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Autore: mrsmosby    21/02/2015    0 recensioni
Il mio nome è Eléonore e quella che sto per raccontarvi è la storia di come ho conosciuto l'unico uomo che io abbia mai amato. Voglio raccontarvi di quanto fosse speciale, magnifico e unico l'amore della mia vita.
Non lo faccio per ricordare, ma perché così che voi possiate raccontarlo ai vostri figli che lo faranno a loro volta, nessuno deve dimenticarlo, nessuno deve scordarlo. Non lo permetterei mai.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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                                                                               I'm Eléonore.
Il mio nome è Eléonore e quella che sto per raccontarvi è la storia di come ho conosciuto l'unico uomo che io abbia mai amato. 
Ero così giovane e innocente, promessa sposa dalla nascita a un giovane novibile, esattamente come me. Forse conviene ai miei lettori che io sia più esauriente nel racconto, ma li invito ad accomodarsi: è davvero una storia affascinante ed avvincente; una storia piena di avventure, che ho vissuto io stessa, senza muovermi di un metro da casa mia. Una storia comica, in un certo senso ( poi ne capireta la ragione ) ed infine è una storia d'amore.
Come ho già detto è la storia di come ho conosciuto l'amore della mia vita, l'unico uomo che io abbia mai amato. Era solo un paio d'anni più grande di me eppure eravamo così in simbiosi, eravamo una sola persona, un solo pensiero, un cuore che batteva all'unisono. Comincierò raccontandovi il giorno esatto in cui ho saputo della sua esistenza. 
Ero una giovane così nobile d'animo che ogni giorno andavo a trovare i prigionieri nelle loro celle e gli portavo da mangiare, da leggere e certe volte gli facevo la compagnia che a loro serviva così tanto. Ero solo la nobile figlia del governatore di San Juan, una piccola cittadini dei Caraibi.
Quella mattina mi alzai alla solita ora, ovviamente prestissimo, dovevo conoscere il mio futuro sposo e come ogni ragazza me lo immaginavo bellissimo, con i capelli chiari e un sorriso incantevole; mi immaginavo uno di quei principi perfetti che da piccola ti fanno venir voglia di crescere. Mi ero vestita così bene, era un giorno così speciale ed il mio vestito preferito era di dovere: era di un verde chiarissimo, con un corsetto strettissimo e dei disegni color oro ricamati sulla gonna. Era di mia madre quando aveva la mia età, me lo regalò alla tenera età di cinque anni, con la promessa che un giorno l'avrei indossato per un' occasione irripetibile. Le volevo molto bene, era come una sorella, le dicevo tutto; purtroppo motì prima di vedermi in quell'abito.
Non trovate magico e forse anche un po' malinconico come un solo giorno, ventiquattro ore, possano effettivamente cambiare la vita di una persona? Il giorno in cui è morta mia madre sono cambiate due vite: la mia e quella di mio padre. Mio padre che poi non fu più lo stesso, ovviamente... Come si può essere gli stessi dopo che hai perso qualcuno con cui hai passato una vita? Sarebbe come prendere un libro e strapparne l'inizio: la storia non avrebbe senso. L'inizio di un libro è la parte che preferivo, allora. Perché era come iniziare un nuovo giorno, una nuova vita, un nuovo ciclo di eventi e come ogni adolescente ero curiosa di esplorare.
Sto divagando, decisamente, ma dopo capirete tutto. Tutto ciò che vi sto dicendo ha un filo logico. 
Dopo essermi preparata scesi nelle cucine a fare colazione; sento ancora quell'odore, ricordo ogni momento, percepisco ancora tutto di quella giornata. Chiesi curiosa a che ora sarebbe arrivato il mio principe: con amarezza scoprì che sarebbe pervenuto nel pomeriggio, così decisi di andare prima nella prigione di San Juan, così da non doverci andare successivamente, presi le mie cose, qualcosa per i prigionieri e diedi ordine alla mia dama di compagnia di venire con me. Mi sembra di rivivere quei momenti tutt'ora, forse perché ancora mi mancano, eppure non rimpiango nulla anche se non passi giorno che io non pensi a quei giorni, i giorni più belli della mia vita. Appena arrivai feci i saluti che erano da bene, dalle guardie ai prigionieri. Facevo di tutto per non affezzionarmi ai prigionieri, visto che dopo poco sarebbero stati giustiziati pubblicamente per i loro crimini, ma non sempre ci riuscivo. La guardia mi salutò e mi avvertì di un nuovo prigioniero, che si trovava nel fondo dell'enorme stanza dove si trovavano tutti i prigionieri, la sua era l'ultima cella. Entrai ed uno ad uno passai da ogni prigioniero, ovviamente in una piccola cittadina non c'erano crimini gravi, solamente qualche furto, perciò non ero affatto spaventata da loro, anzi la maggior parte erano molto più gentili e cortesi di quanto non lo fossero alcuni nobili. Arrivai all'ultimo prigioniero, mi avvicinai alle sbarre e lui fece lo stesso, posizionandosi esattamente dinnanzi la luce della finestra così che potessi vederlo.
Aveva degli occhi tra l'azzurro e il grigio, mi sembrarono quasi familiari per un momento, dei capelli corvini, della barba e un aspetto abbastanza trasandato, di chi ne ha passate molte prima di finire arrestato. Il suo viso era sporco si terra e indossava degli abiti insoliti per me, erano delle cose che non avevo mai visto prima, ma qualcosa mi diceva che non erano casuali. Portava un orecchino all'orecchio destro: quello sapevo che voleva dire. Ti bucavano l'orecchio quando con la tua nave passavi l'equatore, era un simbolo, quindi era di sicuro un marinaio (almeno così pensai in quel momento). Notai un ultimo piccolo particolare che riassemblò tutti quei dettagli dandomi una descrizione compelta e esaustiva di quel tale: portava una moenta d'oro al collo, con un grande teschio inciso sopra che si intrecciava a regola d'arte con una T. Era un simbolo anche esso: il simbolo della ciurma dei Thompson; ero a conoscenza di molte storie su di loro, erano una ciurma di pirati che vagavano e saggheggiavano i Caraibi, avevano raccimlato un tesoro con più di mille monete e ci avevano inciso il teschio e la T per la loro possenza, la loro nave era Il Veliero Nero ed il capitano era William Thompson, morto ormai da qualche anno, difatti credevo che non esistessero più. Avevano dato più di una briga a mio padre e a tutti i Caraibi.
« Come vi chiamate? »
« William. William Thompson. »

Credete non ci possa innamorare da giovani? Vi sbagliate di grosso. L'amore non ha età, non ha genere né natura. Non è qualcosa di razionale, non è qualcosa che controlli o che gestisci. Arriva un momento, nella vita in cui accade e basta, in cui ti trovi nel posto giusto al momento giusto, sei esattamente dove l'universo vuole che tu sia e in quel preciso istante guardi la persona di fronte a te e capisci che non potresti essere più felice di così perché lei è il tuo posto. In quel momento, quando la guardi, senti qualcosa nello stomaco: il tuo corpo che ti avverte che sa già che lo amerai fino a distruggerti, fino ad ucciderti, fino a farti del male, perché nessun male sarà mai paragonabile al vuoto che provavi prima di guardarlo per la prima volta. Sai già che lo amerai più di tutto, più di tutti, ma in quel preciso istante non ti importa, non ti tange la questione perché vuoi solo continuare a guardarlo per sempre.
Credete non ci si possa innamorare da giovani? Vi sbagliate di grosso. Attualmente lui è ancora la cosa più bella che io abbia mai visto.
Ma questo è solo l'inizio.




















   
 
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