The one and only.
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  Pancakes. Ne senti l'odore appena oltrepassi la soglia e li vedi in uno dei piatti che aveva comprato Zach, perfettamente circolari e di un pallido giallo. Sul bancone della cucina raramente usata di Villa Salvatore ci sono ancora tutti gli ingredienti sparsi alla rinfusa.
  Pancakes. Sono mesi che non ne vedi, da quando Elena li ha preparati per te quel maledetto giorno in cui non sei riuscito a riportare indietro Bonnie. Non credevi fosse possibile, ma erano persino peggio dei tuoi. Questi, invece, hanno un ottimo aspetto, sono invitanti persino agli occhi di uno che non desidera cibo da più di un secolo e mezzo.
  Non ti manca il coraggio di alzare gli occhi per incontrare i suoi. Sai che lei è lì, a portata di sguardo, e non esiti a godere della sua vista. I tuoi occhi chiari e spalancati si posano sulla sua figura stremata, invecchiata e smagrita in tua assenza.
  “Bonnie.”
  È lì di fronte a te, dopo mesi di assenza, mesi in cui non hai avuto nessuno che ti chiedesse il perché delle tue sopracciglia aggrottate.
  “L'unica e sola” risponde, trattenendo a fatica le lacrime.
  La sua voce è quella che ricordavi, quella che amavi, l'unica che hai sentito per quattro mesi, l'unica che a volte avrebbe potuto placare la tua solitudine.
  Fino a poco fa, le avresti raccontato di tutto il peso di questa giornata, dei ricordi che questo dolore ha riportato a galla, ma ora non sai cosa dirle. Cosa si dice ad una persona di cui si è sentito così tanto la mancanza?
  Non ti resta che esprimerti con i gesti. Allarghi le braccia – più del necessario, perché lei è così piccola che potresti stringerla tra i palmi delle mani. Le sorridi, le trasmetti tutto quello che non riesci a dirle, e sei sicuro che lei ha capito, che prova lo stesso, poiché sul suo viso segnato da quella lontananza compare il tuo stesso enorme sorriso.
  La prendi al volo, perché lei si è appena lanciata verso di te come se avesse intenzione di attraversarti, di scontrarsi con il tuo corpo per sentirne l'autenticità. Si stringe a te con braccia e gambe, come se fossi la sua ancora di salvezza, come se fosse ancora con un piede nell'Altro Lato e ti chiedesse di trascinarla indietro con te. Ma lei è davvero lì, perché ha avuto la forza di salvarsi da sola, di ritrovare la strada verso casa, la strada verso te.
  Ridete come due bambini, come la volta in cui vi siete rincorsi come stupidi per tutta la casa perché le avevi rubato l'orsacchiotto. Ridete perché è l'unico modo di lasciar andare tutta la stanchezza e la solitudine.
  La stringi come non avevi mai fatto, nemmeno quando era l'unica persona al mondo da stringere, nemmeno l'ultima volta che l'hai abbracciata.
  “Ce l'hai fatta!”
  Ovvio che ce l'avrebbe fatta, la conosci troppo bene per dubitare della sua testardaggine e del suo coraggio.
  Lei è Bonnie Bennett, porca miseria!, l'unica e sola.

Non ho altro da aggiungere. Questo abbraccio è la cosa più bella di tutta la storia di TVD, di tutta la storia della televisione. Se non la pensate così avete qualche problema, mi spiace.

Tanto Bamon a tutti,

Red.