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Autore: June183    22/02/2015    0 recensioni
Dopo aver scongiurato fermato Wally ed aver sconfitto Re Nasod ad Altera, l'El Search Party ha deciso di tornare a Ruben per recuperare le forze, insieme ad Elsword, Rena ed Aisha ora ci sono anche due nuovi amici Raven ed Eve.
La pace però sembra non essere destinata a durare a lungo, nuove minacce si levano dal territorio di Velder, i demoni si stanno risvegliando e solo Elsword e i suoi amici possono fermarli!
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Molti giorni erano passati dal ritorno di Elsword ed il suo gruppo a Ruben.
Grazie a loro il cristallo dell’EL che proteggeva Ruben aveva fatto ritorno e Wally era stato fermato, la sua ambizione e sete di potere non costituivano più un problema per la ridente cittadina rurale.
I Ponggo avevano ringraziato gioiosamente i componenti dell’El Search Party, donando loro nuove armature ed armi.
In quel tripudio erano tutti cresciuti ed acquisito nuove capacità e nuovi poteri, in particolare Elsword, Aisha e Rena, non erano più gli stessi di quando era cominciato quel viaggio.

A loro si erano ora aggiunti altri due persone, Raven il capo dei corvi, ora votato alla sua personale redenzione, dopo che Re Nasod ebbe donato lui un arto Nasod, ed Eve, una Nasod antica risvegliatasi dopo il tumulto della battaglia.
Fu così che da allora si erano trasferiti tutti li. Le giornate trascorrevano piacevoli, Elsword aveva perfino chiesto a Raven di insegnargli ad usare meglio la spada. Se l’era cavata bene fino a quel mondo, il piccolo Sword Knight, grazie a gli insegnamenti di Elesis, sua sorella, però voleva ancora migliorare e sapeva che Raven l’avrebbe aiutato.
Raven accettò quasi subito.

Ogni mattina fino al tramonto i due spadaccini avevano appuntamento su di un promontorio nei pressi di Ruben, Raven aveva detto ad Elsword che non ci sarebbe andato piano e che l’avrebbe messo a dura prova da subito. Elsword non aveva paura.
The Over Taker era un maestro severo, non ammetteva distrazioni da parte del suo allievo, usava la sua spada con grande maestria, senza risparmiare di usare anche il suo braccio Nasod!

“QUESTO NON VALE! AVEVAMO DETTO SOLO SPADA!”

“Tsk! Ti lamenti moccioso? In guerra non ci sono regole!”

Lo rimproverò Raven. L’Over Taker era scaltro, si muoveva con agilità e caricando Elsword come fosse un vero nemico, costringendolo ad arretrare più volte, la sua spada era veloce e i suoi colpi precisi e potenti. Elsword aveva scelto un buon maestro e non aveva certo intenzione di fare brutta figura!
Scattava in avanti schivando quando possibile le sferzate di Raven, cercando di crearsi uno spazio nella sua guardia.
Raven scoprì il fianco per un attimo, ed il ragazzo dai capelli rossi ne approfittò subito saltando in avanti pronto a fenderlo.

“A-ah! Ti sei scoperto!”

“Sciocco.”

Quella era una trappola! Elsword l’aveva capito troppo tardi! Raven ghignò, spostandosi quel tanto che bastava per non essere colpito. Subito sollevò il suo braccio Nasod contro Elsword.

"Maximum Cannon!”

“COSA?!”

La sfera di fuoco investì in pieno Elsword che volò via, cadendo a diversi metri da Raven, battendo la testa.

“Ahia.”

Raven sollevò gli occhi al cielo, mancava poco al tramonto.

“Per oggi basta.”

Elsword si mise seduto a terra toccandosi la testa, dolorante, l’Over Taker la faceva sul serio. Raven rimase a guardare Elsword per un momento.

“Si può sapere perché quella Nasod continua a seguirci?”

Raven sbottò in faccia ad Elsword. Lo stesso Raven si era trasferito a Ruben, non avendo altro posto dove andare, in quella remota regione erano in pochi a sapere chi egli fosse e quale fosse il suo passato, specie in un villaggio piccolo come Ruben dove le persone erano poche e  più che su ciò che accadeva nel resto del mondo si concentravano su ciò che c’era nel proprio orto.

“Cosa dovrebbe fare? Non mi sembra così cattiva, può restare con noi.”

Rispose con semplicità il ragazzo dai capelli rossi. Per lui Eve era differente dai Nasod che aveva incontrato e combattuto ad Altera. Non c’era niente in lei che le suggerisse che fosse malvagia, certo appena risvegliata l’aveva schiaffeggiato, ma ci passò su.

“è una Nasod e i Nasod sono esseri infidi. Non dovrebbe stare qua. Dobbiamo sbarazzarcene.”

Insistette il giovane uomo. Lui più di tutti aveva sofferto a causa dei Nasod. Raven si era risvegliato in una capsula Nasod, con diversi dispostivi a lui sconosciuti attaccati al corpo ed un braccio diverso dal suo. Era stato usato come un prototipo, una cavia da esperimento, lui era stato scelto da Re Nasod per diventare il suo esperimento, un esperimento che mirava a creare una nuova razza di uomini Nasod… eppure egli nel profondo sapeva bene che fino ad un certo punto la cosa gli era stata bene. Tutto pur di distruggere il regno che aveva distrutto la sua felicità. Solo dopo aver incontrato quel ragazzino dai capelli rossi aveva cominciato a ricredersi e a voler espiare.
Il problema però restava. Quel braccio Nasod che ora era parte di lui aveva cominciato a cantare, se ne rendeva conto, per il momento era solo una vuota eco, ma ogni volta che combatteva sentiva chiaramente quel braccio istigarlo. Lui si controllava, ma fino a quando avrebbe potuto ignorare la cosa?

Per di più ora c’era una Nasod fra di loro. Raven non nascondeva per nulla la sua ostilità nei confronti di quella femmina Nasod, avrebbe distrutto volentieri anche lei, ma Elsword l’aveva impedito.

“Finché non diventa pericolosa per il villaggio può restare dove vuole.”

Concluse Elsword con una semplicità disarmante. Il ragazzo dai capelli rossi era uno spirito assai semplice, si poteva capire subito cosa egli pensasse solo guardandolo in volto, conservava ancora fede e speranza nell’umanità, proprio a causa della sua giovane età, Raven concluse che egli era il perfetto prototipo dell’eroe. Non aveva conosciuto, non ancora, la cattiveria umana e questo gli permetteva di rimanere puro nel suo essere.
Elsword si voltò lasciando Raven da solo sul promontorio dove fino a poco prima erano stati ad allenarsi. Il giovane Sword Knight voleva acquistare più abilità possibile, così da poter difendere il suo villaggio in futuro ed evitare che un altro Wally potesse portare scompiglio.
Raven era sempre convinto di ciò che pensava, quella Nasod era pericolosa ed avrebbe fatto aprire gli occhi ad Elsword su quel fatto. Gli avrebbe mostrato la vera natura di un Nasod.

Nel villaggio di Ruben intanto la serenità era tornata. Gli abitanti del paese avevano ripreso la loro vita tranquilla, sicuri con il cristallo al suo posto.
Aisha stava ancora esplorando quel po’ che c’era da vedere a Ruben, il posto era pacifico certo, ma lei non era abituata a quel panorama, Aisha veniva dal deserto e l’unico motivo che l’aveva spinta fin li era per recuperare i propri poteri magici. Cosa che aveva in qualche modo fatto da quando quella storia era cominciata. La sua energia magica non era ancora tornata del tutto, ma poteva sentir fluire il mana dentro di lei. Più forte seppur ancora debole rispetto a prima.

C’era però qualcosa che dava i brividi alla Dark Magician… quel qualcosa era l’essere vestito di bianco che per qualche strana ragione continuava a seguirla.
Di tanto in tanto Aisha si voltava, solo per trovarsi davanti la faccia della Nasod che aveva svegliato ad Altera. Un volto senza espressione, Eve si guardava a torno come se stesse studiando il luogo, come se stesse cercando di capire qualcosa, si voltava a destra e sinistra senza cambiare espressione, senza smettere di seguire Aisha, la povera maga non aveva ben capito perché avesse deciso di stare con lei, l’unica cosa che le veniva in mente erano le parole di Elsword della mattina.

“NO, no, no. Io e Raven dobbiamo allenarci! Voi due andate a fare un giro!”

Che sia per quello? Eve aveva interpretato così alla lettera le parole di Elsword?!
Dannato moccioso, pensò, una volta che sarebbe tornato gliel’averebbe fatta pagare!
Se non fosse stato per lui ora Aisha se ne starebbe seduta su di un prato a legger un buon libro di magia,
non a scarrozzare in giro un inquietante Nasod,  e poi…quelle orecchie!
Aisha procedeva a passo lento, con un espressione decisamente poco felice in viso. Cosa avrebbe dovuto dire ad un Nasod poi?!
Nemmeno lei cercava di fare conversazione!
Aisha era una grande maga, ma questo era troppo!


Raccolse un po’ di coraggio e si voltò verso la Nasod. Per di più…non aveva caldo con quel cappotto bianco addosso? Ad Aisha sudava solo a guardarla indossare quel vestito dall’aria pesante, forse i  Nasod non sentivano caldo?
Scosse la testa, accidenti ad Elsword! Era tutta colpa sua!

“Ehm…Ehi…Eve….senti…”
 
“SIGNORINE!”

“E-Eh?”

Aisha era smarrita più di prima, quella non poteva essere la voce di Eve, anche perché arrivava dalle sue spalle!
Aisha si girò nuovamente solo per vedere un uomo barbuto correre loro incontro.

“C-che vuole questo?!”

Ad Aisha si drizzarono i capelli, mentre la voce continuava a chiamare e la figura si faceva più vicina.

“Conosci quell’umano?”

Chiese Eve con freddezza, senza scomporsi alla vista del rubicondo uomo. Aisha scosse la testa ripetutamente finché la figura non divenne più chiara.
Era Hagus.
L’uomo si fermò davanti a loro portando con se diversi mazzi di fiori.

“Ohoho, volevo ancora ringraziarvi per ciò che avete fatto per il villaggio! Prego sono per voi.”

L’uomo mise fra le mani di entrambe un gigantesco mazzo di fiori di campo.
 
“Ehm…grazie.”

Aisha restava però perplessa.
Eve fissava l’uomo come se lo stesse studiando, per lei era tutto nuovo, i posti, i suoni, le persone…era come una bambina che non conosceva nulla del mondo.

“Signor Hagus non spaventi le ragazze!”

Una voce femminile si intromise, era Anne, la ragazza del negozio di Ruben, Aisha si tranquillizzò nel vederla arrivare.

 “Oh? Ma aspettate dov’è l’altra ragazza? La signorina elfa? Non la vedo in giro da un po’.”

Chiese Hagus guardandosi in giro, aspettandosi di vedere Rena da qualche parte.

“L’elfa di cui parli si chiama Rena, qualche giorno fa ci ha informati che sarebbe rientrata al proprio villaggio per fare rapporto. Ha aggiunto di non preoccuparsi.”

Eve ripeteva le parole di Rena come una macchina, come se avesse registrato perfettamente tutto ciò che era successo da quando era stata risvegliata ad oggi. Era in un certo senso perfetta, tanto da non sembrare vera, sia nell’aspetto che nella compostezza. Mentre dall’altra parte Aisha era sempre più a disagio, non solo per la Nasod, ma anche per l’attacco di Hagus.
Intanto che al villaggio regnava la pace, altrove c’era un atmosfera decisamente diversa, molto più austera. Un palazzo bianco nascosto nella foresta imperava con eleganza, giovani donne e uomini dai capelli chiari passeggiavano davanti all’ingresso del palazzo, con grazia, erano diversi dalle persone che vivevano a Ruben, molto più eleganti e sofisticati, con orecchie appuntite, elfi.
Creature che vivevano molto più degli esseri umani normali, che possedevano conoscenza molto più vasta, quella città nascosta era infatti la casa di Rena.
Rena aveva fatto ritorno dagli elfi e stava conversando la propria decana, facendo lei un dettagliato rapporto di tutta la faccenda.

“…questo è quanto.”

Concluse lei dopo aver parlato per un po’.”

“Quindi la minaccia è scongiurata. Molto bene Rena, puoi tornare alle tue normali mansioni. Non c’è più motivo per te di tornare fra gli umani.”

Concluse la decana, gli elfi erano da sempre un popolo chiuso, non erano mai stati protagonisti attivi della storia di quel mondo, ne tanto meno si immischiavano nelle guerre o nelle faccende tipicamente umane.

“Anche se…”

Rena però non era convita che fosse finita. L’Elder aveva parlato di oscuri pericoli, di forze oscure che stavano risvegliandosi e minacciando il mondo, eppure per quanto Wally fosse un pericolo, così come re Nasod, la Sniping Ranger  sentiva che avrebbe ancora potuto esserci qualcosa.

“Cosa c’è Rena?”


“Vorrei avere il permesso di continuare a visitare il villaggio umano.”

Ormai Rena si era affezionata a quei ragazzi e non voleva tornare ad essere relegata in quel villaggio di elfi, per quanto fosse la sua casa.
La decana si portò una mano al mento, come se stesse pensando.

“Perché questa richiesta?”

Chiese con tono calmo alla giovane  elfa.
Rena aveva già preparato una risposta appropriata ovviamente.

“Sono dell’idea che avendo già stabilito un buon rapporto con i componenti dell’El Search Party sia buona cosa continuare a coltivare quest’amicizia, nel caso in cui in futuro accadesse qualcos’altro di spiacevole.”

Rispose formalmente Rena. Sentiva un grande potenziale in ognuno di loro, specialmente in Elsword, inoltre ora quei ragazzi erano diventati i suoi amici, non voleva perderli. Non voleva tornare a Ruben un giorno e scoprire che erano invecchiati, dimenticandosi di lei, cambiati senza che lei se ne accorgesse.
La decana prese qualche momento per pensarci.

"C'è dell'altro. Mentre ero in viaggio per il continente ho avvertito più di una volta delle strane energie, erano differnti da quelle dell'amica terra, come se qualcosa si stesse muovendo lentamente ed inesorabilmente.

Rena non era mai stata troppo a lungo fuori dal villaggio, eppure sentiva che questo tipo di energia era in qualche modo pericolosa ed estranea.

"Forse fuori da Ruben ciò è normale, ma credo che sia meglio restare in allerta."

L'elfa più anziana si prese ancora qualche momento, il suo sgurdo divenne un accenno più grave, come se Rena avesse centrato un punto cruciale senza volerlo. Da tempo l'Elder era a conoscenza di cose che teneva per se, ma il fatto che una dei suoi inviati avesse avvertito le medesime cose le diede modo di riflettere, sapeva di potersi fidare di Rena, ma fino a che punto?
Decise che subito dopo l'incontro con la Ranger avrebbe fatto qualcosa, ma per ora si sarebbe limitata a congedare Rena.

“Non vedo perché doverti negare questo permesso. E sia.”

Convenne la donna. Rena sorrise cordialmente ringraziando la decana. Ritirandosi.
 
La vita era ripresa a scorrere così com’era prima di Wally, non sembrava esserci alcuna preoccupazione all’orizzonte
 
Intanto…
 
In una terra lontana da Ruben oscure creature si erano risvegliate dall’oscurità, pronte ad attaccare…
La tempesta infuriava fra le montagne mentre un solitario ragazzo correva via, veloce come il vento alla volta di Betma.

“Devo avvisare tutti! È una faccenda grave! Grave!”
 
Il ragazzo correva a perdifiato, sistemandosi di tanto in tanto gli occhiali sul naso, portava con se un pesante zaino, non era per nulla atletico e di tanto in tanto perdeva l’equilibrio, fu proprio a causa di questo che prendendo una storta nel punto sbagliato il ragazzo cadde giù da un piccolo dirupo. Ruzzolando giù e perdendo conoscenza.
Le ore passavano…
 
“EHI! EHI!”

Una voce rude…

“EHI! SVEGLIA!”
 
“devo … avvisare … t “
   
 
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