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Autore: _Discord_    01/03/2015    2 recensioni
Zecora. Un personaggio misterioso dal passato completamente sconosciuto. Spesso le protagoniste del cartone ricorrono alla sua saggezza e richiedono i consigli dell'unica zebra di Ponyville e dintorni.
Ma molto poco si sa di questo personaggio e sul perchè abbia deciso di vivere lontano dalla civiltà per così tanto tempo.
Qual è la sua storia? E a cosa serve la pozione che bolle nel calderone, immerso nella penombra della sua capanna?
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zecora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tribal

 

 

 

Nel buio della notte, una solitaria luce filtrava dalle finestre della capanna nella Evergreen Forest.
Zecora rimestava nel suo calderone una luminosa sostanza verde, vagamente gelatinosa e dal terribile odore.
Cercando di inalare meno fumo possibile, aggiunse una manciata di erbe e l'estratto di un fiore giallo, accuratamente pestato nel mortaio.
Non appena il preparato toccò il resto della pozione, la reazione che ne derivò fece bollire all'istante il liquido e un paio di schizzi andarono a macchiare il grembiule da lavoro che la zebra indossava.
Zecora guardò la macchia sul tessuto raffreddarsi ed evaporare: se fosse finita sulla sua pelle, l'avrebbe ustionata e scavato la sua carne fino all'osso.
Era pronta.
Con attenzione, ne versò una generosa mestolata in un recipiente, che posò sul tavolino accanto al calderone.

Andò quindi a recuperare la sua borsa, dalla quale estrasse quattro lunghe ossa, alcune delle quali avevano ancora tracce di tendini e midollo: le posizionò con cura attorno alla capanna fino a formare un quadrato, sedendosi nel mezzo, con gli occhi chiusi.
Attorno a lei, le maschere appese sui muri vennero scosse da un alito di vento.
Zecora riusciva a percepire quei volti attorno a sè, mentre iniziava ad intonare un canto antico e perduto, una bizzarra nenia che parlava di oscurità e dolore...

- ...nel silenzio della tomba e nel buio della notte,
un cuore infranto giace in mezzo a quattro ossa rotte.
Sette maschere sul muro, antiche spoglie un dì mortali,
Sette paia di occhi neri, sette volti non uguali.
Oscure forze arcane, lanciate la maledizione,
che il vostro odio impregni ogni goccia di pozione...


Il canto durò a lungo e quando finì, un pallido vapore violaceo si condensò sopra la pozione che la zebra aveva preparato, andando a fondersi con il liquido e caricandolo di un terribile potere.
Zecora aprì di nuovo gli occhi e allungò la zampa per prendere il recipiente. Avvertì il calore attraverso il vetro ed esitò solo per un istante. Quindi stese la zampa posteriore e lasciò colare la pozione dall'ampolla sulla propria coscia.
Il dolore superò ogni aspettativa e Zecora urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, mentre l'acido le bruciava la pelle e la carne, scavando in profondità.
Non poteva fermarsi. Non a quel punto.
Inclinò di nuovo il recipiente e la pozione colò ancora una volta sulla sua zampa, donandole una nuova ondata di dolore.
Ripetè il processo concedendosi pause di pochi secondi tra un'applicazione e l'altra. Sulla sua zampa martoriata ora compariva un cerchio imperfetto.
Zecora strinse i denti e versò la pozione ancora una volta.
Dalla ferita non usciva neppure una goccia di sangue, in quanto l'acido, dopo aver inciso la carne, evaporava all'istante senza danneggiare nemmeno una vena.
Ciononostante, la zebra era scossa da tremiti incontrollabili e più volte rischiò di versare più pozione del necessario, infliggendosi ancora più dolore.
Quando finì l'opera, sulla sua coscia appariva una lunga spirale concentrica e Zecora la guardò a lungo, osservando come il fuoco del camino rendesse quella ferita ancora più sfaccettata e inquietante.

Con cautela, finì l'opera e versò diverse gocce attorno alla spirale, cercando di disegnare dei piccoli quadrati.
Quando anche l'ultima goccia smise di bruciare, la zebra crollò sulla schiena, sfinita e in preda ai tremori della febbre.
La sua mente delirante la abbandonò riportandola indietro...

- Sei ridicola! Uno scherzo della natura!
Si ritrasse. Non meritava tanto.
- La tua ragione è annebbiata e le tue parole sono veleno. Lasciami in pace prima che la mia pazienza venga meno...
- Vedi? Lo hai fatto di nuovo! Cos'è, hai battuto la testa da puledra?
Risate. Odiava essere presa in giro. Non era colpa sua.
- Perchè non parli normalmente? Anzi, perchè non te ne vai? Nessuno ti vuole qui! Sei strana, sei una pazza, nessuno ti vuole qui!
Nessuno la voleva... Nessuno...
- Vattene!
La spinta la fece arretrare. L'odio della giovane pony era irragionevole e potente.
- Dovresti sparire da tutta Equestria! Non hai un Cutie Mark, la tua criniera è tutta crespa, il tuo manto è a strisce bianche e nere... Potresti avere una malattia... Ci contagerai tutti!
Arretrò di nuovo. Era vero che non aveva mai visto nessuno come lei, ma sua madre diceva che la sua diversità era un dono speciale... Un regalo di suo padre, che ora non c'era più... Il suo ultimo ricordo...
- Prendi i tuoi stupidi anelli, le tue stupide pozioni e vattene da qui! Vattene dove nessuno ti possa vedere!
- La misura è colma, puledra dal cuore pieno di livore! Finalmente ora saprai che cos'è il vero dolore!
Sentì il suo zoccolo impattare violentemente contro la mascella della pony. Forse fu il suo gesto a coglierla di sorpresa. O forse fu l'esasperazione di essere sempre stata una reietta. Di non avere amici perchè era diversa.
Sta di fatto che ora l'altra era a terra e non si rialzava.
Sempre più pony accorrevano sulla scena e le lanciavano occhiate cariche di sospetto.
Fuggì.
Nessuno provò a inseguirla.
Corse, corse come non aveva mai fatto. Doveva fuggire. Doveva andare lontano da lì. Lontano... dove nessuno avrebbe potuto vederla...


Si riebbe. La febbre era calata, ma l'opera non era finita.
Impassibile, afferrò nuovamente l'ampolla e stese l'altra zampa, pronta disegnare un'altra spirale uguale all'altra. Il suo Cutie Mark personale.
Tutti i pony ne avevano uno. E ora anche lei.
Avrebbe nascosto il suo manto e la sua chioma con un mantello munito di cappuccio. Sarebbe vissuta per sempre nell'oscurità della Evergreen Forest. L'avrebbero scambiata per una pony particolare. O forse per una strega. Non le importava. L'importante era che ora nessuno l'avrebbe più perseguitata.
Perchè ora aveva un Cutie Mark. Proprio come loro.

  
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