Scritta tantissimo tempo fa, spero vi piaccia ugualmente anche se non è certo il massimo.


Notte, la luna piena illumina gli edifici, le stelle rischiarano le strade. La città era coperta dal velo del sonno. Dei passi, un suono, ed ora il silenzio.
Una porta, uno sguardo, una frase:
- La sorte vi ha sorriso. Con un incantesimo il vostro destino è sempre vivo… o forse, questo incantesimo tu a differenza degli altri la consideri come una maledizione?
E come era arrivato l’uomo svanì. Non lasciò alcuna traccia del suo passaggio. Tutto era come prima, o quasi. L’unica differenza era che in quel momento aleggiava una strana atmosfera attorno all’edificio, attorno a quel museo…
Lo stesso museo dell’arte, otto mesi prima. Aprile 20:05
- Miroku? Sango? Dove siete?
Non un soffio di vita aleggiava per il museo…
- Ragazzi? non è divertente! Forza! Uscite fuori!
Inuyasha, il mezzo demone rinchiuso nel museo vedendo il cartello “chiuso” capì di essere stato lasciato dentro.
Fuori candidi petali rosa di un ciliegio in fiore danzavano nel cielo oscuro di quella notte…
“Domani mattina mi sentono, chiudermi dentro un museo per vedere se la voce che circola è vera! E la prossima volta dove mi rinchiuderanno? In un cimitero? Tanto questa gliela faccio pagare!”
Pensando questo Inuyasha passava di stanza in stanza alla ricerca di un nascondiglio sicuro. Continuò a vagare per quasi un ora finchè non si fermò sulla soglia di un salone stranamente diverso dagli altri. Tutte le statue poste in circolo erano buie, scure… solo una statua, a grande distanza dalle altre, era illuminata da una fascia di luce lunare. Incantato da tanta bellezza il mezzo demone si avvicinò cautamente alla statua. Questa era in cristallo fino e lavorato raffigurante un angelo ad occhi chiusi con un dolce sorriso sulle labbra. Portava le mani appoggiate al petto, ma non sembrava come se volesse proteggersi, ma piuttosto per accogliere qualcuno tanto quella posa era delicata. Le 21:00, ma Inuyashanon aveva motivo di accorgersene. Non prestava orecchio all’orologio che cantava insistentemente l’ora. Inuyasha aveva occhi solo per l’angelo. Voleva sapere chi fosse, come si chiamasse, ma non si sarebbe aspettato ciò che stava per accadere. Una pioggia di luce accarezzò tutte le statue del museo trasformandole in esseri umani. L’angelo mentre apriva gli occhi color cioccolato, sorrideva con le labbra rosse come una rosa bagnata dalla rugiada del mattino. I loro sguardi erano fissi, non facevano caso al trambusto creato attorno. Inuyasha, inginocchiato, alzò una mano che toccò le dita della statua ormai viva. Gli allarmi che circondavano quegli esseri magici erano come svaniti.
Un sussurro:
- Ciao....Il mio nome è Kagome.
Era incredibile che la statua parlasse, il suono della sua voce era morbido e melodioso. Strabiliato Inuyasha trovò le parole:
- Ciao, io sono Inuyasha
- .......Inuyasha.......
- Cosa c'è?! Ti spavento, forse?
- No. è che non mi sarei mai aspoettata di ritrovare qualcuno al mio risveglio....soprattutto un figlio dell'onorevole InuTaisho.
- Sei perspicace… sei la prima a capire chi sono realmente. E sai cosa penso anke? Che Kagome è un nome stupendo e ti calza a pennello
I loro sguardi si incontrarono ancora una volta, ma questa volta era l'angelo ad essere ammaliata dallo sguardo del mezzo demone. Quegli occhi d'ambra sorrisero quando l’angelo distolse lo sguardo imbarazzata. Sorridendo Inuyasha propose:
- Dai, ti aiuto ad alzarti
dopo essersi alzato la staccò dal piedistallo, ma nel farlo Kagome inciampò e cadde sopra ad Inuyasha
- Oh, scusami.. è che.. lo strascico…
Di certo non aveva fatto a posta, ma nella caduta le loro labbra si sovrapposero anche se solo per un istante.
Tirandosi su Kagome continuò:
- Davvero, scusami…..
- Non ti preoccupare. Allora?
- Allora cosa?
- Andiamo?
- E dove?
- A fare un giro per il museo
Mentre parlavano, mano nella mano, L'angelo gli indicava le statue sue amiche ed il mezzo demone la seguiva divertendosi nel vederla ridere o fare delle facce buffe fingendosi offesa. Ma come una parte di lui si divertiva, l’altra si sentiva osservata, e non era certo un’impressione. Era osservato davvero. C’era un secondo angelo nel museo, ma diverso dal primo. Questo era diffidente, freddo come il marmo bianco, il materiale di cui era fatto. Il suo nome era Koga. Fissava Inuyasha come un cacciatore fissa la sua preda. I capelli al contrario di quelli del mezzo demone erano raccolti e i suoi occhi azzurri come il mare più puro penetravano ogni cosa. Portava già la mano alle piume delle ali, l’unica cosa che gli dispiaceva era che Kagome non gli avrebbe più parlato. Ma poco importava ormai, il segreto non poteva uscire dal museo, ed era inaccettabile che una statua si innamorasse di un essere vivo. Non era difficile capire che era un mezzo demone. L'odore di demoni ed umani uniti in un essere era la prova inconfondibile. E quelle orecchie di cane sulla testa ne erano la conferma.
L’orologio cantò nuovamente l’ora e a differenza della prima volta Inuyasha se ne accorse. Mancavano solo dieci minuti all’alba , dieci minuti alla loro separazione.
-Io devo andare. Il mio pilastro mi sta aspettando
-Di già?
- Ma io… ma io non voglio separarmi da te. Ora che ti ho trovato…
- Non ti devi preoccupare, tornerò.
- Davvero?
-Tutte le sere… davvero
Dopo quella frase i loro volti si avvicinarono, lentamente, esitanti, ma che alla fine si unirono in un bacio.
Quell’attimo a loro infinito ben presto finì e nel riaprire gli occhi Kagome non ebbe nemmeno il tempo di parlare. Lo stupore era troppo. Koga sistematosi dietro ad Inuyasha lanciò le piume di marmo che si conficcarono nella carne del mezzo demone.
Un sogghigno, un urlo femminile ke straziava il cuore, un tonfo. Una pioggia di sangue inondò il pavimento. Kagome si lasciò cadere su Inuyasha piangendo. Prese il corpo a cui rimaneva poco da vivere. Lo abbracciò stringendolo come se non volesse lasciarlo andare. Un tepore alla guancia sinistra, Inuyasha con le sue ultime forze la stava accarezzando sussurrandole dolci parole. La stava accarezzando con quelle mani che l’avevano accarezzata nell’istante più bello della sua vita ricolmo d’amore.
Le ultime parole
- Ti amo
- Non ti dimenticherò
Un urlo di dolore rabbia e tristezza invasero ogni angolo del museo senza risparmiare stanza.
L’alba, era l’ora di tornare ai propri posti, ed ancora in lacrime Kagome venne avvolta dalla nuvola di luce splendente come il sole che si stava alzando. Arrivò il custode e trovando tutto ciò chiamò la polizia.
Otto mesi dopo. Dicembre. Telegiornale delle 20:30
-Ancora non si è risolto il mistero dell’omicidio di Inuyasha, membro della faglia del più importante demone maggiore mai esistito, InuTaisho, ritrovato nel museo dell’arte esattamente otto mesi fa. Ecco le immagini di quel giorno.
Di certo il salone nn era nelle migliori condizioni. La cosa più strana era che la statua aveva cambiato posizione. Ora stringeva le mani al petto come se volesse abbracciare qualcuno all’infinito e non aveva più quel sorriso dolce e tenero, ora il volto era rigato da lacrime continue. Era inutile ripulire il pavimento da quelle gocce di cristallo. Queste continuavano a sgorgare l’una dopo l’altra e a posarsi sul pavimento.
Purtroppo fu questa la fine dell’amore di Inuyasha e Kagome raccontato al mondo intero.
C’è solo un secondo mistero da svelare. Le lacrime appena toccavano terra si riempivano di sangue Questo era il solo modo di Inuyasha e Kagome di vivere uniti nell’eternità.