Heilà! Prima di tutto grazie per aver aperto
questa fic! è il mio primo lavoro in assoluto su questo fandom
e non volevo prendesse polvere nel pc (forse sarebbe
stata una scelta saggia! XD). Ho cercato di immaginare un'ipotetica riflessione
di Sherlock (quindi immagino che per quanto abbia cercato di trattenerlo, l'OC sia sgusciato qui e là, ovviamente) dalla
scoperta dell'inesistenza di Appledore nell'episodio "His last vow"
3x03.
Pur rimanendo
convinta che qualcosa in tutta la faccenda Magnussen
non torni (benedetti autori geniali mi aspetto un ennesimo asso nella manica, sappiatelo!) ho provato ad attenermi il più possibile alla
puntata.
Spero davvero che questo
mio piccolo lavoro possa piacervi ( o che almeno non istighi a suicidi di massa
con o senza pillole. Ecco come il tassista convinceva le vittime a suicidarsi!
Altro che pistola!)
Cos'altro
aggiungere? Se vi fa piacere lasciate una recensione (anche se non vi fa
piacere. Potrebbe essere pericoloso ;P)
Buona lettura!
(P.S. : Non sono
sicura di un probabile seguito. Magari un mini epilogo per completare la
puntata del tutto. Beh io ci lavoro, nel caso potesse interessare la fic a
qualche anima lo aggiungerò ;D )
Disclaimer: i
personaggi e la serie sono di proprietà di Sir Arthur Conan Doyle
e della BBC. Non mi appartengono. La fic non ha scopo di lucro alcuno
MY LAST ME
Io..
ho commesso un errore
un solo misero
enorme errore.
ho... sbagliato.
Cerco
freneticamente una scappatoia.
Frugo
senza sosta nel mio mind palace
ma non
risponde ai comandi.
L'ansia
e la consapevolezza del fallimento
lo
hanno distrutto.
Non c'è niente.
Niente.
Ho
trascinato John in un suicidio.
Vero
questa volta
ed è
finita.
Io non
ho un piano.
Non ho
nulla.
Ho
perso.
Molto
più di quanto potessi immaginare.
Più di
ciò che possedevo.
Più di
quanto avrei mai potuto avere.
Ho
scommesso troppo
ed ho distrutto
tutto.
Tutto
quanto.
John
si fidava di me.
Si
fida ancora di me,
tanto
da chiedermi cosa fare
con
questo viscido animale.
Troppo
geniale. Troppo furbo.
Troppo
come me.
Che
creatura ributtante!
Lo
guardo con disgusto,
con
gli occhi che rivolgevo allo specchio molto tempo fa.
Sono
stato così idiota,
così
ignorante da non aver valutato una simile possibilità.
Così
stupido da aver cercato di lustrare la mia fallace logica solo per cercare di
risplendere ai loro occhi
e giustificare quell'ammirazione che mai ho
creduto di meritare
Ho fallito.
Ho perso tutto.
Guardo
John,
ripenso
a ciò che ha fatto per me:
più di
quanto riesca
o
riuscirò mai a comprendere.
So bene
cos'ero.
Cosa
non ero.
E davanti a me ho quello che sarei diventato
se non
fosse stato per John,
la
rete che in poco tempo abbiamo tessuto attorno a noi.
La sua
famiglia.
La mia famiglia.
Nel giorno più importante della sua vita
mi ha
voluto come suo testimone.
His best man.
His best Friend.
Ed io incredulo,
lusingato, neppure avevo mai contemplato una simile occasione.
Non
ero pronto,
credevo
di non essere all'altezza.
Ma ho
accettato.
Perché
significava proteggerli.
Averne
la possibilità.
Addirittura
il diritto.
E lo
avrei voluto fare in ogni caso.
Il
fatto che Lui lo sapesse
e che
mi ritenesse in grado
mi ha
permesso di capire.
Mi ha
dato la sua fiducia,
completa
e sconfinata,
come
mai avrei potuto credere possibile.
Ed io
ne ero e ne sarò sempre onorato.
Anche
se mai degno.
Mi
sono preso una responsabilità più grande di me,
questo
è vero.
Ero
consapevole di ciò che stavo per fare, per dire.
E non
me ne pento.
Che il
cielo mi perdoni, non me ne pento affatto.
Avrei
dato qualsiasi cosa.
Ci
sarei stato a qualsiasi costo.
Qualsiasi.
Ne
sentivo il bisogno
e ci
credevo con ogni singola cellula del mio essere.
Anche
adesso che ho di fronte a me un unico appiglio.
Mi
distruggerà.
Farà a
pezzi ogni mio stupido progresso verso una vita geniale e perfetta
che in
realtà non mi è mai appartenuta.
Mi ci
aggrappo con tutta l'anima.
"To clarify, Appledore's vaults only exist in your mind?"
" Nowhere else"
"Just there"
"They're not real. They never have been"
Perfetto.
Anche
se farà male.
Anche
se fa paura.
Dolore,
Paura..
Non ho
mai permesso ad un'irrazionale reazione di avere il sopravvento sulla mia lucida
ragione
e squarciarmi la pelle non mi ha mai spaventato
Ma,
diamine, ho una paura fottuta.
Dio
stesso non può sapere quanto.
E non
posso proprio impedirmelo.
Resta
comunque la mia migliore possibilità:
devo
salvare il salvabile
che
non sono io.
Non
tutto almeno.
Un
unico mantra contro l'istinto di sopravvivenza
che
per quanto possa essere impellente,
dettato
dalla squallida natura umana della quale alla fin fine sono composto,
viene
messo a tacere con determinazione:
mantenere
il mio primo ed ultimo giuramento.
L'unico
che abbia mai avuto il coraggio di pronunciare in tutta la mia vita.
Solo
per John.
E lo
faccio volentieri.
"A qualsiasi costo."
Sembra
una frase di circostanza
ma io
non sono mai stato tipo da cortesie.
Ero sincero quando l'ho detto.
E ci
credo,
soprattutto
adesso.
Fa
solo paura.
Paura
vera e propria.
E
forse posso anche accettarlo.
Perché
sono un uomo.
E finalmente
so di esserlo.
Grazie ad un'unica persona
"Sorry, no chance for you to be an hero this time, Mr. Holmes"
Un
eroe..
Non
sono così perfetto come sembro:
un
diamante, lo sanno anche i bambini, per quanto brillante e prezioso,
alla
fin fine non è che fatto di carbonio
come
la punta delle matite
che si
spezza
proprio
quando imprimi più forza
è
bastato calcare un po' la mano,
azzardare
un pensiero di troppo,
vacillare
un po' di più sul baratro della superbia,
credendo
di guardare da quel mezzo passo indietro di sicurezza
mentre
invece il mio piede era ormai franato giù,
per
rompere il precario equilibrio.
Con la
stessa facilità con cui io ho infranto la mia facciata,
la
maschera che mi ero cucito addosso
con la
crudeltà più spietata,
ferendomi
da solo
per
evitare che qualcun altro potesse mai farlo.
"Oh, do your
research.."
Rivendico
solo me stesso.
La
parte migliore di me:
l'high
functioning sociopath
che ha
avuto la fortuna di trovare l'amicizia,
l'affetto
sincero,
una famiglia,
qualcuno
che tiene a me.
Perché
è questo che sono.
Adesso.
In questo stesso momento,
Per
qualche istante ancora.
E
fiero finalmente di ciò che rappresento.
Afferro
la pistola di John
e lo
farei mille altre volte per proteggerli.
Per
ricambiare in minima parte tutto ciò che hanno fatto per me,
anche
solo accettandomi.
Con i
miei difetti,
con i
miei pregi,
le mie
mancanze,
le mie
doti,
curando
le ferite,
lenendo
il dolore che credevo di aver seppellito,
rimettendo
insieme con pazienza i brandelli di umanità che di me erano rimasti,
sepolti
chissà dove,
rinchiusi
nei corridoi più sperduti e sprangati della mia mente.
Ed anche
io ho cominciato a capire
di non
essere più così sbagliato.
Non
sono più un bambino insicuro
a metà
tra se stesso e un'immagine idolatrata.
"Un
idiota" senza posto,
troppo per gli altri e poco per la geniale famiglia.
O uno
psicopatico
anche
se ci sono andato molto vicino, più volte di quanto possa e voglia ammettere.
Ma
soprattutto non sono mai stato né un angelo
né
tantomeno un eroe.
Sono un uomo.
"Ridicolo, ignorante e rude.."
E stronzo,
intollerabile, pazzo, snervante,
capriccioso,
teatrale, indisponente, saccente,
prepotente,
eticamente scorretto, mancante sotto molti punti di vista..
Ma nel
mio profondo
.. Per
bene?
Perfino buono magari.
Quello
che bramavo disperatamente.
"I'm not an hero!"
Ribadisco facendomi coraggio, mentre l'aria
abbandona i polmoni con furia.
"I'm an high functioning sociopath!
Merry Christmas!"
E
sparo.
A lui.
A me
stesso.
Perché
quello a terra
in realtà sono io.
Il
viso sul quale ho sparato
è il
mio
e con
la parte peggiore
ferisco
mortalmente la mia parte migliore,
ciò
che con fatica finalmente avevo ottenuto.
" Get away from me, John! Stay well back!"
"Christ, Sherlock!"
Ingoio
il nodo stretto alla gola.
Accetto
la paura
anche
se in ritardo di una vita.
E mi
sento indifeso.
Nudo.
Orribile.
Sbagliato.
Come
il bambino impaurito che sono sempre stato agli occhi di mio fratello.
"Don't fire! Do not fire on Sherlock Holmes Do not fire!"
Mycroft.
Aveva
ragione.
Come
sempre.
Perché
dovrebbe sorprendermi?
"Oh Christ,
Sherlock!"
Mentre
il disgusto si fa strada nel mio stomaco,
nel
mio cervello annebbiato dall'abnorme quantità di informazioni che lo opprime
lasciandolo
incredibilmente vuoto e confuso,
vorrei
urlare e vomitare tutto il ribrezzo che mi invade.
Ogni
fibra di me si ribella al contatto con le altre ugualmente infette e ributtanti.
Alzo
di nuovo le mani dietro la testa.
Rassicuro
John e cerco di tenerlo lontano da me,
dal
mostro sconfitto e senza controllo,
dal
disperato errore di me stesso che sono diventato.
"Give my love to Mary. Tell her she's safe now"
E per
la prima volta mi comporto da fratello minore,
getto
un'occhiata a Mycroft.
Non
posso impedirmelo.
Aspetto
il suo responso.
Il suo
giudizio
su un
abominio,
su di
me.
E
forse con la vergogna di non poter più sostenere il suo sguardo,
mi
umilio ancora di più.
In
ginocchio.
Come
il più misero dei delinquenti.
Per la
prima volta.
E di
mia volontà.
So che
stavolta Mycroft non mi maltratterà,
era il
modo per trattarmi da suo pari
e
adesso so di non esserlo più.
Ho commesso un errore
madornale, Mycroft.
mi avevi detto di stare
attento.
avevi provato a mettermi in
guardia.
I tuoi giudizi non
falliscono.
Ma su una cosa ti sei
sbagliato, fratello:
"Caring is not an advantage"
le emozioni non sono un
ostacolo,
gli affetti non sono i pesi
che trattengono una vita geniale.
è vero, se ho fatto tutto
questo è per loro causa,
se ho distrutto me stesso,
se ho perso tutto.
Ma mi hanno dato la forza
che non ho mai avuto,
la consapevolezza di poter
essere migliore.
Non nego un solo istante di
ciò che sono stato.
Mi disgusta ciò che ho
fatto,
non aver spento una vita
orribile come quella che avrebbe potuto essere la mia,
mi repelle aver distrutto
tutto quanto con un misero errore
ma non chi ero.
Ed era ciò che ho sempre
voluto nel profondo.
Io
non ho mai desiderato altro.
Solo essere il mio ultimo
me stesso.
So per
certo che persino da lì riesci a leggere la mia paura.
Ma non
dici niente.
Non
stavolta.
Adesso
mi è concesso sottostare ad un'inutile ed irrazionale emozione
e so
il perché.
Lo
leggo nei tuoi occhi
simili
ai miei,
anche
se più protetti
e
forse meno avvezzi a scorci di umanità,
mi
permetti di essere un goldfish
perché
in realtà sei spiazzato e terrorizzato almeno quanto me.
Per la
prima volta.
"Oh Sherlock. What
have you done?" mormori infine stravolto.
E non
me lo sarei mai aspettato.
Una
smorfia di gratitudine,
distorta
dal turbine malvagio che mi scuote dentro,
mi sale alle labbra.
Dopotutto
non avrei mai potuto immaginare che tenessi
così a me.
Forse
anche tu hai visto la persona migliore che ero diventato
e
forse anche tu, in segreto, ne andavi finalmente fiero.
Dovrei
almeno indossare una parvenza di rimorso
come
se fossi di nuovo quel bambino impaurito e stupido
mai
degno di stare in tua presenza,
stavolta
a ragione.
Ma non
posso.
Come
potrei pentirmi di aver avuto
finalmente,
dopo
un'intera vita
..un Amico?
"Christ Sherlock!"
Abbasso
lo sguardo.
Gli
occhi di John
mi
trafiggono la schiena
atterriti
e spaventati.
Per
me.
Io non ci riesco.
Gli sono troppo grato per
poter provare altro nei suoi confronti.
Non tornerei indietro per
niente al mondo.
Non cambierei la mia vita
con una più sicura,
meno umana,
più perfetta,
senza John.
E sai una cosa, fratello?
Non voglio farlo.
Un
passo dopo l'altro,
con i
piedi pesanti nonostante io abbia perso la maggior parte di me in un solo
minuto,
lo
sguardo determinato:
avrò
fallito come persona
ma non
come high functioning sociopath,
non
come testimone.
E
spero non come migliore amico.
Saluto
il mio ultimo me stesso a testa alta,
fiero
di aver potuto conoscere e perduto una
bella persona.
Un
altro amico
meno importante
e molto più banale
di cui
sarò sempre invidioso...
magari
a volte imbarazzato..
..ma di
cui sono andato orgoglioso.
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