Il sole stava tramontando, dietro le colline di Reina de Los Angeles, proiettando i suoi tiepidi raggi arancioni e oro lungo il marciapiede in terra rossa, mentre una donna dalla pelle color cioccolato al latte usciva lentamente dal sagrato di una chiesa, richiamata, probabilmente, dal suono metallico di una sicura che veniva inserita e disinserita, che, in un vicolo deserto come quello, faceva un quantitativo di rumore tale che sarebbe stato in grado di svegliare anche il più sonnolento essere umano sulla Terra.
<< Te l'avevo detto che sarei tornata! >> una voce da dietro la donna la fece sussultare in un primo momento, per poi aprirsi in un sorriso sincero.
<< Caroline? >>
<< Bonnie! >> disse la proprietaria della prima voce, anche lei sorrideva, notò girandosi.
<< Mi avevano detto che eri cambiata, ma non immaginavo un tale cambio di rotta. >> commentò la donna chiamata Bonnie, che aveva fatto timidamente due passi avanti per darle uno dei suoi abbracci da orso, mentre la bionda non aveva fatto un passo per avvicinarsi e non le aveva nemmeno messo un braccio attorno alla vita per ricambiarla.
<< Beh, se mi tieni ancorate le braccia al corpo dubito che sarò mai in grado di ricambiarti >> rise Caroline. << E comunque anche tu sei cambiata parecchio, Bonnie. O dovrei dire suor Bonnie?>> disse, indicando il lungo velo che nascondeva i capelli scurissimi della donna.
<< Chiamami come mi hai sempre chiamata, ti prego Caroline. Non sei invecchiata di un giorno, comunque! >> chiosò Bonnie, prendendo una ciocca bionda dei capelli della ragazza << Solo la taglia che hai sulla testa aumenta, a quanto so… >>
<< Tu invece si, dimostri almeno cinquant'anni e non ne hai che trentacinque. >> scherzò Caroline, esibendo i suoi denti bianchi in un sorriso. 
<< Deve essere il vecchiume che ho accumulato qui dentro! >> le rispose la suora, stando allo scherzo, indicando con la testa la chiesa << Oltre all'aria di questa infernale città, ovviamente. >>
<< A me la città piace, e anche parecchio! >> 
<< E' perché a te piacciono tutte le cose pericolose, non per altro! >> affermò Bonnie, sedendosi sugli scalini del tempio, mentre Caroline rideva.
La ragazza parve pensarci un attimo, mentre osservava la suora farle un cenno incoraggiante con la testa per indicarle di accomodarsi affianco a lei, ma, alla fine, parve decidere che, tutto sommato, sedere accanto ad una monaca non poteva nuocere alla sua fama.
Era sabato sera e, in quella posizione, sembravano proprio due vecchie troppo stanche dopo una stressante giornata al mercato.
<< Ho sentito delle imprese che hai compiuto. Santa Cruz, Pasadena… >> commentò Bonnie, gli occhi improvvisamente rabbuiatisi, e il tono di voce tagliente e duro come un coltello. 
<< Cosa ti aspettavi, eh Bonnie? Mi ha insegnato la migliore. >> la interruppe la bionda, facendo un segno al suo indirizzo.
<< Ti ho insegnato perché apprendessi come difenderti, non per derubare innocenti e uccidere sceriffi in giro per il paese. >>
<< Perché devi sempre polemizzare ogni cosa? >> domandò Caroline infastidita. Era anche per quello che le veniva a fare visita così raramente. << Perché a tutti deve essere permesso fare errori, mentre io non ne posso fare? Un giorno potresti addirittura chiamarmi sorella, chi lo sa? >>
<< Perché tutti ci aspettavamo di più da te, perché non sei nata per fare la fuorilegge, e perché dubito che ti piacerebbe la vita monacale >> aggiunse dopo qualche istante di silenzio. << Dove sono i tuoi compari? Mi piacerebbe conoscerli, una volta o l'altra! >>
<< Oh, Stefan e Damon sono andati in uno di quei locali, >> disse, apostrofando con le dita la parola locali, per far intendere alla suora che erano posti poco raccomandabili << e Rebekah si sta bevendo il resto dei soldi che abbiamo guadagnato grazie all'ultima rapin-. >>
<< Non parlarmi di queste cose. >> rabbrividì Bonnie << Siamo sempre sotto la casa del Signore e sentire che le compi tu, poi, mi fa tremare ancora più forte. >> 
La suora infatti, immaginava facilmente la sua bionda amica minacciare con la pistola o con la spada, gli ignari passanti delle città in cui era passata.
Immaginava i suoi occhi, color del cielo al mattino, stringersi e mormorare allo sfortunato 'O i soldi o la vita!' e una volta che le venivano consegnati i primi, uccidere a sangue freddo il poveraccio che aveva avuto la sfortuna di incontrarla.
<< Sei sempre così melodrammatica >> commentò Caroline, alzando gli occhi al cielo.
<< Sono una suora che ti aspettavi? >> le domandò Bonnie, seria.
<< Ti ho portato un regalo, comunque. >> proseguì la bionda dopo qualche istante, prendendo dalla tasca dei pantaloni di pelle che indossava un… 
<< Ma è un rosario! >> 
<< Il fatto che uccida e che rubi non significa che abbia smesso di credere in qualcosa che stia sopra di noi. >> replicò la giovane, prendendo dalla tasca opposta a quella in cui teneva il regalo, un rosario identico a quello che aveva appena donato alla compagna.
<< Che cosa vuoi Caroline? >> chiese la religiosa, con tono sconfitto.
<< Non posso semplicemente voler passare del tempo con una mia vecchia amica? Perché devi vedere del marcio in ogni singola cosa che ho fatto da qui a dieci anni? >> le domandò la bionda ghignando.
Quella suora la capiva sempre un attimo prima che parlasse pensò. 
<< Dubito fortemente che tu ti sia portata dietro i tuoi amichetti >> e la sua bocca si piegò in una smorfia quando disse quella parola << in una gita a Reina de Los Angeles solo per incontrare me, e siccome non ti vedo mezza morta, dubito che tu mi sia venuta a cercare in cerca di un prete per la sacra unzione! Quindi cosa ti porta da me? >>
La bionda rise e pensò nuovamente che quella suora la conosceva troppo bene. Così decise di vuotare il sacco.
<< Informazioni. E una birra, che dubito di trovare qui! >>
<< Informazioni su cosa, esattamente? >> chiese Bonnie.
<< Troviamo un posticino adatto e ti svelerò tutto! >> propose Caroline.
<< Mi vuoi per caso circuire, Caroline Forbes? >> rise la più anziana.
Oh Caroline Forbes era un vero talento con le parole.
Riusciva ad irretirle in maniera tale che nemmeno un serpente con il suo incantatore sarebbe riuscito a resisterle.
<< Io? Assolutamente no! A meno che tu non voglia essere circuita, ovviamente. >> fu il turno della bionda di ridere.
<< Mi avevi già convinto a birra, mia cara. Non puoi nemmeno capire quanto mi sia mancata una bella birra gelata in questi ultimi cinque anni. >> disse la monaca alzandosi in piedi. << Ma prima che andiamo, dimmi su cosa vuoi queste informazioni? >>
<< E' più un chi che un cosa. >> sospirò la ragazza.
<< Bene, su chi vuoi queste informazioni? >> sorrise Bonnie.
<< Conosci un certo capitano Mikaelson? >> le chiese Caroline.
Che suora insistente e non poté che ridere di fronte al suo pensiero.
<< Niklaus? Certo che lo conosco. Ma perché vuoi sapere proprio di lui? Non ti sarai messa ne guai con uno dei suoi, spero. >>
<< Mi dovresti conoscere oramai. Io? Guai? >> le sorrise Caroline << Non lo sai che io e i guai abitiamo in due mondi diversi? >>
Si Caroline Forbes non sarebbe mai cambiata, pensò la suora, ricordando i vecchi tempi in cui quella ragazzetta non era che una bambina che le chiedeva insistentemente di insegnarle a sparare con la pistola e a tirare di moschetto.