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Autore: slanif    25/02/2015    8 recensioni
WonKyu, KyuMin, Sungmin/Saeun
Ci furono lunghi momenti di silenzio, poi la voce di Kyuhyun si alzò piano: « Va bene… io… ti aspetto in camera, okay? »
Siwon chiuse gli occhi mentre le palpebre tremarono: « Okay… » Un peso si levò dal suo cuore mentre una lacrima e poi un’altra colarono giù.
« Won… »
« Mh…? »
« Mai e per sempre…? »
« Mai e per sempre. »
Genere: Angst, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Choi Siwon, Kyuhyun, Sungmin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La canzone è “Mai E Per Sempre” di Marco Mengoni.
 
 
 
*
 
 
 
Mai E Per Sempre
di slanif
 
 
 
 

E mancano sempre
Le giuste parole,
Però ci sarebbe
Parecchio da dire

 
 
 
« Non posso farlo. Mai. Mai come per sempre la amerò… »
 
 
 

Se vivi la vita
In punta di piedi,
D'accordo, non corri,
Però quasi voli

 
 
 
Siwon era una persona paziente.
Lo era di natura.
Non doveva sforzarsi, o fare forza sul suo carattere per mantenere la calma: lui era perfettamente padrone di sé e delle situazioni in cui si trovava. Lo era stato in innumerevoli occasioni, anche mentre gli altri davano di matto ed erano così preda delle emozioni che non riuscivano più a ragionare. Lo era stato anche quando non gli era convenuto, perché comunque era una persona che voleva che le cose fossero equamente giuste, piuttosto che fossero giuste solo per lui. Spesso persino sua sorella Jiwon gli diceva che era un idiota, a pensare sempre prima agli altri che a se stesso dandosi la zappa sui piedi da solo; ma lui non poteva farci niente. Era fatto così e basta.
Ma in quella situazione… beh, non era sicuro di potercela fare. Di poter essere paziente e controllare la rabbia, di non farsi guidare dai sentimenti e, soprattutto, di poter essere imparziale.
Ce la stava mettendo tutta per non urlare, ma non era semplice. Di fronte a quell’evidenza dei fatti, persino un bambino avrebbe capito.
Eppure, volle essere comunque sicuro. Volle, comunque, chiedere. Volle fare la figura dell’idiota senza spirito d’osservazione, perché rendersene conto così e non sentirselo dire, faceva ancora più paura: « Ma Kyuhyun non c’è? »
Heechul si voltò appena verso di lui: « No. Non viene. »
Sentirselo dire faceva meno paura, ma di sicuro faceva più male.
Gli occhi tristi di Heechul verso di lui gli diedero il voltastomaco.
Si aggiustò sui polsi la giacca lunga a fantasia bianca e nera che indossava con un gesto nervoso e imbarazzato.
La mano magrissima e pallida di Heechul si posò sul suo avambraccio: « Ha le sue ragioni, Won. », sussurrò il maggiore.
Siwon gli lanciò un’occhiata fugace, annuendo a scatti.
Heechul sospirò, togliendo la mano, e fece cadere l’argomento.
Proprio in quel momento, la musica iniziò e Sungmin entrò.
Gli occhi lucidi e sbarrati di Siwon ruotarono verso la passerella dove, a grandi e veloci falcate, Sungmin faceva il suo ingresso come sposo.
Gli venne quasi da ridere, ma non lo fece, perché il groppo in gola era troppo grosso da mandar giù.
Lee Sungmin, il Coniglietto Rosa dei Super Junior, Mister Agyeo, si stava per sposare con Kim Saeun; e proprio in quel momento attraversava la navata tra i tavoli e si dirigeva sul palco dove l’officiante lo attendeva e dove successivamente avrebbero atteso insieme la sposa.
Era ridicolo.
Sungmin, Lee Sungmin, il primo a sposarsi.
Con una donna.
Gli venne ancor più da ridere.
Lee Sungmin che si sposava con una donna dopo che per anni aveva scopato con Cho Kyuhyun.
Davvero divertente.
Nessuno sapeva cosa fosse successo esattamente tra Kyuhyun e Sungmin, ma all’improvviso, dopo mesi piuttosto tesi, Saeun aveva annunciato di essere fidanzata e in procinto di sposarsi con Sungmin. La bomba era caduta in testa a tutti e la riunione in dormitorio, con anche i membri attualmente non attivi come Yesung, era stata scontata. Quella stessa sera…
 
 
 

Il gatto e la volpe,
L'orgoglio e la rabbia,
L'incontrerai spesso
Nei giorni di pioggia

 
 
 
… tutti in cerchio seduti a terra come facevano da dieci anni, stavano ascoltando le parole di Sungmin: « Avrei voluto dirvelo. », era la cosa che stava dicendo più spesso « Ma è successo tutto in fretta e non ho avuto il tempo. », specificò.
Mentre Siwon ascoltava quelle parole, automaticamente gli occhi ruotarono verso Kyuhyun. Lo aveva visto teso e pallido, ma chiaramente consapevole.
« Tu lo sapevi, non è vero? », domandò. Fu spontaneo. Le parole piene d’accusa gli erano scivolate giù per la lingua come veleno ancor prima che lui potesse realizzarle nella sua mente. Kyuhyun sapeva, ecco perché non stava ancora urlando contro Sungmin ma anzi, era lì compostamente seduto, proprio alla destra dell’altro.
Kyuhyun alzò gli occhi lucidi, gli occhi di un Cerbiatto davanti ai fari di una macchina che sta per investirlo, su di lui e annuì, stringendo le labbra.
« Tu lo sapevi e non hai detto niente? Da quanto va avanti, questa storia? Cos’è: fate un’ammucchiata? » A tuonarlo fu Kangin, livido di rabbia e rancore.
Sungmin sbiancò ancora di più: « N… no! Saeun non sa niente di Kyuhyun! »
In quel preciso momento, Siwon avrebbe seriamente voluto tirargli uno schiaffo.
« Quindi Kyuhyun deve prendersi tutta la merda, ma lei rimane all’oscuro di tutto? Ma come diavolo ragioni, Sungmin? » Per un momento, quasi non riuscì a riconoscere la sua stessa voce. Furente, ringhiosa, quasi animale. Anche gli altri erano rimasti sorpresi, e lo stavano fissato come se all’improvviso gli fosse spuntato un altro naso.
« Come faccio a dirglielo? », urlò Sungmin, scoppiando a piangere.
« Nello stesso modo in cui lo hai detto a Kyuhyun! », urlò ancora Siwon, alzandosi in ginocchio da tanta era la rabbia che sentiva, la veemenza con cui aveva urlato.
Heechul gli afferrò un braccio saldamente, per impedire che si alzasse e commettesse qualche sciocchezza, come picchiare Sungmin: « Non siamo noi che dobbiamo stabilire cosa Sungmin deve fare con Saeun, Won. » Siwon lo guardò allibito, sconvolto che Heechul non fosse dalla sua parte, ma il maggiore si premurò subito di aggiungere un « Ma… »
« Ma? », domandò Siwon con un ringhio, in contemporanea di Sungmin che lo domandò con ansia.
« Ma noi siamo un gruppo, e una tua scelta si ripercuote su Kyuhyun e quindi su tutti noi. Io mi auguro davvero che tu abbia una spiegazione sufficiente e intelligente, Sungmin, perché fino ad ora ho sentito solo stronzate e ti giuro che se potessi, mi unirei alle ELF e chiederei ai Dirigenti di cacciarti. »
Siwon si sentì grato. Immensamente grato.
Heechul non era una persona che mandava a dire le cose. Heechul parlava sempre chiaro. E anche questa volta, col suo modo diretto e forse un po’ brutale ma assolutamente vero, aveva detto tutto quello che c’era da dire.
« Io… », balbettò Sungmin, con lo stesso sguardo da Cerbiatto che poco prima aveva Kyuhyun.
« Tu devi darci una spiegazione, Sungmin. », disse seriamente Leeteuk, prendendo per la prima volta in mano la situazione e ricoprendo il suo ruolo da leader dopo lunghi minuti di silenzioso shock.
Sungmin ispirò con uno scatto, come un motore che si sta spegnendo, borbottando fino a morire. Chiuse gli occhi, le guance in fiamme, si passò una mano sulle palpebre e poi aprì di scatto gli occhi, cominciando a raccontare: « Con Kyuhyun… » La voce tremò come in un terremoto nel solo pronunciare quel nome. I loro occhi non si incontrarono. Tenevano entrambi lo sguardo basso, fisso di fronte a loro. « … le cose non andavano bene da tempo. Saeun è apparsa nel momento in cui non sapevo cosa fare e mi ha fatto sorridere. Dopo tanto tempo, avevo voglia di ridere. Di ridere davvero. » Kyuhyun a quelle parole chiuse lentamente gli occhi, le palpebre tremarono e una lacrima solitaria e dolorosa colò sulla sua guancia. « Innamorarmi di lei… non l’ho fatto intenzionalmente! E’ successo e basta, lo giuro! L’ultima cosa che volevo era far soffrire qualcuno… »
« Ma stai facendo soffrire me… » Per la prima volta, la voce tremante di Kyuhyun si levò, seppur flebile come un sussurro.
Sungmin voltò la testa di scatto verso di lui: « Mi dispiace tanto, Kyu… te lo giuro… »
« Non ci faccio niente con le tue scuse… », continuò il maknae, facendo stringere il cuore di Siwon fin quasi a sgretolarsi.
Kyuhyun si alzò in piedi barcollando, le gambe incerte e tremanti. Si vedeva lontano chilometri che stava soffrendo le pene dell’Inferno.
Con passo incerto, Kyuhyun si diresse verso il corridoio e quindi verso la sua camera.
Più voci provarono a chiamarlo, ma non ascoltò nessuno. La porta si chiuse con un tonfo sordo e freddo, che si ripercosse nei petti di tutti.
Siwon portò di nuovo gli occhi su Sungmin: « Non avrei mai creduto che tu potessi fare una cosa simile. » Sapeva che era sbagliato, che non doveva farlo, che dire quelle parole era pericoloso. Ma non riusciva a capacitarsi di dover assistere a tutto quel dolore e quelle ingiuste decisioni prese senza cuore.
« Non l’ho fatto apposta! », quasi gridò Sungmin, scoppiando definitivamente a piangere e alzando il viso indignato verso di lui.
Siwon sentì di nuovo la voglia di tirargli un pugno. Afferrò la mano di Heechul per cercare un supporto e per far sapere a qualcuno che stava per fare una sciocchezza, cosicché potesse fermarlo. Per fortuna, dopo una rapida occhiata, Heechul capì e gli strinse forte la mano nella propria.
« Io capisco che tu possa esserti innamorato… », iniziò incerto Ryeowook; ma il sibilo di Yesung lo interruppe: « Cosa? Tu lo capisci? »
Ryeowook gli scoccò un’occhiata di fuoco: « Lo so anche io che non doveva succedere, Yesung. Non sto dicendo che sono dalla sua parte. Sto solo dicendo che non si può decidere di chi innamorarsi e che farlo è umano. Lo vedevamo tutti che tra Min e Kyu le cose non andavano da tempo, ne abbiamo parlato tante volte. »
« Passare da “le cose non vanno bene” a “sto per sposare un’altra”, ha un’autostrada di cose possibili da fare in mezzo. », si intromise Donghae, aprendo la bocca per la prima volta.
Eunhyuk, seduto al suo fianco, annuì debolmente. Si capiva che gli costava una gran fatica andare contro al suo amico Sungmin, ma stavolta nemmeno lui poteva evitare di dire la propria. Così come non lo evitò Shindong: « Hai fatto una cazzata enorme, Sungmin, e io non me la sento di appoggiarti anche in questa situazione. » Lo sguardo ferito di Sungmin fu sufficiente a spiegare le parole che gli morirono in gola. « Io capisco quello che hai detto, e sono davvero felice che tu abbia trovato una persona da amare ma… farci ritrovare tutti in una situazione come questa, con Kyuhyun devastato… pensi sia giusto? Almeno vi eravate lasciati, prima? »
Le narici di Sungmin divennero incandescenti e tremarono. Si morse il labbro inferiore con i denti, nervosamente.
No, ovviamente prima di frequentare Saeun non aveva messo la parola fine a ciò che c’era con Kyuhyun.
« Mi dispiace… », bisbigliò.
« Smettila subito di scusarti. », disse Leeteuk, infastidito « Devi pensare prima di fare le cose, piuttosto che farle e poi venire a scusarti. » Leeteuk fu duro, ma si vedeva che era davvero arrabbiato.
Sungmin, però, a quelle parole si arrabbiò moltissimo. Prese a gridare, diventando paonazzo: « Perché tutti state prendendo le difese di Kyuhyun senza prima starmi a sentire? Avete una vaga idea di come mi senta io? Del perché l’abbia fatto? »
« Spiegacelo! », sbottò Kangin, sempre più furente « Siamo tutto orecchi. »
Sungmin lo fissò malamente, ma prese comunque a parlare. Troppo velocemente, e in modo farfugliato, ma lo fece: « Kyuhyun e io non eravamo più una coppia da tempo. Litigavamo moltissimo e non avevamo più niente in comune. C’erano giorni che odiavo persino la sua presenza, detestavo la sua vicinanza e volevo con tutto il cuore che se ne andasse. Io… a volte davvero non riuscivo a fare null’altro che odiarlo. »
Quelle parole crudeli fecero male alle orecchie di tutti.
Ma fu Leeteuk a dare una voce e un ordine ai pensieri che affollavano confusi le menti di tutti i membri: « Hai fatto una cosa terribile a una persona che non se lo meritava, Sungmin. Kyuhyun ha i suoi difetti, non lo metto in dubbio. Ha un pessimo carattere, non è affettuoso, spesso è solitario e silenzioso. Ha delle passioni particolari e spiccate che ama fare da solo e non condividere. E’ egoista, a volte, è indubbio; ma nessuno è perfetto. Nessuno è immune da errori o incomprensioni. Se c’erano delle cose di lui che non sopportavi, o delle cose che volevi dirgli… avresti dovuto farglielo notare. Lui ha sbagliato molte volte, probabilmente, ferendo i tuoi sentimenti; ma quanto è grande l’errore che hai fatto tu ferendolo in una maniera così meschina? Kyuhyun, per quanti errori possa aver commesso, non meritava una cosa simile. Nessuno al Mondo lo merita, perché non solo vieni ferito nell’orgoglio e nei sentimenti, ma perdi persino la fiducia negli altri ed è… schifoso. »
Quelle parole ferirono Sungmin; se ne accorsero tutti, ma nessuno ebbe voglia di contraddirle…
 
 
 

Hai perso con gusto
La nostra partita,
Per darmela vinta,
Per farla finita

 
 
 
… « E’ molto elegante, e sembra felice. »
La voce di Heechul riportò Siwon alla realtà.
Il ragazzo spostò lo sguardo su Sungmin, che ormai era arrivato al palco e attendeva, guardando verso la porta, che la sua sposa entrasse. Aveva un sorriso sereno e gli occhi erano lucidi ed emozionati.
« Sì, sembra davvero felice. », commentò con tono piatto.
Heechul gli scoccò un’occhiata di traverso: « Cerca di sorridere, Siwon, o ci saranno delle chiacchiere che non vogliamo e che non sono necessarie. Già sarò difficile spiegare perché Kyuhyun non c’è… »
« Diremo che è venuto prima ed è andato via presto perché aveva delle cose da registrare. », intervenne Leeteuk, fissandoli per un secondo prima di tornare a mangiare un pezzetto di pane.
« E nessuno lo ha visto? », domandò scettico Eunhyuk, seduto lì di fronte.
« Noi sì. Se forniamo tutti la stessa versione, non ci saranno problemi. Anche i genitori e la sorella di Kyuhyun diranno la stessa cosa, ci ho parlato prima. A loro ho detto che è una scusa per giustificare che Kyuhyun ha un po’ di influenza, perché dopo temiamo che preoccupandosi per il suo raffreddore, le ELF non si concentrino sul matrimonio di Sungmin e lo sfavoriamo. » Leeteuk fece una smorfia.
« Ovvero stai dicendo che la scusa ai suoi genitori è che lui ha un raffreddore ma che devono dire a tutti che ha delle cose da registrare? », domandò Yesung.
« Sì, rimanendo sul vago. Tutti. Nessuno faccia il nome di nessun programma, così non si creeranno fraintendimenti. », consigliò ancora il leader, finendo di sbocconcellare il pane.
« Ma cosa c’entrano le ELF? », si intromise Donghae.
« C’entrano perché è scoppiato un casino, te lo ricordi? Dobbiamo fare in modo che l’attenzione sia tutta su questo matrimonio e che molte poche persone notino che Kyuhyun non c’è. Dobbiamo coalizzarci e collaborare, ragazzi, o i casini saranno ancora maggiori e ci boicotteranno ancora di più. »
Tutti annuirono alle parole del leader, mentre la porta si apriva e compariva Saeun a braccetto con suo padre.
Portava un vestito molto semplice, dal taglio classico, di raso color avorio. I capelli scuri e sciolti sulle spalle tenevano saldo il lungo velo. Tra le mani un bel mazzolino di fiori. L’espressione tirata, nervosa.
D’altronde, si disse Siwon, come non capirla? Tra tutte le critiche delle fan, la loro fredda accoglienza e l’opposizione della famiglia stessa di Sungmin… dubitava che si sentisse bene. Non ce gli facesse pena, ma poteva comprenderla.
« Potrebbe pure sforzarsi di sorridere… », bofonchiò Heechul, nascondendo la sua critica nel bicchiere di vino che stava sorseggiando.
Siwon sorrise appena.
Nessuno aveva voglia di ridere, tra di loro, quel giorno e tutti quelli precedenti.
Perché tutti, dal primo all’ultimo, ricordavano gli occhi pieni di dolore di Kyuhyun…
 
 
 

Le stelle, in silenzio,
Ci lasciano fare,
Gli piace ascoltare
Il nostro dolore

 
 
 
… Siwon bussò piano alla porta della stanza di Kyuhyun.
All’inizio, non ricevette alcun tipo di risposta. Ci riprovò quindi con maggiore forza e dopo lunghi minuti di silenzio, alla fine qualcuno da dentro parlò: « Chi è…? » Persino dalla porta, si sentiva il tono stanco e sfinito, sconfitto.
« Kyu… sono Won. », rispose pianissimo, poggiando il palmo della mano sul legno scuro della porta.
La serratura scattò e l’uscio si aprì appena.
Siwon spinse lentamente la porta e i cardini scricchiolarono.
La stanza era al buio, ad eccezion fatta per l’abat-jour del comodino che era l’unica fonte di illuminazione, con la sua luce giallastra. Persino la stanza aveva un aspetto malinconico.
Kyuhyun era in piedi dietro la porta, con ancora una mano sul pomello, e la spinse lentamente per richiuderla. La chiave scattò nella serratura.
« Kyu… » Siwon non sapeva cosa dire. Dopo aver ascoltato le sciocchezze che Sungmin aveva detto, l’unica cosa che gli era parsa sensata, era stata quella di venire da Kyuhyun e cercare di consolarlo. Abbracciarlo stretto e dirgli che lui, dannazione, era speciale.
Per lui.
Come nessun altro.
E che non avrebbe cambiato niente di niente, di lui. Che si sarebbe preso il pacchetto completo, con tanto di difetti e manie e orgoglio e silenzi.
Ma non poteva. Non aveva mai potuto e non poteva farlo proprio in quel momento, quando Kyuhyun era così fragile e esposto, quando un solo gesto poteva devastarlo definitivamente.
Quell’amore… quell’amore enorme… doveva rimanere nascosto.
« Vieni, Kyu, sediamoci sul letto… », disse Siwon, afferrandogli una mano pallida, fredda e sudata e conducendolo fino al letto dove Kyuhyun si sedette, come un automa.
A Siwon si strinse il cuore.
Allungò le mani e sistemò i cuscini contro la testiera del letto. Quindi si sdraiò e vi poggiò la schiena, portandosi dietro Kyuhyun che, ancora una volta, non ebbe nessun tipo di reazione.
« Kyu… ti prego. Mi devasta vederti così… »
« Mi dispiace… », sussurrò pianissimo Kyuhyun, con gli occhi coperti dalla frangia « Ma non riesco a fare niente… non riesco… io… » Un singhiozzo sfuggì, il primo di una lunga e infinita serie che seguirono.
Siwon gli passò un braccio dietro le spalle e se lo strinse forte al petto, dandogli pacche leggere sulla spalla per farlo calmare.
Ascoltò in silenzio i singhiozzi e sentì le lacrime bagnargli la t-shirt, minuto dopo minuto, fin quando gli parve che il tempo divenne eterno.
Gli lasciò sfogare tutte le sue lacrime e parlò solo quando il corpo di Kyuhyun smise di tremare: « Ti senti meglio…? »
Kyuhyun annuì debolmente, rimanendo con la testa poggiata sul suo petto: « Sì… scusa, Won… e grazie… »
« Vorrei poter fare tanto di più… », si rammaricò il maggiore.
Kyuhyun alzò la testa, gli occhi rossi e lucidissimi, così lucidi da sembrare delle gemme preziose: « Hai già fatto più di chiunque altro, Won… »…
 
 
 

L'amore che tutti
Ricordano ancora,
Non sciopera mai,
Lavora anche ora

 
 
 
… L’officiante stava conducendo con maestria la cerimonia. C’erano continui intermezzi cantati da parte di grandi artisti e scrosci di applausi.
Sembrava più un recital che un matrimonio, ma Siwon non volle soffermarsi su quel pensiero.
Osservò invece gli occhi di Sungmin, fissi sulla sua quasi moglie Saeun: erano pieni d’amore.
Gli stessi che, presumibilmente, aveva lui quando guardava Kyuhyun.
« Hai sentito Kyu? », gli bisbigliò Heechul all’orecchio.
Siwon scosse la testa: « Non penso sia il caso di chiamarlo mentre siamo qui. Potrebbe sentire qualcosa e soffrire ancora di più… »
Heechul annuì, comprendendo: « Non pensi anche tu che sia stato meschino da parte di Sungmin, invitarlo? », domandò poi, cambiando argomento e tirando fuori probabilmente un pensiero che covava dentro da tempo.
Siwon evitò di guardarlo: « Forse… ma cosa avrebbe potuto fare? Abbiamo comunque una facciata pubblica da mantenere. »
« Visto e considerato che comunque Kyuhyun era logico non venisse, potevamo semplicemente inventare la stessa balla senza che lui ricevesse davvero l’invito. », ribatté Heechul.
Siwon annuì.
« Eri con lui quando ha ricevuto l’invito, vero? », domandò Heechul.
Siwon annuì ancora.
« Ha pianto? »
Il maggiore tirò le labbra in un sorriso triste…
 
… « E’ uno scherzo. Siwon, ti prego, dimmi che è uno scherzo. » La voce di Kyuhyun tremò, piena di dolore e rabbia miste insieme.
Siwon guardò l’invito che aveva nelle sue mani e quello che c’era nelle mani di Kyuhyun: erano perfettamente identici.
« No, non penso sia uno scherzo, Kyu. », disse lentamente, fissando il viso dell’altro per percepirne ogni minima reazione.
Ma quello che avvenne dopo, non lo avrebbe mai nemmeno immaginato: Kyuhyun tremò, cominciò a piangere, strappò con rabbia l’invito a metà e scaraventò a terra tutto quello che c’era sulla sua scrivania con una sola mossa…
 
… « Diciamo solo che non l’ha presa benissimo. », spiegò Siwon.
Heechul sbuffò irritato: « Come minimo! Quando l’ho scoperto ho seriamente rischiato di andare in cerca di Sungmin per dargli fuoco! »
Siwon, suo malgrado, rise. Anche lui aveva desiderato uccidere Sungmin: dargli fuoco, prendendolo sotto con la macchina, buttarlo accidentalmente giù da qualche dirupo, avvelenarlo, strozzarlo, soffocarlo con un cuscino… le aveva pensate tutte. Aveva anche pregustato il piacere sadico di vederlo morire.
Ma di fronte a quei pensieri si era sentito folle e pazzo, sporco. Si sentiva colpevole come se lo avesse fatto davvero. Come se Sungmin, in quel preciso istante, non fosse in piedi di fronte a lui a scambiarsi gli anelli con Saeun ma steso dentro una bara e metri sottoterra.
Sapeva di essere stato crudele a fare certi pensieri. Come aveva giustamente detto Ryeowook, non si può scegliere chi amare. Per comprenderlo bastava che guardasse se stesso e il suo amore a senso unico per il maknae; ma i modi in cui Sungmin aveva agito… quelli proprio non riusciva a perdonarli. Sungmin aveva tra le mani tutto quello che lui aveva sempre desiderato e lo aveva gettato via senza riguardo e senza rispetto, come una scarpa vecchia, piena di buchi e spaiata. Sungmin aveva gettato via quello che lui desiderava da anni poter proteggere, abbracciare e baciare, carezzare e… amare. Amare follemente e profondamente, immensamente.
Anche di fronte all’evidenza, anche di fronte al fatto che Kyuhyun amasse Sungmin, sia quando erano felici che ora che il cuore del maknae era distrutto, lui non poteva fare altro che continuare ad amarlo.
Sempre e per sempre.
Sempre e comunque.
Sempre…
 
 
 

Adesso che chiudo
La nostra emozione
Nel la cassaforte
In fondo al mio cuore
In caso scordassi
La combinazione,
La scrivo su un foglio
È questa canzone

 
 
 
… « Sei mai stato innamorato, Won? »
Kyuhyun glielo domandò con tono piatto e triste, mentre ancora stringeva nel pugno quell’invito e la roba della scrivania era ancora a terra. Erano di nuovo seduti sul letto, le schiene poggiate ai cuscini, le gambe distese sul piumone bianco.
Siwon inghiottì a vuoto e si scostò il bordo della felpa dal collo, sentendosi improvvisamente soffocare: « Come mai me lo chiedi così all’improvviso, Kyu? »
Kyuhyun si voltò a guardarlo: « Perché… io ti parlo sempre di Sungmin, te ne parlavo anche prima, ma tu non mi hai mai detto niente… »
Siwon quasi rise: come poteva dirgli qualcosa, quando era lui l’unica persona che amava?
« Perché non c’è molto da dire. », rispose.
« Non hai mai amato nessuno? », indagò Kyuhyun, accavallando le caviglie.
Siwon sorrise: « Non ho detto questo. »
« Allora ami qualcuno? », domandò sorpreso Kyuhyun.
Siwon annuì lentamente.
« E chi è? », domandò Kyuhyun, stringendogli una mano.
Tu.
« Nessuno che conosci. E comunque non te lo dirò nemmeno sotto tortura. », rise Siwon, dandogli una leggera spinta col braccio e slacciando la mano dalla presa dell’altro. Sentirsi stringere una mano mentre parlavano di questo era troppo doloroso, per lui, perché gli dava una sensazione d’intimità che tra loro non esisteva.
Kyuhyun rise, in una delle rarissime volte da dopo quegli orribili giorni: « Va bene, allora non insisterò… », annuì.
« Grazie… », sospirò Siwon.
« Però mi devi dire perché ti piace. », disse malizioso il minore, fissandolo di sottecchi.
Siwon rise: « Sapevo che era stato troppo facile… », sospirò.
Kyuhyun sorrise appena: « E dai… siamo amici, no? »
Già. Purtroppo, solo amici…
Siwon si limitò ad annuire: « Sì, siamo amici. »
« Bene. », Kyuhyun sorrise ancora e Siwon fu quasi grato di essere in quella difficile situazione, se ciò significava vederlo di nuovo sorridere.
« Allora… cosa ti piace di quella persona? », tornò subito alla carica Kyuhyun.
« Mi piace… tutto. », rise il maggiore. Si sentiva stupido lui stesso.
« Tutto, tutto? Non cambieresti niente? », domandò Kyuhyun.
Siwon rise ancora: « Beh, ci sono delle cose di questa persona che proprio non sopporto, ma… no, non la cambierei. Fanno parte di quella persona e anche quelle cose che non sopporto la rendono la persona di cui sono innamorato. »
« Io a volte desideravo che Sungmin fosse completamente diverso… », si rabbuiò il minore.
Siwon parlò in fretta, sperando che l’altro si distraesse ancora: « A volte succede. Evidentemente Sungmin non era la persona giusta per te, Kyu… »
Kyuhyun lo guardò con occhi feriti.
« Lo so che è duro da sentir dire, Kyu, ma è così… la persona giusta per te non se ne sarebbe andata e non starebbe per sposare qualcun altro. La persona giusta per te ti avrebbe messo al sicuro dentro la cassaforte del suo cuore e mai fatto uscire. »
Kyuhyun lo fissò strano: « Una cassaforte? »
Siwon sorrise tristemente: « Io penso che l’amore sia qualcosa da coltivare e custodire gelosamente. Il cuore è la cassaforte che lo contiene, che lo tiene al riparo, che lo scalda e fa battere forte. »
« Una cassaforte? », ripeté il minore, come in trance.
« Sì, di cui solo l’altra persona ha la chiave. Perché quando si ama davvero, Kyu, non c’è posto nemmeno per un granello di polvere che possa scansare dal trono la persona che ami. »
Gli iridi di Kyuhyun vibrarono, lucidi: « E tu senti queste cose per questa persona? »
Siwon sorrise amaramente: « Sì. »
Kyuhyun girò la testa di scatto e si coprì gli occhi con la frangia, asciugandosi una guancia frettolosamente: « Questa persona deve essere davvero fortunata ad essere amata da te, Siwon… »
Siwon quasi si mise a piangere, perché sì, quella persona era fortunata, ed era proprio lì davanti a lui a non capire di essere lui, quella persona fortunata che avrebbe potuto avere tutto quell’amore per sé.
« Purtroppo però quella persona non è innamorata di me e il granello di polvere, nel suo cuore, sono io. », sospirò.
Kyuhyun tornò a fissarlo: « Come fai a dirlo? »
« Perché questa persona ama qualcun altro. » La voce gli tremò appena.
« Allora… perché continui ad amarla? »
« Perché non posso fare altro. Non posso comandare il mio cuore… »
« Allora prova a dimenticarla… »
« Non posso farlo. Mai. Mai come per sempre la amerò… »
Kyuhyun sorrise, prima di poggiare la testa sulla sua spalla: « Vorrei essere amato anche io così da qualcuno… »
Siwon poggiò la testa al muro e chiuse gli occhi mentre una lacrima silenziosa gli solcava la guancia.
C’è già
 
… « Un bell’applauso agli sposi! »
Siwon aprì gli occhi di scatto, fissando quella scena: Sungmin e Saeun, sul palco, voltati verso gli invitati, che sorridevano raggianti e si tenevano per mano.
Si alzò di scatto e cercando di passare inosservato uscì dalla villa, togliendosi la giacca e allentandosi la maglia sul collo. Aveva la nausea.
Tutto quell’amore, quello splendore, quella felicità… tutti quei sorrisi di fronte a lui quando a casa c’era qualcuno che per quei sorrisi stava soffrendo… come poteva rimanere a guardarli?
Afferrò il cellulare e compose il numero. Kyuhyun rispose dopo diversi squilli: « Pronto…? »
« Kyu… sono io. »
« Won… »
Siwon inspirò profondamente: « Devo… io… devo rimanere almeno un’altra ora, ma dopo… dopo posso venire da te, al dormitorio? Non voglio stare qui. »
Voleva vederlo. Aveva un disperato bisogno di vederlo. Di scoprire se, prima o poi, quella stessa felicità che riluceva negli occhi di Sungmin, sarebbe potuta splendere anche negli occhi di Kyuhyun.
Ci fu un lungo momento di silenzio, poi Kyuhyun rispose: « Va bene. Ma non voglio sentire parlare di matrimoni, spose, fiori, anelli e lanci del bouquet. », precisò.
Siwon, suo malgrado, rise: « Non potrei mai parlarti di una cosa simile, né voglio farlo. Voglio solo andarmene via da qui il più in fretta possibile e stare con te… »
« Won… » La voce di Kyuhyun, dall’altro capo, vibrò.
Quel sussurro flebile fece scattare qualcosa nel cuore di Siwon. Quel tono triste e depresso, sfinito… doveva fargli capire che lui non era meno di Saeun, che valeva tanto e molto di più e che solo Sungmin, a sposarsi con qualcun altro, ci aveva perso amaramente.
Anche a costo di fare la figura dell’idiota patetico.
Perché la felicità di Kyuhyun veniva prima di tutto.
Siwon chiuse gli occhi e inspirò profondamente: « Kyu… », lo chiamò.
« Mh…? »
Il cuore cominciò a battere furiosamente: « Ti ricordi quel discorso sulla cassaforte e le chiavi? Sull’amore che sentivo per una persona e che tu desideravi essere amato in quel modo? », domandò, ad occhi chiusi, un braccio poggiato sul muro e la fronte premuta contro il polso.
« Sì, me la ricordo. »
Siwon cercò di calmare il respiro.
Stava per fare una sciocchezza. La più grande cazzata della sua vita. Ma ricordare quei momenti, vedere Sungmin e Saeun sposi… capì che se non l’avesse detto, non ce l’avrebbe mai più fatta.
« Won…? » La voce incerta di Kyuhyun lo riportò alla realtà.
« Adesso ascoltami bene, okay? »
« Sì… », disse Kyuhyun. Siwon non poteva vederlo, ma sapeva che aveva un’espressione confusa, le labbra imbronciate e i denti stavano tormentando il labbro inferiore dal nervosismo. Gli sembrava così reale che quasi pensò di averlo davanti davvero.
« Tu non devi desiderare di essere amato a quel modo. Tu non devi desiderare di cambiare, di essere diverso da quello che sei, di essere adatto a Sungmin. Sungmin aveva la chiave del tuo cuore e l’ha buttata nel cesso, scaricandola via senza riguardo. » Il respiro di Kyuhyun, dall’altro lato, tremò. « Ma qui davanti a te c’è qualcuno che vorrebbe disperatamente quella chiave per custodirla gelosamente, per legarsela al collo e mai dimenticarla, mai lasciarla da qualche parte o a qualcun altro. C’è qualcuno che ti ama tanto come io amo quella persona, Kyuhyun… perché… » Le parole gli morirono in gola.
« … Perché…? » La domanda del minore fu flebile, ma sufficientemente udibile.
« Perché… », ripeté il maggiore, premendosi forte il cellulare all’orecchio, cercando di calmare il battito furioso del suo cuore « Perché la persona che ha la chiave della cassaforte del mio cuore… sei solo tu. »
Entrambi, inconsapevolmente, trattennero il fiato.
« Lo so che è stupido dirlo adesso, perché come ti ho detto io sono solo il granello di polvere nel tuo cuore ma… Kyu, ti prego, ascoltami… tu… non devi pensare che non sei meritevole di un amore simile. Perché c’è già qualcuno che ti ama così tanto. Io di te non cambierei niente, di te non potrò mai dimenticarmi. Io… io ti amo così tanto che a volte non riesco quasi a respirare. Tu sei tutto il mio cuore e so che adesso ti sembra impossibile, ma troverai qualcuno da amare; qualcuno che amerai e che ti amerà tanto quanto io amo te. Qualcuno di cui ricambierai i sentimenti. Quindi per piacere, Kyu… dimentica Sungmin. Non piangere per lui. Non piangere per il suo matrimonio. Non sentirti niente. Perché per alcune persone, per me, tu… sei tutto. »
Un respiro mozzato e poi un balbettio imbarazzato: « Siwon, io… Dio… non so cosa dire… », fu la flebile risposta del minore.
Siwon scosse la testa, consapevole che comunque l’altro non potesse vederlo: « Non devi dire niente, Kyu. Quello che sto solo cercando di dire è che l’amore che sento per te non sciopera mai, Kyuhyun. Lavora anche ora, anche quando non avrebbe dovuto, anche quando fa troppo male… » Gli si spezzò la voce. « Perciò se Sungmin non ti amava così… allora non era meritevole del tuo amore. Lascialo a Saeun, sarà lei a prendersi i tuoi scarti, a dover fare i conti con un cuore incapace di amare qualcuno che lo amava così tanto… io… »
« Won… » Il richiamo fu flebile.
« Kyu, davvero, non voglio che dici niente. Non dobbiamo nemmeno più parlarne. Lo so che non mi ami. Ne ho preso coscienza anni e anni fa. E va bene. L’amore imposto non è amore. Perciò… permettimi solo di essere ancora tuo amico, così come eravamo prima. » La voce gli tremò e il cuore gli fece male.
Aveva sempre saputo che non poteva averlo come voleva, ma almeno come amico non poteva e non voleva per nulla al Mondo perderlo.
Ci furono lunghi momenti di silenzio, poi la voce di Kyuhyun si alzò piano: « Va bene… io… ti aspetto in camera, okay? »
Siwon chiuse gli occhi mentre le palpebre tremarono: « Okay… » Un peso si levò dal suo cuore mentre una lacrima e poi un’altra colarono giù.
« Won… »
« Mh…? »
« Mai e per sempre…? »
« Mai e per sempre. »
 
 

E io, e io,
Di me non ho capito niente.
E io, e io,
Di te non mi scorderò
Mai, mai, mai...
Mai e per sempre

 
 
 
FINE

   
 
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