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Autore: Mokusha    23/02/2015    2 recensioni
30 Days OTP Challenge - 100% Klaroline
Day 1- Holding Hands
Allora è così che ci si sente quando di perde il controllo - pensava la vampira - una marionetta, un burattino, a cui hanno tagliato i fili, che non fa altro che precipitare, e precipitare, inghiottito da una voragine d’infelicità.
Day 2- Cuddling Somewhere
Dietro a tutto ciò che li animava - Caroline pensava che Klaus avesse gli occhi più vivi in che le fosse mai capitato di incontrare - vi era una supplica tanto muta quanto potente.
Day 3- Gaming/Watching a movie
Klaus sorrise. Cominciò a contare.
“Uno…“
Day 4- On a Date
“Io non ho accettato di passare il pomeriggio con te.” gli disse in rimando “Dire che mi hai costretta sarebbe più corretto."
“Sminuisci il nostro appuntamento, Caroline?”
Day 5- Kissing
“Qualunque cosa tu stia per dire è una menzogna, dolcezza. Imparerai ampliare la tua concezione di moralità, non appena comincerai a godere davvero della tua immortalità. Sai, Caroline, dovresti abbracciare di più il tuo lato oscuro. "
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DAY FOUR: ON A DATE

WHISPERS OF LIFE


“Si può sapere dove mi stai portando?” sbuffò Caroline, arrancando dietro a Klaus.
“Non è necessario che tu lo sappia, dolcezza, il fatto che tu abbia accettato di passare il pomeriggio con me, non implica che io debba darti spiegazioni” rispose lui, proseguendo senza voltarsi.
La vampira alzò gli occhi al cielo.
“Io non ho accettato di passare il pomeriggio con te.” gli disse in rimando “Dire che mi hai costretta sarebbe più corretto."
“Sminuisci il nostro appuntamento, Caroline?”
Anche se in quel momento le stava dando le spalle, la ragazza poteva indovinare il sorriso in cui si erano piegate le labbra di Klaus solo dal suo tono.
“Questo” borbottò “Non è un appuntamento.”
Lui ridacchiò, ignorandola.
Continuarono a camminare in silenzio, fino a quando il bosco cominciò a farsi meno fitto, e si aprì in una radura di fronte a loro.
“Siamo arrivati.” annunciò Klaus, porgendole una mano. Caroline gli passò accanto senza afferrarla, e rimase incantata di fronte allo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi.
Klaus si godette ogni singola sfumatura di stupore che illuminò il viso della ragazza.
La radura era meravigliosa, sembrava che lì il tempo si fosse fermato centinaia e centinaia di anni prima.
Era pieno di lucciole, e il profumo, oh, il profumo. Caroline non aveva mai sentito un profumo tanto buono in vita sua.
Al ramo di un albero a nord di quel piccolo paradiso erano state legate due corde intrecciate a fiori ed edera, per fare da sostegno ad un’altalena, un po’ rudimentale, ma bellissima.
Da bambina, aveva sempre sognato di averne una simile nel suo giardino. 
Le lucciole, e i raggi del sole, ormai timido, prossimo ad addormentarsi dietro l’orizzonte, si riflettevano sulla superficie di un piccolo laghetto.
La ragazza sbatté le palpebre, convinta che quella visione si sarebbe dissolta in un battito di ciglia.
“Felice di averti impressionata, dolcezza.” proferì Klaus, rompendo il silenzio.
“Esiste davvero?” domandò Caroline, voltandosi verso di lui. “Questo posto esiste davvero?”
Lui si strinse nelle spalle, corrugando la fronte.
“Chi può dirlo, tesoro? Chi stabilisce cosa esiste e cosa no? Questo posto, tu, io, esistiamo?”
La ragazza fece una smorfia.
“Non sapevo fossi anche un filosofo. Mi ero fermata ad assassino senza scrupoli, accecato dall’odio, dalla vendetta, dal potere e dal proprio ego.” sputò, velenosa.
Klaus si rabbuiò per un momento.
“ Immagino che quando la propria esistenza sia destinata all’immortalità, la filosofia diventi d’obbligo.”

A Caroline non sfuggì la nota di tristezza gli aveva impastato la voce, e le dispiacque essere stata così brusca.
Sospirando, si diresse verso l’altalena, ne accarezzò le corde, prima di accomodarsi sulla tavoletta di legno che fungeva da sedile.
Inizio a dondolarsi avanti e indietro, lentamente, senza staccare i piedi da terra.
Klaus era così… intenso.
Le emozioni che lui provava erano vive, e contrastanti e forti. La investivano sempre.
Un attimo prima sembrava dominato da una rabbia incontrollabile, quello dopo era gentile e cordiale, e quello successivo sembrava solo… smarrito.
Divorato da una malinconia così profonda e antica, che Caroline non riusciva bene a decifrare.
“Cosa vuoi, Klaus?” gli chiese, senza mezzi termini.
“Cosa ti fa pensare che io voglia qualcosa?”
Lei lo guardò, sollevando un sopracciglio.
“Perché tu vuoi sempre qualcosa, e non ti importa cosa dovrai sacrificare per averla. Sei pronto a tutto per avere ciò che vuoi.”
“Quindi non potrei solamente apprezzare la tua compagnia?”
“No!” rispose secca.
L’Originale si irrigidì, e Caroline si rese conto di averlo ferito di nuovo.
“Perché, tesoro?” indagò “Mi credi incapace di provare dell’affetto per te, o non ti ritieni all’altezza delle mie attenzioni?”
Lei esitò.
Qualcosa traballò nel profondo del suo cuore, e si accorse che Klaus aveva centrato il punto. Se ne rese conto anche lui, che sorrise, beffardo.
“Questo, Caroline” spiegò, indicando con un gesto il luogo in cui si trovavano “E’ uno dei posti che considero miei al mondo.”
“Provi spesso questo senso di possessione?” borbottò lei, con una punta di acidità nella voce.
L’ibrido incassò il colpo con un sorriso sornione.
“Continuamente.”
“Perché mi hai portata qui?” insistette Caroline. 
“Te l’ho detto.” replicò lui “Volevo passare del tempo con te.”
“Ma perché?” sbottò la biondina “Qual è lo scopo della tua vita, stavolta?”
“Vita?” ripeté Klaus. Il tono con cui aveva pronunciato quella parola le fece stringere il cuore, confondendola di nuovo. “Quale vita, Caroline? Credi che le conquiste, la vendetta, le mie azioni che giudichi tanto deplorevoli, siano vita? Sono conti in sospeso, dolcezza, e tu sei troppo giovane, e non mi conosci abbastanza per stabilire se siano lecite o no. Io esisto, qualunque cosa significhi, e il mio comportamento è semplicemente la conseguenza della mia immortalità, Caroline, e ne sono già ampiamente abituato” sbottò. “Ma tu” continuò, raggiungendola alle spalle e cominciando a spingere l’altalena “Tu mi fai desiderare di vivere.”
La sua voce era ruvida, carica di desiderio, passione, e disperazione, e la sua onestà in quel momento era così disarmante che la ragazza si sentì quasi a disagio, di fronte all’anima nuda dell’uomo che la cullava.
“Niklaus…”
Lui sospirò, mentre l’altalena la riportava verso di lui, afferrò le corde tirandola verso di sé.
“Sì, Caroline?” soffiò in un sussurro roco, al suo orecchio.
“Dimmi cosa vuoi.”
Il tono della ragazza non era perentorio questa volta, anzi, arrendevole, quasi accogliente.
Le labbra di Klaus le carezzarono la guancia, bisbigliandole la risposta sulla pelle.

“Te.”


Note Autrice: Sono in ritardo, lo so. Maaa, prima o poi doveva succedere, no? Lo sapevamo tutti. Allora, allora, mente scrivo queste note devo ancora scegliere un titolo per questo capitolo, ma il prompt di oggi era “on a date” ovvero “ad un appuntamento”, probabilmente ampiamente reinterpretato.
Non lo so, mi merito pomodori marci, dovrei andare a vendere le banane agli scimpanzé?
Fatemi sapere, bella gentaglia <3
Il premio di oggi sono tre giorni in una SPA con Elijah Creo che quel poveretto abbia bisogno di rilassarsi. :’)

Un enorme, enormissimo, GALATTICISSIMO grazie a chi ha recensito/preferito/seguito. Siete la meraviglia. La luce dei miei occhi. Giuro. E vi voglio tanto bene.

Per chi ha visto TVD: Io me ne voglio andare. ME NE VOGLIO ANDARE. Perché noi poveri cristi meritiamo di soffrire così (e ATTENZIONE, SPOILER 6X14. Adesso ditemi ditemi quanto bisogno di Klaus ha avuto Caroline in questa puntata. Quanto. Cioè ditemi. Piango)

Adesso la smetto di cianciare e di scrivere più nelle note che nelle storie, e vi lascio alla vostra vita, che è meglio.
Al prossimo aggiornamento ;)
Mokusha
   
 
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