Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Arvati77    03/03/2015    4 recensioni
Dal Capitolo II:
“...Nei pensieri del Capitano c’è l’Arcadia. Come possono esserci stati tanti guasti a bordo nell’ultimo periodo? Dopo più di un intero secolo senza mai aver avuto un problema, adesso la sua nave sembra cedere al tempo. No, non può essere che la più grande creazione del suo amico Tochiro, oltretutto alimentata a Dark Matter, possa avere problemi di manutenzione, come una qualsiasi altra astronave...”
...
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Logos e Pathos'
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Parte di questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Shinji Aramaki, Harutoshi Fukui, e Leiji Matsumoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

 

 

 

 

CAPITOLO I - AVARIE

Lo spazio ... il vasto spazio nel quale ci si può sentire persi e soli, in realtà è vivo più che mai. Un macro mondo popolato di stelle, pianeti, buchi neri, stelle comete, piogge solari, campi magnetici ed in questo “mondo di giganti” vivono anche piccolissime creature: gli esseri umani, insieme ad altre forme di vita … perché gli uomini non sono soli nell’universo.

“Mime! Motore Dark Matter a massima potenza. Avanti tutta!”

In questo mare infinito una nave viaggia da tempo. L’Arcadia è un’astronave fantasma, la sua leggenda si diffonde come un eco tra le colonie che gli esseri umani hanno popolato. Il Capitano, si dice sia un uomo che vive nel ricordo di un mondo passato e di un amore perduto. Egli da cento anni vaga per il cosmo facendo del suo vessillo un simbolo di libertà.
Capitan Harlock è un pirata. In questo tempo incerto per gli umani, i suoi ideali danno speranza a quelle anime che si sentono soggiogate dal sistema, quel sistema che spesso nelle colonie schiaccia i più deboli, in un gioco di sopravivenza che a volte non lascia scampo.
Per questo l’Arcadia e il suo equipaggio sono ricercati da chi sta ai vertici del potere. Essi sono banditi da catturare, in una lotta continua tra il bene e il male.

“Capitano, di nuovo in vista la corazzata che ci stava alle calcagna giorni fa! … Ma ho decriptato un segnale di S.O.S. che hanno inviato alla loro base.”
“Può essere una trappola, primo ufficiale? Se la richiesta fosse vera i soccorsi non farebbero mai in tempo ad arrivare.”
“Non saprei Key. Capitano? Tu cosa dici?”
“Attacchiamo!”
L’Arcadia, eseguendo la manovra di attacco, sperona la nave nemica aprendo così uno squarcio sulla sua fiancata e, dopo averla agganciata con l’ancora gravitazionale e gli anchor cable, i pirati vanno all’assalto. Affrontato e sconfitto l’equipaggio nemico, la ciurma pirata depreda ogni cosa presente nella stiva.
Nel controllare alcune sale, Yama si imbatte in un uomo che, rannicchiato a terra in un angolo, trema in preda al panico e vaneggia.
“Colpirà anche voi e non avrete scampo!” balbetta lo sconosciuto, continuando a ripetere la stessa frase con lo sguardo perso nel vuoto e pieno di terrore.
Yama, colpito dallo stato delirante dell’uomo, abbassa l’arma che tendeva in avanti e senza proferire parola se ne va.

“Sono tutti rientrati Capitano.”
“Bene Key, ripartiamo.”
E mentre ogni componente della ciurma riprende il proprio posto, Yama si avvicina a Yattaran:
“C’è qualcosa che non mi torna, ho visto un uomo di quell’equipaggio che sembrava impazzito dal terrore. Ma non era paura nei nostri confronti. Non è strano?”
“Ragazzo, la paura fa strani scherzi!” e così dicendo il primo ufficiale si incammina verso la plancia, abbandonando Yama ai suoi pensieri.

... Nessun’altra corazzata nemica è in vista e la vita sull’Arcadia prosegue come sempre o quasi ...
All’improvviso una sirena di allarme squilla stridendo lungo tutti i corridoi e invadendo ogni sala, mentre i passi di un concitato correre degli uomini echeggia insieme l’insistente segnale acustico di pericolo.
Davanti allo schermo sul quale è visualizzata la mappatura dell’intera nave, Bob urla verso la plancia:
“Capitano, uno degli sportelli esterni non è più in pressurizzazione!”
“Attiva la chiusura della paratia più vicina. Key assicurati che nessuno sia in pericolo. Yattaran verifica che non ci siano anomalie nel sistema di auto riparazione della nave.” Harlock impartisce ordini ai suoi uomini fino al cessato pericolo.
“Su una nave come questa, un problema del genere è molto strano.” dice Yama dando voce ai suoi pensieri, mentre accanto a lui Harlock non può che confermare:
“Sì, è strano.”
Poi finalmente Yattaran comunica l’attuale situazione:
“Per la riparazione ci vorrà un po’ di tempo, Capitano, ma per il resto è tutto a posto. Non riesco a risalire a nessuna motivazione per la quale questo tipo di anomalia si sia presentata. Il fatto è grave comunque, qualcuno ci poteva rimettere le penne!”

Le ore passano e la normalità riprende a scandire i ritmi di vita dentro l’Arcadia.
L’ora di cena ormai giunta riunisce l’equipaggio in sala mensa. Giusto  il tempo del pasto, dopodiché ognuno torna al suo turno di lavoro o alle sue ore di riposo. Yattaran è tra gli ultimi ad avviarsi alla porta, ma quando sta per uscire il suo sguardo si punta su di un panino avanzato su un tavolo. La tentazione di fare marcia indietro è troppa ed il primo ufficiale ritorna sui suoi passi.
“Ma come? Era qui!” esclama l’uomo allibito, non trovando traccia alcuna del panino, né sopra né sotto il tavolo.
Yatta si dirige allora verso l’ultimo compagno che sta varcando la soglia per uscire dalla mensa.
“Hey, hai preso tu il panino avanzato?”
“Io? No.”
“Dai avanti ammettilo! Sei stato tu. L’avevo visto prima io!”
“Non so di cosa stai parlando!”
Ma ben presto le voci della disputa si dissolvono nel silenzio del corridoio.

Non passa molto tempo, un giorno, forse due, che all’improvviso un’altra avaria viene rilevata dal computer: un intero settore della nave rimane al buio per un qualche guasto elettrico e ne viene data conferma dagli uomini che si trovavano in quella zona.
“Ci vorrà qualche ora Capitano …” comunica al rapporto il tecnico elettricista.

Troppi fatti strani si susseguono per una corazzata come l’Arcadia e nella ciurma aleggia il sospetto che tra loro qualcuno stia cercando di sabotare la nave.
“Chi può fare una cosa del genere?” domanda Eddie con aria preoccupata, al gruppo di compagni con i quali si è trovato a parlare per un breve momento.
“Oltre tutto mettendo a repentaglio delle vite con queste bravate.”  precisa Bob, seguito da Yama che manifesta il suo parere a riguardo:
“Qualcuno deve essere stato. Una nave come questa non va in avaria senza un motivo.”
Ma Key zittisce tutti e replica ai sospetti:
“No, non posso credere che sia uno di noi. Vi conosco troppo bene ormai e sappiamo tutti quanto dobbiamo al Capitano. Come potremmo danneggiare la nostra casa?”
“E allora chi? O cosa?” interviene Carlos, risvegliando con l’ultima domanda un ricordo di Yattaran:
“Già cosa … Narra una leggenda che esista un virus spaziale. Un’energia misteriosa che se colpisce una nave la fa andare in pezzi, piano, piano, attaccandola da dentro.”
Il silenzio cala tra i presenti, che si guardano tra di loro, cupi in volto, suggestionati dal racconto.
“Sono solo vecchie storie! Andiamo! Non ci crederete!” ribatte Yama, deciso a non farsi influenzare da sciocche superstizioni.
“Chissà… forse presto il tempo ci darà una risposta.” conclude Yattaran, mettendo a fine la discussione.
Ventiquattro ore tranquille senza nessuna manifestazione di altri misteriosi fatti, frenano il diffondersi di sospettose voci. Nulla fa presagire che una favola sia la verità.

Dopo una doccia rilassante ed un po’ di riposo, Key si prepara per il suo turno in plancia, quando, nell’intento di uscire dalla sua cabina, scopre che la porta è bloccata. L’apertura automatica non funziona, quindi prova a digitare sul display la sua password ma nulla, non si apre ed a quanto pare anche l’interfono è fuori uso. Così non le resta che fare nella vecchia maniera: calci e pugni alla porta, urlando per cercare di farsi sentire da qualcuno. Dopo una bella mezz’ora, se non di più, Key si arrende. Inutile agitarsi tanto, a questo punto se ne starà tranquilla. Prima o poi qualcuno si accorgerà della sua assenza in plancia e verranno a cercarla.
...
“Key, dov’eri finita?! Il Capitano chiede di te da ore!” comunica Yattaran appena la ragazza si presenta alla sua postazione di co-pilotaggio.
“Ero bloccata nella mia camera! La porta non si apriva più. Quando qualcuno si è degnato di venirmi a cercare, tra il tempo trascorso e la sistemazione della porta, sono passate ben più di quattro ore! Si può sapere come mai nessuno ha avvisato il Capitano del fatto che ero impossibilitata ad arrivare in plancia!?”
“Non te la prendere con me! Te lo avevo detto, sarà stato il virus spaziale!” le risponde perplesso il primo ufficiale, mentre Key ignorandolo, si allontana per andare a comunicare al Capitano la motivazione della sua assenza forzata.
A quanto pare i misteriosi fatti sembrano non cessare.

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un saluto a tutti quelli che si fermeranno a leggere questa fanfic. Giusto per precisare, per chi non lo sapesse, questo è un account condiviso e io delle due Arvati77 sono Cinzia. Questa storia è ambientata in un tempo non precisato dopo il film in CG, e giusto perché lo sappiate costituisce il preludio ad una successiva fanfiction scritta a quattro mani con mia cugina Marta. Per ora non vi svelo altro...
Ci si ritrova al prossimo capitolo!
Cinzia

   
 
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