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Autore: _less_    02/03/2015    0 recensioni
Mystic Falls, Virginia, anno 1864.
In città giunge tramite una carrozza, una giovane orfana dall'animo puro, chiamata Katerina Petrova.
Alloggia nella villa di amici di famiglia, la famiglia Salvatore, una delle famiglie più potenti poiché avevano fondato la città. Nonostante questa famiglia viva dietro le apparenze di sfarzo e opulenza, dietro di loro, e soprattutto dietro uno dei due bellissimi fratelli, si cela un enorme segreto sovrannaturale.
Ma, ancora più importante, cosa nasconde la bellissima e buonissima Katerina Petrova?
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Un miscuglio di tempi, una Katherine Pierce ancora umana e uno Stefan Salvatore in versione squartatore degli anni '20.
Genere: Sovrannaturale, Storico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Emily Bennett, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The ripper of Mystic Falls.
 

Mystic Falls, Virginia, 4 gennaio 1864.

«È possibile che esista un tale mostro, un uomo che beve il sangue di un animale vivente?» chiese angosciata la signorina Katerina, che era avvolta nel suo vestito da notte, bianco di seta. 
«Signorina, non esistono suddetti mostri.» la rassicurò dura Emily, anche se sentiva un forte sentimento di paura, perché lei sapeva.
«La magia può aver creato in lui una natura cannibale?» chiese ancor più spaventata la potente.
«No! Signorina Petrova, cosa va insinuando? La magia non potrebbe mai creare ciò che difende. La magia riequilibra la natura, un tale mostro non farebbe che sfasciarla. Suvvia, adesso chiuda gli occhi e dorma. Il signor Stefan non ha nulla da nascondere.» rispose Emily, e con tal proposito, spense la luce e chiuse le porte della stanza con un movimento di mano.


«Vi è stato inviato questo meraviglioso vestito, signorina Petrova.» disse il maggiordomo del signor Giuseppe Salvatore. 
Katerina riusciva ormai a distinguerli soltanto dopo un giorno, giacché legava un rapporto d'animo con tutti ai tempi del suo splendore in Atlanta.
«Grazie mille, Eraldo. Lo lasci sopra il mio letto.» disse la giovinetta. Il vestito era nero, incastonato da pietre dorate, splendenti come il sole estivo. Il nero era così scuro da ricordarle la notte buia in cui dovette scappar via dalla sua casa.
«Meraviglioso.» commentò Katerina, che prese il vestito e lo poggiò su se stessa per vedere come le stava sulla pelle: sembrava la coniuge passata di Napoleone, Giuseppina di Beauharnais, durante uno dei suoi miglior galà nel palazzo reale.
«È ispirato alla regina di Scozia, Maria Stuarda, in realtà. Le starà perfettamente addosso, signorina Katerina.» disse Emily, con uno sguardo innamorato.
«Perché non lo provi, Emily?» disse Katerina.
«Oh no, milady, non potrei mai.» rifiutò la sua serva.
«E se ve lo ordino?» chiese sempre gentile e sorridente la signorina.
Emily rifiutò altre volte, prima di indossare l'abito splendido di Katerina. E dopo risate e sospiri di allegria, la sua serva le sistemò i capelli in una acconciatura raccolta dietro, le strinse il corpino con i nastri, le legò il vestito, la truccò, e poi, dopo due ore, poté lasciarla andare al suo galà al piano di sotto.


«Nessun'altro splende di più in questa sala di lei, madamigella Petrova.» disse il fratello Damon.
«Lei mi fa arrossire, Damon.» disse Katerina mentre gli porgeva il dorso della mano per farselo baciare.
«Signorina Petrova, lui è Jonathan Gilbert. Insisteva per fare la sua conoscenza.» disse Giuseppe Salvatore, che incitò un uomo di mezza età, a baciarle il dorso della mano. 
«Lei è immensamente bella. Sono incantato.» disse l'uomo, che aveva i lunghi baffi e i capelli neri striati da sfumature grigie.
«E lei è immensamente gentile, milord.» rispose educata Katerina, piegando le gambe e prendendo dai lati il suo vestito, come un inchino. Alle spalle dell'uomo, non molto lontano, il giovane e bellissimo Stefan si faceva largo verso di loro, nel suo smoking nero, liscio ed elegante, accompagnato dalla camicia bianca di sotto, legata insieme alla cravatta rosso acceso.
«Signorina.. Petrova.» disse Stefan, osservandola così tanto da non riuscire a staccare il suo sguardo dalla ragazza. Si colpì il petto come per manifestare meraviglia.
«Salve, signor Salvatore.» rispose educata Katerina, mentre porgeva ancora la mano verso di lui.
«Stefan, la ragazza è incommensurabilmente bella, non è vero?» disse Jonathan Gilbert, guardandolo.
Stefan, che non aveva smesso di guardarla con lo sguardo di un predatore che ha quasi catturato la sua vittima, annuì.
«Mi giustificherete se le chiederò di ballare, vero?» disse Jonathan, ma a quel punto non si capì a chi lo stesse chiedendo, perché i due giovani erano entrati in un'atmosfera fatta di sguardi proibiti e pieni d'emozioni accese.
La vena che si intravedeva dal collo di Stefan pulsò, e guardò gelidamente Jonathan Gilbert prendere la mano di Katerina e portarsela sopra la spalla, mentre cominciava a danzare.
«Da dove proviene, signorina?» chiese Jonathan, che si muoveva benissimo nel suo vestito.
«Atlanta, milord.»  disse Katerina, rispondendo ai passi del signor di mezza età.
«Affascinante città. Come d'altronde, chi la abita.» sorrise sotto i baffi il signor Gilbert.
«Lei mi lusinga signore.» disse Katerina, prima di girare dentro le braccia dell'uomo.
«La musica è cambiata, signori.» fece una voce alle spalle di Katerina. Prima di voltarsi la ragazza sorrise.
Le mani di Stefan le fasciarono il busto, e Katerina si sentì al sicuro tra le braccia di quel giovane uomo misterioso e perverso, che aveva supposto fosse un antropofago.
«Cosa voleva quel vecchio da lei?» chiese Stefan, fissando Jonathan Gilbert mentre parlottava con due signori.
«La stessa cosa che vuole lei, suppongo.» rispose acuta Katerina, e la mano di Stefan, che era appoggiata nella vita di lei, le strinse ancora di più la presa, avvicinandola a sé.
Stefan sorrise, poi poggiò lo sguardo in basso, verso Katerina.
«Oh milady, rimarrebbe stupita da scoprire cosa voglio io. I miei gusti sono particolari.» disse Stefan, prima di farla girare con forza prima verso l'infuori, e poi tra le sue braccia.
«E ho notato che lei è molto particolare.» disse Stefan, prima di baciarle la mano e averla lasciata andare, completamente incantata, sola tra la pista da ballo.


«Signorina Petrova, è una tragedia quella che le è successa! Siamo tutti rattristiti per ciò che le è accaduto.» una signorotta pomposa le si avvicinò, camminando teatralmente dentro il suo vestito rigido, che le evidenziava la magrezza e la grossezza del seno.
«Signora Rutthelmayor, è davvero gentile.» riuscì soltanto a dire Katerina, mentre si sforzò di non piangere.
«Le nostre più sincere condoglianze.» disse il marito della signorotta, che non faceva altro che sistemarsi i capelli grigi.
«Le porto vicino al cuore, signore.» rispose Katerina, prima di sorridergli e scappare via dalla festa.
Il prato immenso ed oscurato dalla notte di casa Salvatore sembrava vuoto, poiché la gente era al suo interno. Le carrozze dei signori riempivano la strada ricoperta di ghiaia bianca, così l'unico posto in cui era possibile camminare, era il prato bagnato.
 «L'aria è gelida fuori, milady.» la voce di Damon Salvatore la fece voltare subito.
«Signor Damon.»
L'uomo si tolse la giacca e la porse alle spalle della signorina, che la accettò con piacere.
«Sono una giovane donna a cui è morta la sua famiglia, ma ricordo ancora com'è vivere. È una sensazione..» disse Katerina, ma non trovando le parole.
«Il vivere è immenso, milady. Senza vita non potremmo conoscere questo mondo.» disse Damon, avvicinandosi alla signorina. 
«Guardi le stelle, Damon. Cosa sente?» chiese Katerina, guardando meravigliata il cielo scuro e la Luna candida.
«Cosa dovrei sentire?»
«Non sente la voglia di vivere?»
«Sono desolato, ma no.» rispose, e Katerina si voltò di scatto verso il giovane ragazzo, stupita, sconvolta dalla risposta.
«Vuol dire che lei non ha mai vissuto davvero. Le stelle dovrebbero farle venire la voglia di vivere e anche di sognare.» disse lei, e si piegò in due per poter cercare qualcosa sotto il suo abito. In un secondo, la sua altezza diminuì, facendo così toccare il vestito a terra, tra il prato ricoperto dalla brina fredda.
«Milady! Cosa ha intenzione di fare?» chiese Damon, prendendo l'avambraccio di Katerina e stringendolo.
Katerina gli sorrise così tanto da mostrargli tutti i suoi denti, prima di rispondergli e gettare in mezzo al prato le sue scarpe con il tacco.
«Oh milord, le insegno a vivere.» disse lei e lo spinse per fargli segno di togliersi anche lui le scarpe.
«Suvvia, non faccia il vecchio! È ancora giovane e possiamo divertirci.» lo incitò Katerina, e dopo un po', anche Damon si tolse via le scarpe.
Entrambi cominciarono a correre, ridere e giocare come infanti che non hanno angustie davanti gli occhi e nel cuore.
«Perché lei non prova a prendermi? Sono invincibile.» lo sfidò Katerina, mentre cominciava a correre verso il retro della casa. 
Damon la inseguì, ridendo, immergendo i piedi nudi tra il prato bagnato e fresco, correndo contento.
La signorina Katerina era arrivata quasi alla fine del giro dietro la casa, quando fermò la sua corsa per ammirare due figure oscure che si muovevano con rilassatezza, nascoste nel buio di un angolo, frastagliato tra le pareti della villa.
La giovincella che era tra le braccia di un uomo, era sfinita, le braccia penzoloni e la testa rivolta dal lato opposto del suo compagno, che aveva la testa affondata nel suo collo, ma che sembrava affascinante nel suo vestito nero.
«Il palazzo è pieno di stanze, signori. Potreste prendere una in prestito.» consigliò contenta Katerina, mentre rideva sotto i baffi.
L'uomo si voltò di scatto, ma non era un uomo.
Una rete di vene violacee era cosparsa nel suo viso, facendo risaltare gli occhi vuoti, verde scuro. La bocca era ricoperta da un liquido rosso scuro e denso, e i canini dell'uomo erano allungati.
Un demone che camminava.
Katerina non ebbe neanche il tempo di gridare, prima che la ragazza sconosciuta, cui il collo era ricoperto del suo sangue, cadde a terra. Un attimo dopo, in modo mostruoso, cruento e stomachevole, la testa della giovane donna che era stata, si staccò dal corpo rotolando via.
Damon arrivò dietro le spalle di Katerina e le bloccò la bocca con una mano per non farla urlare.
Katerina strinse la sua giacca e chiuse gli occhi, dimenandosi e cercando di scappare. Damon la afferrò e la tirò via, dall'altra parte della villa, correndo veloce.
L'ultima cosa che vide Katerina, prima di non voltarsi più indietro, fu il demone che prendeva la testa della giovane ragazza, e la rimetteva al suo posto, come se avesse potuto riattaccarla.

Angono dell'autore:
Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo della mia nuovissima storia.
Vi dico una piccola cosa, la storia avrà meno di 10 capitoli, sarà molto molto corta, ed ho notato anche che molti di voi hanno letto la storia tramite le visualizzazioni del primo capitolo.
La storia inizialmente avrà dei tratti normali e "noiosi", ma presto prenderà una piega davvero inaspettata,, intrigante, importante e soprattutto avvicente ed interessante.
Spero che qualcuno recensisca, ci tengo.
Un bacione
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