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Autore: Rox    07/12/2008    1 recensioni
Aries Mac'Mahon è una ricercatrice farmaceutica orfana e irlandese. Per un contratto di lavoro, si trasferisce in Giappone dove si ritrova a lavorare alla Ryuzaky Pharmaceutical.
Ed è proprio li, mentre aspetta per firmare il contratto di lavoro, che vede dei quadri che riprendono dei sogni che faceva fin da quando era bambina.
Conosce la figlia del magnate e con lei esce a bere un caffè dove consoce le amiche di lei.
E, senza nemmeno rendersene conto, si ritroverà a dover affrontare la sua identità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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rayearth 4 Quando Lantis sentì pronunciare da Luce l'arrivo di una nuova ragazza proveniente dalla Terra, il sangue gli si gelò nelle vene.
Certo poteva essere chiunque, ma il dubbio che gli era balzato subito in mente era troppo forte per poter essere cancellato senza nemmeno prenderlo in considerazione.
Da moltlo tempo temeva il ritorno di quella bambina che secondo i suoi calcoli, oramai doveva avere attorno ai venticinque anni e che avrebbe potuto portare allo scompiglio tutta Sephiro che tanto aveva penato per trovare un minimo di equilibrio dopo che Luce aveva realizzato il suo sogno: dare ai citadini di tutto il pianeta la possibilità di costruirsi da soli un proprio futuro.
Se invece quella bambina fosse tornata, tutti gli equilibri creatisi si sarebbero potuti rompere portando di nuovo il caos nel regno.
Ecco quindi spiegato il perchè del ritorno dei tre cavalieri magici e dell'ultima colonna portante.
E quindi la permanenza sul pianeta di Luce sarebbe stata di nuovo solamente temporanea...
Scosse la testa e serrò la mascella guardando di sottecchi la donna che camminava di fianco a lui: non la stava toccando, nè abbracciando, eppure sentiva perfettamente il legame che li univa e le labbra rosse di baci e gli occhi luminosi di lei, erano una testimonianza abbastanza chiara, a chi sapesse leggere i segni, che tra loro le cose erano profondamente cambiate dall'ultima volta che si erano visti.
Aquila avrebbe di sicuro colto e apprezzato.
E cogliendo di sprovvista sia Luce che se stesso, si vide bloccare la camminata di Luce per trascinarla in un nuovo, profondo bacio dato per suggellare ciò che sentiva e per scacciare le oscure premonizioni che gli affollavano l'animo.

Aries inseguiva Geo nei tortuosi corridoi del palazzo e il fatto di indossare un'ingombrante camicia da notte, di certo non la aiutava a tenere il passo del'uomo che non sembrava minimaente interessato ad aspettarla.
"Ehi! Io non ho le gambe lunghe come le tue e questa cosa mi impaccia! Aspettami" si ritrovò infine a dire sacrificando il proprio orgoglio.
Geo la guardò di sottecchi e le sorrise e anche se il suo passo rimase uguale a prima, Aries dovette per forza notare che in realtà lui non era intenzionato a correre, nè tantomeno distanziarla, ma semplicemente quella era la sua camminata naturale e andare più lentamente gli sarebbe risultato molto difficile.
"Perdonami" le confermò lui poco dopo " ma non riesco proprio ad andare più lento di così. Deformazione professionale, credo. Nell'esercito non si aveva molto tempo per andare con calma e tranquillità!"
"Sei stato nell'esercito?" gli chiese lei interessata e fregandosene della creanza, si raccolse la lunga e ingombrante gonna tra  le mani, lasciando scoperti i piccoli piedi nudi.
Lui notò subito questo suo nuovo atteggiamento e il fatto che lei fosse scalza, lo fece sorridere.
"Si certo. Sono entrato in accademia che ero ancora un ragazzetto un po' stupido anche, ma la disciplina l'ho dovuta imparare in fretta se non volevo restare tutto il giorno in punizione nelle cucine a pelar patate! Poi dopo un paio di mesi passati a pulire tuberi, ho conosciuto Aquila che mi ha dimostrato che potevo impiegare le mie energie in qualcosa di molto più costruttivo e dal li, alla fine, mi sono diplomato con il massimo dei voti e sono diventato vice comandate della NSX. E dopo la morte di Aquila l'ho comandata ancora per un po', poi mi sono dimesso dai gradi e sono venuto qui su Sephiro per intraprendere un nuovo tipo di missione."
Le sorrise mentre Aries annuiva e rifletteva su quello che lui le aveva appena detto.
"Mentre tu? Che fai sul tuo pianeta?"
La donna gli sorrise e alzò le spalle:
"Sono una ricercatrice farmaceutica. Molto meno eccitante che essere un comandante di una nave da guerra spaziale, ma nel mio piccolo contribuisco anche io alla salvezza di molte vite umane.
La mia ricerca si concentra su una malattia degenerativa molto famosa sul mio pianeta che colpisce sopratutto le persone più anziane con effetti devastanti. La mia ricerca consiste nel trovare una cura veramente valida contro ciò, anche se la cosa è molto difficile e ci vogliono moltissimi soldi.
E' per questo motivo che ho conosciuto Marina: lei è la figlia del mio capo ed ero appena arrivata a Tokyo quando siamo poi state trasportate qui..."
Geo annuì e si mise le mani in tasca mentre rifletteva:
"Sai quello che faui è molto più importante che qualsiasi altra cosa io possa fare. Tu lotti per salvare gente che nemmeno conosci da qualcosa di molto più subdolo e letale di un nemico di guerra.
Il tuo nemico è qualcosa contro il quale non potrai mai mettere una vera e propria parola fine e nonostante tutto, tu continui nella tua ricerca.
Devi avere un grande carattere per poter sopportare la quantità di delusioni e fallimenti senza però smettere di provare."
Aries lo guardò e per la seconda volta nella gionata, gli posò una mano sul braccio ringraziandolo silenziosamente per le parole di comprensione che le aveva appena rivolto.
I due si guardarono negli occhi ed entrambi sentirono tra loro scorrere qualcosa di indefinito, ma di molto forte che li lasciò quasi enza fiato.
Aries scostò subito la mano dal braccio muscoloso dell'uomo e in un istinto di pudore lasciò che la lunga gonna della camicia da notte, le ricadesse lungo le gambe, coprendole completamente.
Geo tossicchiò, mentre si passava nervoso una mano tra i capelli guardandosi intorno.
L'imbarazzo calò tra i due, mentre i secondi passavano inesorabilmente attorno a loro pesanti come macigni.

Luce socchiuse leggermente gli occhi dopo il bacio imprevisto e impetuoso di Lantis: a dispetto da quello che poteva sembrare, doveva essere un uomo molto passionale che si lasciava trasportare dalle emozioni anche se di solito tendeva a reprimerle... e non è che la cosa le dispiacesse troppo... Anzi....
Sensuale come una gatta, gli accarezzò dolcemente la guancia mentre un sorriso languido le si dipingeva in volto che si allargò quando notò lo sconcerto negli occhi dell'amato: anche lui non doveva aver previsto la cosa e il fatto di riuscire a fargli perdere la testa e la sua proverbiale calma, era qualcosa di molto soddisfacente per Luce.
I due nemmeno si resero conto che, trovandosi proprio al centro del castello dove tutti i corridoi convergevano, si stavano avvicinando a loro molte persone.
Anemone e Ferio comparivano dai giardini, Marina dalla Sala Grande e Geo con Aries dal Corridoio della Stirpe.
In breve tutti si ritrovarono al centro e iniziarono gli scanbi di saluti tra tutte le persone presenti.
Solamente Aries rimase in disparte non conoscendo nessuno, ma ben presto si rese conto che due occhi la stavano fissando con intensità e, voltandosi, si ritrovò a fissare due occhi molto simili a quelli dell'uomo dalle vesti nere dipinto nei quadri con quella donna bionda.
Il suo sguardo però era molto più penetrante e profondo e sembrava che la stesse analizzando con precisione in ogni sua minima espressione e fisionomia.
Alzando un sopracciglio, gli ricambiò la medesima occhiata lasciando intendere all'uomo che non aveva nessuna intenzione di lasciarsi studiare così.
L'uomo le si avvicinò e notò che la sua mole era davvero imponente, così come la spada che gli pendeva dal fianco.
"E così tu devi essere l'amica di Luce, Marina e Anemone. Io sono Lantis"
Aries lo guardò e annuì, mentre con un impeto di orgoglio alzava il mento e lo fissava con sfida.
"Aries Mc'Mahon"
E proprio in quel momento l'elastico che le teneva legati i capelli, decise di spezzarsi lasciando che i suoi lunghissimi capelli neri, le ricadessero sulle spalle.
E vide l'uomo davanti a lei sbiancare sentendolo pronunciare una sola parola, un solo nome:
"Saphire..."

  
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