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Autore: Airyha    04/03/2015    4 recensioni
"Ho trascinato John in un suicidio. Vero questa volta.
Ed è finita.
Io non ho un piano. Non ho nulla.
Ho perso.
Ho perso tutto quanto.."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heilà! Prima di tutto grazie per aver aperto questa fic! è il mio primo lavoro in assoluto su questo fandom e non volevo prendesse polvere nel pc (forse sarebbe stata una scelta saggia! XD). Ho cercato di immaginare un'ipotetica riflessione di Sherlock (quindi immagino che per quanto abbia cercato di trattenerlo,  l'OC sia sgusciato qui e là, ovviamente) dalla scoperta dell'inesistenza di Appledore nell'episodio "His last vow" 3x03.

Pur rimanendo convinta che qualcosa in tutta la faccenda Magnussen non torni (benedetti autori geniali mi aspetto un ennesimo asso nella manica, sappiatelo!) ho provato ad attenermi il più possibile alla puntata.

Spero davvero che questo mio piccolo lavoro possa piacervi ( o che almeno non istighi a suicidi di massa con o senza pillole. Ecco come il tassista convinceva le vittime a suicidarsi! Altro che pistola!)

Cos'altro aggiungere? Se vi fa piacere lasciate una recensione (anche se non vi fa piacere. Potrebbe essere pericoloso ;P)

Buona lettura!

(P.S. : Non sono sicura di un probabile seguito. Magari un mini epilogo per completare la puntata del tutto. Beh io ci lavoro, nel caso potesse interessare la fic a qualche anima lo aggiungerò ;D )

Disclaimer: i personaggi e la serie sono di proprietà di Sir Arthur Conan Doyle e della BBC. Non mi appartengono. La fic non ha scopo di lucro alcuno

 

 

 

MY LAST ME

 

Io..

ho commesso un errore

un solo misero

 enorme errore.

 

ho... sbagliato.

 

Cerco freneticamente una scappatoia.

Frugo senza sosta nel mio mind palace

ma non risponde ai comandi.

L'ansia e la consapevolezza del fallimento

lo hanno distrutto.

 

Non c'è niente.

 

Niente.

 

Ho trascinato John in un suicidio.

Vero questa volta

ed è finita.

Io non ho un piano.

Non ho nulla.

Ho perso.

 

Molto più di quanto potessi immaginare.

Più di ciò che possedevo.

Più di quanto avrei mai potuto avere.

 

Ho scommesso troppo

ed ho distrutto tutto.

Tutto quanto.

 

John si fidava di me.

Si fida ancora di me,

tanto da chiedermi cosa fare

con questo viscido animale.

 

Troppo geniale. Troppo furbo.

Troppo come me.

Che creatura ributtante!

 

Lo guardo con disgusto,

con gli occhi che rivolgevo allo specchio molto tempo fa.

 

 

Sono stato così idiota,

così ignorante da non aver valutato una simile possibilità.

Così stupido da aver cercato di lustrare la mia fallace logica solo per cercare di risplendere ai loro occhi

e  giustificare quell'ammirazione che mai ho creduto di meritare

 

Ho fallito.

 

Ho perso tutto.

 

Guardo John,

ripenso a ciò che ha fatto per me:

più di quanto riesca

o riuscirò mai a comprendere.

 

So bene cos'ero.

Cosa non ero.

 E davanti a me ho quello che sarei diventato

se non fosse stato per John,

la rete che in poco tempo abbiamo tessuto attorno a noi.

La sua famiglia.

 

 La mia famiglia.

 

Nel  giorno più importante della sua vita

mi ha voluto come suo testimone.

His best man.

His best Friend.

Ed io incredulo, lusingato, neppure avevo mai contemplato una simile occasione.

 

Non ero pronto,

credevo di non essere all'altezza.

Ma ho accettato.

Perché significava proteggerli.

Averne la possibilità.

Addirittura il diritto.

E lo avrei voluto fare in ogni caso.

 

Il fatto che Lui lo sapesse

e che mi ritenesse in grado

 

mi ha permesso di capire.

 

Mi ha dato la sua fiducia,

completa e sconfinata,

come mai avrei potuto credere possibile.

Ed io ne ero e ne sarò sempre onorato.

Anche se mai degno.

 

Mi sono preso una responsabilità più grande di me,

questo è vero.

Ero consapevole di ciò che stavo per fare, per dire.

E non me ne pento.

Che il cielo mi perdoni, non me ne pento affatto.

 

Avrei dato qualsiasi cosa.

Ci sarei stato a qualsiasi costo.

Qualsiasi.

Ne sentivo il bisogno

e ci credevo con ogni singola cellula del mio essere.

 

Anche adesso che ho di fronte a me un unico appiglio.

 

Mi distruggerà.

Farà a pezzi ogni mio stupido progresso verso una vita geniale e perfetta

che in realtà non mi è mai appartenuta.

 

Mi ci aggrappo con tutta l'anima.

 

 

"To clarify, Appledore's vaults only exist in your mind?"

" Nowhere else"

"Just there"

"They're not real. They never have been"

 

Perfetto.

 

Anche se farà male.

Anche se fa paura.

 

Dolore, Paura..

Non ho mai permesso ad un'irrazionale reazione di avere il sopravvento sulla mia lucida ragione

e  squarciarmi la pelle non mi ha mai spaventato

Ma, diamine, ho una paura fottuta.

Dio stesso non può sapere quanto.

E non posso proprio impedirmelo.

 

 

Resta comunque la mia migliore possibilità:

devo salvare il salvabile

che non sono io.

Non tutto almeno.

 

Un unico mantra contro l'istinto di sopravvivenza

che per quanto possa essere impellente,

dettato dalla squallida natura umana della quale alla fin fine sono composto,

viene messo a tacere con determinazione:

mantenere il mio primo ed ultimo giuramento.

L'unico che abbia mai avuto il coraggio di pronunciare in tutta la mia vita.

 

Solo per John.

 

E lo faccio volentieri.

 

"A qualsiasi costo."

Sembra una frase di circostanza

ma io non sono mai stato tipo da cortesie.

 Ero sincero quando l'ho detto.

E ci credo,

soprattutto adesso.

Fa solo paura.

Paura vera e propria.

E forse posso anche accettarlo.

 

Perché sono un uomo.

E finalmente so di esserlo.

Grazie ad un'unica persona

 

"Sorry, no chance for you to be an hero this time, Mr. Holmes"

 

Un eroe..

Non sono così perfetto come sembro:

un diamante, lo sanno anche i bambini, per quanto brillante e prezioso,

alla fin fine non è che fatto di carbonio

come la punta delle matite

 

che si spezza

proprio quando imprimi più forza

 

è bastato calcare un po' la mano,

azzardare un pensiero di troppo,

vacillare un po' di più sul baratro della superbia,

credendo di guardare da quel mezzo passo indietro di sicurezza

mentre invece il mio piede era ormai franato giù,

 

per rompere il precario equilibrio.

 

Con la stessa facilità con cui io ho infranto la mia facciata,

la maschera che mi ero cucito addosso

con la crudeltà più spietata,

ferendomi da solo

per evitare che qualcun altro potesse mai farlo.

 

"Oh, do your research.."

 

Rivendico solo me stesso.

La parte migliore di me:

l'high functioning sociopath

che ha avuto la fortuna di trovare l'amicizia,

l'affetto sincero,

una famiglia,

qualcuno che tiene a me.

Perché è questo che sono.

Adesso. In questo stesso  momento,

Per qualche istante ancora.

E fiero finalmente di ciò che rappresento.

 

Afferro la pistola di John

e lo farei mille altre volte per proteggerli.

Per ricambiare in minima parte tutto ciò che hanno fatto per me,

anche solo  accettandomi.

Con i miei difetti,

con i miei pregi,

le mie mancanze,

le mie doti,

curando le ferite,

lenendo il dolore che credevo di aver seppellito,

rimettendo insieme con pazienza i brandelli di umanità che di me erano rimasti,

sepolti chissà dove,

rinchiusi nei corridoi più sperduti e sprangati della mia mente.

 

Ed anche io ho cominciato a capire

di non essere più così sbagliato.

 

Non sono più un bambino insicuro

a metà tra se stesso e un'immagine idolatrata.

 

"Un idiota" senza posto,

 troppo per gli altri e poco per la geniale famiglia.

 

O uno psicopatico

anche se ci sono andato molto vicino, più volte di quanto possa e voglia ammettere.

 

Ma soprattutto non sono mai stato né un angelo

 

né tantomeno un eroe.

 

 

Sono un uomo.

"Ridicolo, ignorante e rude.."

 

E stronzo, intollerabile, pazzo, snervante,

capriccioso, teatrale, indisponente, saccente,

prepotente, eticamente scorretto, mancante sotto molti punti di vista..

 

Ma nel mio profondo

.. Per bene?

 Perfino buono magari.

 

Quello che bramavo disperatamente.

 

"I'm not an hero!"

 Ribadisco facendomi coraggio, mentre l'aria abbandona i polmoni con furia.

"I'm an high functioning sociopath!

Merry Christmas!"

 

E sparo.

 

A lui.

A me stesso.

Perché quello a terra

 in realtà sono io.

Il viso sul quale ho sparato

è il mio

e con la parte peggiore

ferisco mortalmente la mia parte migliore,

ciò che con fatica finalmente avevo ottenuto.

 

" Get away from me, John! Stay well back!"

"Christ, Sherlock!"

 

Ingoio il nodo stretto alla gola.

Accetto la paura

anche se in ritardo di una vita.

E mi sento indifeso.

Nudo.

Orribile.

Sbagliato.

Come il bambino impaurito che sono sempre stato agli occhi di mio fratello.

 

"Don't fire! Do not fire on Sherlock Holmes Do not fire!"

 

Mycroft.

 

Aveva ragione.

Come sempre.

Perché dovrebbe sorprendermi?

 

"Oh Christ, Sherlock!"

 

Mentre il disgusto si fa strada nel mio stomaco,

nel mio cervello annebbiato dall'abnorme quantità di informazioni che lo opprime

lasciandolo incredibilmente vuoto e confuso,

 

vorrei urlare e vomitare tutto il ribrezzo che mi invade.

Ogni fibra di me si ribella al contatto con le altre ugualmente infette e ributtanti.

 

Alzo di nuovo le mani dietro la testa.

Rassicuro John e cerco di tenerlo lontano da me,

dal mostro sconfitto e senza controllo,

dal disperato errore di me stesso che sono diventato.

 

"Give my love to Mary. Tell her she's safe now"

 

E per la prima volta mi comporto da fratello minore,

getto un'occhiata a Mycroft.

Non posso impedirmelo.

 

Aspetto il suo responso.

Il suo  giudizio

su un abominio,

su di me.

E forse con la vergogna di non poter più sostenere il suo sguardo,

mi umilio ancora di più.

In ginocchio.

Come il più misero dei delinquenti.

Per la prima volta.

E di mia volontà.

 

So che stavolta Mycroft non mi maltratterà,

era il modo per trattarmi da suo pari

e adesso so di non esserlo più.

 

Ho commesso un errore madornale, Mycroft.

mi avevi detto di stare attento.

avevi provato a mettermi in guardia.

I tuoi giudizi non falliscono.

 

Ma su una cosa ti sei sbagliato, fratello:

 

"Caring is not an advantage"

 

le emozioni non sono un ostacolo,

gli affetti non sono i pesi che trattengono una vita geniale.

 

è vero, se ho fatto tutto questo è per loro causa,

se ho distrutto me stesso,

se ho perso tutto.

 

Ma mi hanno dato la forza che non ho mai avuto,

la consapevolezza di poter essere migliore.

Non nego un solo istante di ciò che sono stato.

 

Mi disgusta ciò che ho fatto,

non aver spento una vita orribile come quella che avrebbe potuto essere la mia,

mi repelle aver distrutto tutto quanto con un misero errore

 ma non chi ero.

 

Ed era ciò che ho sempre voluto nel profondo.

 

Io

non ho mai desiderato altro.

 

Solo essere il mio ultimo me stesso.

 

 

So per certo che persino da lì riesci a leggere la mia paura.

Ma non dici niente.

Non stavolta.

 

Adesso mi è concesso sottostare ad un'inutile ed irrazionale emozione

e so il perché.

Lo leggo nei tuoi occhi

simili ai miei,

anche se più protetti

e forse meno avvezzi a scorci di umanità,

mi permetti di essere un goldfish

perché in realtà sei spiazzato e terrorizzato almeno quanto me.

Per la prima volta.

 

"Oh Sherlock. What have you done?" mormori infine stravolto.

 

E non me lo sarei mai aspettato.

Una smorfia di gratitudine,

distorta dal turbine malvagio che mi scuote dentro,

 mi sale alle labbra.

 

Dopotutto non avrei mai potuto immaginare che tenessi  così a me.

Forse anche tu hai visto la persona migliore che ero diventato

e forse anche tu, in segreto, ne andavi finalmente fiero.

 

Dovrei almeno indossare una parvenza di rimorso

come se fossi di nuovo quel bambino impaurito e stupido

mai degno di stare in tua presenza,

stavolta a ragione.

 

Ma non posso.

 

Come potrei pentirmi di aver avuto

finalmente,

dopo un'intera vita

 

..un Amico?

 

"Christ Sherlock!"

Abbasso lo sguardo.

Gli occhi di John

mi trafiggono la schiena

atterriti e spaventati.

Per me.

 

Io non ci riesco.

Gli sono troppo grato per poter provare altro nei suoi confronti.

Non tornerei indietro per niente al mondo.

Non cambierei la mia vita con una più sicura,

meno umana,

più perfetta,

senza John.

 

E sai una cosa, fratello?

Non voglio farlo.

 

Un passo dopo l'altro,

con i piedi pesanti nonostante io abbia perso la maggior parte di me in un solo minuto,

 

lo sguardo determinato:

avrò fallito come persona

 

ma non come high functioning sociopath,

non come testimone.

E spero non come migliore amico.

 

Saluto il mio ultimo me stesso a testa alta,

fiero di aver potuto conoscere  e perduto una bella persona.

Un altro amico

meno importante e molto più banale

di cui sarò sempre invidioso...

magari a volte imbarazzato..

 

 

..ma di cui sono andato orgoglioso.

 

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() ()

 ( . .) 

c( M )

 

 

   
 
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