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Autore: Gold Nightmare    23/02/2015    2 recensioni
[JASICO]
Dalla storia:
[..]L’altro continuò a fissarlo con gli occhi sbarrati. Perché gli aveva raccontato questa storia? Cosa c’entrava Andromeda? Migliaia di domande e nessuna risposta. Alla vista della faccia di quest’ultimo, il ragazzo iniziò a ridere -Sai cosa vuol dire questo?- chiese con aria di sfida. Ci pensò un po’ su prima di rispondere -Che sei stato attento nell’ora di astronomia?- chiese insicuro.
-Luke Castellan :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   The Stars        
    
-Ti sembra mai- sospirò prima di continuare la frase per poi cercare i suoi occhi -… di essere diverso?
Concluse alzando gli occhi al cielo. Quella notte erano ben visibili le stelle, riuscì a distinguere qualche costellazione ma, non troppe, non era stato molto attento alla lezione di astronomia. Abbassò lo sguardo verso di lui incontrando i suoi occhi ancora intenti a cercare di capire il senso di quella domanda improvvisa. Mise la mano sul bordo di marmo del muretto e saltò sopra sistemandosi i jeans sporchi di polvere. -Che intendi dire?- chiese quasi non curante alla domanda del ragazzo. Il primo si guardò le punte delle scarpe arricciando le labbra in un’espressione confusa. Alzò le spalle e socchiuse gli occhi per poi continuare -Non so, intendo dire ti sei mai sentito- strinse i denti per trovare la parola adatta, gli occhi gli si illuminarono per aver trovato la risposta -uhm… sbagliato, strano, discriminato…- pronunciò l’ultima parola quasi cose se stesse soffrendo. L’altro -che nel frattempo stava ancora pulendosi i pantaloni- alzò lo sguardo accennando un piccolo sorriso. Davvero gli sembrava così idiota la domanda? Scosse lievemente il capo in segno di divertimento scompigliandosi i capelli biondi che svolazzavano liberi nel leggero venticello che si era appena alzato. Guardò di nuovo il suo sorriso così perfetto. Gli occhi azzurri erano socchiusi e divertiti, come se la domanda che gli avesse fatto, fosse la cosa più ridicola al mondo. Ancora con il sorriso sulle labbra appoggiò la testa al muro dietro. Chiuse gli occhi e cominciò anche lui a guardare le stelle. Alzò la mano per indicare qualcosa nel vuoto.
 -Conosci la storia di Cassiopea e Andromeda? Le disgrazie di Andromeda cominciarono il giorno in cui sua madre sostenne di essere più bella delle Nereidi un gruppo di ninfe marine. Queste, offese, decisero che la vanità di Cassiopea aveva superato il limite e chiesero a Poseidone, di darle una lezione. Per punizione, Poseidone mandò un mostro terribile contro le cose del suo regno. Per quietare il mostro doveva sacrificare la figlia che più ripudiava. L'innocente Andromeda, solo per il fatto di essere “diversa”, fu incatenata a una costa rocciosa per espiare le colpe della madre. Mentre Andromeda se ne stava incatenata alla rupe battuta dalle onde, pallida di terrore e in lacrime per la fine imminente, l'eroe Perseo, capitato da quelle parti, le chiese come si chiamava e perché era incatenata lì. Andromeda, completamente diversa dalla vanitosa madre, in un primo momento, per timidezza, neanche gli rispose. Perseo continuò a interrogarla. Alla fine, gli raccontò la sua storia, Perseo innamoratosi di questa dolce fanciulla, si lanciò contro il mostro, lo uccise con la sua spada, liberò Andromeda e la fece sua sposa.
L’altro continuò a fissarlo con gli occhi sbarrati. Perché gli aveva raccontato questa storia? Cosa c’entrava Andromeda? Migliaia di domande e nessuna risposta. Alla vista della faccia di quest’ultimo, il ragazzo iniziò a ridere -Sai cosa vuol dire questo?- chiese con aria di sfida. Ci pensò un po’ su prima di rispondere -Che sei stato attento nell’ora di astronomia?- chiese insicuro. L’altro scosse nuovamente il capo. -Che non bisogna essere vanitosi?- un’altra risata. -E’ molto più semplice di quanto credi…-. Alzò lo sguardo deciso -Che sei ubriaco fradicio e che è meglio andare dall’eroe Perseo.
Appoggiò la mano sul cornicione e saltò giù dal muretto dirigendosi verso il luogo della festa abbandonata l’ora prima. -Eddai, è facile.- scese anche lui dal muretto per andare incontro al ragazzo ma, questo, continuò a camminare ignorandolo finché Jason non gli prese la mano e lo strattonò a se catturandolo in un abbraccio. S’inginocchiò ai piedi dell’altro -Signor Di Angelo, le andrebbe di offrimi questo ballo?- chiese sfoderando uno dei suo sorrisi più teneri e convincenti. Il moro scosse la testa cercando di staccarsi mentre ancora rideva. -E con quale musica signor Grace?- chiese malizioso.
Jason fece finta di pensarci sopra finché non cominciò a cantare i versi di una canzone, della loro canzone.
“You, you walked into the room
On a Friday afternoon
That's when I saw you for the first time
And I was paralyzed

I had a million things to say
But none of them came out that day
'Cause I was never one of those guys
That always had the best lies
Time stopped ticking
My hands keep shaking
And you don't even know that […]”
Iniziarono a ondeggiare lentamente uno abbracciato all’altro. Jason fece fare una giravolta alla sua dama -Andiamo Jas…- sussurrò Nico cercando di lasciarlo. L’altro appoggiò delicatamente la testa sulla spalla di questo. Per poi sussurrargli qualcosa come -No, finché non canti non ti lascio.- disse con tono birichino. Il figlio di Ade protestò -Ma io non so cantare…- sbuffò spazientito- e va bene, lo hai voluto tu.
I try to speak, but boy you got me tongue-tied
I try to breathe but I'm f-f-f-frozen inside
I try to move but I'm stuck in my shoes
You got me paralyzed, paralyzed, p-p-p-paralyzed
I see you walking, but all you do is pass me by
Can't even talk, cause words don't come into my mind
I'd make a move if I had the guts to
But I'm paralyzed, paralyzed, p-p-p-paralyzed
Now I learned a lot from my mistake
Never let a good thing slip away
I've had a lot of time to look back
And my only regret is
Not telling you what I was going through
But you didn't even know that

-No dai sei bravo… più o meno.- ghignò Jason. Nico si fermò a guardarlo e arrossì. Tra i due c’era un gioco di sguardi nascosti che andava avanti già da un po’. Si maledì mentalmente solo per aver pensato a Jason non solo come un amico ma, come qualcosa di più. Cercò di cambiare argomento -Non mi hai raccontato lo scopo della storia…- incrociò le braccia al petto. Il biondo si strinse le spalle e sospirò -E’ per dimostrarti che Andromeda ha pagato gli errori della madre solo perché era diversa. Ma nonostante la sua diversità qualcuno l’ha ritenuta normale…- Nico continuò a fissarlo -In che cosa era diversa?- Jason divenne improvvisamente serio -Non era come le altre ragazze. Lei era intelligente, introversa e solitaria. L’esatto opposto della madre che, non l’ha mai accettata per questo.- mise un braccio attorno al collo dell’altro -e, quindi?- Jason strofinò la mano sui capelli del figlio di Ade -Ma tu non capisci proprio niente, eh?- disse ridendo -A volte veniamo discriminati per quello che siamo… la morale è che non bisogna fare differenze. Perché possiamo mettere a serio pericolo la vita di alcuni.- concluse ritornando a fissare gli occhi neri di lui. Si osservarono a vicenda per quelli che potevano sembrare due ore, come potevano essere benissimo cinque minuti. Si avvicinarono lentamente, senza badare alle urla della festa in lontananza; erano solo loro due. E nessun altro. Ormai sentivano l’uno il respiro dell’altro vicinissimo, Jason giurò di aver sentito il battito estremamente esagerato del ragazzo. Il biondo spostò lo sguardo dagli occhi neri di Nico fino alle sue labbra. Quest’ultimo, accortosi del gesto di lui, arrossi lievemente ma, nonostante questo, non riuscì a distogliere lo sguardo da Jason. Ed ecco, si stavano avvicinando ancora di più. Il figlio di Giove alzò la mano indicando una scia bianca nel cielo. I suoi occhi si illuminarono alla vista di una stella cadente. Tornò a guardare il ragazzo sorridendo -Esprimi un desiderio!- Nico scosse la testa -Certo che sei proprio un bambino!- disse ridendo. Jason gli spostò un ciuffo ribelle dietro l’orecchio. -Cos’hai espresso???- chiese poi curioso. Nico alzò gli angoli della bocca in un lieve sorriso e poggiò le labbra su quelle del ragazzo. Jason spalancò gli occhi per poi rispondere al bacio. Si abbracciarono senza mai staccare le labbra. Quando riuscirono a staccarsi Jason rimase a fissare Nico. -E’ questo il tuo desiderio?- Si ribaciarono appassionatamente, finché Nico non disse quelle maledette parole.

-Sai, è bello essere diversi.
FINE...
 
-Luke Castellan :)
   
 
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