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Autore: Okimar    10/12/2008    6 recensioni
Era tristissimo, come non lo era mai stato in vita sua. Nessuno poteva capirlo in quel momento. Ne sua sorella, la solita positiva, ne i suoi amici. Persino troppo triste per giocare a calcio. Era stato quello il segnale che aveva preoccupato più di tutto sua sorella. Lui, che non voleva giocare a calcio? -Matias, cosa ti è successo per farti stare così male?-
Ma il ragazzo scosse la testa, indicandogli la porta. La sorella uscì, e lui rimase di nuovo solo. Ma non era davvero solo. Insieme a lui c'era quel dolore che non l'aveva mai abbandonato. E quel ricordo, che lo uccideva ogni volte che ci pensava.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matias Beltràn, Patricia Díaz Rivarola
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era tristissimo, come non lo era mai stato in vita sua. Nessuno poteva capirlo in quel momento. Ne sua sorella, la solita positiva, ne i suoi amici. Persino troppo triste per giocare a calcio. Era stato quello il segnale che aveva preoccupato più di tutto sua sorella. Lui, che non voleva giocare a calcio? -Matias, cosa ti è successo per farti stare così male?-
Ma il ragazzo scosse la testa, indicandogli la porta. La sorella uscì, e lui rimase di nuovo solo. Ma non era davvero solo. Insieme a lui c'era quel dolore che non l'aveva mai abbandonato. E quel ricordo, che lo uccideva ogni volte che ci pensava.

Camminavano mano nella mano, passeggiando lentamente e godendosi ogni secondo. Erano insieme, ed era questo quello che contava. Ma a un certo punto, la ragazza si fermò, costringendolo a lasciarle la mano. Lo guardò dritto negli occhi e gli chiese:
-Matias, a cosa pensi?-
Lui le rispose scuotendo la testa, allora lei continuò.
-So a che pensi. Pensi ad Antonella.- disse, mentre una lacrima le scivolò fino alla guancia.
Lui la guardò e rimase in silenzio per numerosi secondi. Poi finalmente si decise a parlare.
-Devo andare.- disse solo, lasciandola e dirigendosi verso casa sua.

Non voleva, ma doveva costringersi a ripensare a quel momento. Solo in quel modo il dolore si sarebbe calmato. Anche se sapeva che non l'avrebbe mai dimenticata.

-Voglio sapere perchè l'hai trattata male. Lei non se lo merita.-
-Vattene!- le urlò lui.
-Io non me ne vado finché non lo dirai.-
La ragazza che era rimasta in disparte, gli si avvicinò.
-Matias perchè mi hai trattato così? Io ti voglio bene. Per favore, Matias...-
-Vuoi saperlo?- fece una breve pausa. -Io sono diventato il tuo ragazzo, solo per dimenticarmi di Antonella.- fece un'altra pausa. -Ma non ci sono riuscito. Antonella è indimenticabile per me.-
-Sono ancora innamorato di lei. Lo sono sempre stato.-
-Matias, ma se impazzito?- chiese Antonella. -Non ti accorgi che la stai facendo soffrire?- indicò la ragazza, che scuoteva la testa, con le lacrime agli occhi.
-Se non le piace quello che ho detto, se ne può anche andare.-
La ragazza corse fuori dalla casa, lasciandoli soli.
-Ora vattene.- disse lui in tono brusco.
-No, non me ne vado. Dimmi la verità. Qual'è la vera ragione per cui hai detto queste cose?-
Matias si voltò verso Antonella, facendo un sospiro, pronto a dirle la verità.

Un suono interruppe i suoi pensieri. Il cellulare! Matias guardò il display, leggendo il nome e sbuffando. Ignorando il suono fastidioso, si concentrò solo sui suoi ricordi.

-Sono stanca di soffrire. Questa è la fine! E' la fine!- urlò la ragazza, uscendo dalla stanza.
La sorella lo guardò e disse: -Mi dispiace, ma ha ragione, Matias.-
Dopo che si fu allontanata, non riuscì a trattenere le lacrime. Si erano lasciati, era finita. Ma lui le aveva detto di amare un'altra ragazza. Perchè piangeva per lei?

-Matias, hai visite.- disse la voce di suo padre, dal soggiorno. Il ragazzo fu costretto ad alzarsi dal letto, aprire la porta e scendere le scale.

-Voglio che rimaniamo amici.- la pregò lui, ma lei si voltò dall'altra parte, ignorandolo. -Guardami.- disse, costringendola a voltarsi verso di lui. -Io sono stato un vero...-
-Giusy!- disse lei, incontrando lo sguardo della sua migliore amica.
-Dai andiamo.- le disse sottovoce lei. Insieme si allontanarono e uscirono nel cortile della scuola.
-E' lì.- le indicò Giusy. La ragazza incontrò lo sguardo di lui e gli sorrise.
-Posso parlarti?- gli chiese.
-Certo.- rispose lui, sorridendole. Aspettava da un secolo quel momento.
-Ecco, Lucas, io...- aspettò il segnale di Giusy.
-Adesso!- sussurrò Giusy. La ragazza guardò Lucas, prese forza e lo baciò.
Sul subito, Lucas rimase stupito, ma ben presto la ricambiò.
A pochi metri di distanza, c'era un ragazzo dai corti capelli castani e occhi dello stesso colore. Sentì un tuffo al cuore quando la vide con un altro ragazzo. Non ci poteva ancora credere. Ma perchè se la prendeva? Si erano lasciati, e per colpa sua. E allora perchè aveva un fortissimo dolore al cuore?

Aprì la porta, trovandosi davanti una ragazza dai lunghi capelli biondi. Gli sorrise un po' impacciato e la invitò ad entrare.

Era arrivata nella loro scuola una ragazza nuova. Matias la vide e se ne innamorò.
La ragazza lo ricambiava. Si misero insieme.
Erano seduti e parlavano, quando sentì che era arrivato quel momento. Quindi la baciò. E non sentì niente. Ma vide. Vide lei che li guardava, passando per caso insieme a Lucas.
Si sentì felice e pensò "A questo gioco possiamo giocare in due"
La ragazza ricambiò il suo sguardo di sfida, e voltandosi, baciò Lucas, provocandolo in modo che approfondisse il bacio, come fece.
Matias non ci vedeva più dalla gelosia. Ma restò calmo, e baciò Linda, che lo ricambiò.
Lei non voleva abbandonare il gioco. Strinse a se Lucas, e lui la baciò ancora, ed ancora, finché la loro passione diventò sempre più pericolosa.
Matias si accorse che lei era spaventata da quello che stava succedendo, e abbandonando Linda in un angolo, corse a staccarla dalle labbra di Lucas. Ma lo fece con troppa forza. Tanta che la ragazza piroettò finendogli addosso. Le loro labbra si incontrarono in un veloce bacio a stampo.
Quanto gli erano mancate le sue labbra. E quei dolci baci, così carichi di sentimento.
Si guardarono imbarazzati. Lei si alzò, in cerca di Lucas.
Lo vide. Con Linda. Si stavano baciando. Non riuscì a farcela. Scoppiò a piangere proprio di fronte a lui, e scappò lontano. Matias si mise a inseguirla, ma ormai l'aveva persa.
L'aveva persa un'altra volta.

-Ciao..- disse lei, sedendosi sul divano di fianco a lui.
-Ciao. Cerchi Giusy?-
-Si, cercavo lei.-
Negli occhi di Matias, si poteva leggere il dolore che provava per quanto aveva detto. Ma lei non aveva il coraggio di guardarlo. Per un attimo, vedendola sulla porta di casa sua, s'era illuso che fosse lì per lui.

-Ciao.- disse lui.
-Matias.-
-Ti ho chiesto di venire perchè devo chiederti una cosa.-
Lei annuì con la testa, sentendosi a disagio. Lui la stava spingendo sempre più contro il muro.
-Voglio che mi dici la verità. Ti piaccio ancora?-
La ragazza lo guardò, fece un respiro per farsi forza, e gli rispose.
-Te lo dirò, perchè ti voglio bene. Tu non mi piaci più. Una volta ero innamorata di te, te lo posso giurare con tutto il mio cuore. Ma adesso no. Non mi piaci più.-
Lui non riuscì a parlare, ma per non crollare, continuò a tenere la mano appoggiata al muro dove stava lei.
-Ne sei sicura?-
-Sicurissima.-

-Purtroppo Giusy non c'è. E' uscita con Guido e non so quando tornerà.-
-Oh.- fece -Allora sarà meglio che me ne vada.- fece per uscire, ma lui la trattenne per un braccio. Prendendole il polso, la costrinse a voltarsi verso di lui. Con il pollice dell'altra mano, le alzò il mento, girandolo verso di lui. Ora non poteva farci niente. Era costretta a guardarlo negli occhi.
-Matias, per favore, lasciami.-
-Non posso.- scosse la testa lui. Lasciandole andare il braccio, premette il suo viso contro quello della ragazza.
Sentirono un rumore. A malincuore si costrinse a lasciarla, e per un pelo Giusy non li vide.
-Giusy, ti stavo aspettando.- disse lei. -Ma ora è tardi, e io devo tornare a casa.-
-Ok, ci vediamo domani a scuola.- la salutò l'amica, salendo di fretta le scale.
Matias la guardò. Lei uscì, sbattendo la porta. Lui attese qualche minuto, poi uscì a sua volta. La vide subito, nel buio della sera. Le andò incontro in silenzio, e quando fu sulla porta di casa, le mise le mani sui fianchi e la guardò intensamente.Nonstante gli occhi della ragazza gli implorassero pietà, lui la baciò lo stesso. Fu un bacio veloce, ma per lui fu importante. Fu bellissimo. Il migliore della sua vita. Restò bellissimo anche dopo che lei gli diede una schiaffo, così insieme alla sensazione delle sue labbra sulle sue, ci fu anche il dolore della guancia arrossata. Ma fu il dolore più bello di tutta la sua vita.

Erano passati mesi dal loro ultimo bacio. Lui non aveva provato a fare nient'altro dopo che lei lo aveva respinto.
Era arrivato il tempo delle gite, e quel anno sarebbero tornati al campeggio dove lei per poco non affogava. Dove lui, proprio lui, le aveva salvato la vita, praticandole la respirazione bocca a bocca.
Non era molto entusiasta all'idea di tornare in quel luogo. Neanche la ragazza sembrava esserlo.
Mai i loro amici li convinsero. Così si ritrovarono di nuovo in campeggio. Molti tornarono indietro di qualche anno. Tra risate e feste, nessuno si accorse che lei stava soffrendo.
Il temporale si abbatté ancora più forte sul loro accampamento. Vista la situazione climatica, i professori piantarono un'enorme tendone, e dopo qualche ora, tutti si impegnarono a costruire un riparo più stabile. Ma nonostante questo, lei non si sentì più tranquilla. Aveva paura. Aveva sempre avuto paura dei temporali, fin da piccola.
Un urlo. Un avviso terribile. Il cuore che cominciava a batterle nel petto a una velocità pazzesca. Un tuono. Un raggio di luce. Un altro tuono. Un tic tac prese a danzare sul tetto della loro base improvvisata. Pioggia e grandine conducevano un valzer che sembrava non voler mai finire. Un vento fortissimo. Un sibilo. La paura che cresceva sempre più in lei.
Poi, tutto insieme. Luce. Sibilo. Tuono. Grandine. Tic tac. Tuono. Luce. Tuono. Sibilo. Pioggia. Tic tac.
Voleva urlare, voleva sfuggire da quel luogo orribile. Voleva essere tra le braccia di sua madre. O tra quelle di Leandro, suo padre. Voleva l'appoggio delle sue amiche Giusy, Tamara e Sol. Voleva qualcuno che la stringesse rassicurandola e calmandola.
E il suo desiderio si avverò.
Dietro di lei, qualcuno si avvicinò, posandole una mano sulla spalla che la fece sobbalzare.
Sibilo. Pioggia. Tic tac. Grandine. Tuono. Luce.
-Chi c'è?- chiese con voce flebile, appena udibile.
Pioggia. Tuono. Sibilo. Grandine. Tic tac.
La mano si tolse, e le mancò la sensazione di calore che le aveva dato. La mano riapparve, tappandole la bocca, in modo che non gridasse. L'altra mano la voltò verso la figura.
Un lampo di luce illuminò il volto del ragazzo che la zittiva.
-Matias.- riuscì a dire, nel momento che lui tolse la mano.
Ma lui non disse niente. Non fece quello che lei aveva previsto. Per una volta si limitò ad abbracciarla, stringendola forte a se. Il tutto durò pochissimo. Matias si allontanò, tornando presto con il suo sacco pelo.
Prese anche quello della ragazza, e li unì in un unico sacco a pelo matrimoniale. Lei non capì subito quello che intendeva fare, ma era stanca, e aveva sonno, quindi si coricò, pensando solo che lui le avesse dato il suo sacco a pelo per farla stare più comoda. Si chiese dove avrebbe dormito lui.
Ottenne subito una risposta, quando qualcosa si appoggiò alla sua schiena, facendola voltare di scatto.
Il ragazzo era lì. Dentro il sacco a pelo. Dentro il suo sacco a pelo. Erano nello stesso sacco a pelo!
Sarebbe scappata, se non fosse che lui la trattenne, dicendogli:
-Sono qui solo per aiutarti. Per rassicurarti.-
Lei lo guardò. E per la prima volta dopo tanto tempo, gli credé. Appoggiò la testa contro il suo petto, addormentandosi tra le carezze e il calore di Matias. Dopo che lei si addormentò, lui la guardò mentre dormiva. Continuò ad accarezzarle le guance. Le mise le mani intorno ai fianchi e le spalle, attirandola a se ancora di più. Fu per tutta la notte come una specie di corazza protettiva. Una cupola inespugnabile. Si era appena addormentato, quando lei si svegliò. Un lampo illuminò il viso tranquillo del ragazzo che dormiva. Non poté fare a meno di pensare che quando dormiva era veramente carino. Quella era la sua occasione. Sarebbe potuta sfuggirgli, scappare, avvisare chi voleva. Invece, abbassò la testa, e la appoggiò ancora sul suo petto, restando in ascolto del battito regolare del cuore di Matias. Le piaceva quel suono.
Tum tum tum tum. Come un tamburo.
Copriva persino il rumore del temporale. Ma un tuono fortissimo, esploso con una forza incredibile, fece risvegliare il ragazzo.
Lui la guardò, rendendosi conto che era sveglia. La strinse a se, abbracciandola il più che poteva, nel poco spazio dei due sacchi a pelo insieme.
-Non ti preoccupare.- le disse. -Io sono qui per te.-
-Ho.. ho paura, Matias. Ho tanta paura.-
-Lo so. Ma tu fingi che ci siamo solo noi, che siamo a scuola, al parco, noi non siamo al campeggio, non c’è nessuno temporale.-
-E allora perchè siamo nello stesso sacco a pelo?- chiese imbarazzata.
-No. Al massimo nello stesso letto.- disse, poi rendendosi conto di quanto aveva detto, si affrettò a dire: -Sullo stesso telo, sdraiati su una spiaggia splendente.- -Matias...-
-Si?-
-Vorrei dirti una cosa, ma non ci riesco.-
-Spero sia quello che voglio dirti io.- rispose lui, sorridendole.
-Ecco, io credo che tu...- la interruppe qualcosa di caldo e morbido, che le si posò direttamente sulle labbra. Matias aveva deciso di fare un ultimo, disperato tentativo. Se avesse riposto al bacio, voleva dire che gli piaceva ancora. In caso contrario....
Passarono i secondi e lei non rispondeva. Si staccò. Lei lo guardò, uno sguardo ferito che diceva “mi hai tradito” e triste. Lui chiuse gli occhi per non piangere. E in quel momento, fu lui a trovarsi spiazzato. Qualcosa simile alle sue labbra, si posò sulle sue. Raggiante di felicità, si affrettò a rispondere al bacio, conducendo lui quella danza di labbra. Si staccarono. Si sorrisero. Si abbracciarono. E si baciarono di nuovo, continuando per tutta la notte. Fino a che Matias non volle spingersi più in là. Era un po’ che si baciavano, e lui desiderava qualcosa di più. La baciò dolcemente sulle labbra, per poi approfondire piano piano il bacio. Ma stavolta, non le permise di staccarsi per riprendere fiato. Stavolta riuscì a farle aprire la bocca, e a intrufolargli la sua lingua, che andò presto in cerca di quella della ragazza. L’aveva trovata, e la invitava a unirsi a quella danza, a un ritmo che solo loro sentivano. Ma lei rimase immobile. Aprì gli occhi e lo guardò implorante. Anche lui aprì gli occhi, e vedendo in che modo lo fissava, la lasciò finalmente andare.
-Ho paura, Matias. Ma non del temporale.- fece una pausa. Pioggia. Grandine. Lampo. Tuono. Luce. Tuono. Tic tac. Sibilo. -Ho paura di te.-
-Di me?- la guardò con sguardo interrogativo e ferito.
-Si, di te. Lo sai che non mi sono mai piaciuti quel tipo di baci.- lui taceva, quindi continuò. -Ho paura che tu voglia di più da me, e non voglio. Se ti piaccio veramente, devi accettarlo.-
-Tu non mi piaci veramente.- luce. tuono. -Io ti adoro.-
La strinse a se, dandogli un bacio dolcissimo sulle labbra, che approfondì solo fino a un certo punto.
-Penso che ora dovremmo dormire.- disse, e lei annuì, appoggiandosi ancora contro il suo petto. Lui la circondò interamente e finalmente entrambi si addormentarono.
Al mattino, Matias si risvegliò, sussurrando nell’orecchio della ragazza “amore mio”. Ma lei non era lì.
-Amore? Dove sei?-
Uscì dal sacco a pelo, e si mise in cerca della ragazza. Finalmente vide i suoi lunghi capelli biondi, raccolti nelle solite trecce. Era voltata di spalle, appoggiata a un albero. Decise che gli sarebbe arrivato alle spalle. Ma quando si avvicinò, si accorse che non era sola. Con lei c’era Lucas. Che la baciava. Un intenso bacio, che gli spezzò lentamente il cuore. Ma nonostante il dolore che provava a vederli così, rimase lì. In attesa di spiegazioni. Le si avvicinò, e lei spalancò gli occhi in segno di supplica. Sembrava gridare “Aiutami!”. Ma lui non fece niente. Attese che anche Lucas si rendesse conto della sua presenza, e quindi se ne andò. Le immagini di quella cosa gli giravano ancora nella testa, quando qualcuno si sdraiò di fianco a lui. Era lei. -Ho ancora sonno.- disse, ma lui non le rispose. -Grazie per il tuo aiuto.- disse, ma lui non le rispose.
-Lucas mi ha obbligata a baciarlo.- disse, ma lui non le rispose.
-Anche lui voleva quello che volevi tu.Ma sono riuscita a fargli capire che..- disse, ma lui non le rispose.
-... che lui non mi piace più.- disse, ma lui non le rispose. Però si voltò verso di lei.
-Perchè adesso io...- un tic tac si diffonde per tutto il campo. Un sibilo soffia più forte, sovrastando il rumore.
-Io amo te.-
Si avvicinano contemporaneamente. Un lampo di luce illumina due ragazzi, che incuranti del temporale, si uniscono ancora una volta in un bacio dolce, che termina con un tuono.
Ma il tuono non è abbastanza forte perchè lei non senta dire:
-Ti amo, Patty.-

Spazio autrice:
piccola ff di un solo capitolo, ovviamente sulla coppia Patty/ Matias (W Patias) nata in un giorno, dopo aver visto un po' di video...
In attesa dell'ispirazione per continuare l'altra storia sul mnd d patty. Ciao :*)
  
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