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Autore: _Met_    21/02/2015    3 recensioni
{HiJack / Frostcup } {NormalAU!/Raccolta di one shot } { I personaggi potrebbero risultare un pochino OOC}
Una piccola raccolta basata su varie strofe di una canzone.
Jack è partito per studiare a Londra.
Hiccup lo lascia perché non si fida abbastanza dell'albino.
Ma, anche il castano dovrà recarsi a Londra per un certo periodo.
Spero vi piaccia.
Un abbraccio
Met.
1. Quell'assurda notte in cui ci incontrammo dopo tanto tempo.
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Met

Genere: Vari, Fluff romantico

Coppia: HiJack (Jack Frost x Hiccup  Horrendous Haddock III)

Desclaimer: I personaggi non mi appartengono e sono di proprietà della DreamWorks e da questa storia non ci ricavo nemmeno un centesimo.

Note: Buongiorno/sera/pomeriggio fandom dei Big Four. Era da tanto che volevo inoltrarmi in questo fandom. Così finalmente oggi passo da lettrice a scrittrice (ma dove?) su questo bellissimo Fandom. Spero di non aver reso i personaggi troppo OOC. Spero vi piaccia.

Un abbraccio

Met

P.s La raccolta si baserà sulla canzone Senza più riserva alcuna di Annalisa

 

Quell’assurda notte in cui ci incontrammo

 

Mi sorprende ritrovarti

sulle scale quando torno a casa

sorpreso di vedermi

come se fosse la prima volta

e racconto senza freni

le mie gioie e i miei dolori

e tu mi sorridi

e condividi tutto con me

 

Hiccup barcollò sulle gambe, una bottiglia tra le mani e lo sguardo perso.                              
Si aggrappò a una ringhiera in ferro facendo cadere la bottiglia a terra che si infranse a contatto con l’asfalto. Singhiozzò, l’alcool lo riduceva in uno stato pietoso. Staccò una mano dalla ringhiera cercando di provare a muovere qualche passo senza che le gambe gli cedessero. Una luce attirò la sua attenzione. Alzò lo sguardo e sull’uscio c’era un viso che se fosse stato sobrio non avrebbe più voluto vedere.

 « Hic ?» domandò la voce confusa.

Il castano abbassò lo sguardo come stupito di trovarsi lì.

« Che ci fai qui ?» chiese l’albino scendendo qualche gradino.

« Jack ? » domandò spaesato l’altro distinguendo a malapena i tratti del ragazzo.

L’albino gli si avvicinò e lo scrutò preoccupato.

« E’ meglio se …. vado » balbettò il più piccolo scostando la mano dalla ringhiera.

Fece qualche passo sulle gambe traballanti, ma una mano gentile gli afferrò il polso.

« Sei ubriaco fradicio. Non ti lascio vagare per Londra in questo stato » dichiarò l’albino.

« Potresti essere un maniaco » ridacchiò il castano ancora inebetito dall’alcool.

Jack sospirò per poi avvicinarsi al minore e aiutarlo a salire le scale.

« Sei il primo ragazzo gentile che – hic – incontro da quando – hic – sono qui. Mi ricordi tanto il mio – hic – ex » smozzicò Hiccup alternando le parole a qualche piccolo singhiozzo.

Il maggiore aprì la porta di casa e fece sedere il ragazzo sul divano.

« Sai » ridacchiò il castano con sguardo perso.

« Mi sono lasciato da poco con un ragazzo. L’ho lasciato io in realtà. E credo di aver fatto una cavolata gigantesca. L’ho lasciato soprattutto perché avevo paura che mi dimenticasse o che mi tradisse. È partito qualche mese fa per Londra per studiare …. E da lì non ci siamo più visti » raccontò con fare distante e la voce incrinata.

Jack si sedette su una sedia di fronte al ragazzo e attese che l’altro continuasse a raccontare. Alleggiò per un po’ il silenzio fin quando il minore scoppiò in una risata che fece sobbalzare l’albino.  Vedendo che l’altro non accennava a continuare sospirò per poi guardarlo.

« Posso farti una domanda ? » domandò Jack.

« Me l’hai appena fatta » ridacchiò il castano.

« Se questo ragazzo ti perdonasse, tu torneresti con lui ? » chiese piano.

« Certo, ma so già che lui mi ha dimenticato » sospirò in tono affranto il più piccolo.

Tra i due calò di nuovo il silenzio.

« Sono stato un cretino » sospirò infine per poi accasciarsi sul divano. Gli occhi gli si fecero pesanti e poco dopo il ragazzo dormiva profondamente.

Jack lo guardò, un sorriso tenero gli curvava le labbra. Hiccup gli era mancato tantissimo in quei mesi di lontananza. E non lo biasimava per la poca fiducia che aveva nei suoi confronti, sapeva di non essere stato un fidanzato modello. E non negava a se stesso di aver provato a dimenticarlo provandoci con altri ragazzi. Ma il problema non erano i ragazzi, era che nessuno di quelli era intelligente o timido come il castano. E quando l’aveva visto aggrappato alla propria ringhiera, aveva sentito nitidamente il proprio cuore fare una giravolta. All’inizio avrebbe tanto voluto baciarlo, ma poi, si era accorto in che stato fosse e l’aveva semplicemente accolto in casa. Ed ora era lì che adagiava delicatamente il moro nel proprio letto. Sospirò per poi allontanarsi dal ragazzo, raccattare una coperta e dirigersi in soggiorno. La mattina seguente, un tonfo gli giunse alle orecchie, sbadigliò per poi dirigersi verso le scale dove trovò Hiccup. Lo sguardo confuso e a tratti intimorito che si rilassò quando vide l’albino.

« Buongiorno principessa » ridacchiò il più grande.

« Jack ? Che diavolo ci faccio qui » chiese confuso il moro.

« Sei venuto tu da me » spiegò.

« Cosa ? » domandò incredulo il ragazzo.

Jack sorrise per poi sedersi su un gradino accanto all’altro e raccontargli della sera prima.

   
 
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