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Autore: WinryRockbelltheQueen    08/12/2008    10 recensioni
EdWin.
Questa fic è ambientata a Tokyo, con una Winry tuttofare ed un Edward molto, molto... ehm, diverso. Aspettatevi di tutto da questa fan fiction!
Tratto dal primo capitolo:
Prendendo ciò che rimaneva del frullato,Winry si trascinò di nuovo alla panchina di prima, buttandosi e chiudendo gli occhi. Chinò la testa all'indietro, sperando che, sulla panchina dietro di lei, non fosse seduto nessuno. Ma, ovviamente, così non era. - Stattene al posto tuo.- disse una voce. - Oh, mi scusi!- disse lei, prima alzandosi, poi voltandosi - mi scusi davvero!- -...umpf.- Winry non credette ai suoi occhi. Il ragazzo di prima. Lo fissò, e lui sorrise, con un ghigno. - Beh?- - Eh?- - Non farmi l'eco, stupida.- -Scusa? - l'aveva chiamata stupida? - Sei davvero così stupida o fai finta?- - Non credo di capirti.- - Oh sì. Fai sul serio.- poi, benedizione, il cellulare della bionda squillò. - Pronto? Ah, ciao zietta. Sì, sono a lezione. No, non credo di passare per...eh? Quando esco? E se ritardo non fa niente?... hmmm... Ah, allora ok. E passo anche a prenderti la cena? Poi posso andarmene a casa mia? Ok,ok...sì,scusa...ok,ok! Ciao.- - Bella conversazione.- - Fatti i cavoli tuoi.- - Stai calma, tesoro.- - Stai calmo tu, carino.- - A detta di molte.- - Ecchissene.- - Oh, ribelle.- - Oh, idiota.- - Stai-calma-ti-ho-detto.- - Altrimenti?- Lui si alzò e se ne andò. Ma, sicuramente, sarebbe stato meglio risolvere tutto in quella manciata di secondi.
P.S.: Introduzione di un 'Nuovo Peroaggio', Emika. E' un personaggio di contorno. Ma... chi sarà veramente Laplace?
Genere: Triste, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Un pò tutti, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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ficcy nuova
Requiem for a Dream

01: Errare è umano,ma i tuoi sbagli sfiorano la dannazione,non credi?



Il primo errore che feci fu quello di incontrarti.


Camminare per le strade di Tokyo non era difficile,se ci si sapeva ambientare. E nemmeno spostarsi tra i quartieri con le metro,se era per questo. Ma,era forse sicuramente difficile fare la spesa nei supermarket se non si possedeva la lista delle cose da comperare. Questo fu uno sbaglio che Winry non dimenticò mai. Si trovava a gironzolare,quindi,tra scaffali e reparti,senza riuscire a comprare qualcosa che servisse realmente. Senza contare che era in ritardo per le lezioni di chitarra.
Era un pomeriggio 'no'.
E le si erano anche spezzate due corde. Nemmeno sganciate,proprio rotte. A metà. Ma la cosa più interessante, e allo stesso tempo bella, era che con sè non aveva nemmeno la chitarra. L'aveva dimenticata a casa,dopo esser uscita da scuola in ritardo - causa pulizie - . Era ancora in divisa,ed aveva con sè la cartella, con gli spartiti al posto del libro di geografia,- materia che detestava, tra l'altro -.
Scrutò attentamente dei tramezzini. Si guardò attorno, e -senza farsi vedere -,li annusò. Sembravano commestibili. Se prendeva un paio di confezioni,le sarebbero bastati per un break al momento,e per la cena. E poi,dopo la lezione,visto che sarebbe stato ancora giorno, sarebbe potuta ripassare al market. Perfetto.
Ne prese una confezione in mano: tonno. Bleah.
Dopo aver trovato ciò che più la aggradava,si diresse a pagare.
Uscita fuori dal negozietto,rivolse prima gli occhi al cielo,come al solito limpido e azzurrissimo,degno di un settembre come desiderava, poi all'orologio: le quattro e mezza. Da venti minuti si trovava fuori da scuola. E,sempre tra venti minuti,doveva andare a lezione. Corri,corri.
Iniziò a correre per la strada,affollata e caotica,verso la sua destinazione. Doveva ametterlo: quel quartiere aveva delle scorciatoie e dei vicoletti che,per certe situazioni,erano davvero comodi. Stringeva il sacchetto con i tramezzini e la cartella tra le braccia, e correva velocissima, evitando la gente, per il corso principale. Guardava a destra e a sinistra,cercando il vicolo che pensava più conveniente percorrere.
'Ma possibile che nei vicoli vi sia così tanta gene?!' pensò, mentre si guardava attorno. Localizzò il 'suo' vicolo,e svoltò verso destra, sotto gli occhi critici dei passanti. La intimoriva il fatto che vi fosse un ragazzo,appena uscito da un pub, con una bottiglia in mano (losco!); ma se si sbrigava poteva anche ignorarlo. Su,corri.
Appena nel vicolo, il ragazzo di prima la squadrò attentamente, posando la bottiglia e accendendo una sigaretta. Winry,nella corsa, lo esaminò,anche se di nascosto, con la coda dell'occhio: nonostante l'abbigliamento - una forte influenza Emo,o Punk, pensò -, la bottiglia e la sigaretta, il ragazzo aveva la faccia da 'bravo ragazzo', con quei capelli lunghi e biondi, raccolti in una treccia,e quegli occhi di un colore 'abbastanza strano per essere vero'. Non c'era da preoccuparsi.
Il collo adornato da un 'catenone per scooter' argento,ed un collare nero con borchie piatte; i polsini - uno nero a righe bianche e l'altro con borchie appuntite -, i pantaloni quasi attillati e la maglia abbinata al polsino a righe,rendevano quell'adolescente davvero particolare. Non ve ne erano molti,a Tokyo.
Infischiandosene,comunque, Winry arrivò alla scuola, in tempo per la lezione. Entrò nell'aula ancora vuota, spostando gli sgabelli verdi bottiglia, vecchi e puzzolenti, per cercare una qualche chitarra in disuso. Dopo averne trovato una, si sedette su uno sgabello ed iniziò ad accordarla. Doveva ammettere anche questo: per avere solo quindici anni, era già un piccolo genio della musica. Di questo passo sarebbe diventata la nuova chitarrista dei TheGazettE, assicurandosi una vita tutta rose e fiori con Reita. O con Aoi. O con Kai,certo. Che scelta ardua.
Intanto,il ragazzo del vicolo, dopo aver terminato la sigaretta, guardò la bottiglia con cui era uscito dal locale. Era a metà. E non gli andava per niente di terminarla,per niente proprio. Decise quindi si afferrarla, e lanciò il contenuto contro un passante.
- Dannazione, ragazzino, ma che cavolo fai?!- chiese inviperita una vecchia signora.
- Getto quello che non voglio.- disse lui nella totale indifferenza.
- Esistono i cestini, caro ragazzo!- rispose alzando il bastone, ottimo ausilio per la camminata, puntandolo verso di lui - capisci? E poi sono un'anziana signora!-
- E non rompere, vecchia. Stai in putrefazione, non aggravare la tua situazione.- disse abbassando il bastone con il piede destro.
- Brutto...!- iniziò la vecchia.
-  E ancora che perdo tempo. Uffa. Ah, - disse, come ricordandosi qualcosa - devo rimettere la sbronza. Ci ribecchiamo, vecchia. Al cimitero, direi, vista l'età.- disse andando lentamente verso la buia fine del vicolo. Intanto, l'anziana, sconcertata, aveva ripreso a camminare.
Il ragazzo, dopo aver fatto quello che doveva, rientrò nel locale, sedendosi al bancone.
- Allora, com'era?- chiese il barman.
- Faceva schifo. Posso sapere cosa diavolo ci hai messo dentro? Bah, Laplace, mi sconvolgi.-
- Scusa, Edward caro, ma se le mie creazioni non ti piacciono non è colpa mia.-
- E non chiamarmi per intero.-
- E tu non chiamarmi e basta.-
- Ok, Lap.-
- Lap, che suono melodioso. Vada per Ed.-
- Lo senti? E' più...mi dona di più.- disse quasi fiero.
- Ma va...a proposito, devo chiudere.- avvertì Laplace.
- E tutta questa gente? Come la cacci?- chiese Edward alludendo alle piste affollate.
- Rompi una bottiglia, una lampada, qualcosa.- rispose il barman facendo spallucce.
- Hai la pistola sottobanco?- chiese il ragazzo sospirando.
- Sì, ma tu, Ed caro, non la sai usare.- notò Lap.
- Miro la lampada. Tutto al più buco il soffitto.-
- Lascia stare.- disse Lap facendo partire un colpo,che sfiorò la testa di qualcuno, per poi bucare il soffitto. La folla uscì, ed Edward si sedette al bancone di nuovo,poggiando la testa sul piano.
- Guarda che ho chiuso anche per te.-
- No...-
- Sì. Smamma.-
- E dove vado? In fumetteria?-
- Potresti.-
- Sì,m'imbuco e attacco a leggermi dal primo all'ultimo volume di Nana.-
- Potresti. Ah, a proposito di Nana. Una ragazza che viene spesso a qui ha detto che somigli a...come si chiama? Shin.-
- Chi?!-
- Quello di Nana. Con i capelli azzurri.-
- Ah. Poteva risparmiarsela.-
- Dice che fate lo stesso lavoro.-
- Il musicista?-
- Dai che hai capito.-
- Vabbè. In ogni caso -  disse alzandosi - io vado. O mi cacci a calci, giusto?- disse scomparendo aldilà dell'uscio.
Nel frattempo, Winry era stata cacciata dall'aula. In primis, per esser arrivata senza chitarra, secondo poi, per averne presa una senza il consenso di Reita Kocchi, il ragazzo che possedeva la chitarra e che l'aveva dimenticata lì.
'Un qualche Reita c'era di mezzo.'
- Cavolo...potrei andarmene a casa, ma sarebbe meglio se facessi la spesa - disse sedendosi su una panchina del corso - ma non ne ho voglia...Uuuh, potrei andare a prendermi un frullato!- disse andando in un locale che intravide, poco lontano da lei.
Dopo aver preso un maxi frullato alle ciliegie, si sedette ad un tavolino, sospirando sonoramente, guardò l'orologio: le cinque e cinque.
Un altro sospiro.
Prendendo ciò che rimaneva del frullato,Winry si trascinò di nuovo alla panchina di prima,  buttandosi e chiudendo gli occhi. Chinò la testa all'indietro, sperando che, sulla panchina dietro di lei, non fosse seduto nessuno.
Ma, ovviamente, così non era.
- Stattene al posto tuo.- disse una voce.
- Oh, mi scusi!- disse lei, prima alzandosi, poi voltandosi - mi scusi davvero!-
-...umpf.-
Winry non credette ai suoi occhi. Il ragazzo di prima. Lo fissò, e lui sorrise, con un ghigno.
- Beh?-
- Eh?-
- Non farmi l'eco, stupida.-
-Scusa? - l'aveva chiamata stupida?
- Sei davvero così stupida o fai finta?-
- Non credo di capirti.-
- Oh sì. Fai sul serio.- poi, benedizione, il cellulare della bionda squillò.
- Pronto? Ah, ciao zietta. Sì, sono a lezione. No, non credo di passare per...eh? Quando esco? E se ritardo non fa niente?... hmmm... Ah, allora ok. E passo anche a prenderti la cena? Poi posso andarmene a casa mia? Ok,ok...sì,scusa...ok,ok! Ciao.-
- Bella conversazione.-
- Fatti i cavoli tuoi.-
- Stai calma, tesoro.-
- Stai calmo tu, carino.-
- A detta di molte.-
- Ecchissene.-
- Oh, ribelle.-
- Oh, idiota.-
- Stai-calma-ti-ho-detto.-
- Altrimenti?-
Lui si alzò e se ne andò. Ma, sicuramente, sarebbe stato meglio risolvere tutto in quella manciata di secondi.
Winry aveva dato troppo fiato alla bocca.
Lui, aveva avuto il buonsenso di stare fermo.
Winry fece qualche altro giro, entrando in svariati negozietti, per poi dirigersi ad un bar per prendere del sakè alla zia, come le aveva ordinato prima per telefono. E doveva anche passare a prenderle un po' di ramen. Approfittatrice. Seguì le indicazioni della donna, che si era preoccupata di telefonare alla bionda una seconda volta, e si ritrovò nel vicolo di qualche ora prima. Riconobbe l'insegna del bar, ed entrò con un sorriso stampato sul viso.
- Lappi!- cinquettò urlando.
- Win? - chiese l'uomo,che stava pulendo un bicchiere, seduto dietro il bancone nero.
- In carne ed ossa.-
- Il locale è chiuso.-
- E mia zia esaurita.-
- E' senza sakè e c'è parecchio lavoro?-
- Esatto. Ti prego,anche mezzo litro...-
- No.-
- Daaaaaaaaaaiiiii...-
- Ho detto di...-
- Sì! Grazie!!-
- Aaaah, e va bene.- prese una bottiglia di sakè - prendi.- disse, mentre la ragazza lasciava i soldi sul bancone.
- Tieni il resto.-
- No, Lappi.  E' una specie di anticipo per la prossima volta.-
- Win.- iniziò serio - non vorrai...iniziare a bere?-
- Certo che no.-
- Sai...beh,non potrei dirlo, ma sto cercando di non farti rovinare.-
- Sputa il rospo.-
- Ti faccio un esempio: un mio cliente abituale è un ragazzo della tua età. E beve, beve un sacco.-
-  Vorrà giocarsi il fegato, che ne so io.-
- Boh. Credo che tu lo abbia visto, almeno una volta. Si chiama Ed. E' un ragazzo biondo, poco più alto di te...che si veste...boh, strano... Molto spesso dorme nel locale. O fuori. Raramente a casa.-
- Ah, sì! L'ho visto poco fa. Ci ho discusso.-
- Niente di serio, spero.-
- No,no.-
- Sta attenta. Quel tipo è...-
- Caspio, il ramen! Scusa, Lappi, devo andare!- disse alzandosi di scatto, e uscendo dal locale.
Cinque e mezza. C'era ancora il sole, e, se avesse portato subito il ramen alla zia, non si sarebbe lamentata. Cominciò a camminare verso un chiosco ambulante, che attualmente si trovava poco lontano da casa sua. Da lì, un quarto d'ora a piedi, non aveva fretta.
Camminò lentamente, pensando a quanto detto dal barman, un amico di famiglia: quel ragazzo, a detta di Lappi, era un mostro, ma a lei, sembrava più che altro un tipo che se la tirava. Niente di più.
Pensò anche al 'diverbio' di prima. Se a lui fosse importato davvero quello che lei aveva detto, a quest'ora non avrebbe camminato sulle proprie gambe.
Bah, poco importava. Lui non era più nelle vicinanze, e non lo avrebbe mai più incontrato. E se fosse accaduto...se la sarebbe data a gambe,anche se non sarebbe stato fedele alla faccia tosta di prima.
Dopo una decina di minuti intravide il chiosco ambulante. Si fermò ed ordinò una tazza di ramen a portar via.
- Vantiamo del servizio a domicilio.- disse il commesso.
- Ah... molto bene. Allora, per favore, potreste portare quest'ordinazione a quest'indirizzo?- disse scrivendo qualcosa su un foglio.
- Nessun problema. Verso che ora?-
- Le sette, prego.-
Dopo aver ringraziato, la ragazza si diresse verso casa. Casa sua, da qualche mese. Da crica l'inizio dell'anno scolastico, marzo.
Iniziava ad imbrunirsi, era il crepuscolo. Tanto per fare prima, utilizzò di nuovo i vicoli.
E quella fu una brutta, brutta idea.
Era proprio vicino a casa sua.
Mentre correva, inciampò, per colpa di un piede fuori posto. Si rialzò, un po' dolorante per la caduta, notando i palmi delle mani sbucciati.
- Mi-mi scusi...-
- Ma guarda un po', non ti scuso.- disse la stessa voce del pomeriggio.
- E-Ed...- disse sconcertata.
- Ah, sai il mio nome. Benvenga, perchè...- si avvicinò pericolosamente - ti perdonerò in un modo solo.- disse, prendendola fulmineo per i polsi, e sbattendola al muro del vicolo.
- Che...che vuoi fare?!- chiese impaurita.
- Sei proprio tarda...- disse avvicinandosi al collo della bionda, per poi salire pian piano.
- Sme...smettila!- urlò, chiudendo gli occhi.
- Su, non essere troppo rumorosa...-
Lanciò un urlo, e gettò lo sguardo annacquato sulle braccia di lui: - Ma cosa...?!-
- Qualche problema?-
- Lasciami! Lasciami!- disse iniziando a piangere, cercando di accovacciarsi.
- E non frignare!- disse tirandola su.
- Eeeeed! Eeeeed, lasciami, dannazione!- urlò lei.
- Stai zitta, ti ho...- la frase non venne mai completata. Winry aveva chiuso gli occchi, li teneva strizzati. E, nonostante tutto, fuoriuscivano numerose le lacrime. 'Lasciami', singhiozzava. La ragazza non riusciva a difendersi, aveva troppa paura, e di troppe cose.
Edward era incredulo. Era assurda, la reazione di quella ragazza.
Certo, gli erano capitate più volte ragazze che frignavano, o urlavano, ma poi accadevano tutt'altre cose. Questa ragazza, invece, cercava di accovacciarsi, piangendo ad occhi chiusi.
Allentò la presa delle mani.
Lei scivolò giù, iniziando un nuovo pianto. Lui si chinò, per vederla bene, da vicino.
- Tu - iniziò Edward - smettila.-
Winry, d'impulso, prese la cartella e gliela lanciò contrò. Lo prese in faccia: perfetto. Ora poteva prendere la cartella e scappare.
Entrata a casa, col fiatone, barricò le porte e serrò le finestre, infilandosi subito nel letto, dopo aver indossato il piagiama. Circa venti minuti dopo ricevette una chiamata.
- Pronto, zia?-
- Win? Tesoro, si può sapere dove diavolo sei finita?!?!-
- So-sono a casa.-
- Cos'hai fatto?!-
- N-niente, è che ho corso. Ho sonno, e devo fare i compiti.-
- Domani è sabato.-
- Anticipo. La cena arriva tra dieci minuti, tranquilla.-
- E col sakè come la mettiamo?-
'Cavolo...devo averlo lasciato lì!' - Non l'ho comprato, mi dispaice. Te lo porto domani, durante il pomeriggio. Ok?-
- Ok. A domani.-
Terminata la breve telefonata, Winry venne colta dall'inquietudine.
Chi era quel tipo? Perchè aveva fatto...quello? Nona veva sentito puzza di alcool, quindi era sobrio... Sarebbe stato così testardo da riprovare nel suo intento?
Winry si alzò e si diresse verso lo stereo. Da un CD di tracks varie, seleziono ' Rain of Stars' di Maaya Sakamoto. La rilassava.
Quella notte decise di dormire nel salone. Una piccola stanza. Si divideva dall'ingresso giusto perchè vi era la tipica porta scorrevole giapponese, che, comuqnue, teneva sempre aperta. L'intera casa aveva il pavimento in parquet chiaro, e le pareti gialline. Nel salotto, o salone, vi era un collegamento alla cucina, dalla parete davanti alla porta - occidentale -. La cucina era piccola, c'era lo spazio giusto per un tavolino, e non più di una sedia.
Prese un futon dall'armadio a muro - sistemato sulla parete destra, per chi entrava dall'ingresso - e si sistemò. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Voleva solo dormire.
La mattina dopo si svegliò spaesata, come al solito. Andò in cucina e si versò del latte, ai quali aggiunse dei cereali. Li pestò col cucchiaio, canticchiando la canzone della sera prima. 'Sasiho wa akatakai mizu no...'.
Esaurì la sua colazione rumorosamente. Sbadigliò, e si andò a vestire. Indossò, come era solita fare, una canottiera bianca ed una gonna nera. Buttò giù la lista delle cose da comprare ed uscì. Corse al supermarket del giorno prima, che reputava davvero conveniente. Entrò, dando il buongiorno al cassiere. Prese un cestino ed iniziò a ciacciarci dentro tutto quello che aveva scritto.

- Laplaaaaaaaaaaaaaaaaaaaace...- mugugnò Edward buttandosi sul bancone.
- Dimmi, Edward.-
- Ieri ci ho provato con una ragazza.-
- Come al solito. E ci sei riuscito? Hai dormito da lei?-
- Macchè. Si è messa a piangere. Ma mica come le altre. Molto, molto di più. E singhiozzava. Mi faceva pena.-
- Ah...-
- Il bello è che ieri l'ho incontrata tre volte: la prima, qui fuori, la seconda, su una panchina sul corso (e li ho realizzato l'idea) e la terza quando...è inciampata, e le ho... dato un mano a rialzarsi.-
- Beh?-
- Il bello è che con sè aveva una bottiglia di sakè. Magari avremmo potuto bere insieme.-
- Una... bottiglia di sakè?-
- Sì. Ed era ancora in divisa scolastica. Sai qual è la fortuna? Che frequenta la mia stessa scuola!-
- Aaaah... e... e com'era?-
- Bionda, sul metro e cinquantacinque, occhi blu (di un bel blu, devo dire)... portava la coda, e aveva le orecchie pieni di orecchini.-
- Oh mio Dio...- Laplace ricollegò subito la descrizione: era Winry.
- Eh? Hai detto qualcosa?-
- In realtà volevo cambiare discorso. Sono le 11:00 e tu sei gia qui. Vai a farti un giro, no?-
- Mah...-
- Vai a studiare...-
- Ho tutti nove e dieci...-
- Eeeh?-
- Già. Prima che tu mi faccia altre proposte, vado. Magari la ribecco.-
- A chi?-
- Alla biondina.-
- NOOO!-
- Eh?-
- Mi è...ehm, caduto un bicchiere.-

- Ah, allora ci vediamo, Winry!- disse una ragazza, fuori dal supermercato. La bionda aveva appena inconrato un'amica, e aveva fatto un po' di conversazione.
- Winry. E' così che ti chiami, allora.- disse Ed, dietro la ragazza. Winry sussultò. Voleva scappare.
- C-ciao...-
- Non provare a muoverti.-
- Ma no!- disse voltandosi, con un sorriso di convenienza - non mi è nemmeno passato per la testa.-
- Ah, bene. Vedo che sai anche sorridere fingendo.-
- No-non sto fingendo...-
- E allora perchè balbetti? Ah beh, in ogni caso - mise il braccio intorno al collo di lei - andiamo a fare un giro.-
Lei provò a fare come per andarsene, ma lui poggiò la mano sulla sua spalla e la strinse - Di là.-
- U-uhm.- deglutì, infilando una mano nella tasca del giacchetto nero che portava. Se premeva quattor volte il tasto dle volume, poteva spedire un messaggio SOS. La zia l'avrebbe richiamata, e Winry si sarebbe inventata di dover scappare a casa della vecchia. E se lui avesse detto ' Andiamo insieme, mi fingerò tuo amico.', magari facendole più male di quante gliene avesse già inferto alla spalla? Lei avrebbe potuto insistere, urlare e poi scappare. Ma poi sarebbe dovuta andare per forza dalla zia, e spiegarle tutto... e non le andava. A meno che non si inventasse uan cavolata, del tipo 'Non mi andava di stare con un'amica.'
Comunque, prendere tre o quattro metro per andare dalla zia le sembrava assurdo. Ormai era lontana, lei. Lo aveva deciso Winry: quando inizierò le superiori mi trasferirò. L'aveva detto.
Ma...era un'emergenza.
- Winry-chan?- un brivido percosse la schiena della bionda.
- S-sì?-
- Ti vedevo pensierosa...-
- Pensavo ai compiti di matematica.-
- Sai una cosa?-
- Uuuhm?-
- Frequentiamo la stessa scuola. Istituto Fukushima, vero?-
- Sì!- Cavolo...
- Non ti avevo mai visto...-
- Se è per questo nemmeno io ti ho mai visto.- Meglio così. E poi la scuola era reiniziata da due settimane. Il sistema scolastico, per le vacanze, faceva schifo secondo la bionda: inizare a marzo, vacanze a giugno, si riprende a settembre e si finiva a febbraio.
Nel giro di qualche secondo il cellulare della bionda squillò.
- Posso rispondere?-
- Fai pure.-
- Pronto?-
- Winry!!-
- Ciao...Emika?!- Ma il numero selezionato non era quello della zia?!
- Mi è arrivato un messaggio losco... Sei in compagnia di un tipaccio? Se vuoi puoi passare al dorm...-
- Ah! Davvero?! Mio Dio, arrivo subito al dormitorio!- finse, lanciando un'occhiata a Ed.
- Eh? Aaaaah, ho capito! CORRI, WINRY-CHAAAAAAAAAAAAAAAAN!-
- Ed...-
- Sì?-
- Senti, mi dispiace ma... è successo un casino al dormitorio.-
- Tu... stai nel dormitorio?-
- Sì. Posso andare?-
- Che problema c'è, andiamo insieme. E poi anche io sto nel dormitorio. Cioè, sto anche lì.- disse stringendo la presa. Winry provò un misto di paura, calore e pietà.
Durante la camminata a passo veloce, Ed fece una domanda a Winry.
- Wnry...ma il tuo è un diminuitivo?-
- No, mi chiamo Winry.- senza Rockbell. Solo Winry. Dire cognome = Morte sicura.
- Che razza di nome.-
- Bello il tuo, Ed.-
- Il mio è un diminuitivo, sai. Non tutti possono avere nomi brutti come il tuo.-
- E di cosa?-
- Edward.-
- Che...che bel nome. E' piuttosto elegante e di classe.-
- Mi si addice molto.-
- Sììì, come no...- disse sottovoce la bionda.
Arrivati al dormitorio, i due si fiondarono nella stanza di Emika. Era allagata, ed i libri galleggiavano. Emika girava con un costume intero, blu, per casa.
- E-Emika?! Non mi hai detto che era così grave!-
- Si sono rotti tre tubi! Quello della cucina, quello del lavandino del bagno e... ooooh, il terzo non me lo ricordo!- poi, la ragazza guardò Ed, trotterellando fino al suo muso.
- Tu...tu chi sei?-
- Che t'importa? Su, risolvete qui. Io e Win abbiamo degli impegni.-
- Win?!- sottolineò Winry irata.
- No, è meglio che tu te ne vada.- disse Emika.
- Voglio dare un mano anche io.-
- No...- disse prendendo una chiave inglese - Tieni, Win!- la lanciò alla bionda.
- Ah, grazie!- disse prendendola in mano. La  guardò un secondo, e con precisione chirurgica, la lanciò in faccia ad Edward, che cadde all'indietro come risposta all'urto.
- Dannnazione...piccola bastar...-
- Win, scappa dalla finestra!!- disse Emika aprendo la porta della sua camera. Winry si affacciò: se avesse saltato, sarebbe caduta nel laghetto.
- Beh, speriamo non ci siano pesci. Emika, non conviene anche a te scappare?-
- Giusto! Nuoterò fino all'altra sponda, io, la potente...- Winry la prese per un braccio, e saltarono. Splash.
Ed si alzò ed andò a vedere.
- Che cretine. Beh, tanto la rivedo.- disse andandosene, e tenendo il naso sanguinante - Che botta...-

- Win, ci vediamo!- disse Emika, che sguazzava nel lago.
- Ok!- disse la bionda, uscendo dallo specchio d'acqua, zuppa. Iniziò a correre verso casa.



»Just a little Free Talk«:
Buongiorno o buonasera a tutti! Ecco tornata WinryRock-theQueen!
FiQuo questo short nick, eh?
In ogni caso... ja-ja-ja-jaaaaaaaaan! Ecco qui la mia seconda EdWin long-fic!
PEnso che non faccia così schifo... e poi ho già scritto fino al quarto capitolo! *-* Yay! Sappiate che nulla è come sembra, ma le cose sono come appaiono... Non capite? E cosa c'è da capire?! U_U Non badate alle apparenze ma andate nei dettagli!
Con questi rompicapo sono sicura di aver battuto Kira, he he! Al prossimo capiiiiiiiiiiiitolooooooo
!

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- Se giochi col fuoco ti bruci.-
- Sono segno d'acqua.-
- Toh, anche io.-
- Smettila, Edward. Questa conversazione è stupida.-


  
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