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Autore: Kary91    22/02/2015    4 recensioni
[Flash Fiction | Pre-Hunger Games | (child!)Peeta&Delly [friendship] | Slice of Life]
“Sono bellissimi” commentò ammirata, tornando a voltarsi verso i dolcetti. “Sembrano dei piccoli arcobaleni. Tuo padre sarà orgogliosissimo di te, diventi sempre più bravo.”
Peeta si strinse nelle spalle, arrossendo. Un lieve sorriso giunse ad arricciare gli angoli delle sue labbra, ma aveva ancora della tristezza impigliata negli occhi. Delly sapeva a cosa stesse pensando l’amico in quel momento. Dentro di lui, ne era certa, una vocina fastidiosa gli stava sussurrando: “tua madre, invece, non lo è per niente.”
“Se vuoi posso insegnarti a decorarli” propose Peeta con gentilezza, mostrandole una teglia di dolcetti appena sfornati. “Non è difficile, è un po’ come dipingere.”
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Delly, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di biscotti, favole e pennelli.'
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Premessa. Questa storia è ambientata il giorno dopo l’episodio in cui Peeta lancia la pagnotta a Katniss e viene schiaffeggiato dalla madre. Peeta e Delly hanno circa undici anni. La storia è stata scritta per la challengePrompting, Partenza, Via” indetta dal gruppo FacebookThe Capitol” con prompt: Peeta/Delly – “Saprai anche fare i dolcetti, ma io sono più veloce a mangiarli!”

 

I suoi occhi non dicevano bugie

 “Peeta?”

Delly s’intrufolò nel retro della panetteria, guardandosi attorno con aria esitante; sorrise, quando trovò l’amico intento a decorare un vassoio di dolcetti freschi. L’odore dolciastro della glassa, mescolato alla fragranza del pane fresco, riusciva sempre a metterla di buon umore.

La sua espressione allegra, tuttavia, sfumò leggermente nel momento in cui la ragazzina incrociò lo sguardo di Peeta. Notò due dettagli insoliti sul suo volto ed entrambi la fecero sentire in apprensione per lui: anzitutto, l’amico non sorrideva, e questo capitava solo quando era intento ad aiutare il padre con i dolci. Inoltre, una guancia del ragazzino era gonfia e rossa, come se qualcuno l’avesse colpito.

“Che cos’hai fatto alla guancia?” chiese, mordicchiandosi un labbro.

Peeta scosse la testa; la sua attenzione sembrava completamente assorbita dalle operazioni di glassatura, ma Delly era certa che la sua mente fosse occupata a gestire ben altre riflessioni. Era il suo sguardo a suggerirglielo: gli occhi di Peeta non raccontavano mai bugie.

“Sono inciampato e ho battuto contro il forno” rispose il ragazzino, pulendosi le mani nel grembiule.

Delly lo squadrò preoccupata per qualche istante. Non gli credette, ma non lo disse: parlarne avrebbe solo contribuito a ricordargli il bruciore alla guancia. Lei, invece, voleva farlo sorridere.

“Sono bellissimi” commentò ammirata, tornando a voltarsi verso i dolcetti. “Sembrano dei piccoli arcobaleni. Tuo padre sarà orgogliosissimo di te, diventi sempre più bravo.”

Peeta si strinse nelle spalle, arrossendo. Un lieve sorriso giunse ad arricciare gli angoli delle sue labbra, ma aveva ancora della tristezza impigliata negli occhi. Delly sapeva a cosa stesse pensando l’amico in quel momento. Dentro di lui, ne era certa, una vocina fastidiosa gli stava sussurrando: “tua madre, invece, non lo è per niente.”

“Se vuoi posso insegnarti a decorarli” propose Peeta con gentilezza, mostrandole una teglia di dolcetti appena sfornati. “Non è difficile, è un po’ come dipingere.”

“Mi piacerebbe molto!” accettò la ragazzina, illuminandosi. “Ehi, guarda, una farfalla!” esclamò a quel punto, indicando qualcosa alle spalle di Peeta.

“Come?”

Il bambino si voltò, confuso.

“Dove? Io non vedo…”

S’interruppe, tornando a voltarsi verso Delly. Il sorriso della ragazzina era vistoso e ricoperto di glassa colorata, così come i suoi polpastrelli.

“Saprai anche fare i dolcetti…” esordì l’amica, mangiandosi un po’ le parole mentre masticava. “…ma io sono più veloce a mangiarli! Caspita, quanto sono buoni!”

L’espressione sorpresa di Peeta si stiracchiò lentamente, fino a distendersi del tutto. Si mise a ridere, contagiando istantaneamente Delly che dovette impegnarsi molto per non ingozzarsi con il dolcetto. I suoi tentativi maldestri di darsi una ripulita alle mani fecero ridere Peeta ancora di più. Delly non cercò di nascondere la sua goffaggine, compiaciuta per via del rinnovato buonumore dell’amico.

“Vuoi davvero che ti insegni a glassarli o era una scusa per mangiarteli tutti?” scherzò a quel punto Peeta, porgendole un grembiule bianco. Delly lo prese e se lo legò in vita.

“Tutte e due le cose, ovviamente” replicò, dandogli un colpetto con la spalla.

Il ragazzino sorrise di nuovo; prese il vassoio di dolcetti da decorare e incominciò a spiegare alla ragazzina il procedimento da seguire per glassarli. Aveva ancora la guancia rossa e gonfia, ma la sua mente era tornata serena. Delly ne era certa: era il suo sguardo a suggerirglielo.

E gli occhi di Peeta non raccontavano mai bugie.

 

   
 
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