Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: cin75    25/02/2015    8 recensioni
E se questo fosse quello che realmente è accaduto alla fine della 10x14 ?
Naturalmente SPOILER!!!! WARNING!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cain, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Caino è in ginocchio davanti a me.
La sua mano mozzata sporca il pavimento poco lontano dai miei piedi. Il sangue che viene fuori dal suo polso monco gocciola in una maniera talmente rumorosa che quasi mi assorda.

Mi tiro su. Recuperò la Prima Lama e sovrasto , almeno in altezza, il Padre degli Omicidi.

“Dimmi che non sarò costretto a farlo!” sembro quasi supplicarlo di darmi ragione, ma lui tace e mi guarda solo con quella che sembra pietà. Allora, sentendomi più esasperato , insisto.
“Dimmi che ti fermerai!” ma lui è più stoico di me nel non volermi rispondere.
E questo suo silenzio colpisce più di una qualsiasi risposta e allora persevero nel mio interrogatorio a senso unico. “Dimmi che riesci a fermarti!” e finalmente lui risponde, quasi come se attendesse quell’unica e ultima domanda. E Dio!!, quanto avrei voluto che adesso fosse stato in silenzio!!
 
“Io non mi fermerò mai!” e in quella sua ultima risposta io sento e vedo il futuro che mi aspetta.
 
Se Caino, con i suoi enormi poteri da demone, non è riuscito a non cedere al richiamo del marchio, come posso sperare di farlo io, che sono solo un uomo. Debole. Ferito. Stanco ?
Lui abbassa il capo, consapevole della sorte che gli sta per spettare. Consapevole di essere alla fine della sua secolare biblica esistenza.
Mi offre, ormai sconfitto, la schiena, perché io divenga il suo boia.
 
Io alle sue spalle non riesco a pensare che ad una cosa.
Non voglio essere come lui.
Non sopporterei ancora la furia consapevole del commettere un assassinio. La ferocia cieca di uccidere chiunque meriti la morte.
Non sono mai stato così.
Sono e sono stato un cacciatore e ho sempre provato fino alla fine a salvare il salvabile, che sia una vittima o un mostro.
 
Ma ora il marchio non mi permetterà più di essere così.
Lo so. Ne sono certo. Lo ha già fatto.
 
Non sopporterò ancora di vedere il volto di Sammy sconvolto dalla mia rabbia omicida. Non accetterò ancora di vedere negli occhi di Castiel lo sgomento di vedere quello che è diventato l’uomo che ha salvato dall’Inferno.
Non posso cercare ancora una giustificazione a tutto il male che faccio con o senza colpa.
 
Basta! Se devo essere un mostro, lo sarò in tutto e per tutto. Così che, quando metteranno fine alla mia vita, lo avranno fatto per una buona ragione e senza rimorsi o rimpianti.
Sam saprà, suo e mio malgrado, di aver fatto il giusto. Castiel gli starà accanto.  Come al solito. Come sempre.
 
Impugno la Lama e punto la sua estremità verso il basso, pronto a colpire e a mettere fine a tutto.
Alzo il braccio. Trattengo il respiro. Grido per darmi coraggio e affondo senza trattenere la mia poca forza.
Il mio ultimo pensiero è: “Se questo è ciò che mi aspetta, lo affronterò come ciò che devo essere!”
 
La Lama affonda impietosa, crudele, decisa. Riesco quasi a percepire la carne che si lacera mentre viene squarciata dall’antica mascella d’asino.
Il dolore deve essere talmente forte che il fiato si ferma in gola. Deve essere talmente invasivo che il cervello nemmeno lo riconosce e non permette nemmeno di urlare.
Il tempo sembra fermarsi in quei pochi attimi. Silenzio. Ovunque.
Solo il Cielo continua a tuonare , scioccato, da ciò di cui è e sarà l’unico testimone.
I miei occhi vagano nel vuoto intorno a me, perché non hanno il coraggio di guardare verso il basso.
Faccio ricorso a quelle poche forze che mi sono rimaste dallo scontro con Caino e che sento, lentamente, ma inesorabilmente, mi stanno abbandonando. Stringo i denti e sfilo via l’arma dalla carne.
 
Sono sfinito. Finito. Sconfitto. Arreso. Un secondo dopo crollo al suolo.
 
Caino alza la testa, sorpreso di essere ancora vivo. Si gira incredulo verso di me. Si avvicina al mio corpo ormai quasi morto a causa della ferita che mi sono inferto.
Capisce il mio gesto. E io lo vedo quasi sorridere compiaciuto di quella sua vittoria immeritata.
“Figlio mio!” mi sussurra, mentre mi toglie la Lama dalle mani.
Con quel poco di fiato che mi rimane nei polmoni, trovo la forza di rispondergli, di fargli capire che , anche se per poco, sono ancora io.
Sono ancora un uomo. Sono ancora Dean Winchester.
“Io non sono tuo figlio!” mormoro, prima che il sangue mi riempia la bocca.
“Lo diverrai presto. Non temere!” mi risponde quasi con amorevole apprensione.
Lo odio. Lo odio con tutto me stesso.
E mi detesto per non aver abbracciato un ultima volta Sam. Da fratello a fratello.
Ma non avevo messo in conto che sarebbe finita così. Che sarei morto , sì. Ma non così.
“Tu…tu…sarai…il primo….della mia….lista.  Te lo giuro!” lo minaccio, ricordandogli l’assurda lista che lui stesso mi aveva indicato mentre infieriva su di me. “Tu…sarai…il primo …il primo che verrò a …a cercare.”
“E io ti aspetterò, ragazzo!” mi risponde compiaciuto mentre appoggia la Lama giusto al centro del mio petto, poco più sopra della ferita che mi squarcia la pancia e sembra aspettare che io esali il mio ultimo respiro. “Ora, smetti di combattere, Dean.“ dice mettendomi la mano sana sulla fronte sudata.
Non provo conforto in quel gesto. Anzi, mi terrorizza più di quanto io già lo sia, perché sento il mio respiro farsi pesante. Sento il mio petto gonfiarsi a stento. Sento quel freddo così familiare della morte farsi sempre più persistente nel mio corpo e nelle mie ossa.
“Smetti di resistere a ciò che devi essere!” mi sussurra ansioso di vedermi morire.
 
Poi, succede. Sento i miei polmoni contrarsi un ultima volta. Sento il battito del mio cuore rimbombare un ultima volta  nelle mie orecchie. Sento l’aria e la vita che essa porta, scivolarmi via dalla bocca un’ultima volta, per non tornarci più.
“Io ti aspetterò!” mi sibila nelle orecchie, Caino, un attimo prima che io muoia.
Troppo vigliacco o forse troppo furbo, per aspettare il mio risveglio. 

E così, sono solo. Mi ritrovo solo e solo muoio.
Caino scompare. Il Cielo grida ancora il suo disappunto. Io ritorno a respirare.
 
Quando scendo le scale, sono tutti lì. Angelo, demone, fratello compreso.
Sembrano essere carne da macello , ma questo non è il momento.
Ho un ordine da rispettare e un personaggio da interpretare ancora. Ed è solo per questo che consegno la Lama all’angelo e non al demone. Ed è solo per questo che quando Sam corre verso di me per sostenermi, devo sforzarmi per non alzare la mano in cui stringo ancora un pugnale e trapassarlo fino ad arrivargli al cuore.
Ma la cosa straordinariamente assurda è che questa volta non sono un demone.
 
No!, non lo sono. E non servirà nessuna cura per salvare la mia anima ormai e comunque persa.
 
Sono e sarò solo un assassino senza scrupoli. Senza più un senso di colpa. Capace di infischiarmene di chi sarà la mia vittima. Sarò un demoniaco non-demone!
Perché?!
Perché Caino non mi ha rimesso la Lama tra le mani quando sono morto ma l’ha poggiata sul mio petto, sul mio cuore o lì dove c’era il mio cuore pulsante e  lei mi ha riportato solo indietro donandomi tutto il suo potere omicida e privandomi di ogni sentimento o legame.
 
Nel bunker, lascio che Sam manifesti il suo euforismo mentre mi fa i complimenti per come ho, o almeno crede chi io abbia, sconfitto Caino. Gli lascio credere che ha ancora un fratello. Gli lascio pensare che ha ancora una speranza di salvarmi.
Ma non è così. Ora, ho un piano mio. Una mia missione e ho tutte le intenzioni di metterla in pratica passo dopo passo. Omicidio dopo omicidio. Vendetta dopo vendetta.
 
Ora posso. Ora, come mesi fa, non provo più niente, anche essendo umano.
Tutto deve avere fine, perché tutto possa ricominciare. Niente più lealtà, niente più doveri. Niente più responsabilità. Niente più Castiel. E soprattutto niente più Sammy.
Da oggi, vivrà chi dovrà vivere. Tutti gli altri moriranno.
 
Però, quando l’angelo fa il suo ingresso nella cucina, devo andarmene. Non posso permettere che lui capisca qualcosa di me che non deve capire. Non ancora almeno. Non fin quando sarà il suo turno.
Mi alzo, chiedo congedo simpaticamente come farebbe il vecchio me e mi costringo anche a dare un amichevole pacca sulla spalla di Castiel, ma non appena gli passo oltre non riesco a non contrarre il viso per costringermi a non piazzargli un coltello in mezzo al petto. Una sola ma decisa, per tutte le menzogne del passato, per il suo tradimento, per le sue debolezze, e perfino per avermi tirato fuori dall’Inferno.
Devo resistere e devo concentrarmi nell’essere un più che convincente Dean Winchester, soprattutto dopo aver sentito dire il mio sempre troppo drammatico e amorevole fratellino: “Dean è nei guai!”
 
No, mio caro Sammy! Voi lo siete.
Perché adesso non sono un demone.
Sono ancora io, sono ancora un uomo. Sono Dean Winchester.
E ora sono solo un assassino!

 
N.d.A.: sclero da influenza. La febbre alta a volte ha questi effetti.
Lo so che continuo a dirlo e forse molte di voi diranno: che palle!! Ma proprio non ti convince??
La risposa è : No, non mi convince!!
Il finale della 10x14 secondo me nasconde molto molto di più, dell’aver tolto dalle scatole il padre degli omicidi. Quegli sguardi di Dean prima al fienile, e poi nel bunker secondo me la dicono lunga. Ora, non so, che cosa vedremo nella 10x15 e nelle altre, ma sento che qualcosa bolle in pentola. Qualcosa di veramente….wow!!!
Baci, Cin!!
   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75