Premessa. Questa storia è ambientata il giorno dopo l’episodio in
cui Peeta lancia la pagnotta a Katniss e viene schiaffeggiato dalla madre.
Peeta e Delly hanno circa undici anni. La storia è
stata scritta per la challenge “Prompting, Partenza, Via” indetta dal gruppo Facebook
“The Capitol” con prompt: Peeta/Delly –
“Saprai anche fare i dolcetti, ma io sono più veloce a mangiarli!”
I suoi
occhi non dicevano bugie
“Peeta?”
Delly s’intrufolò nel retro della panetteria, guardandosi
attorno con aria esitante; sorrise, quando trovò l’amico intento a decorare un
vassoio di dolcetti freschi. L’odore dolciastro della glassa, mescolato alla
fragranza del pane fresco, riusciva sempre a metterla di buon umore.
La sua
espressione allegra, tuttavia, sfumò leggermente nel momento in cui la
ragazzina incrociò lo sguardo di Peeta. Notò due dettagli insoliti sul suo
volto ed entrambi la fecero sentire in apprensione per lui: anzitutto,
l’amico non sorrideva, e questo capitava solo quando era intento ad aiutare il
padre con i dolci. Inoltre, una guancia del ragazzino era gonfia e rossa, come
se qualcuno l’avesse colpito.
“Che cos’hai
fatto alla guancia?” chiese, mordicchiandosi un labbro.
Peeta scosse
la testa; la sua attenzione sembrava completamente assorbita dalle operazioni
di glassatura, ma Delly era certa che la sua mente
fosse occupata a gestire ben altre riflessioni. Era il suo sguardo a
suggerirglielo: gli occhi di Peeta non
raccontavano mai bugie.
“Sono
inciampato e ho battuto contro il forno” rispose il ragazzino, pulendosi le
mani nel grembiule.
Delly lo squadrò preoccupata per qualche istante. Non gli
credette, ma non lo disse: parlarne avrebbe solo contribuito a ricordargli il
bruciore alla guancia. Lei, invece, voleva farlo sorridere.
“Sono
bellissimi” commentò ammirata, tornando a voltarsi verso i dolcetti. “Sembrano
dei piccoli arcobaleni. Tuo padre sarà orgogliosissimo di te, diventi sempre
più bravo.”
Peeta si
strinse nelle spalle, arrossendo. Un lieve sorriso giunse ad arricciare gli
angoli delle sue labbra, ma aveva ancora della tristezza impigliata negli occhi.
Delly sapeva a cosa stesse pensando l’amico in quel
momento. Dentro di lui, ne era certa, una vocina fastidiosa gli stava
sussurrando: “tua madre, invece, non lo è
per niente.”
“Se vuoi
posso insegnarti a decorarli” propose Peeta con gentilezza, mostrandole una
teglia di dolcetti appena sfornati. “Non è difficile, è un po’ come dipingere.”
“Mi
piacerebbe molto!” accettò la ragazzina, illuminandosi. “Ehi, guarda, una
farfalla!” esclamò a quel punto, indicando qualcosa alle spalle di Peeta.
“Come?”
Il bambino
si voltò, confuso.
“Dove? Io
non vedo…”
S’interruppe,
tornando a voltarsi verso Delly. Il sorriso della
ragazzina era vistoso e ricoperto di glassa colorata, così come i suoi
polpastrelli.
“Saprai
anche fare i dolcetti…” esordì l’amica, mangiandosi un po’ le parole mentre
masticava. “…ma io sono più veloce a mangiarli! Caspita, quanto sono buoni!”
L’espressione
sorpresa di Peeta si stiracchiò lentamente, fino a distendersi del tutto. Si
mise a ridere, contagiando istantaneamente Delly che
dovette impegnarsi molto per non ingozzarsi con il dolcetto. I suoi tentativi
maldestri di darsi una ripulita alle mani fecero ridere Peeta ancora di più. Delly non cercò di nascondere la sua goffaggine,
compiaciuta per via del rinnovato buonumore dell’amico.
“Vuoi davvero
che ti insegni a glassarli o era una scusa per mangiarteli tutti?” scherzò a
quel punto Peeta, porgendole un grembiule bianco. Delly
lo prese e se lo legò in vita.
“Tutte e due
le cose, ovviamente” replicò, dandogli un colpetto con la spalla.
Il ragazzino
sorrise di nuovo; prese il vassoio di dolcetti da decorare e incominciò a
spiegare alla ragazzina il procedimento da seguire per glassarli. Aveva ancora
la guancia rossa e gonfia, ma la sua mente era tornata serena. Delly ne era certa: era il suo sguardo a suggerirglielo.
E gli occhi di Peeta non raccontavano mai bugie.