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Autore: lasognatricenerd    04/03/2015    1 recensioni
William è disperato per la "scomparsa" di Jem.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non poteva sopportare tutto quello. Erano passati mesi dalla “morte” di Jem, ma lui si sentiva svuotato dentro. Non provava più un cazzo di niente per nessuno. A fatica riusciva seriamente a sorridere e se ci riusciva, evidentemente, era solo per merito di Tessa, ma anche la stessa ragazza stava male per aver perso un pezzo di cuore. William, certamente, non la biasimava perché sapeva che lo amava, ma… Lui lo amava ancora di più. Lo amava come si amava qualsiasi parabatai. Un parabatai oramai perduto. Forse più avanti avrebbe accettato l’idea che in realtà James non era davvero morto. Forse avrebbe accettato l’idea di stargli accanto nonostante tutto.
Ma come poteva? Non avrebbero potuto più combattere insieme, uno di fianco all’altro. Gli sarebbero mancate quelle intese con un solo sguardo, quei sorrisi e quelle parole che riuscivano a scambiarsi anche in mezzo ad una battaglia. Tra di loro c’era quel filo rosso che legava due anime che mai e poi mai si sarebbero potute staccare. Era come una sorta di anima gemella. William Herondale amava James Carstairs più di qualsiasi altra cosa al mondo. Non importava chi la pensava diversamente. Tutti sapevano com’era il suo carattere ma allo stesso tempo, tutti sapevano quanto lui tenesse al proprio parabatai. E ci teneva da morire. Avrebbe voluto morire al suo posto. E se fosse stato possibile, si sarebbe preso la malattia al posto di Jem per evitare che lui morisse. Non era giusto.
Niente era giusto nella loro vita. Avevano dovuto condividere un’esistenza del genere ed accettarla, nonostante tutto. William non aveva mai rinnegato l’essere di uno Shadowhunter perché sapeva di essere nato per questo, ma quando Jem era morto aveva vacillato, proprio come quando era scappato dai suoi genitori. Lui aveva sempre odiato quelle persone eppure era uno di loro. E quando Jem era morto… Avrebbe tanto voluto morire al suo posto ed aveva pensato a come sarebbero andate le cose se fossero stati dei semplici mondani. Probabilmente Jem non si sarebbe mai trasferito a Londra, ma in qualche altro modo si sarebbero incontrati.
C’era quel filo rosso del destino che diceva tantissime cose: William lo distingueva molto facilmente, nonostante fosse solo immaginario. Partiva dal suo mignolo, vagava per le strade e finiva contro il mignolo del proprio migliore amico. Non si sarebbe mai spezzato ed era ancora ben saldo, quasi fosse di metallo. Non era debole, quel cazzo di filo non lo era mai stato. E di questo lui ne sarebbe stato per sempre sicuro, anche dopo la morte. Un pezzo del suo cuore apparteneva a James e non importava se lui, adesso, era diventato un Fratello Silente. Aveva preferito diventare uno di loro pur di continuare a vedere William piuttosto che morire. Ma il moro avrebbe sentito per sempre la sua mancanza. Abbracciarlo quando voleva. Stringerlo a sé quando voleva, proteggerlo, dargli parole di conforto. E tutto quello non sarebbe mai più successo perché una malattia si era dovuta mettere fra di loro, infrangendo i sogni di entrambi.
William continuava a pensare che non era giusto che un ragazzo del genere avesse avuto una maledizione tanto grossa. Non se lo meritava. William, invece, molto probabilmente sì. Era sempre stato lui quello scorbutico che rispondeva di merda a tutte le persone che cercavano sempre di aiutarlo. Era sempre stato lui quello che si era chiuso in camera invece di confortare qualcuno, ma non quando si trattava di Jem… Quando si trattava di lui, tutto cambiava. Avrebbe ucciso, per lui. Si sarebbe ammazzato, per lui, se significava renderlo felice e farlo rimanere in vita. Avrebbe tanto voluto trovare una cura nonostante tutti gli avessero detto di smetterla, perché non c’era niente da fare. Lo stesso James glielo aveva chiesto gentilmente, ma lui… era così testardo. Non voleva che morisse.
Non voleva che lo lasciasse da solo in quel mondo pieno di ombre, di mostri e di oscurità. Aveva bisogno di lui per combattere, per andare avanti e vivere a pieno. Ed anche Jem… Per questo aveva deciso di diventare un Fratello Silente piuttosto che morire. Ma non significava più o meno la stessa cosa? Vivere nella città di ossa non doveva essere sicuramente una passeggiata… Eppure aveva detto più volte che lo aveva fatto per William. Per lui. Per quel pezzo di cuore che non voleva perdere. In ogni caso, qualsiasi cosa fosse accaduta, si sarebbero sempre e comunque appartenuti. Non importava chi si metteva in mezzo o chi ci si sarebbe messo, loro due sarebbero per sempre stati insieme. Quella runa parabatai avrebbe continuato a bruciare, nonostante tutto.
Non se la sarebbe mai fatta strappare dal petto, perché avrebbe significato perdere per sempre Jem. Lui, invece, aveva bisogno di sfiorarsi quella forma che sporgeva leggermente dalla pelle a ricordargli che non era davvero morto e che prima o poi doveva accettare la cosa. Ma adesso era troppo presto e lui piangeva, piangeva e piangeva per aver perso metà di quel cuore che aveva cercato di aprire a lui e a nessun altro. Addirittura si era accorto di star impazzendo quando aveva notato che aveva cominciato ad avere un tic nervoso. Aveva preso a scorticarsi il palmo della mano sinistra con le dita di quella destra, come se volesse farsi del male. Come se ne avesse bisogno. E, molto probabilmente, era così. Non aveva idea di quante volte si era dovuto rifugiare in camera, chiudersi la porta alle spalle e crollare a terra con le lacrime che già avevano fatto il loro corso per tutte le guance. Era disperato.
Aveva bisogno di James, come sempre. Per un po’ si era sentito in colpa di non avergli detto nulla della maledizione, ma Jem si sarebbe offerto volontario per aiutarlo e avrebbe solamente sprecato energie. Per questo aveva deciso di parlarne con l’unica persona che poteva aiutarlo davvero: Magnus. Era stato davvero gentile e grazie a lui aveva praticamente risolto ogni suo problema. Grazie a lui, aveva cominciato a vivere davvero. Ma poi era crollato di nuovo tutto con la morte di James. Quindi, quella maledizione del cazzo, poteva tenersela in ogni caso, tanto era tornato come una volta: freddo e distaccato. Tutti, almeno, capivano il suo comportamento a differenza di prima. Tutti erano sconvolti, ma non quanto William, che ogni giorno doveva trovare una motivazione per alzarsi dal letto. E ce n’era sempre una che gli riscaldava il cuore: combattere contro i demoni, ucciderli, trovare vendetta per quello che avevano fatto a James. E poi si diceva sempre che forse quello sarebbe stato il giorno in cui avrebbe visto di nuovo il suo parabatai varcare la soglia dell’istituto, bello e giovane come prima. Era una speranza che mai e poi mai si sarebbe spenta.
   
 
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