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Autore: Olly_Garcia    24/02/2015    1 recensioni
Dal Testo:
"Anche! Ascolta, ti ricordi quella visita ai bambini del Leno Hill Hospital di Manhattan di cui ti parlavo tempo fa?" Demi annuì, ma poi ricordò che lui non poteva vederla e aggiunse un si sommesso.
"Abbiamo deciso che si farà, tra circa una settimana."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano le otto di sera. Il sole era scomparso già da un po', dietro i grattacieli di Manhattan. Tutti erano a casa, a cenare con le proprie famiglie. Beh, non proprio tutti. Un auto sfrecciava per le strade del quartiere. Nicole e i suoi avevano appena finito di litigare. Era furente con loro, non la capivano. Non sapevano quello che si provava ad essere insultata presa in giro e non poter rispondere. E per una volta che si era difesa, si era scatenato il putiferio. Si parlava di sospensioni, provvedimenti disciplinari e punizioni extrascolastiche. Tutto perché aveva semplicemente tirato uno stupido pugno a uno di quei bulli e, tra parentesi, si era pure fatta davvero male. I suoi avevano dato ragione a quella sottospecie di salame che era la preside, dicendo che non sapevano più che fare con lei, che a casa rispondeva male, stava sempre chiusa in camera sua a giocare con il computer. Ma non era assolutamente vero. Loro erano sempre a lavorare e non sapevano cosa faceva Nicole a casa. Lei studiava -infatti la sua media era ottima-, cucinava, stirava. Insomma, se la cavava da sola. E loro non le credevano. E ora si ritrovava a guardare le case e i palazzi scorrere velocemente fuori dal finestrino per evitare le occhiatacce che le rivolgeva suo padre dallo specchietto retrovisore. Sua madre invece si massaggiava le tempie, guardando la strada davanti a se e lanciando un'occhiata ogni tanto al marito. Nessuno si azzardava a rompere quel silenzio così carico di tensione da dar l'impressione che da un momento all'altro potesse esplodere l'inferno in quella macchina. Nicole abbassò gli occhi sulle mani che si torturavano da tempo ormai, nervosa com'era. Non aveva nemmeno osato mettersi gli auricolare per ascoltare un po’ di musica perché sapeva che si sarebbe rotto quel filo che separava il caos dalla tranquillità. Tutto ciò che accadde dopo è un ricordo ancora troppo vivido nella sua mente. L'automobile, guidata da sua padre, stava attraversando un incrocio. Ma allo stesso momento, lo stava facendo qualcun'altro, perpendicolarmente a loro. La ragazza alzò lo sguardo appena prima di vedere una luce accecante e udire il suono di un clacson, le urla di sua madre e un forte rumore. Poi il buio.
 
Il telefono cominciò a squillare e a vibrare, attirando l'attenzione di Demi. Rimase a guardarlo per un po' prima di alzarsi dalla tavola - a cui quella sera era seduta solo lei- e andarlo a prendere. Sullo schermo appariva il nome di Logan, il suo manager. Premette subito il tasto verde, portandosi l'apparecchio all'orecchio.
"Logan?" la voce dell'altro le arrivò forte e chiara.
"Ciao, Demi! Come stai?"
"Tutto bene, e tu?" Rispose sorridendo e tornando a sedersi. Giocherellò un po' con la forchetta e il mangiare nel piatto.
"Anche! Ascolta, ti ricordi quella visita ai bambini del Leno Hill Hospital di Manhattan di cui ti parlavo tempo fa?" Demi annuì, ma poi ricordò che lui non poteva vederla e aggiunse un si sommesso.
"Abbiamo deciso che si farà, tra circa una settimana." Quasi si strozzò con il pane. Bevve un sorso d'acqua, mentre Logan dall'altra parte del telefono la chiamava stranito. Tossì un po' prima di rispondere.
"Una settimana?!"
"Si, abbiamo prenotato un jet privato che ti porterà a Manhattan un paio di giorni prima."
"Ma non è un po' troppo presto?" Non che Demi non volesse far visita a quei bambini, anzi. Ma nonostante fosse uscita dalla riabilitazione da ben tre anni, ritornare in un posto simile le suscitava ricordi ancora troppo dolorosi sul suo difficile periodo in clinica. Era ancora troppo per lei.
"Demi, se non te la senti, chiamo il direttore del Lenox Hill e disdico tutto." Abbassò lo sguardo sui suoi piedi. Non sapeva che fare. Da una parte voleva vedere tutti quei piccoli sorridenti che la salutavano con le loro manine, ma d'altro canto non riusciva a pensare di entrare in un ospedale. Ma quando nella sua testa immaginò le loro vocine che chiamavano il suo nome, decise che non poteva abbandonarli. E allora, solo Dio sa come, trovò la forza di rispondere.
"No, posso farcela." Sentì Logan sorridere -a giudicare del lieve sbuffò che udì-. Il manager le comunicò la data di partenza, l'orario e l'aeroporto dal quale sarebbe partito il volo. Si misero d'accordo anche su tutto il resto e poi si salutarono. Demi lasciò scivolare il telefono sulla superficie della tavola, lontano da lei. Sospirò, tenendosi la testa con una mano e chiedendosi se fosse davvero stata in grado di superare anche quella prova.
 
 
Le luci a neon scorrevano troppo velocemente davanti ai suoi occhi socchiusi, mentre la barella correva veloce per i corridoi dell'ospedale. Sopra di lei, vedeva le figure sfocate di un paio di persone vestite di bianco che urlavano e le parlavano. Nonostante non capisse cosa le stessero dicendo, fu certa che la incitavano a resistere e a rimanere sveglia. Ma le palpebre pesavano sempre di più e il dolore che sentiva più o meno io tutto il corpo la stordiva. Non si chiese nemmeno cosa stesse succedendo ,forse perché la sua mente era troppo stanca per farlo, e chiuse gli occhi -appena dopo aver visto una delle infermiere poggiarle la mascherina dell'ossigeno sul viso- e si abbandonò. L'ultima cosa che la sua mente registrò, fu una piccola frase, tre parole esatte: dobbiamo operarla immediatamente.
 
N.d.a
Hola!
Mi presento: mi chiamo Olly (Ma dai Lol), ho 17 anni , Lovati da 1 anno e un mesetto ehehe (lo so è poco, ma ne vado fiera ahaha). Niente, è la prima fanfiction che scrivo, quindi vi chiedo di essere clementi. Per eventuali errori, non esitate ad avvertirmi nelle recensioni. Alla prossima.
(Spero presto) Au revoir!
Olly.
 
 
 
   
 
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