Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: Lory221B    22/02/2015    8 recensioni
Un matrimonio, quattro amici, la notte dell'addio al celibato di Greg. Una notte che non avrebbero scordato mai... forse.
Liberamente ispirata al film omonimo, ovviamente un po' di Johnlock non manca mai.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anderson, John Watson, Lestrade, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Una Notte da Leoni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento

Cap. 1  - La notte che non scorderemo mai



- Ripetimi, perché lo stiamo facendo? - chiese Sherlock alzandosi in piedi scocciato e torreggiando davanti a John.


Il biondo sembrava trattenersi dal saltargli al collo e strangolarlo, ma si limitò a serrare i pugni e guardarlo torvo.

- Perché Greg è nostro amico e ci tiene che partecipiamo all'evento -

Sherlock fece una risata ironica.

- All'addio al celibato? A Las Vegas? Poi perché a Las Vega? -

- Sherlock non affronterò di nuovo questa discussione -

Non avevano fatto che parlare dell'addio al celibato di Greg negli ultimi giorni. Sherlock lo sapeva da mesi che sarebbero andati a Las Vegas ma non aveva obiettato finché John non gli aveva agitato davanti i biglietti dell'aereo. Solo allora aveva capito che non era un'idea campata in aria ma realtà.

Sherlock guardò John con la sua tipica espressione da cucciolo, come il Gatto con gli stivali di Shrek quando voleva ottenere qualcosa.

- Speravo che Molly, come futura moglie di Lestrade, si opponesse a questa follia - bofonchiò.

- Sherlock glielo abbiamo promesso - riprese stancamente John.

- Tu glielo hai promesso... a me il consenso è stato estorto in cambio di informazioni per un caso -

- Sherlock.. -

- Ci sarà anche Anderson... ti rendi conto? Un intero week end con Anderson -

- Basta, la tua valigia è pronta, tra poco passa Greg a prenderci. Se non ci muoviamo perderemo l'aereo... Smettila di comportarti come un bambino di cinque anni! -


***** *****

Dopo otto ore seduto vicino a Sherlock sull'aereo, John era sicuro che lo avrebbe ucciso. L'incapacità del detective di stare fermo era superiore a quella di qualunque bambino presente. Nemmeno la coppia di gemelli di tre anni seduti due sedili più avanti continuava a ripetere "quanto manca, siamo arrivati?" quanto Sherlock.

Il dottore stava cercando di ricordare se tra i difetti che Sherlock gli aveva elencato quando si erano incontrati ci fosse "parlo ininterrottamente, anche quando non ci sei e mi annoio a morte facilmente, forse soffro di ipercinesi". No, era sicuro che avesse detto che a volte non parlava per giorni. Tranne durante la parentesi "finta morte di Irene Adler" John non riusciva però a ricordare un momento in cui Sherlock non avesse aperto bocca per giorni.

Quando finalmente l'aereo atterrò John tirò un sospiro di sollievo, non per l'atterraggio ma perché la litania di "quando arriviamo" sarebbe cessata per un po'.

I passeggeri applaudirono quando l'aereo fu completamente fermo, come convenzione sociale voleva.

- Perché applaudono? I piloti hanno solo fatto il loro lavoro facendoci atterrare. Sarebbe come se tutti applaudissero quando risolvo un caso - fece Sherlock perplesso, guardando il passeggero a fianco a lui quasi fare la Hola.

John sospirò talmente forte che rischiò di spettinare il signore con il parrucchino davanti a lui e non si degnò nemmeno di controbattere. Greg invece, che era seduto con Philip tre file più indietro e non aveva sopportato Sherlock tutto il viaggio, intervenne ironico.

- Nessuno applaude sulle scene del crimine  perché tutti vorrebbero darti un pugno, però c'è John che ripete "fantastico".

John si girò di scatto con uno sguardo omicida, mentre Philip rideva dietro a Greg. Sherlock fu tentato di rispondere, ma poi pensò che i "fantastico" di John superavano qualunque folla osannante e prese la sua valigia stranamente in silenzio.

Il viaggio fino in albergo fortunatamente non durò così tanto da annoiare ulteriormente il detective, che ormai si era rassegnato a doversi intrattenere da solo nel suo palazzo mentale; dopo aver superato l'enorme traffico della città che non dorme mai, finalmente arrivarono al Caesars Palace.

- La vostra prenotazione? - chiese la signorina della reception.

- Si abbiamo prenotato due stanze a nome Lestrade -

- Due? Credevo avessimo la suite - fece Anderson.

- Li hai 5.000 dollari per una notte? - chiese Greg ironico.

Anderson aprì la bocca come per ribattere e poi la richiuse.

Sherlock sbuffò scocciato e intervenne nella conversazione.

- Li ho io, la suite ha quattro camere? - chiese bruscamente alla signorina della reception. John capì che si era giocato ogni possibilità di provarci con lei nel momento in cui Sherlock aveva aperto bocca; la bionda aveva sicuramente pensato che erano quattro cafoni, così il dottore riprese a fissare l'enorme hall dell'albergo.

- Si signore - rispose la ragazza fintamente cortese.

- Perfetto - affermò Sherlock prendendo la chiave magnetica che la signorina gli stava porgendo.

Greg e Anderson si guardarono smarriti mentre John si preparava a portare in camera i bagagli.

- Sherlock da dove arrivano tanti soldi? - chiese Lestrade tenendo Sherlock per un braccio.

- Dalla carta di credito di mio fratello - rispose pratico.


***** *****

I quattro salirono fino all'ultimo piano, diretti nella camera più bella e più grande dell'hotel. Si poteva dire che l'atrio da solo avrebbe contenuto tutto l'appartamento di Baker Street, compresa la camera di John e la cucina della signora Hudson.

John prese la sua valigia e si dileguò ad occupare una stanza, forse per stare mezz'ora da solo e in tranquillità.

- Va tutto bene con John? - chiese Greg rivolto a Sherlock.

- Scusa? -

- Beh dopo il divorzio... insomma non so come si sente John a vivere il matrimonio di qualcun altro. Io non ero proprio contento quando avevo partecipato al suo matrimonio Per lui sarà lo stesso - fece mesto Lestrade. In realtà sperava che una vacanza a Las Vegas potesse distogliere John dai pensieri del recente divorzio da Mary, ma non riusciva a capire se l'idea fosse stata buona o meno.

- Non mi sembra stia soffrendo particolarmente - rispose Sherlock scrollando le spalle.

- Non so nemmeno perché lo sto chiedendo a te - rispose Greg fissando l'amico come se fosse un robot.

- Bene, iniziamo questo circo - si  disse fra se il detective, trascinando la sua valigia nella camera a fianco a quella di John.


***** *****

Quando finalmente tutti e quattro furono lavati, vestiti e pettinati decisero di scendere nel ristorante per la cena.

Mentre leggevano il menù delle pietanze Anderson ebbe una folgorazione.

- Sherlock... tu sei un genio -

- Sono impressionato Anderson... ci hai messo solo sei anni a rendertene conto - fece Sherlock lanciandogli uno sguardo sarcastico e continuando a guardare il menù.

- Intendevo che tu magari sei in grado di contare le carte al black-jack del Casinò... possiamo sbancarlo! - fece entusiasta.

La prospettiva sembrò rallegrare Sherlock, che almeno avrebbe potuto utilizzare la sua intelligenza. Anche John non sembrò del tutto indifferente all'idea di sbancare il Casinò.

- Ragazzi vorrei evitare di venir portato in un vicolo e picchiato dalla security prima del mio matrimonio - osservò Greg occhieggiando tutti e tre come avrebbe fatto un padre con tre figli adolescenti.

- Esagerato... contare le carte non è vietato. E' solo malvisto - fece Sherlock.

- Vi prego, voglio passare una bella serata in compagnia dei miei amici -

Tutti si guardarono con un leggero senso di colpa e smisero di essere fastidiosi.

Mentre decidevano ancora cosa prendere da mangiare, un cameriere portò loro una bottiglia di Prosecco come omaggio della casa e gli riempì i bicchieri.

- Sono contento che siate venuti ragazzi. Brindiamo alla notte che non scorderemo mai - fece Greg alzando il calice, seguito dagli altri tre.


***** *****

- Ma che diavolo?! -

John si trovava sdraiato a terra, in boxer, stordito e con la testa pesante. Si guardò attorno, era mattina e la camera era completamente devastata. Si mise a fatica in piedi intenzionato a raggiungere il divano quando inciampò su qualcosa di rumoroso e si trovò sdraiato a terra sopra a Sherlock.

- John?!? - chiese la voce del detective, ancora più profonda di prima mattina.

Solo allora John si accorse che Sherlock era completamente nudo, coperto solo da un minuscolo pezzo di stoffa e John era disteso sul suo sedere. Si spostò di scatto, rosso dall'imbarazzo.

- Cosa è successo John? - chiese Sherlock mettendosi seduto.

- Bella domanda... non mi ricordo niente da.... dalla cena - fece John massaggiandosi la testa ed evitando di guardare Sherlock, ancora molto nudo.

John sperava che l'amico avrebbe guardato la stanza e avrebbe capito subito cosa era successo, magari da una particolare macchia che si trovava sul divano o dal fatto che era nudo per terra, invece si limitò a scuotere la testa e sollevare le spalle.

Mentre John tentava disperatamente di ricordare cosa era successo quella notte Anderson arrivò di corsa, fortunatamente vestito.

- Ragazzi, meno male siete qui - gridò.

- Anderson, cavolo non urlare - fece Sherlock ancora frastornato.

- Non trovo Greg -

- Non è nella sua stanza stanza ? -

Philip scosse il capo.

- Cosa cavolo è successo?! - fece John, parlando tra sé.


Angolo autrice:

Eccomi qui, con una storia comica liberamente tratta dal film "Una notte da leoni", riveduta e corretta ovviamente.

Spero di avervi incuriosito, grazie a chi leggerà, seguirà e recensirà.

Un bacione.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B