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Autore: xXxXMissMelloXxXx    09/12/2008    2 recensioni
Cosa succede quando Mello e Near sono obbligati a trascorrere una notte insieme a preparare l'albero di Natale per la Wammy's House? (Niente yaoi neh!).
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Near, Watari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inizio precisando che tutte le cose che ho messo sono di mia invenzione ù_ù. Buona lettura! :D “Ragazzi e ragazze della Wammy’s House! Oggi è l’otto dicembre, e da tradizione si prepara l’albero di natale! Come ogni anno verranno scelti due di voi per aiutare Watari a costruire il suddetto albero” esordì Roger davanti al grosso tavolo da pranzo della sala. “Ah perfetto…” sussurrò Matt a Mello “Beh io non ho da preoccuparmi, sono già stato scelto l’anno scorso” e scoppiò a ridere. Near era come sempre in disparte, capotavola, a giocare con i suoi robot, quasi non vivesse nello stesso mondo. “Bene! Allora il primo scelto è…” “Non io, ti prego non io” sussurravano tutti i ragazzi. “Near!” “E il secondo…”. Nessuno avrebbe voluto stare da solo, nella stessa stanza con Near, il secchione e Watari, il vecchio. Soprattutto… “Mello!”. Tutti scoppiarono a ridere tranne i due, che si guardavano malissimo, il mondo circostante non esisteva più. Matt era preoccupato per il suo migliore amico, per la reazione che avrebbe potuto avere. Ma lui stava fermo, gli occhi sbarrati, a guardare Near, che contraccambiava con un ghigno. “Ehi, Mel, non è la fine del mondo, sono solo una sera e una notte che dovete passare nella stessa stanza… e poi addobbare l’albero di natale non è così male alla fine… quasi ti inv…”. Matt non ebbe il tempo di finire la frase che Mello stava uscendo dalla stanza, passando davanti a Near. Rosicchiava una barretta di cioccolata fondente, ciò era simbolo della sua totale incazzatura. Mello soleva mangiare cioccolata fondente solo quando era seriamente incazzato, insomma. Near gli sussurrò qualcosa come “E’ bello preparare l’albero di natale Mel. Più bello se si fa insieme a una persona a cui si vuole bene…” poi aveva sorriso. Quella sera Mello e Near si trovarono nella enorme stanza destinata agli addobbi festivi. “Ricorda, nanerottolo, nessun contatto”. Watari entrò con mezz’oretta di ritardo, e con un grande sorrise chiuse la porta. “Guardate, ragazzi, non è bellissimo?” disse, alludendo all’albero di Natale. “Cosa vorreste trovarci sotto?”. “Una Magnum Calibro 38”. “Un puzzle”. Watari sorrise e porse ai due gli addobbi necessari. “Coraggio, fate quello che volete”. “Potessi, lo distruggerei” sibilò Mello tra i denti. Watari, che evidentemente aveva sentito, si chinò fino a raggiungere l’altezza del biondo “L’albero, Near o me?” “Solo i primi due, signore” “Non c’è bisogno di un linguaggio così formale”. “Mentre preparate l’albero” spiegò Watari “Vorrei raccontarvi come siete arrivati qui, con chi comincio?”. Mello non aveva alcun interesse, così fu Near il primo, che alzò la mano mentre sistemava una pallina su un ramo. “Beh, tu eri un neonato, avevi una grave malattia che porti ancora adesso, Near. Sei albino. Ma ho visto nei tuoi occhi che eri un ragazzo molto intelligente. Così ti ho affidato a dei medici di fama mondiale, per tenerti in vita, e quando ho potuto ti ho fatto fare il test di ammissione alla mia accademia-orfanotrofio. L’hai superato ad ottimi voti”. La mano di Mello si strinse in un pugno, che avrebbe tirato volentieri sia al vecchio che al rivale. “Sei un ragazzo straordinario, Near, se continuerai così, non dovrai mai porti limiti”. “La tua storia è molto diversa e più complicata, Mello. Sei arrivato qui che avevi cinque anni” esordì il vecchio direttore. “I tuoi genitori erano stati appesi contro il muro da trenta coltelli ciascuno, e tu eri rannicchiato nella loro pozza di sangue. Quando ti abbiamo trovato eri immobile, pensavamo avessero ucciso anche te”. “La smetta per favore” balbettò Mello, una lacrima rigava la sua guancia destra. “Appena siamo arrivati, tu ti sei messo a piangere, e le tue lacrime si mischiavano col sangue dei tuoi genitori. Cercavi un posto dove nasconderti, ma era tutto distrutto, e all’inizio mi sono chiesto se fosse stato meglio che quei bastardi ti avessero ucciso… ma poi ho visto il tuo viso, quegli occhioni azzurri e quei capelli biondi e lisci. Il terrore nei tuoi occhi, alla fine, Mello, sei solo un cucciolo preso a calci troppe volte, sai?”. “Watari…”. Near guardava il rivale piangere, e per un attimo gli si avvicinò e gli mise la mano sulla spalla. “Mel, se c’è qualcosa che posso fare… forse Watari è stato un po’ troppo diretto e…” “L’unica cosa che puoi fare è sparire dietro quell’albero e continuare l’obbrobrio che stai creando”. “Mello, puoi avvicinarti un attimo?”. “Mi dica, signore” rispose il biondo asciugandosi le lacrime. “Sai, quando sei arrivato qui, Near aveva sette anni. Tu eri nella saletta con Roger, io stavo sbrigando alcune pratiche… bene, lui è stato il primo bambino della Wammy a salutarti. A rassicurarti e a parlarti. Forse non te ne ricordi. Non Matt, non Hanne o chiunque tuo amico della Wammy. Solo lui” “Io ero sotto shock, potrebbe aver detto o fatto qualsiasi cosa, ma io non me la ricordo, signore, e ora essere qui a preparare un albero di Natale con quell’individuo mi mette alquanto soggezione, signore”. Il viso di Watari assunse un aria severa, quasi cattiva, e tirò un ceffone al biondo. “Ora, che tu voglia o non voglia, andrai a fare questo maledetto albero di Natale con Near o senza, e lo voglio pronto per domani mattina. O ti saranno tolte tutte le barrette di cioccolato che tieni nella tua camera”. Mello annuì e si avviò verso l’albero. Di malavoglia incominciò a piazzare fili rossi e dorati insieme a Near, che si era intanto arrampicato sulla scala per mettere la stella in cima. Poi fu un momento. Una distrazione e la scala cadde insieme a Near. Mello guardava la scena, il suo rivale cadere da tre metri. La domanda era, lasciarlo cadere e morire o salvargli la vita? Sicuramente le due scelte avrebbero condizionato per sempre le loro vite in modo positivo o negativo. Mello si lanciò sotto Near e attutì la caduta. “Cazzo ,fai più attenzione, canuto!” sibilò mentre si metteva a posto una spalla. “Io penso che su un albero di Natale verde ci stiano bene i fili dorati” rispose NEar, per niente turbato. “Si, e le palline rosse… Aspetta, aiutami ad attaccare questa qua”. I due collaborarono tutta la notte. La mattina seguente, Watari li trovò addormentati l’uno sull’altro, l’albero era il più bello che la Wammy avesse accolto.
  
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