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Autore: galvanix    25/02/2015    4 recensioni
La storia è ambientata alcuni anni dopo la sconfitta di Majin Buu.
Vegeta si trova alla prese con un desiderio alquanto inaspettato da parte di Bulma...e il saiyan non può immaginare quanto, questo desiderio, possa legarlo maggiormente a lei ...
“A cosa devo tutte queste attenzioni? Di solito, quando ti trovi sul divano non c’è verso di spostarti di lì per un paio d’ore”.
Mentre continuò a baciarla sul collo, lui rispose rocamente:
“Stasera avevo in mente altro da fare con te e so che anche tu lo vuoi…non riesci a resistermi, mi desideri”.
Bulma, quasi risentita per la sicurezza del saiyan, cominciò a
giocare un po’ con lui e gli sussurrò ad un orecchio:
“Come fai ad esserne così sicuro Principe…”
“Lo so e basta donna” rispose lui ansimando.
“Sai saiyan su una cosa hai ragione, io ora ho un grande desiderio che voglio soddisfare e in questo momento non potrei proprio farne a meno…”
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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                             IL MIO PIù GRANDE DESIDERIO



 

Era una meravigliosa giornata estiva nella città dell’ovest.
Il sole spendeva alto nel cielo azzurro, gli uccellini cantavano felici, le strade brulicavano di gente intente, ognuna, a svolgere le proprie mansioni quotidiane.
Anche all’interno della maestosa costruzione, la Capsule Corporation, una famosa scienziata si stava dando da fare, per terminare la sua ultima invenzione nel suo amato laboratorio.
In quei giorni l’afa estiva aveva avuto modo di farsi sentire e Bulma era sempre più nervosa.
Lei amava l’estate con i suoi colori vivaci, ma in quel periodo le risultava piuttosto fastidiosa, forse era dovuto anche al momento di agitazione che stava attraversando e il caldo rendeva le cose più difficili.
Tuttavia decise di non pensarci e senza rendersene conto trascorse tutta la mattinata rinchiusa nel suo “mondo” a progettare, si concesse una piccola pausa per il pranzo e poi ricominciò il suo lavoro per non perdere altro tempo.
Sapeva di non essere disturbata da nessuno poiché Vegeta aveva deciso con Trunks di effettuare un allenamento speciale all’aperto per fortificare il corpo ed essere in sintonia con la natura.
Nonostante ciò Bulma si accorse dell’ora tarda, soltanto quando un raggio di sole la colpì in pieno viso, facendole alzare il capo e osservando fuori dalla finestra il sole tramontare.
In quell’istante volse il suo sguardo all’orologio appeso al muro di fronte a lei, esso segnava le 19:30 in punto.
Si meravigliò del tempo trascorso dentro al suo laboratorio, non credeva fosse così tardi.
Senza pensarci due volte si tolse il suo fedele camice, spense il computer, le luci ed infine chiudendo la porta alle sue spalle si diresse in cucina per preparare la cena ai suoi uomini prima di sentire le lamentele del suo “dolce” maritino.
Infatti senza farsi attendere, Vegeta e Trunks rientrarono in casa sudati, sporchi e affamati oltre ogni dire.
Il figlio ormai tredicenne, salutata sua madre, si recò verso la sua stanza per cambiarsi e lavarsi.
Nel frattempo Vegeta, vedendo sua moglie impegnata ai fornelli, si avvicinò all’istante per sorprenderla alle spalle, ma prima che potesse sfiorarla la donna gli disse:

“Non pensare minimamente di toccarmi saiyan, prima vai a farti immediatamente una doccia e poi possiamo riparlarne”.
Donna, posso fare ciò che voglio e non sarei di certo tu a fermarmi”.
“Scommettiamo? Allora credo proprio che rimarrai senza cena e senza divertimento serale…credo che tu abbia compreso ciò a cui mi riferisco, vero tesoro” gli rispose maliziosamente la moglie.

Vegeta comprese subito a cosa alludesse, così si incamminò un po’ seccato verso il bagno senza aggiungere altro, poi però ripensò alla scena appena avvenuta e sorrise tra sé.
Era incredibile quanto fosse cambiato nel tempo, ma soprattutto quanto potere quella donna esercitava su di lui, lei riusciva sempre ad averla vinta, forse perché trovava continuamente degli argomenti piuttosto validi a cui lui non poteva rifiutare.
Una volta pulito e profumato Vegeta scese al piano inferiore, precisamente in cucina, dove trovò Trunks seduto al tavolo e pronto per cenare insieme a Bulma.
Il saiyan si bloccò per un momento accanto all’entrata della stanza vedendo sua moglie e suo figlio aspettarlo per la cena.
Provò una strana sensazione, più precisamente un sentimento che poche volte aveva percepito.
Non era tristezza, rabbia o malinconia, (sentimenti che conosceva bene per via del suo doloroso passato) ma un’emozione che gli partì dallo stomaco e arrivò dritto al cuore rendendolo quasi euforico che lo fece sentire bene e in pace con il mondo…la cosiddetta felicità.

La cena trascorse in modo tranquillo e sereno, senza interruzioni di alcun genere.
Terminato il pasto, Trunks si alzò dalla tavola ed informò i suoi genitori che sarebbe andato a dormire per via della stanchezza dovuta alla dura giornata di allenamenti trascorsa con il padre.
Così, dopo l’uscita di Trunks dalla stanza, Bulma si mise all’opera per lavare i piatti e mettere in ordine la cucina.
Nel frattempo Vegeta ne approfittò per distendersi sul divano e rilassarsi davanti al televisore.
Ormai, da quando si trovava sulla Terra, aveva preso quell’abitudine e non riusciva più a farne a meno, infatti dopo una dura giornata come quella trascorsa lo trovava davvero rigenerante e distensivo per il suo fisico.
Passò circa una mezzoretta da quel momento e Vegeta si accorse che Bulma aveva terminato di rassettare la cucina, così si alzò e le andò incontro, ma la donna non si accorse dell’arrivo del marito perché era di spalle.
Quando si girò se lo ritrovò ad un centimetro dal viso e il saiyan non poté trattenersi dal prenderla dai fianchi, strappandole un intenso bacio.
La scienziata rimase, per un istante, senza parole poi però rispose al suo gesto cingendogli il collo con le braccia.
Fu un bacio davvero passionale e quando si staccarono Vegeta continuò a lasciarle una scia di baci lungo il collo scoperto della donna.
Lei lo lasciò fare e poi gli chiese:

“A cosa devo tutte queste attenzioni? Di solito, quando ti trovi sul divano non c’è verso di spostarti di lì per un paio d’ore”.

Mentre continuò a baciarla sul collo, lui rispose rocamente:

“Stasera avevo in mente altro da fare con te e so che anche tu lo vuoi…non riesci a resistermi, mi desideri”.

Bulma, quasi risentita per la sicurezza del saiyan, cominciò a
giocare un po’ con lui e gli sussurrò ad un orecchio:

“Come fai ad esserne così sicuro Principe…”
“Lo so e basta donna” rispose lui ansimando.
“Sai saiyan su una cosa hai ragione, io ora ho un grande desiderio che voglio soddisfare e in questo momento non potrei proprio farne a meno…”

Vegeta sentì che sua moglie stava per cedere così, convinto di questo, volle stare al suo gioco e rispose:

“Posso aiutarti a soddisfare questa voglia, Bulma... basta che mi dici in che modo.”
“Perfetto, non volevo sentire altro Vegeta perché voglio soltanto una cosa…un bel dolce” disse allegra la donna guardando negli occhi meravigliati del marito.
“Cosa?” disse frastornato il saiyan.
“Hai sentito bene tesoro, ho una gran voglia di dolce anche se non conosco il motivo, ma ora lo desidero con tutta me stessa.
Allora mi aiuti a farlo? Credo che farò una bella torta gelato visto l’afa di questi giorni, che ne pensi?” disse la scienziata staccandosi da lui e recandosi verso lo scaffale dove prese l’occorrente per il dolce.
Vegeta la guardò, per un attimo, smarrito ed effettivamente non riuscì a capire cosa passasse per la testa della donna.
All’inizio pensò che lo stesse portando in giro, ma quando la vide trafficare con pentole e recipienti, comprese la dura verità…lei faceva veramente sul serio.
Lui la fissò a lungo e mentre lei preparò gli ingredienti le disse seccato:

“Stai scherzando vero, perché tu sai che non ti aiuterò mai a fare una cosa del genere…neanche sotto tortura”.
“Andiamo tesoro, è sempre un modo per stare insieme e divertirci un po’.”
“Senti Bulma, io ho un altro concetto del divertimento sicuramente più piacevole e appagante di questo, non venirmi a dire il contrario” affermò lui deciso.
“Davvero? Eppure mi sembra che non lo disgusti quando lo divori in meno di mezzo secondo…non è forse così”.
“Sono solo dettagli donna, non capisco la tua necessità di fare un dolce a quest’ora quando potresti prepararlo tranquillamente anche domani. Lo stai facendo di proposito, vero?”
“Di sbagli di grosso mio caro, io in questo preciso istante ho una voglia matta di questo dolce e siccome sono a casa mia faccio come voglio, ti è chiaro il concetto?” rispose a tono la donna.

Vegeta, sentendo il tono di Bulma cambiare, decise di andarsene in camera sua a sbollire la rabbia per non aver concluso niente con lei. Così le diede le spalle e fece per andarsene quando Bulma gli chiese con finta calma:
 
“Perché ogni volta che abbiamo una discussione scappi sempre… di cosa hai paura Principino”.

Lui si bloccò all’istante poi la fissò per un momento e Bulma comprese, dal suo sguardo glaciale e freddo, che si stesse trattenendo dall’esplodere.
Lei sapeva che rivolgendosi a lui con il nomignolo Principino lo avrebbe fatto innervosire, in quella circostanza, perché in quel modo soltanto Freezer osava chiamarlo.
Capitava spesso che lo chiamasse Principe, soprattutto quando volevano giocare e il saiyan sapeva quando la donna scherzava.
Invece in quel momento la situazione era ben diversa perché loro non stavano affatto giocando.
A Vegeta non era sfuggito questo messaggio tra le righe, così per evitare di dire delle cose di cui poteva pentirsi in seguito, disse con calma apparente:

“Prepara e gusta pure il tuo bel dolce donna, perché per un po’ ti rimarrà soltanto quello, non so se mi hai compreso… è questo ciò che desideravi, giusto?”

Dopo aver pronunciato queste parole si guardarono per un istante negli occhi.
Vegeta non sopportando più quella situazione, le diede le spalle e se ne andò, lasciandola sola con il suo dolce ed i suoi pensieri.

      
              
Passarono circa un paio d’ore dall’accaduto e Vegeta tentò di  prendere sonno, ma invano. Senza di lei gli fu impossibile.
Steso sul letto ripensò a quanto successo con Bulma e non riuscì a capire il motivo del loro vero litigio.
Per lui quella donna era un vero mistero perché riusciva sempre in qualche modo a sorprenderlo, infatti un momento prima erano abbracciati ed un secondo dopo stavano già litigando.
Non che fosse una novità, il loro rapporto era continuamente ricco di litigi ed incomprensioni, però riuscivano sempre a fare la pace a modo loro.
In realtà la cosa che infastidiva maggiormente il saiyan era il modo che Bulma aveva di sapergli leggere dentro.
Gli era ritornato in mente l’ultima frase della donna:
“Perché ogni volta che abbiamo una discussione scappi sempre… di cosa hai paura Principino”.
Le era bastato guardarlo negli occhi per capire di cosa aveva paura Vegeta.
Lui temeva di poter perdere il controllo con lei durante accese litigate, così spesso preferiva allontanarsi per non rischiare, ma in realtà in cuor suo sapeva che neanche questa fosse la vera ragione.
Bulma non aveva paura di lui, altrimenti non lo avrebbe accettato in casa, ne tantomeno donargli un figlio e il saiyan di questo ne era convinto.
La realtà era ben diversa, lui non voleva confrontarsi con i suoi sentimenti, non voleva ammettere di essere cambiato profondamente grazie alla compagna e a Trunks.
Se in quel momento avesse approvato a Bulma l’idea del dolce, sarebbe stato come ammettere di essere un debole al servizio di una terrestre.
Però una terrestre per cui aveva perso il senno, che si era sacrificato per il suo bene e quello di suo figlio, in nome di quel sentimento che aveva imparato a conoscere grazie alla sua donna.
Questo pensiero lo ridestò dalle sue riflessioni e gli fece comprendere quanto assurda fosse quella situazione.
Decise così di scendere da quel maledetto letto e recarsi al piano inferiore da Bulma.

Nel frattempo la scienziata, finito di preparare il suo dolce, lo appoggiò sul tavolo e lo guardò per un istante.
Sperò di trovarci una soluzione al suo problema di quella sera con Vegeta, ma in realtà le venne in mente soltanto un’unica idea.
Prese dalla dispensa un piatto, un cucchiaio ed un coltello, poi si sedette su una sedia accanto al tavolino e si tagliò una bella fetta della sua torta.
Una volta adagiata sul piattino se la gustò voracemente come per attenuare una sorta di mancanza.
Dopo aver ingerito metà torta, si alzò, si diresse verso il lavandino per lavarsi la bocca e avvicinandosi alla finestra iniziò a piangere.
Non seppe bene il motivo del suo sfogo, ma non riuscì a trattenersi, così decise di liberarsi approfittando della sua solitudine.

Intanto Vegeta percorse il lungo corridoio e arrivato in cucina vide la moglie girata di spalle.
Sentendola singhiozzare si sentì percorrere il corpo da una spiacevole sensazione che si avvicinava molto alla paura…la paura di essere lui il colpevole del malessere della donna e di quelle lacrime.
Avvicinandosi, vide sul tavolo ciò che rimase del dolce e cercando di smorzare la situazione le domandò:
“Cosa hai da frignare donna, per caso ti senti in colpa per aver fatto fuori mezza torta?”
“Vattene Vegeta, non mi serve il tuo parere, nessuno te lo ha chiesto.” rispose lei tra le lacrime.
“Guardami Bulma” disse pacatamente il saiyan.
“Non ho voglia di guardarti, ora”.
“Va bene, come vuoi…mentre ti schiarisci le idee, vorrà dire che mi mangerò il resto della tua creazione” disse lui furbamente sedendosi sulla sedia accanto al tavolo.
“E no saiyan non ti azzardare, quella torta è mia e non devi toccarla” disse la scienziata avvicinandosi al marito.

Vegeta approfittando della distrazione della moglie, la prese per un braccio e la fece sedere sulle sue gambe tenendola poi per i fianchi.
A quel punto entrambi si guardarono inevitabilmente negli occhi e lui aggiunse:

“Finalmente ho la tua attenzione”.
Dopo un lungo silenzio Bulma gli domandò:
“Come ci riesci…” disse lei rassegnata.
“A fare cosa”.
“A farmi cambiare umore soltanto guardandoti.
Tu hai la capacità, anche dopo tanti anni che stiamo insieme, di mettermi ancora in imbarazzo, ma allo stesso tempo a rassicurarmi e a farmi passare persino l’arrabbiatura.
Prima mi sono infuriata con te perché non mi sono sentita capita. È vero che avevo una voglia matta di mangiarmi quel dolce, ma avevo il desiderio di farlo con te per fare qualcosa di diverso insieme e comportarci come una famiglia normale.
Dovevo aspettarmi una reazione del genere da te, ma in quell’istante mi sono sentita rifiutata e quando mi hai voltato le spalle mi sono sentita sola.
Poi quando ho incontrato il tuo sguardo freddo e distaccato nel momento in cui ti ho chiamato Principino, sapendo che ti avrei fatto irritare e soffrire con il mio tono pungente, mi sono sentita stupida per essere stata così superficiale.
Io non volevo farti arr…”

Vegeta interruppe quel fiume di parole sollevando l’indice e il medio della mano per poi posarle sulle labbra della compagna e poi aggiunse con tono fermo e pacato:

“Sei una sciocca…hai sollevato un polverone per niente anche perché secondo me, dietro a quella scenata c’è altro.
Sono giorni che sei nervosa, agitata e ora voglio conoscerne il motivo. Cosa ti tormenta Bulma… cosa desideri veramente…”

La donna fissò il saiyan meravigliata, non pensava che si fosse accorto del suo cambiamento e questo la rese particolarmente contenta, anche se cercò di non farglielo notare.
Ormai la scienziata comprese di non potersi più nascondere dietro ad un dito, così con un po’ di coraggio gli disse:

“Hai ragione Vegeta, c’è una cosa di cui non ti ho parlato perché non ne ho avuto il coraggio, ma ora è arrivato il momento che tu sappia la verità.
Nell’ultimo periodo mi sono ritrovata a riflettere molto su di noi, su Trunks che sta crescendo a vista d’occhio, ormai sta diventando grande e ho capito che presto non avrà più bisogno di me come quando era piccolo.
Questo mi ha un po’ destabilizzata e mi ha spinto a pensare che in fondo sarebbe bello avere un ‘altra compagnia, sentire il rumore di altri piedini che corrono per la casa e…”
“Aspetta donna, dove vuoi arrivare con questo discorso” la interruppe il saiyan.
“Davvero non lo hai capito” rispose lei ironicamente.
“Voglio sentirtelo dire…”

Bulma lo fissò per un istante, appoggiò la fronte a quella del suo uomo, socchiuse gli occhi e gli sussurrò:

Desidero un altro figlio. So che avrei dovuto dirtelo, infatti nell’ultimo periodo ho provato a fare dei test di gravidanza, ma sono risultati tutti negativi così ho perso la speranza e ho rinunciato.
Per questo mi sono arrabbiata con te prima, mi sono sentita frustrata per tutta questa situazione che non mi sono accorta di aver rigettato su di te una colpa che non meriti.
Mi dispiace non avertelo detto prima, ma avevo paura di rompere l’equilibrio che abbiamo costruito con tanta fatica dopo la sconfitta di Majin Buu, così ho preferito tacere, ma credo di aver sbagliato comunque”.

Vegeta ascoltò attentamente il discorso della compagna e non pensò che dentro di sé celasse tutti questi dubbi.
Tuttavia in risposta a questo, il saiyan sorrise tra sé senza farsi accorgere dalla donna e poi staccandosi dalla sua fronte, aggiunse:

“Te lo ripeto, sei una sciocca Bulma…pensi di essere tanto intelligente e poi ti perdi in un niente”.

La scienziata lo guardò indispettita e anche stupita, poi gli chiese:

“Che vuoi dire, spiegati meglio.”
“Dico soltanto che avresti fatto prima a parlarmene, invece di girarci tanto intorno, ma tu preferisci sempre complicarti le cose” terminò il saiyan.
“Guarda che io mi comporto di conseguenza in base alle tue azioni” rispose lei seccata.
“Vuoi davvero ricominciare a discutere, donna?”
“No… per stasera ne ho avuto abbastanza saiyan”.
“Bene, perché ora non voglio più sentirti parlare” rispose rocamente Vegeta tappandole la bocca con un lungo ed intenso bacio.

Bulma gli rispose immediatamente cingendogli le braccia al collo. Le mancava sentire il sapore della sua bocca su di lei, anche se non volle ammetterlo.
Il saiyan, percependo il suo consenso, la prese tra le braccia, si alzò e si diresse verso la loro camera.
Una volta aperta la porta lui la adagiò sul letto e cominciarono a spogliarsi reciprocamente non smettendo di baciarsi.
Una volta nudi Vegeta la sovrastò con il suo corpo stando attento a non schiacciarla con il suo peso e nel frattempo cominciò ad assaporare il suo corpo lasciandole una scia di baci lungo il suo tragitto.
Mentre l’uomo esplorò il suo corpo, Bulma provò a chiedergli ansimando:

“Vegeta, tu ancora non mi hai detto cosa ne pensi riguardo al discorso di avere un altro figlio”.
“Sei sicura di volerne parlare proprio ora, donna…” disse lui sussurrando.

Tuttavia il saiyan non le diede il tempo di rispondere alla domanda perché sigillò le sue labbra con un bacio piuttosto passionale.
Lui ritornò poi a ripercorrere le curve della sua donna con le labbra, ma quando arrivò al ventre si bloccò per un istante.
Gli ritornò in mente la scena di poco prima in cucina quando abbracciati, lui sorrise senza farsi vedere dalla scienziata.
In quella circostanza, mentre erano seduti, avvertì una piccola aura provenire dal ventre della donna, ma non apparteneva a lei, bensì alla piccola creatura che le stava crescendo dentro.
Ripensando a quella scena Vegeta sorrise di nuovo e per stuzzicare la compagna le disse soltanto:

“Sai Bulma, se mi avessi detto prima delle tue intenzioni di avere un altro figlio, ti avrei risparmiato parecchi complessi e di abbuffarti di dolci…”

Presa alla sprovvista lei seppe rispondere solamente:

“Come?”

Lui si avvicinò al suo orecchio e maliziosamente le sussurrò:

“Secondo me i vostri aggeggi terrestri non funzionano, io sono molto più attendibile…”

La scienziata stette per replicare, ma il saiyan non le diede il tempo perché riprese a baciarla prima che potesse capire il senso della frase.
Bulma, presa dal momento, non diede peso alle parole del saiyan perché troppo occupata nel pensare ad altro.
Vegeta decise di tenere questo piccolo segreto ancora un po’ per sé.
La donna se ne sarebbe accorta presto del suo stato interessante e l’indomani, a mente fresca, avrebbe riflettuto sulle parole del suo uomo e avrebbe sicuramente intuito tutto.
Dopo essersi ricongiunti anima e corpo Bulma si adagiò sul petto del suo compagno e nel giro di qualche minuto si addormentò.
Vegeta approfittò del momento per stringere ancora più a sé la sua donna.
Appoggiò la sua mano sul ventre di lei come per accertarsi dell’esistenza di quell’aura e quando la percepì, sul suo viso si delineò uno dei suoi soliti ghigni.
Tuttavia provò una felicità immensa nel constatare che quell’esserino fosse proprio l’aura della sua bambina.

                                                 


                                                                
                                                                                                                                                                         FINE

 

 

 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti!!
Come potete vedere sono tornata con una nuova one shot.
Spero possa emozionarvi e divertirvi, ma allo stesso tempo soddisfarvi e piacervi.
Se volete, potete lasciare una vostra recensione perché i vostri commenti fanno sempre molto piacere, altrimenti GRAZIE anche soltanto a chi legge.

Un bacione

Galvanix

  
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