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Autore: Little Redbird    24/02/2015    4 recensioni
#BonKai
[Post 6x15]
Riprese a correre. Sembrava fosse l’unica cosa che riuscisse a fare da circa mezz’ora, non poteva impedire alle proprie gambe di muoversi nella sua direzione, di lanciarsi verso la possibilità di non essere più solo.
La afferrò per un braccio, la voltò e la strinse al petto in un solo fluido movimento.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Kai Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You tell me that you're sorry,
didn't think I'd turn around

 

 
 Aveva corso a perdifiato fino alla villa dei Salvatore, aveva provato la terribile sensazione che i polmoni stessero per esplodere, implodere o andare a fuoco – o anche tutto assieme. I muscoli delle cosce sembravano volersi staccare dalle ossa e non riusciva ad emettere alcun suono, a parte quello dell’aria che entrava ed usciva frenetica dal suo corpo. Ma andava bene. Andava bene perché era la prima volta che sentiva il proprio corpo, che aveva la consapevolezza che si trovasse davvero al mondo, che fosse realmente vivo.
  Si piegò in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia per ricomporsi prima di percorrere il vialetto di entrata, prima di vederla. Cercò di calmarsi facendo ordine nei suoi pensieri, richiamando alla mente il momento esatto in cui aveva percepito la sua presenza in questo mondo; il momento esatto in cui la magia nelle sue vene aveva iniziato a ribollire in risposta a quella di lei; il momento esatto in cui aveva lasciato a metà i suoi esercizi di incantesimi, si era infilato le scarpe da tennis e si era lanciato fuori dalla porta mentre ancora indossava il giubbotto; il momento esatto in cui aveva capito di non essere più solo in quel mondo sovraffollato.
  Non era sopreso dalla sua stessa smania di rivederla, aveva sempre saputo che le loro erano anime affini, destinate ad incontrarsi e scontrarsi, in un modo o nell’altro –  in un mondo o nell’altro.
  Alzò la testa verso l’entrata e fu allora che la vide. La sua siluette magra contro la luce che proveniva dalla casa, i suoi capelli neri corti, spettinati dagli eventi, le braccia strette al petto. Dietro di lei, Damon cercava evidentemente di convincerla a fare qualcosa, forse a restare. Ma Bonnie scuoteva la testa e sorrideva stanca.
  Il cuore di Kai, se possibile, iniziò a battere ancora più forte. Poteva sentirlo nei polpastrelli delle mani arrossate dal freddo, nelle orecchie che sembravano non voler sentire altro suono, nello stomaco intorcigliato da un caleidoscopio di diverse sensazioni.
  Riprese a correre. Sembrava fosse l’unica cosa che riuscisse a fare da circa mezz’ora, non poteva impedire alle proprie gambe di muoversi nella sua direzione, di lanciarsi verso la possibilità di non essere più solo.
  La afferrò per un braccio, la voltò e la strinse al petto in un solo fluido movimento.
  Lo shock prevalse sulle capacità vampiriche di Damon, che non poté far altro che fissare i loro corpi che aderivano l’uno all’altro.
  Bonnie non si mosse. Quel profumo le era fin troppo familiare, le dava alla testa; quelle spalle strette e rigide le conosceva quanto le proprie; quel respiro contro il collo, che le spostava i capelli e le solleticava la pelle, era stato il protagonista dei suoi peggiori incubi.
  L’esplosione di potere che fuoriscì dal suo corpo spaventò persino lei. Kai fu scaraventato contro le mura della casa, afflosciandosi al suolo come un fantoccio senza vita.
  Restò per qualche secondo sulla terra fredda, il viso rivolto a quello terrorizzato di Bonnie che cercava la mano di Damon al suo fianco.
  “Sta’ lontano da me!” lo avvertì, caricando la propria aura di magia.
  Non era contenta di vederlo. Si diede dello stupido. L’ultima volta che l’aveva vista l’aveva lasciata sanguinante nel giardino della sua casa d’infanzia a Portland, accoltellata dall’unica altra persona in quel mondo. Se n’era quasi dimenticato, perché nella sua testa l’aveva rivista più e più volte, con quelle sue gambe scure che penzolavano dall’altalena sul portico della casa che visitavano ogni giorno; con i suoi balli improvvisi ed energici che risvegliavano in lui la voglia di sentire sulla propria pelle quella di un altro essere umano; con quelle sue dita lunghe che picchiettavano le superfici quando era annoiata.
  “Mi dispiace” le disse, rimettendosi lentamente in piedi.
  Bonnie divenne ancora più sospettosa. Damon le si parò davanti mostrando le sue zanne da vampiro.
  Kai fece qualche passo di lato, cercando di sbirciare dietro il corpo di Damon, ma l’altro si muoveva con lui, come fosse la sua ombra. Le lunghe dita che tanto amava si avvolsero intorno al bicipite sinistro di Damon e la testa di Bonnie fece capolino.
  “Non provare a toccarmi” l’avvertì ancora.
  “Mi dispiace, Bonnie. Davvero” rispose con la voce rotta. “Prometto di non toccarti. Posso parlarti?”
  La strega fece un passo indietro, trascinando con sé Damon.
  “No, Kai. Non voglio sentire mai più la tua voce. Non provare ad avvicinarti.”
  Quelle parole, doveva ammetterlo, lo toccarono più di quanto si aspettasse – più di quanto avesse voluto. Lui invece voleva sentirla parlare, voleva che non smettesse mai.
  Alzò le mani in segno di resa e fece qualche passo indietro. I fari di un’auto lo illuminarono e Bonnie e Damon si voltarono a vedere chi fosse, mentre lui continuava a fissarla. La guardò fino a che gli occhi non gli fecero male, fino a che non fu sicuro di aver bevuto con lo sguardo tutta la sua bellezza.
  Dalla macchina scesero Stefan ed Elena, che si teneva una mano sul collo.
  “Abbiamo un problema” dichiarò il minore dei Salvatore e Kai si allontanò di qualche altro passo.
  Elena e Stefan lo guardarono con sospetto, poi guardarono Damon e la sua espressione animalesca. Bonnie si fece avanti ed i gridolini della Gilbert riempirono l’aria. Si abbracciarono toccando l’una l’anima dell’altra, proprio come avrebbe voluto fare lui, proprio come non gli era stato concesso di fare.
  Si voltò, non avrebbe retto nel vederla abbracciare anche Stefan, nel vederla abbracciare tutti tranne lui.
  Scomprave nel giardino trascurato della villa e tornò a casa, più solo e miserabile di prima. Se all’andata gli era sembrato di volare mentre correva, ora gli sembrava di morire ad ogni lentissimo passo che le sue gambe facevano.
  Di tutte le persone che aveva tradito, Bonnie Bennett era quella per cui aveva pagato il prezzo più alto. E, decise, sarebbe stata l’unica che avrebbe provato a riconquistare.
 

and you say "Sorry" like the angel heaven let me think was you,
but I'm afraid... It's too late to apologize.*
 
 



 *Apologize - OneRepublic

A Luna Nueva, _ChaMa_, _kim_, annaterra e Setsuna (ti convertirò pure al BonKai muahaha).
Potremmo benissimo dire che pubblico queste robe solo per sclerare un po’ con voi su questi due. Vi adoro.
 
Arriverò al punto di scriverne una al giorno. Il 12 Marzo è fin troppo lontano per i miei gusti.
Dunque. Ho letto degli spoiler in cui la Plec dice che Kai proverà a farsi perdonare da Bonnie per averla abbandonata, e non vedo l’ora! Da qui nasce questa shot che va collegata subito dopo gli avvenimenti della scorsa puntata.
 
Alla prossima,
Red.
   
 
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