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Autore: Daisy_of_light    24/02/2015    8 recensioni
Fans fiction sui primi giorni dopo la morte di Jessica. Il dolore di Sam attraverso gli occhi di Dean. Dal testo: "Quella notte era accaduta una delle cose più terribili nella vita di Sam. Per me, fu come rivivere un incubo. Jessica, la ragazza di mio fratello Sam, era stata uccisa..."
Come sempre, c'è spazio anche per la bromance.
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Note dell'autrice: ciao a tutti! XD ebbene, sono tornata con una ff completamente improvvisata e scritta di getto, quindi spero che non sia completamente una schifezza! Ieri sera ho avuto un momento di depressione, grazie soprattutto a dei capitoli di ff che ho letto, (grazie, Cin75 e lilyy!) e questo è il risultato. Post 1x1, Sam deve gestire il dolore per la perdita di Jessica, il tutto sotto l'occhio vigile di Dean, sempre presente per il fratellino. La tristezza c'è, ma anche la bromance, come sempre! XD per chi volesse leggere, ci vediamo in fondo alla pagina! Ciao ciao XD 
 


FOREVER WITH YOU

 
-Abbiamo un lavoro da fare!-
 
 
 
Così aveva detto il mio fratellino, buttando il fucile all'interno del bagagliaio dopo averlo richiuso. Si era seduto in macchina e aveva aspettato che arrivassi, prendendo posto al volante della mia Baby.
 
Quella notte era accaduta una delle cose più terribili nella vita di Sam. Per me, fu come rivivere un incubo. Jessica, la ragazza di mio fratello Sam, era stata uccisa...con la schiena contro il soffitto, con una ferita al ventre e bruciata... proprio come la mamma 22 anni prima...
22 anni esatti.
E Sam, questa volta, aveva visto tutto. Aveva potuto percepire il calore delle fiamme e l'odore della carne umana bruciata. E io non ho potuto fare nulla...come 22 anni prima...allora avevo solo 4 anni, ma anche adesso, a 26, non sono riuscito a fare nulla. Sono solo riuscito a trascinare fuori dalla stanza il mio fratellino troppo cresciuto, per evitare di perdere anche lui, la persona più importante della mia vita.
 
 
"Proteggi Sammy! Tieni d'occhio, Sammy!" Il mantra con cui ero cresciuto, la missione della mia vita. Solo che, in quel momento, non potevo proteggere Sammy dal suo dolore... non potevo...
 
 
Avevo raggiunto Sam in macchina, avevo guidato in silenzio verso il primo motel sulla strada,
avevo fatto il check- in e Sam mi aveva seguito dentro la camera che avevo prenotato. Si era subito sdraiato sul primo letto, ignorando le mie domande: se voleva da mangiare, da bere, se stava bene, se voleva che gli prestassi qualcosa da vestire per la notte. Sì, qualcosa di mio, perché, nell'incendio era andato bruciato tutto. Tutto. Qualsiasi ricordo, qualsiasi affetto, qualsiasi parvenza di normalità.
Come risposta ricevetti solo un bisbiglio:
-Sto bene, Dean... Voglio solo dormire un po'...-
Non insistetti... anche se avrei dovuto.. quella notte, né io, né lui, dormimmo. Rimasi ad ascoltare, a percepire, i singhiozzi di Sam che mi dava ostinatamente le spalle. Quel fratellino che, poco lontano dalla casa bruciata, mi aveva mostrato una sola lacrima, ora stava piangendo, cercando comunque di nascondersi a me. Avrei voluto andare da lui, abbracciarlo, consolarlo, così come avevo fatto quando lui, nella culla, a sei mesi, piangeva alla ricerca della mamma e io mi arrampicavo sul lettino per fargli sentire che c'ero.
Ma ora non era così... se lo avessi avvicinato, Sam si sarebbe mostrato testardo, si sarebbe chiuso a riccio, escludendomi ancora di più dal suo dolore. Dovevo aspettare e attendere.
 
 
Erano passati tre giorni nella quasi apatia del mio fratellino. A forza lo avevo trascinato a prendere qualche vestito, a forza lo avevo fatto magiare e riposare. La notte lo sentivo piangere e avere incubi, ma non sembrava voler conforto. Quello che voleva veramente era la vendetta. Ma anche se avesse trovato il bastardo, figlio di puttana responsabile di questa tragedia e, in sostanza, di tutta la situazione merdosa in cui vivevamo noi  Winchester, probabilmente Sammy si sarebbe solamente fatto uccidere! Le difese del mio fratellino stavano crollando e sarebbero crollate definitivamente oggi.
 
 
A  tre giorni dell'incendio, si tennero i funerali di Jessica. Il mio fratellino si era vestito elegante, giacca e cravatta neri, io solo con gli abiti più scuri del mio 'fornitissimo' guardaroba. Sammy mi aveva fatto fermare da un fiorista per prendere dei fiori per Jessica. "Non rose," aveva detto,"a Jessica sono sempre sembrate scontate...".
Una volta in cimitero, Sammy andò ad abbracciare un uomo e una donna sulla quarantina... dovevano essere i genitori di Jessica. Strinsero il mio fratellino tra le braccia, come avrei dovuto fare io, ma la cocciutaggine di Sam ancora non me lo aveva permesso. La funzione iniziò… Il dolore di tutti sembrava troppo profondo per essere urlato. Nessun grido disperato, nessuna reazione isterica, nulla... solo pianti silenziosi di anime affrante. La parole del sacerdote non mi sfiorarono, nemmeno quelle dette dagli amici di Jessica. Io ero concentrato su Sam.
 
 
Sammy... in quel momento, il gigante che stava poco più avanti di me, resisteva, stoico, permettendo solo a una lacrima solitaria di rigargli il volto, ma io lo potevo vedere dentro. Non lo avevo mai visto così sconfitto, così piegato dal dolore. "Ah, Jessica...", mi ritrovai a pensare, "devi essere stata una persona davvero straordinaria per aver fatto innamorare così il mio fratellino..." E il pensiero risultò anche a me un po' dolce e amaro e allo stesso tempo. Il funerale finì, poi altri baci, altri abbracci di conforto, altre parole di sostegno. La persone si allontanarono pian piano, ma io rimasi, perché Sammy rimase: immobile, davanti alla tomba di fine legno di noce, osservava la foto di quella ragazzo sorridente che aveva amato. Posò il mazzo di fiori sulla bara, vi inviò un ultimo bacio tramite la mano, mormorò alcune parole e si allontanò, a testa basta, venendomi incontro.
 
 
Risalimmo in macchina e ritornammo in motel. Sapevo, percepivo nell'aria, tra me e Sam, che stava per esplodere la bomba. Appena varcò la soglia della stanza, Sam sbatté la giacca sul primo letto e corse in bagno. Lo seguii e lo trovai piegato in due sulla tazza del wc che rigettava l'anima. Corsi da lui senza indugio e mi chinai al suo fianco, massaggiandogli la schiena con il palmo della mano, cercando di alleviare gli spasmi muscolari che gli attraversavano il corpo.
 
-Coraggio, Sammy...va tutto bene... coraggio... dopo starai meglio...- gli sussurrai, provando a dargli forza.
Lacrime iniziarono ad uscire dagli occhi del mio fratellino, mentre il suo stomaco si torceva ancora. Tra tremiti, contrazioni muscolari, conati e lacrime, passarono i 5 minuti successivi, finché il mio fratellino non ricadde all'indietro, stremato, contro la vasca da bagno. Si nascose il viso tra le mani, attirando le ginocchia al petto, mentre vedevo le sue spalle tremare. Mancava poco al crollo totale delle difese.
 
 
-Sammy...vieni...- sussurrai io, afferrandogli le braccia e alzandolo di peso dal pavimento.
Il mio fratellino si fece manipolare facilmente da me, facendosi condurre in camera e sedendosi sul letto. Corsi in bagno velocemente per tirare lo sciacquone e per recuperare un asciugamano bagnato e un bicchiere d'acqua. Li porsi a Sammy che sembrava essersi momentaneamente calmato, mentre beveva e si puliva il viso, ma io sapevo che eravamo solo nell'occhio del ciclone. Mi sedetti sull'altro letto, di fronte a lui e feci la mia mossa.
 
 
-Sammy...- esordii con il tono più morbido che riuscii a trovare -ti prego, parlami...-
A quelle parole, gli occhi di Sam sembrarono dilatarsi a causa di alcune lacrime che tornarono a riempirli, e abbassò velocemente il capo, nascondendo il viso sotto i capelli.
Il silenzio permeò l'aria per qualche minuto, eppure io attesi, pazientemente. E non sbagliai.
 
 
-Sai...ho incontrato Jessica poco dopo il mio arrivo a Stanford...- iniziò a raccontare Sam, tenendo sempre la testa bassa.
-Il mio compagno di stanza, Brady, mi ha costretto ad andare ad un festa...mi ha presentato la sua ragazza e la sua amica...nemmeno il tempo di capire come si chiamava e salutarla che Brady e la fidanzata ci avevano già lasciati soli...-
Sam rialzò la testa e, nella sua espressione triste, lessi anche una punta di divertimento. Infatti continuò a raccontare:
-Jessica mi confessò di essere venuta a quella festa solo perché la sua amica le aveva promesso di farle conoscere un bel ragazzo...e non era rimasta per niente delusa da quella promessa...-
Non potei non fare un'espressione stupita e non trattenni un commento:
-Fratellino...ti ha abbordato lei?-
Sam si lasciò scappare una risata debole e rispose:
-Praticamente sì, ma c'è dell'altro! Quando ho cercato di avvicinarmi al suo orecchio per farle un complimento, qualcuno ha urtato il braccio dove tenevo il bicchiere di birra e gliel'ho versato sul vestito!-
-Non ci credo!- esclamai io, sghignazzando nell'immaginarmi la scena.
Anche Sam si fece scappare una risatina gutturale, segno che le lacrime stavano per ripresentarsi.
-E sai qual è stata la reazione di Jessica? Mi ha detto "Visto che la tua birra è finita da un'altra parte, che dici se la prossima te la offro io?" e da allora iniziammo a vederci!-
-Oddio, fratellino! Che figura!- ridacchiai.
-Già...decisamente non è stata una delle mie serate migliori... ma Jessica è sempre stata una ragazza incredibile...- Sam si bloccò un attimo e si corresse, abbassando di nuovo gli occhi - era una ragazza incredibile...-
 
 
Il sorrisino sul mio volto scomparve all'istante quando vidi le spalle di Sam tremare, sicuramente scosse da un singhiozzo.
Era il momento di tirare fuori tutta la disperazione che c'era nel mio fratellino. Gli posai una mano sul ginocchio e lo chiamai:
-Sammy...-
La reazione fu quasi immediata. Sam alzò il capo con uno scatto, io volto piegato in un'espressione dolorosa di tristezza, mentre dagli occhi cadevano copiose lacrime e incrociano il mio sguardo.
-Perché, Dean? Perché?- iniziò mio fratello con la voce che a forza usciva dalla suo gola stretta dal pianto -Perché Jessica? Perché proprio lei? Era così buona e gentile...non aveva mai fatto del male a nessuno...aveva sempre un sorriso per tutti...mi è sempre stata vicina e mi ha sempre sostenuto! Mi ha accettato anche se del mio passato non sapeva nulla! Mi ha amato senza riserve, senza risparmiarsi! Io.. io la amavo... la amo così tanto! Mi sveglio pensando che lei sia ancora accanto a me... mi addormento e la vedo nei mie sogni... invece qualcuno me l'ha strappata! L'ho vista bruciare davanti ai miei occhi e non ho potuto fare nulla! Cosa posso fare adesso?! Io...voglio rivederla, voglio vivere con lei, invecchiare con lei! La amo! Dean, aiutami!-
 
 
Avevo lasciato che Sam urlasse il suo dolore e la sua disperazione, ero rimasto davanti a lui, fermo, ad ascoltarlo, ma, alla richiesta di aiuto del mio fratellino, non esitai; mi sedetti di fianco a lui e lo abbracciai. Sammy si strinse a me e, in un attimo, tornai alle notti di qualche anno prima, quando un Sammy di dodici anni, tormentato dagli incubi, si buttava tra le mie braccia per trarre conforto. Incredibile come un gigante di un metro e novanta potesse sembrare di nuovo così piccolo e indifeso nella mia stretta. Lo lasciai piangere tutte le sue lacrime, gridare il suo dolore, invocare vendetta, mentre tremava e si aggrappava a me, come se fossi l'unica cosa che non gli permettesse di scivolare nell'oblio. Lo strinsi di più a me, accarezzandogli la chiesa a, passandogli le dita tra i capelli della nuca, ricordando gesti fatti centinaia di volte al Sammy del passato. Sentendo la frequenza dei singhiozzi di Sam diminuire, gli sussurrai, appoggiando il mento sulle testa del mio fratellino, sprofondata nel mio petto:
-Fratellino...purtroppo non posso restituirti Jessica, non posso dirti che il dolore svanirà, perché non lo farà mai...ma diverrà più sopportabile e ti aiuterà a non dimenticare mai la tua Jessica...lei sarà sempre con te e quello di cui sono certo, Sammy, è che troveremo papà e prenderemo il figlio di puttana che ha fatto questo! Te lo prometto!-
Mi sarei preoccupato più tardi della rabbia che questo desiderio di vendetta avrebbe comportato. Anche la rabbia sarebbe servita a Sam per uscire da questa prima disperazione iniziale.
Una lacrima scappò anche dai miei occhi, mentre dicevo:
-E non dimenticarti che io ci sarò sempre per te, fratellino!-
Sentii la presa attorno alla mia vita rafforzarsi e la voce di Sam sussurrare:
-Grazie, Dean...-
Sorrisi, mentre altre lacrime scendevano dai miei occhi.
 
 
Tratto dall’ inedito di Carver Edlund pubblicato da beckywinchester176.
 


Fine.
 

Note dell'autrice: eccomi qui! Ahahahahahahah! XD scusate per l'ultima frase! mi sembrava divertente fare riferimento al materiale inedito pubblicato da Becky! XD Allora, innanzitutto ringrazio chiunque sia arrivato alla fine di questa os! XD ringrazio enormemente Nala91 per avermi betato la storia (quindi, se ci sono errori, è colpa sua! Muahahahahahah! Scherzo! Thanks, sis!). Mi sono presa delle licenze poetiche sul fatto del funerale e sul rito, anche perchè non so bene come funzioni in America, di che religione era Jessica e se Sam e Dean siano davvero andati al funerale. (Forse l'incubo di Sam della 1x2 è solo un incubo in cui lui sogna di essere andato alla sua tomba...misteri!). Spero comunque che sia piaciuta, che abbia strappato qualche emozione e che non sia troppo OOC...per il resto, non posso fare altro che ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto nelle precedenti ff e tutti coloro che avranno un po' di tempo per leggere e, se vogliono, dirmi come è sembrata questa os! Alla prossima! Ciao ciao XD  
  
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