“I am here for you.”

Thomas si lasciò andare sul cuscino. Gli sembrava che ogni preoccupazione lo avesse abbandonato. Teresa e gli altri erano salvi. La morte di Chuck era l’unica spina nel fianco. Vedeva ancora davanti a sè gli occhi del ragazzo più piccolo, da cui la vita lo aveva abbandonato lentamente. Inalò velocemente e fu allora che lo udì. Un leggero singhiozzo, come qualcuno che stava piangendo sul proprio cuscino per soffocare le lacrime.

Alzò la testa di scatto e tese l’orecchio. Per qualche secondo riuscì a sentire nient’altro che il respiro di Minho. O meglio il russare del ragazzo. Poi lo sentì di nuovo, una specie di lamento. Proveniva dal letto accanto al suo, quello su cui Frypan e Newt dormivano. Thomas sentì una stretta al cuore. Non gli serviva la luce accesa per capire che i singhiozzi appartenevano a Newt. Un’alto singhiozzo.

Thomas sussurrò nel buio. “Ehi, Newt...” sentì il singhiozzo succesivo fermarsi come se bloccato. Non ricevette risposta. Thomas sospirò. “Newt, lo so che sei te. Per favore.” Ancora silenzio, un leggerissimo singhiozzo. “Newt. Ti prego.” Provò nuovamente. Per qualche attimo il silenzio regnò sovrano. Poi la voce rauca di Newt sussurrò. “Che vuoi?” Nonostante l’altro non potesse vederlo, Thomas roteò gli occhi. “Che hai?” Il ragazzo più grande non disse nulla per un pò. Poi disse, sgarbato. “Non sono affari tuoi.” Thomas non demorse. “Newt, di me puoi fidarti.” Quando parlò di nuovo la voce di Newt era più dolce. “Mi fido di te, Tommy. Ma non è niente.” Thomas sbuffò forte. “Newt, lo sai bene che non ti lascerò finchè non mi dici che hai? Anche a costo di svegliare gli altri Radurai.” Newt non rispose. Poi, con la voce leggermente incrinata, affermò. “Tommy, davvero. Lascia stare.”

Thomas provò una fitta al cuore nel sentire la voce di Newt. Poi, con più determinazione di prima, disse. “Vieni qua. Minho non ci sentirà, ha il sonno pesante.” Newt fece. “Eh?” Thomas sbuffò nuovamente. “Vieni qua, nel mio letto e raccontami tutto. Non farmelo ripetere Newt, perchè se no, sarò io a venire lì, e sai che Frypan ha il sonno meno pesante di quello di Minho.” Nonostante non avesse alzato o cambiato in alcun modo il tono di voce, la minaccia era evidente. Newt non si mosse per qualcheistante. Poi Thomas udì lo scricchiolio delle assi del letto. Si mise seduto e costrinse il biondino a mettersi verso l’interno. Newt si mise sdraiato e si girò verso l’interno, impedendo a Thomas di vedere il suo viso. Quello sogghignò. “Bene così.” Poi gli guardò intensamente la nuca, attendendo che lui parlasse. Dopo qualche secondo, Newt parlò. “Hai intenzione di rimanere a fissarmi tutta la notte?” Thomas non disse nulla. Newt imprecò e si girò verso di lui. Aveva gli occhi arrossati. “Pensavo a Alby. A come si è sacrificato per nulla.” Thomas lo guardò in silenzio. Aveva completamente dimenticato Alby. “Cioè alla fine a che è servito? A nulla. Lui lo sapeva. Non voleva salvarci, voleva scappare, non voleva vedere il mondo! Si è sacrificato!” Newt tentò di soffocare le lacrime. Thomas non disse nulla. Dopo qualche minuto, Newt riuscì a calmarsi. Thomas si girò verso di lui. “Gli volevi parecchio bene, eh?”

La sua voce aveva assunto un tono diverso, quasi triste. Newt annuì lentamente. Thomas gli mise una mano nei capelli e glieli accarezzò leggermente. “Non fa niente. Sappi che sono e sarò sempre qui per te. Qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Sono il tuo Tommy.”

Angolo Autrice