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Autore: DoctoRose91    04/03/2015    1 recensioni
SPOILER!!
One-Shot ambientata dopo la 4x11 e prima della 4x12.
Pensieri e sofferenze di Belle e Gold dopo la loro separazione.
Dal testo:
[Non puoi non pensare che forse anche tu ora sei come quelle gocce, hai un destino segnato. Stai raggiungendo il traguardo, la fine di tutto, e non è necessariamente la morte ad essere la fine di tutto e tu lo sai benissimo.]
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Pensando a te'
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                                                                      Come quelle gocce
                                                               
                                                                                                                                                                                                          C’è chi aspetta la pioggia
                                                                                                                                                                                                     per non piangere da solo*
                                                                                                              
 
Qualche goccia si appoggia contro la finestra di quell’appartamento che da settimane è diventata la tua nuova casa. Sei seduto vicino a quella tavola così spoglia e così anonima ripensando agli ultimi istanti che l’hai vista. Il solo pensare e ripercorrere con la mente quegli attimi ti sta distruggendo l’anima. Il picchiettio che le gocce fanno contro la vetrata di quella stanza ti fanno alzare lo sguardo contro di essa. Non è difficile capire che sta piovendo. Ti avvicini ad essa e cerchi di guardare fuori ed ammirare quel paesaggio contaminato dalla tecnologia dell’uomo. Non c’è niente da ammirare pensi, quella città non è Storybrooke, in quella città troppo grande e in quell’appartamento troppo piccolo non c’è Lei che ti rallegra una giornata cupa come questa. Non hai più il privilegio di goderti un suo sorriso o un suo caldo abbraccio, Lei ormai non è più  con te, non è più tua.
Osservi le gocce su quella vetrata correre verso il basso  e non puoi impedire al tuo sguardo di seguirle fino alla fine del loro percorso. Appoggi un dito contro di essa e percorri la scia lasciata da quelle gocce che ormai hanno concluso il loro tragitto. Non puoi non pensare che forse anche tu ora sei come quelle gocce, hai un destino segnato. Stai raggiungendo il traguardo, la fine di tutto, e non è necessariamente la morte ad essere la fine di tutto e tu lo sai benissimo. La tua fine è Lei, la tua fine è esattamente quel momento che ora stai vivendo e che è iniziato nell’attimo che hai varcato il confine perdendo tutto…perdendo Lei.
Perché è andato tutto a finire così pensi, perché a te è stato negato il lieto fine? Perché dopo tutto quello che hai fatto il destino è stato  nuovamente crudele con te? Perché?
Appoggi la testa contro quel vetro e piangi come un ragazzino. Non hai mai pianto con una tale disperazione ed angoscia che hai adesso. Hai vissuto tante atrocità, ma non hai mai versato lacrime di dolore come queste. Ogni dolore è diverso pensi ed ogni pianto lo è altrettanto.
Percepisci la fredda superficie della finestra e ti sposti. Continui a fissare quel paesaggio così cupo e così triste e non puoi non immedesimarti in quello che vedi, dentro di te è esattamente come quel paesaggio oscuro e privo di ogni luce. Beh l’avevi la luce, ma l’hai voluta spegnere, l’hai  voluta soffocare nella tua oscurità facendola inghiottire dalle ombre del tuo più tetro essere. Quella luce era Lei, e solo lei poteva illuminare quell’anima avvolta dal buio di te stesso, ed invece quella felicità ti è sfuggita dalle mani. Ed il colpevole sei tu, e solo tu. Batti i pugni conto quella fredda finestra maledicendo tutti, maledicendo te stesso, ma mai Lei…lei non può essere toccata da nessuno, neanche da un rimprovero. Anche se è stata lei a rinnegarti tutto ed a costringerti a vivere da solo senza l’amore ed il potere, non puoi rimproverarla, non riesci a non amarla, non puoi non amarla. Ormai lei è divenuta parte di te, quella parte così importante di te stesso che non te ne eri reso conto fino a che non l’avevi persa. Lei ormai è il tuo mondo, un mondo a cui tu  purtroppo sei stato esiliato per sempre…per l’eternità. Non potrai più far ritorno da lei, non potrai più dirle Ti Amo! , non potrai chiederle perdono perché lei non ti vuole. L’hai ferita nel profondo, l’hai umiliata, l’hai messa al secondo posto, hai preferito il tuo potere a lei e non il suo amore.
 
 
-Ho perso la mia strada cercando di aiutarti a ritrovare te stesso!-
 
 
Lei ti aveva donato tutto, tutto l’amore di cui era capace, tutta la gioia e la felicità che possedeva. Aveva sofferto con te, e senza di te, è stata spesso la vittima designata dai tuoi avversari solo perché ti amava. Che colpa ne aveva se si era innamorata di una Bestia?!
  
 
-Una volta ho visto l’uomo che era nella bestia, ora c’è solo la bestia!-
 
 
Ricordare quegli occhi così dolci riempirsi di salate ed amare lacrime ti feriscono il cuore e ti distruggono dentro. Per la prima volta aveva visto la bestia che sei, e per la prima volta ti ha trattato come tale. Ti ha allontanato, ti ha sconfitto, ha salvato la città dall’essere oscuro e pericoloso che sei. E nonostante stai pagando il prezzo per aver voluto tutto, non puoi che darle ragione. Si è comportata come una eroina, una eroina che è sempre stata e che non ha mai cessato di essere.
Ed ora l’ami ancora di più di prima, non riesci a respirare, non riesci a mangiare, non riesci più a fare nulla perché ormai Lei non è più con te.
 
 
Il rumore della pioggia continua a risuonare in quella stanza, talmente è fitta che non riesci più a distinguere nulla al di là di quel vetro. Le tue lacrime ti impediscono di vedere, di focalizzare quello squallido paesaggio colpito da quella atroce tempesta, e nonostante ciò non cessi di piangere.
 
 
Un lampo illumina la città per un brevissimo secondo, ma è il tuono ad attirare la tua attenzione. In quell’istante non puoi non ricordare uno dei momenti più dolci che hai vissuto con lei quando abitavate nella stessa villa, nella tua villa, nella vostra villa.
 
 
…..
 
 
Era notte e Storybrooke era sotto attacco da una pesante e minacciosa tempesta. Poteva sentire i tuoni rimbombare nella sua camera da letto, mentre i fulmini illuminavano l’ambiente impedendogli di dormire. Nonostante avesse chiuso tutto ciò che poteva sigillare in quella stanza, il fastidio di quella pioggia si faceva sentire. Nascose la testa sotto il cuscino sperando così di attutire i rumori e impedire di vedere quei flash, ma nonostante ciò non riuscì a risolvere il problema. Non aveva sonno e non riusciva a dormire e nonostante cercasse di dare le colpe a quella tempesta, era un altro ad averne…era Belle. Da qualche giorno la ragazza era venuta a vivere da lui. Dopo che Emma aveva spezzato la maledizione la bruna aveva riacquistato la memoria ed erano tornati insieme. Fino a qualche giorno prima avrebbe detto che tutto quello fosse impossibile, Belle era morta, o almeno era quello che premurosamente Regina si era impegnata a fargli sapere, e adesso invece era nell’altra stanza a riposare. Chissà se quei maledetti tuoni l’avessero svegliata. Avrebbe tanto voluto andare a vedere, ma doveva lasciarle il suo spazio e la sua libertà. Poggiò una mano contro la parete dietro di sé cercando di immaginarsi la sua Belle distesa nel letto a dormire beata. Quanto avrebbe voluto ammirare quel splendido corpo avvolto solo da una sottilissima veste di seta.
 
 
Un rumore attirò la sua attenzione, ma non era il tuono, era un rumore più sordo, più vicino a lui che proveniva dalla porta. Solo dopo che l’ennesimo tuono cessò di esistere, capì che qualcuno stesse bussando contro il suo infisso, e non poteva che essere lei.
Tolse la mano dalla parete vergognandosi del pensiero che aveva da poco fatto. Si alzò dal letto aiutandosi con il suo fido bastone e si avvicinò alla porta, l’aprì e quello che i suoi occhi gli mostrarono fu di uno stupore inaudito. Belle era in piedi con addosso solo  una cortissima camicetta da notte e i piedi scalzi. Portava i capelli sciolti posati sul suo petto coprendolo delicatamente. Era una visione, era un angelo venuto nella notte per illuminare il buio di quella stanza. Aveva la testa abbassata e le braccia intrecciate sul ventre.
Solo dopo l’ennesimo tuono si svegliò da quella situazione prendendo a parlare.
 
 
-Belle tutto bene? C’è qualcosa che posso fare per te?!-chiese delicatamente.
 
 
In quel momento la ragazza alzò lo sguardo su di lui sorridendo debolmente. Si sentiva a disagio ed in imbarazzo.
 
 
-Non…non volevo disturbare! Forse ti ho svegliato?!-
 
 
 
-Tu non disturbi mai Belle…e poi non riuscivo a prendere sonno a causa di questo temporale, ma dimmi che cosa c’è?!- la rassicurò sorridendo dolcemente.
 
 
Era tenerissima a preoccuparsi per la situazione.
 
 
-Beh ecco mi…mi chiedevo se…se potevo…se potevo dormire con te questa sera?!-
 
 
Ecco che il suo sguardo si abbassò di nuovo. Grazie alla luce di quel fulmine riuscì a notare un leggero rossore sulle gote della fanciulla. Belle era terribilmente a disagio.
Spalancò gli occhi non appena sentì quella richiesta, Belle gli stava dicendo se poteva dormire con lui, in quel momento Gold sprofondò nella gioia più assoluta. Sorrise dolcemente facendola accomodare all’interno della stanza.
 
 
-Ma certo Belle!-  disse poi indicandole il lato del letto.
 
 
Belle aveva preso ad osservare la stanza cercando di controllare il suo nervosismo. A quell’ennesimo tuono balzò portandosi una mano alla bocca.
Gold sorrise, Belle aveva paura dei tuoni.
 
 
-Non sapevo che avessi paura dei tuoni…al castello oscuro non ho mai avuto il sentore di questo tuo timore!-cercò di metterla a suo agio rivangando il passato.
 
 
Belle annuì spostando le lenzuola.
 
 
-Beh ho sempre cercato di farmi forza, ma non ci sono mai riuscita…e…e poi io dormivo lontana un miglio da te quindi non potevi sentirmi urlare tra i tuoni!-
 
 
Sembrava più rilassata.
Si infilarono normalmente nel letto come se fossero marito e moglie, senza nessuna agitazione o nervosismo.
 
 
-Questo è vero, ma se solo avessi saputo avrei cercato di rimediare!-
 
 
Poggiarono la testa sui cuscini guardandosi intensamente negli occhi. Anche se la luce era poca riuscirono a scorgere la propria sagoma riflessa nelle iridi dell’altro.
 
 
-E come?!-chiese la ragazza incuriosita.
 
 
-Così!-disse e poi le si avvicinò abbracciandola a sé.
 
 
Portò la testa vicino alla sua fronte e con una mano prese ad accarezzarle i capelli dolcemente. Belle in quel momento divampò dal calore, percepire il respiro di Rumple sulla sua pelle fu emozionante. In quel preciso istante non sentì più nessun tuono e non si interessò di nessun fulmine che continuava ad illuminare ad intermittenza la stanza.
Poggiò una mano sul suo braccio avvicinandosi ancora di più a lui.
 
 
-Beh allora avrei dovuto dirtelo prima!-rispose incrociando nuovamente gli sguardi.
 
 
-Sì avresti dovuto!-
 
 
E detto ciò aumentò la presa sui suoi fianchi abbandonandosi a quella tranquillità che si era instaurata in quella camera nonostante il temporale continuava a tormentare la città.  



….
 
 
Ti sembra ancora di sentire il corpo di lei tra le tue braccia, mentre tu cerchi di tranquillizzarla sussurrandogli dolci e tenere parole all’orecchio. Quel ricordo ti sta massacrando, ti sta uccidendo, ogni cosa ti fa pensare a lei, ed inevitabilmente ogni ricordo distrugge una parte di te rendendoti un brandello di sole carne ed ossa che ha perso la sua strada, la sua stella. Ti manca, ti manca tutto di lei dai suoi meravigliosi occhi color del cielo a quel sorriso spontaneo e genuino che regalava solo a te quando eravate da soli, quando eravate lontani da tutto e da tutti.
Solo ora ti accorgi che la tempesta è finita, ma nonostante ciò il cielo rimane cupo, cupo proprio come la tua anima. Guardi ancora quella finestra davanti a te e noti che su di essa si è creata della condensa. Poggi un dito contro il vetro ed inizi a scrivere velocemente. Appena hai concluso la frase ti allontani per ammirare il tuo capolavoro. Sorridi rileggendo quelle lettere che compongono la frase più importate di te, quella che racchiude la vostra storia e che sarà sempre fonte di speranza e di sollievo.
 
 
-I will see you again!-**
 
 
E mentre la leggi ti sembra di sentire la voce della tua Belle che ti saluta sul molo di Storybrooke infondendoti forza incoraggiandoti a tornare da lei, dal tuo amore.
 
 
In quel momento hai preso la tua decisione, la rivuoi, vuoi tutto perché anche tu meriti il lieto fine. Non rinuncerai così facilmente a lei, non la lascerai nuovamente come hai fatto in passato.
 
 
-Belle ritornerò da te, e questa volta sarà per sempre!-
 
 
Ti allontani da quella finestra poggiandoti a quel misero bastone che hai reperito in un negozio di articoli usati. Apri la porta dell’ingresso e prima di chiuderla dai un’ ultima occhiata a quella finestra che ancora mantiene la tua promessa più grande. Il tuo ultimo pensiero va a Belle, chissà cosa stava facendo ora, e chissà se stava pensando a te. Chiudi la porta mantenendo quel sorriso soddisfatto. Presto l’avresti scoperto, ma prima dovevi far visita ad una tua vecchia amica che lavora in un acquario.
 
 
                                                                      ************************
 
 
 
Molto lontano da Gold, in piedi davanti ad una finestra della camera da letto, vi era Lei con in mano una tazza di tè che fissava la cittadina del Maine incupirsi per le nuvole che stavano popolando il cielo.  A breve sarebbe arrivata una tempesta e con essa lampi e tuoni.
 
 
 
Non poteva non pensare a lui, e a quello sguardo ricco di terrore e di paura che aveva prima di varcare la soglia del confine. L’aveva lasciato solo, l’aveva esiliato, l’aveva condannato ad una pena atroce, così crudele anche per il Signore Oscuro. E nonostante si ripeteva che l’aveva fatto per il bene della città, e per il suo bene perché doveva disintossicarsi da tutto quel potere che ormai gli stava lacerando l’anima, non si sentiva meglio. Aveva allontanato la persona più importante di sé stessa e l’aveva fatto di getto, senza rifletterci su.
 
 
Piccole gocce presero a rigare il vetro di quella finestra e Belle incominciò a piangere coma una ragazzina distrutta e addolorata nel profondo di sé stessa. Si sentì proprio come quelle gocce, senza un futuro e senza nessuno.
Era difficile andare avanti senza Rumple, era difficile mostrare il suo sorriso migliore a quella gente che la guardavano con ammirazione e  meraviglia. Era diventata popolare in città perché aveva semplicemente sconfitto una bestia, ma per lei quella bestia era tutto, era il suo mondo e adesso non l’avrebbe mai più rivisto perché gli aveva comandato di non ritornare da lei, di non ritornare nella sua città.
E mentre continuava a piangere un tuono la fece sobbalzare. Voltò il viso verso il loro letto e aumentò il flusso di quelle lacrime ricordandosi della loro prima notte trascorsa insieme. Si morse il labbro inferiore urlando dalla disperazione. Aveva bisogno di lui, voleva e avrebbe voluto solo lui, ma purtroppo…
 
 
-I will not see you ever again Rumple!-
 
 
E detto ciò posò la tazza sul comodino e si gettò su quel letto abbracciandosi il cuscino di lui come ormai faceva ogni sera da quando l’aveva esiliato. Nascose il volto contro di esso facendosi uccidere un po’ alla volta dai ricordi di un passato che non sarebbe mai più ritornato, e da un futuro che non sarebbe mai più stato felice come aveva sperato.
Chissà cosa stesse facendo Rumple in quel momento. Chissà se stesse piovendo anche dove lui si trovava. E chissà se stesse pensando a lei.
 
 
 
 
 
*Rileggendo un mio vecchio diario di scuola ho trovato questa frase e così di getto mi è venuta questa storia. La fase fa parte del “Il Bombarolo” canzone di De Andrè :D
 
 
**Questa è l’immagine che ho creato per farvi immergere di più in questa storia :D

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<3 Angolo dell’autrice <3
 
 Salve a tutti eccomi nuovamente qui a postare una nuova storia Rumbelle. Questa volta angst e malinconica, ma anche un po’ fluff. E sì mi mancava l’angst, è un genere che adoro sopra ogni altro, anche se ho postato storie con diverso genere :D Comunque mi piaceva l’idea di dare voce ai pensieri di Belle e Gold dopo il loro straziante addio. Sicuramente una cosa del genere sarà accaduta ai due durante questo periodo di lontananza, ed io ho voluto semplicemente descrivere una probabile versione :D
Ho scritto anche un seguito di questa one-shot che posterò molto presto, anch’essa angst, ma molto…molto emozionante (almeno per me ;) ), è la mia preferita, oltre a questa che è la mia bambina ;)
Ps: Volevo precisare che in questa storia ho abbondato del termine “Lei”, è stato voluto, volevo calcare questa sofferenza di Gold senza la sua Belle ;)
 
Voglio ringraziare tutti coloro che passeranno a leggere la mia storia, e un grazie speciale va a libellula.s e libellula.a (le due admin delle pagine facebook I will see you again Rumbelle ; All crazy for Rumbelle) che hanno adorato questa mia storia. Grazie di <3 raga ne sono contentissima, siete dolcissime :*
 
Beh vi saluto!
À bientôt!! :)   
DR!
  
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