Quel bacio casto a fior di labbra… quel calore alle guance per entrambi… eravamo timidi e lo siamo ancora… beh forse un po’ meno adesso, almeno nell’intimità, almeno tra di noi…

All’epoca, però, avevamo quattordici anni, eravamo amici da cinque, in apparenza, in realtà io l’ho amato da subito… beh a nove anni era una cotta, a dodici un sentimento forte, a tredici ho capito che era amore.

Lui mi ha detto di essersi accorto di me come “ragazza” intorno ai quattordici, praticamente giusto qualche mese prima di quel bacio, quindi forse lui è stato più veloce… anche se a dirlo non ci crederebbe nessuno…

Quel giorno lo ricordo ancora… tre giorni prima lui aveva fatto a botte con Kanda, o meglio le aveva prese e aveva dato un solo calcio poderoso dei suoi, e Kanda era volato via letteralmente e si era fatto male alla spalla. Quel giorno avevo pianto per lui, per l’ennesima volta, mi ero preoccupata per lui... ma quella fu l’unica volta in cui ricevetti qualcosa in cambio, qualcosa di grosso… quel “ti amo” sussurrato ai piedi di un albero.. quelle due parole che mi hanno lasciata a bocca aperta…

Le lacrime hanno rigato ancora il mio volto, lacrime di felicità però.

Tre giorni dopo accadde… l’allenamento era finito e noi tornavamo a casa da soli, finalmente non dovevamo più contare sui nostri amici per star soli, non dovevano più fingere di aver ricordato chissà quale impegno per lasciarci lì in piedi a guardarci negli occhi, rossi come peperoni.

Potevamo andarcene da soli e basta, passeggiando con i gomiti che si sfioravano, mai per mano, troppo per noi quel gesto innocente.

Poi quell’angolo in cui le nostre strade si dividevano tutte le sere, quel momento in cui lui mi ha guardata, io ho sorriso, mi sono alzata in punta di piedi e ho posato le labbra sulla sua guancia. Quel momento in cui ho sentito la sua mano sul mio braccio a stringere la stoffa della divisa per non farmi allontanare da lui, io che ero arrossita ancora di più e lo guardavo, lui che posava le labbra sulle mie per poi scostarsi subito, come se si fosse scottato, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato.

I nostri occhi che si fissavano, i nostri sorrisi che si aprivano piano e noi che ci allontanavamo felici e confusi da quel sentimento forte che era scoppiato tra noi.

Il nostro primo bacio.

Ora sono qui seduta sul divano nella mia casa di Barcellona, sono qui ad attendere il ritorno di mio marito. Sorrido quando lo sente entrare, sorrido e chiudo gli occhi.

Poi lo sento il suo respiro sul mio viso, le sue labbra sulle mie… un brivido mi percorre, apro gli occhi e il mio sorriso esplode.

Lui è lì davanti a me e mi guarda malizioso, siamo felici esattamente come quel giorno, anzi ora di più perchè quel sentimento, piccolo ma già forte, nato a quell’angolo noi lo abbiamo accudito, custodito, difeso e fatto crescere.

Sono Sanae Ozora e amo il mio fantastico marito e oggi glielo dico, come quel giorno di tanti anni fa, quando mentre mi allontanavo dall’angolo gli ho sussurrato quel “Ti amo Tsubasa”.