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Autore: Naki94    01/03/2015    0 recensioni
A Mason Creek continuano le ricerche dell'agente dell'FBI Jersey Shown non solo sulla recente scomparsa di Sofia Monroe, ma di altri due ragazzi: Martin Hoover e Jason Davies. E mentre gli abitanti di Mason Creek, soprattutto i genitori dei ragazzi scomparsi, diventano sempre più inquieti, emerge dal passato la leggenda di un demone soprannuminato Lo Slender. Il detective Shown dovrà combattere contro le superstizioni di un paese intero mentre continua la sua indagine su un caso sempre più intricato.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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E' l'alba e sto consegnando al laboratorio della centrale il campione di sangue trovato sulla corteccia di quell'albero nel bosco, quando Kooper grida il mio nome dall'altro capo del corridoio, con la testa fuori dalla porta del suo ufficio. «Emergenza! Torna subito all'ospedale! Eric non è più nella sua stanza!».

La mia mente si muove prima del mio corpo. E penso alla chiacchierata avuta quella notte all'ospedale. Non avrei dovuto lasciare la struttura.

Attraverso il corridoio verso l'uscita, mentre sento qualcuno correre alle mie spalle. E' Kooper. «Vengo anch'io con te Jersey! Voglio sapere che cazzo sta succedendo! Prendiamo la mia auto».

Mi accorgo di guardarlo un po' perplesso e rispondo aprendo la porta. «Il problema, Kooper è che forse non capiremo mai fino in fondo ciò che sta accadendo qui a Mason Creek».

Accendo una sigaretta non appena saliamo sulla sua Cadillac Eldorado dell'81. «Cosa credi di fare con quella sigaretta sulla mia macchina?».

Lo voglio mandare a farsi fottere, ma la mia espressione rimane seria mentre la mente è concentrata su tutto quel pentolone di parole e fatti che sono accaduti e sui quali non riesco ancora del tutto a trovare una logica spiegazione.

Torno a infilare la sigaretta nel pacchetto quasi vuoto. A metà strada, dopo il tragitto di silenzio, Kooper prende a parlare. «Cosa intendevi dire prima, a proposito di questa storia?».

Distacco lo sguardo da Mason Creek vista attraverso il finestrino appannato. Le piccole case a bordo strada impennano la loro ombra tagliente sul manto grigio dell'asfalto. «Ci sono cose, nel piano di universo in cui viviamo, che non potremmo mai comprendere fino in fondo».

«Detto da te suona strano».

«Io non credo, io penso e mi adeguo alla realtà. Credo che ci sia una spiegazione, seppur bizzarra e quasi inaccettabile per l'intelletto, a quello che voi chiamate Slender o demone che appare nei sogni».

La conversazione termina lì. Non diciamo nulla fino all'ospedale. Gli urli che sentiamo provenire dall'interno sono quelli della moglie di Wide. Gli infermieri stanno cercando di calmarla. Kooper si ferma al primo piano a discutere col primario, mentre io trovo Wide in piedi davanti al letto vuoto di suo figlio Eric.

«E' scomparso un'altra volta e per un'altra volta io non mi sono dimostrato un padre attento». Mi aveva certamente sentito entrare e in qualche modo aveva capito che ero io. Rimango in silenzio, mentre lui, ancora voltato di schiena, continua a parlare a voce bassa. «Son rimasto accanto a lui tutta la mattina. Poi sono uscito e ho telefonato a mia moglie. Era andata a prendere a casa alcun cose per Eric. Quando sono tornato non c'era più».

«Questa volta Wide, sembrerebbe che tuo figlio sia intenzionalmente uscito da qua. Aspettava solo che tu ti allontanassi un attimo dalla stanza».

Finalmente si gira verso di me. «Ma dov'è ora?».

«Credo di sapere dove ha deciso di andare».

Billy Wide sgrana improvvisamente gli occhi. «Come fai a saperlo?».

«Intuizione». Rispondo, dopo qualche secondo aggiungo. «Dobbiamo andare in quella casa, Wide, con o senza mandato».

«Perché?».

«Irina Callaway doveva incontrare una persona in grado di aiutarla a scacciare quel demone dei sogni che sembra la costringesse a fare cose molto cattive. Eric ha letto il diario di Irina e credo abbia abbracciato questa minima possibilità di salvezza. Ormai devi ammettere a te stesso che è stato tuo figlio Eric a far sparire nel bosco i due ragazzi. Sostengo però che sia tutto, in qualche modo, una trappola. Non c'è salvezza, ma soltanto un mostro che ti attende alla fine dell'incubo».

Wide abbassa la testa in segno di rassegnazione. Singhiozza illuminato solamente dai monitor affissi accanto al letto. «Mi fido di te, Shown. Andiamo».

Si carica nell'aria e nel cielo un'atmosfera elettrica che annuncia un imminente temporale, mentre la macchina di Wide sfreccia verso l'aperta campagna. Parcheggiamo molto distanti dall'abitazione, passando a piedi in mezzo al fango e alle sterpaglie.

Cerco di tenere lucida e attiva la mia razionalità, ma mi accorgo di provare un certo terrore alla vista di quell'edificio, mentre d'istinto la mano sgancia la fondina appoggiandosi al freddo metallo della Smith & Wesson.

«Nessuna luce all'interno. Le finestre hanno le inferiate e la porta sembrerebbe chiusa. Proviamo a bussare con una scusa?». Suggerisce Wide.

Ci avviciniamo alla porta e busso utilizzando il battacchio. Niente. Riprovo. Nemmeno un rumore dall'altra parte. Intanto sopra di noi il cielo è nero e pronto a sparaci addosso la sua scarica di proiettili d'acqua.

Sul retro troviamo una finestra senza inferiate. Riusciamo subito a entrare. Sfodero la pistola e armo il cane, mentre Billy alle mie spalle mi segue silenziosamente. Raggiungiamo presto il salotto nel quale ho dormito. Le braci nel camino si stanno assopendo avvolte dalle cenere grigia.

Il mio corpo segue un percorso tutto suo e quasi d'istinto mi porta all'ingresso dello scantinato a metà del corridoio. «Diamo un occhiata qua dentro».

Scendiamo. E' buio pesto, non si vede nulla qua sotto e l'odore della morte mi invade le narici. Sento Wide alle mie spalle che cerca qualcosa, rumori di tessuti e di una cerniera. Poi il fuoco. Wide accende un fiammifero, pronto ad accenderne un secondo al termine del primo.

Non credo ai miei occhi quando davanti a noi si apre uno scenario quasi indescrivibile. Al centro un piccolo altare di pietra, ci sono degli strumenti in metallo accanto. Il sangue è quasi dappertutto, dall'altare fino al pavimento. Nessun cadavere. Le pareti intorno sono piene di scaffali colmi di libri. Mi avvicino a un tavolo, subito dietro l'altare. Wide accende il secondo fiammifero e nell'istante brevissimo di buio sento l'alito freddo della morte sulla pelle. Raccolgo alcuni appunti dal tavolo. Separazione dell'anima dal corpo. La maschera. Il Lord e le sue creature. Carachura o L'oltre Parallelo. Questi sono alcuni dei titoli che riesco a decifrare. Poi, come se qualcuno mi avesse spaccato entrambe le rotule utilizzando una mazza da baseball, sento le gambe improvvisamente cedere alla vista di una zainetto azzurro sotto il tavolo. Lo apro immediatamente. Dentro trovo tutto quello di cui avevo bisogno. La macchina fotografica di Irina Callaway e i negativi che testimoniano l'uccisione di Sofia Monroe. In una tasca più interna trovo il diario di Irina e due bottigliette d'acqua quasi vuote. Una di queste ha l'etichetta intatta, l'altra ne è priva.

«Qui non c'è nessuno, Shown». Mentre Wide inizia ad agitarsi, scopro sul tavolo un appunto che riporta la data di oggi. La calligrafia è quasi illeggibile, riseco a decifrarne solo un tratto. Ma quel tratto mi basta per scoprire dove si trova Crugher. «Dobbiamo andare al bosco! E di corsa! Potrebbe essere già tardi».

Il bosco non è lontano e riusciamo a raggiungerlo molto in fretta con una folle corsa contro il tempo. Nel primo tratto i rami degli alberi ci graffiano il volto e i rovi taglienti contro le caviglie ci costringono a rallentare. Ci dirigiamo verso Nord, nel punto in cui anni prima avevano arrestato Campbell e Daughtry. La mia preoccupazione era quella di essere costretto a rallentare il passo per fare il meno rumore possibile, ma fortunatamente il rombo assordante dei tuoni e dei folgori della tempesta in arrivo coprono la nostra corsa tra i rami secchi e le foglie cadute.

Quel libro maledetto, di cui si parlava al manicomio di Chesterfield, sta a mezz'aria davanti a nostri occhi accecati da una potente luce scarlatta, mentre il cielo si apre in un vortice di nubi sanguigne sopra la testa di Crugher. L'uomo è fermo e di spalle. Davanti a lui due corpi. Wide riconosce suo figlio Eric, steso a terra accanto al letto del fiume. L'altro ragazzo sembra essere Jason. D'istinto Wide scatta in avanti correndo carico di rabbia e odio verso Crugher. Un lampo accecante invade il bosco, un bagliore bianco che mi frantuma il cervello in mille pezzi. Ho l'impressione che il tempo si sia fermato, non sento più scorrere il fiume. Dopo un brevissimo istante l'illusione. Il bianco sfolgorante svanisce e gli oggetti tornano a prendere forma.

Wide è a terra assieme a Crugher. Quando esco da dietro all'albero per correre in soccorso di Wide noto subito un fondamentale dettaglio. Ora, sull'argilloso suolo del bosco, c'è solo un corpo, quello di Eric. L'altro ragazzo sembra essere scomparso nel nulla. 

CONTINUA..ALL'ULTIMO EPISODIO
   
 
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