Note
dell’autrice: Bene gente,
eccomi qui con il primo capitolo. Sono contenta che vi sia piaciuto il
prologo, anche se davvero corto.
Non credo sarà una fiction molto lunga, almeno lo spero.
L’idea per la storia mi è venuta ripensando a
delle interviste che ho visto di Robert e Kristen. Spero vi piaccia.
Ho usato delle scene del film. Diciamo che ci saranno in ogni capitolo.
Ringrazio di cuore chi ha messo la storia tra i preferiti e chi
ovviamente ha recensito.
ElfoMikey: Ciao!
Dedicata a te! Sono contenta che ti sia piaciuto il prologo! Il tuo
parer conta, e anche tanto! Ti voglio bene anche io! <3
Mooth: Ciao! Grazie
davvero per aver recensito! Spero davvero che questo capitolo ti
piacerà come il prologo!
Jordy Klein: Spero di
non averti deluso con questo capitolo ^.^ Lo spero davvero! Grazie
comunque per aver recensito!
Ed ora… Enjoy!
CAPITOLO 1
-Che
c’è’?-
-Come… come hai fatto ad arrivare così in
fretta?- Scossi il capo.
-Ero già li accanto a te, Bella. - La sua voce era calda,
bassa.
-No… eri accanto alla tua macchina. Eri lontano.-
-Non è vero… no. - Le sue labbra si aprirono in
un sorriso. Non ero pazza.
-Si che è vero. - Sii convincente. Continuavo a ripetermi. Sii
convincente.
-Bella tu sei… hai sbattuto la testa. Sei un po’
confusa. – Sorrideva. Non ero pazza. Non sei
pazza.
-Io so quello che ho visto. – Scossi il capo.
-E che hai visto esattamente?- Aprì la bocca per replicare,
per replicare, ma la voce mi si strozzò in gola. Cercai di
controllare i muscoli facciali ma gli angoli della mia bocca si mossero
inevitabilmente verso l’alto. Scoppiai in una grande e
fragorosa risata.
-Kris!- Mi riprese lui indignato. –Sarà la decima
volta che la riproviamo!- Continuò incrociando le braccia al
petto.
-Scusa, scusami Rob. – Dissi piegandomi in due a causa del
troppo ridere. Lo sentì battere il piede sulla strada.
Quella scena, purtroppo, non ci usciva bene… anzi era
pessima. Colpa mia. Colpa mia perché non facevo altro che
ridere.
-E’ che… “E che hai visto
esattamente?”- Lo imitai mettendomi dritta. –
Dovresti farmi paura?- Continuai a ridacchiare.
-Grazie, eh. Io cerco di impegnarmi. – Replicò. Mi
fulminò con lo sguardo, serio, severo. Poi, inevitabilmente,
come sempre, scoppiò a ridere anche lui. Era
così, ogni volta. Era consapevole di non farmi
“paura”, o “intimorirmi”,
mettermi in soggezione, ma ciò non lo mandava in bestia.
Toccava a me stare attenta. Infondo lui ci riusciva secondo
l’intero cast. Io ero l’eccezione. Non sapevo
spiegarmelo, non sapevo darmi una risposta. Un po’ come
Bella… non aveva paura di Edward. Più o
meno….
-Sei la cosa più odiosa che conosca.
– Disse scompigliandomi i capelli.
-Potrei dire lo stesso di te. – Risposi sistemandomi i
capelli. Meglio non far arrabbiare ancora Chat perché avevo
i capelli arruffati. Tranne quella scena, che ero costretta a provare
anche nel parcheggio, come in quel momento, ero una dipendente
modello. Possiamo dire che lo eravamo un po’ tutti. Tranne
Robert che di tanto in tanto si divertiva a trascinarmi in risate da
crampi allo stomaco. Era fatto così e in fondo, anche se a
volte faceva disperare la nostra amata regista, lo amavamo
così com’era. Solare, spiritoso e dolce, per certi
versi. Sapeva darsi un freno, una regolata. “Siete tutti
troppo seri.” Diceva sempre. Ma sul set era meglio esserlo.
Era meglio non far arrabbiare Chat o tutte le scene dovevano essere
ripetute mille volte, fino allo sfinimento… un po’
per ripicca.
-Iniziamo da capo. – Disse serio. – Tu sei Bella
Swan. Io sono Edward Cullen. Io sono un vampiro e faccio paura. Tu sei
incantata da me. Tu, Kris- Disse afferrandomi le spalle con le mani
– hai paura di me. Non ridere!- Mi fulminò quando
sentì le mie spalle muoversi. Mi morsi il labbro inferiore
trattenendo le risate. Sbuffò sonoramente allontanandosi da
me. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo per calmarmi.
-Okay. Scusa Rob, davvero. – Dissi guardandolo negli occhi.
Sospirò.
-Okay, ti perdono. Ma solo per questa volta. – Mi
puntò un dito contro. Annuì energicamente, come
una bambina. –Non voglio provarla all’infinito
oggi. – La sua voce era calma e vellutata.
-Tranquillo. – Sorrise e mi stampò un bacio su una
guancia prima di superarmi e dirigersi verso il set.
-Non ti crederebbe nessuno comunque. – La sua voce era calda,
bassa.
-Comunque non lo direi a nessuno. – Fissai i suoi occhi. Le
lenti li avevano resi dorati, cancellando quel verde-azzurro in cui
amavo perdermi di tanto in tanto. –Devo solo…
sapere la verità. – Solitamente qui arrivavano le
risate.
-Non puoi ringraziarmi e dimenticare tutto?- Fu strano. Per qualche
secondo rimasi a fissare i suoi occhi. Non riuscivo a distogliere il
mio sguardo. Ipnotizzata. Dimenticai la mia battuta.
-Grazie. – Dissi scuotendo il capo, ricordando quella
semplice e unica parola.
-Ma dimenticare no, vero?- Si c’era rabbia, nel suo volto.
-No. -
-Spero che la delusione non ti ferisca. – Scosse il capo per
poi allontanarsi. Rimasi a fissarlo. Non mi accorsi nemmeno che la
scena fosse finita, non mi accorsi di Chat che gridò
“fantastico!”. Mi resi conto di coloro che
battevano il cinque fra loro soltanto quando Robert di giro e fece un
salto. Mi voltai verso gli altri che si preparano per la scena
successiva.
-Grazie. – Sentì sussurrarmi
all’orecchio. Sobbalzai. Non mi ero resa conto di quanto
fosse vicino. Assorta nei miei pensieri non lo avevo notato
avvicinarsi. Potevo sentire il suo respiro caldo postare i miei
capelli. Mi allontanai di qualche passo per guardarlo meglio negli
occhi.
-Mi sono concentrata!- Dissi fiera di me. Rise. La sua voce era bassa e
roca.
-Si, sei stata… perfetta. -
-Allora ragazzi! Finalmente la scena è andata!-
Esclamò vittoriosa la nostra regista. –Passiamo
alla successiva!- Alai gli occhi al cielo.
-No! Alt, fermi tutti!- Gridò Chat. Ci fermammo tutti
all’istante, spaventati. L’unica cosa che mi
balenò in testa fu la frase:
“Rifacciamola.” Oramai ne ero terrorizzata. Sul
volto di Robert la stessa espressione che probabilmente era dipinta sul
mio. Succedeva sempre così. Molte volte passavamo ad una
scena successiva, ma nell’esatto momento in cui tutti ci
mobilitavamo lei ci fermava urlando che non andava bene e noi,
puntualmente, dovevamo ripetere la scena.
Ci guardò, non capendo probabilmente la fonte di tanta
preoccupazione, facilmente visibile sui nostri visi.
-Che ora è?- Guardai Robert terrorizzata, in un certo qual
modo, lui sembrava tranquillo invece, l’ombra di un sorriso
sul volto.
-Le sei. – la risposta arrivò da un cameraman.
Chat guardò il pavimento spostando il suo peso sulla gamba
destra. Si portò una mano su un bianco e una sotto il mento.
-Kris, la tua giornata è finita. – Faci qualche
conto e mi resi conto di aver trascorso lì cinque ore.
-Di già?- Chiesi accigliata. Non volevo andarmene, non in
quel momento. Non sapevo bene il perché, o forse ero io che
non volevo ammetterlo a me stessa.
-Oh. – Mi voltai verso Rob che fissava deluso il pavimento.
Rimasi a fissarlo qualche istante fino a che non alzò il suo
sguardo, puntandolo verso di me.
-Hai una vita sociale, una scuola, bla bla bla. Ci vediamo domani. E
guai a te se ritardi. – Disse lei puntandomi un dito contro e
costringendomi a distogliere lo sguardo da Rob.
-Ehm… si. Tranquilla. Mi rinchiuderò, nella mia
roulotte a studiare e a ripete fino allo sfinimento le mie battute.
– Dissi annuendo e triste. Non volevo andarmene. Non ora
che…
-Allora a domani. – Aggiungi prima di perdermi in stupidi e
dannosi pensieri. Mi portai una ciocca di capelli, che mi era finita
davanti a viso, dietro un orecchio. Ancora non riuscivo a darmi una
risposta. Solitamente amavo il momento in cui potevo fuggire dal set.
Ma in fondo… fuggire da cosa?
Amavo recitare, amavo quel film. Amavo quel cast.
Eppure la risposta era lì, a pochi passi da me, solo che non
ero ancora riuscita a capirlo, ad ammetterlo a me stessa. Una cosa che
il mio subconscio aveva sempre saputo.
-A domani. – Lo sentì sussurrare con flebile voce.
Mi voltai e gli sorrisi, avrei voluto dirli “A
domani”. Due semplici paroline, eppure la voce mi
restò in gola. Me la schiarì e lo salutai con la
mano.
-A do-domani. – Balbettai per poi andare via, senza mai
voltarmi, dandomi senza un secondo di sosta della stupida.