almeno ho raggiunto un sacco di risultati. Non credo mi sia rimasto molto da ottenere.
Lo farò stanotte. Di sicuro. Non sono una che rimanda le cose, compreso il suicidio. Io stessa mi sorprendo di aver resistito così tanto tempo. Gli ultimi dieci anni sono stati abbastanza inconsistenti, e non lo sopporto più. Una vita tranquilla e regolare sarebbe fantastica, ma è chiaro che non succederà. Il nostro tour nel Regno Unito è terminato da poco e ho un po’ di tempo da sola, a casa, con i miei pensieri a farmi compagnia (non che sia una cosa particolarmente positiva, ma è l’unica opzione che ho al momento.) Ancora non so nemmeno come farò - probabilmente con i farmaci. Mia madre si ammala spesso, quindi le pillole potrebbero essere il modo più semplice per farlo velocemente. Pillole e vodka, magari. Un modo per andarmene alla grande, e il mio lato esibizionista non è mai stato un mistero.
Stringendomi nella mia coperta, poso la testa sul cuscino soffice e chiudo gli occhi. Mi piacerebbe un po’ di risposo. È stata una lunga giornata, una lunga settimana, una lunga vita. Troppo, troppo lunga per i miei gusti.
Ma poi il mio fottuto cellulare inizia a suonare. Ovviamente. Vorrei poterlo ignorare, ma la suoneria è lancinante ed impressionantemente irritante, quindi mi alzo dal letto e vado a prendere quel dannato aggeggio che emette quel suono insopportabile. Finalmente. Eccolo, sotto la pila di libri e vecchie casacche del pigiama che ho buttato nella mia stanza durante il giorno. Senza nemmeno preoccuparmi di leggere chi mi sta chiamando, sblocco lo schermo e avvicino il cellulare all’orecchio, già pronta a riattaccare.
“..Hey? Hayley, ci sei?”
“...Tay?”
Che cavolo sta facendo, chiamandomi ora? Pensa forse di potersi scusare? Il solo pensiero mi fa quasi ridere. Gli concedo il privilegio di spiegarsi.
“Non farlo. Ti prego, Hayles... Non farlo.”
Freddo.
Sento solo freddo.
In modo quasi terrificante, ma sentire questo schifosissimo freddo è meglio che sentire qualsiasi altra cosa. Soprattutto in questo momento. Preferirei ignorare tutti i miei sentimenti piuttosto che dover prestare loro attenzione, perché ora come ora non posso sopportarlo. E mentre sto qui seduta, con i The Cure che cantano piano nelle mie orecchie, mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmi questo. Faccio questo schifo di mestiere da quando avevo quattordici anni... Quattordici anni. Ero spaventosamente piccola per poter essere buttata a capofitto in questo business spietato insieme a Jeremy, Josh e Zac al mio fianco, ma sono andata bene, no? Non mi sono mai drogata. Non sono mai arrivata in ritardo ad uno spettacolo. Sono sicuramente andata meglio di quel Justin Bieber, e lui ha 5 anni meno di me - ha avuto meno tempo per fare errori. Ma Cristo, ha già fatto un disastro.
Mi guardo intorno, nella mia stanza. Non è cambiata molto da quando avevo 17 anni - le aggiunte più importanti sono probabilmente i quattro album incorniciati dei Paramore. Ma anche se, a volte, vorrei che la band non fosse mai esistita, che non si fosse mai inghiottita la mia vita per poi sputarla indietro a pezzi, non riesco a non esserne orgogliosa. Sono l’unica persona nella band che è sempre stata coinvolta al cento per cento in ognuno dei dischi. Almeno ho raggiunto un sacco di risultati. Non credo mi sia rimasto molto da ottenere.
Lo farò stanotte. Di sicuro. Non sono una che rimanda le cose, compreso il suicidio. Io stessa mi sorprendo di aver resistito così tanto tempo. Gli ultimi dieci anni sono stati abbastanza inconsistenti, e non lo sopporto più. Una vita tranquilla e regolare sarebbe fantastica, ma è chiaro che non succederà. Il nostro tour nel Regno Unito è terminato da poco e ho un po’ di tempo da sola, a casa, con i miei pensieri a farmi compagnia (non che sia una cosa particolarmente positiva, ma è l’unica opzione che ho al momento.) Ancora non so nemmeno come farò - probabilmente con i farmaci. Mia madre si ammala spesso, quindi le pillole potrebbero essere il modo più semplice per farlo velocemente. Pillole e vodka, magari. Un modo per andarmene alla grande, e il mio lato esibizionista non è mai stato un mistero.
Stringendomi nella mia coperta, poso la testa sul cuscino soffice e chiudo gli occhi. Mi piacerebbe un po’ di risposo. È stata una lunga giornata, una lunga settimana, una lunga vita. Troppo, troppo lunga per i miei gusti.
Ma poi il mio fottuto cellulare inizia a suonare. Ovviamente. Vorrei poterlo ignorare, ma la suoneria è lancinante ed impressionantemente irritante, quindi mi alzo dal letto e vado a prendere quel dannato aggeggio che emette quel suono insopportabile. Finalmente. Eccolo, sotto la pila di libri e vecchie casacche del pigiama che ho buttato nella mia stanza durante il giorno. Senza nemmeno preoccuparmi di leggere chi mi sta chiamando, sblocco lo schermo e avvicino il cellulare all’orecchio, già pronta a riattaccare.
“..Hey? Hayley, ci sei?”
“...Tay?”
Che cavolo sta facendo, chiamandomi ora? Pensa forse di potersi scusare? Il solo pensiero mi fa quasi ridere. Gli concedo il privilegio di spiegarsi.
“Non farlo. Ti prego, Hayles... Non farlo.”
Hello everybody! Qui Doux_Ange che vi parla!
Prima storia sui Paramore - e non una storia qualsiasi. Si tratta di una fantastica fanfiction in fase di scrittura della fantastica ieromantic, la cui stesura originale potete trovare qui http://www.wattpad.com/story/10687370-just-a-spark-tayley .
Come già detto, è in fase di scrittura, per cui posterò i capitoli presenti (che ho già tradotto) in attesa di quelli nuovi, che arriveranno a breve. Spero che piaccia a voi come piace a me! Se avete qualcosa da chiedere, dite pure ed io riferirò all'autrice originale, insieme alle vostre recensioni (spero!). Ecco il permesso dell'autrice:
A prestissimo!
Doux_Ange