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Autore: De Profundis    23/02/2015    1 recensioni
Questa poesia narra di un uomo, un uomo considerato da tutti un "vecchio pazzo", un uomo che con i suoi occhi spenti riusciva a vedere oltre le cose, oltre questo mondo di odio e apparenze, un uomo che fino alla fine dei suoi giorni continuò a sognare di fate e di gnomi, un vecchio bambino che mi fece diventare quello che sono... quell'uomo alla quale devo tutto...Mio nonno.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(A te che mi hai cresciuta nelle tue dolci favole...grazie nonno...)

Un giorno conobbi un vecchio pastore
Per gli altri era un folle, per me era un mago
Narrava di boschi,di fiumi e di alpi 
Narrava di vite, di storie diverse.

Tesseva i racconti con un sottile spago,
Su tela mostrava quei luoghi sperduti
Vedeva creature per noi inesistenti,
Fissava il cielo con occhi sognanti.

Veniva da me che unica e sola,
Ascoltavo i racconti con molto sospetto
Non credevo a tutto, ma ascoltavo rapita 
Aspettavo con ansia di dirle poi a scuola.

Ero piccola e pura, vedevo le fate 
Vedevo quei mari, quei posti sperduti
E lui sorrrideva e continuava a narrare
Per gli altri era un vecchio,un uom' da schernire.

Di giorno in giorno cominciò a non vedere,
I suoi occhi coperti da un terribile spettro
Ma non si arrese, continuò a raccontare,
nn vedeva con gli occhi, vedeva col cuore...

Così diventai i suoi occhi, pupille...
Vidi al suo posto quelle albe e i tramonti,
Lo stormo di merli che all'imbrunire passava,
La neve che tutto il villaggio taceva.

Diventammo un tutt'uno, io grande lui bimbo,
Ascoltava di tutto ma non si stupiva,
E come un mago continuava a insegnarmi
L'amore per tutto l'ivisibile agli occhi.

Mi crebbero pazza, fui allontanata 
Derisero me e lui, non lo abbandonai
Mi odiarono perchè ero diventata 
L'immagine riflessa del suo specchio.

Un giorno il suo cuore iniziò a tremare
E con lui il mio e tutti i suoi mondi,
Ma lui continuò a raccontare
Col filo di voce che gli rimaneva...

Un mago, un scrittore, un dolce burlone
Un vecchio un po pazzo con un grande cuore...
Tutti gioirono al suo non parlare 
Crebbero tutti che il gelo portasse via tutto di lui

Non era vero, lo voglio gridare,
Nel vacuo sguardo e nel debole cuore
Ancor continuava a raccontare
Raccontar a me che potevo vedere...

E se ne andò quel pazzo burlone,
Come voleva, sognando avventure
Con un sorriso, gli eroi muoiono sempre così
Anche questo mi aveva detto...

E a voi che soffocati da questo lazzo 
A voi che  inseguite  falsi traguardi
A voi che nel faggio non vedete la driade, chiedo...
Chi era tra noi il vero vecchio pazzo? 

Ringrazio tutti coloro che leggeranno la poesia :) 
   
 
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