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Autore: Jessica Fletcher    04/03/2015    6 recensioni
Troviamo Christian in un periodo antecedente all'incontro con Anastasia. Lui fa un sogno, una volta tanto non un incubo ,ma un bellissimo sogno.
Sogno o premonizione?
Lo scoprirete leggendo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Leila Williams, Phoebe Grey, Theodore Grey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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premonizione

Un bellissimo sogno



Okay, va bene.
Sarà meglio andare a dormire.
Stanotte non dovrei avere incubi, dovrebbe filare tutto liscio.

In serata mi sono scopato Leila, alla grande direi, e il sesso, normalmente, mi rilassa, i miei giochini sadici e perversi mettono per un po' a tacere i miei demoni.
Il gusto amaro della vendetta, l'ennesima prova di controllo e dominazione,  mi fanno dormire, almeno per una notte, senza incubi.

Cazzo che serata!
Leila si è fatta fare di tutto, acconsentendo ad ogni mio desiderio. Anzi ogni volta che provavo cose sempre più intense, sempre più depravate, rimaneva lì a subire senza un lamento, guardandomi, anzi, con un sorriso di sfida che sembrava dire "vediamo chi si stanca prima, se tu a fare o io a subire"
Devo dire che questo mi ha mandato un po' in bestia e mi ha reso più sadico del solito.
E' stato estremamente divertente provare cose nuove, scoparmela così liberamente, in ogni posto, scopare ogni parte del suo corpo, picchiarla, bastonarla fino a quanto i suoi "hard limits" me lo consentivano, legarla, bendarla, imbavagliarla, appenderla a testa in giù.
Ogni cosa, ogni cosa che si poteva fare, tranne, ovviamente, ferirla gravemente o lasciarle addosso dei segni permanenti, io questaera l'ho fatta.

Poi, una volta che mi aveva lasciato sfogare, lei mi ha detto che voleva di più. Voleva una relazione stabile, fissa, forse anche un fidanzamento e un matrimonio.
Le ho riso in faccia.
Quelli come me non si sposano.
Non sono per niente adatti a farsi una famiglia, nemmeno ad avere una relazione stabile e duratura, come si dice.
Quelli come me è bene che rimangano da soli per sempre.

Così , si è incazzata come una iena e se ne è andata.

Peccato, era un'ottima sottomessa, piaceva anche ad Elena, avevamo anche fatto delle cosette particolari a tre.

Pazienza, vuol dire che me ne cercherò un'altra.

Ci penserò domani, ora vorrei proprio riuscire a farmi un bel sonno, ormai mi capita sempre più di rado.

-------

E' una bella giornata di sole, esco fuori sul prato, al mio fianco trotterella un bambino di quasi 4 anni. Tengo in braccio una piccolina di poco più di un anno, nella mia mano sinistra c'è una copertina rosa.
Faccio quattro passi nel prato, stendo la copertina a terra e vi adagio sopra la bimba.
E' bellissima, ha grandi occhioni blu e una morbida chioma di colore castano che sta crescendo in tanti riccioli scomposti, le guance rosee e una boccuccia che sembra una ciliegia matura.

Guardo il bambino: mi assomiglia, ha i capelli ramati, lineamenti regolari, occhi grigi. Incomincia a correre per il prato.
"Teddy" lo chiamo "cerca di non allontanarti! Rimani sempre qui vicino in modo che ti possa vedere!"
"Sì, papà" mi risponde.
Seguo il piccolo con lo sguardo e i miei occhi si soffermano, come persi, sul bel giardino, il panorama con la vista sul Sound e sulla Penisola Olimpica. Mi volto a scorgere l'abitazione dalla quale sono uscito: è una bella casa, familiare, di quelle che immediatamente suggeriscono il calore di un focolare.
Possibile che sia casa mia?

Mi sembra tutto così strano.

Guardo bene i due bambini davanti a me, sono miei? Il maschietto mi ha chiamato papà. La piccola è intenta a giocare con i fili di erba, poi si volta, mi guarda e mi sorride. Mi chino e mi avvicino, avrei quasi voglia di coccolarla e mangiarmela di baci.

Ma che mi succede?

"Tutto bene, paparino?" dice una voce dietro a me.
Una giovane donna mi si avvicina, fa scivolare il braccio intorno alla mia vita e mi mette una mano nella tasca posteriore dei pantaloni, toccandomi quasi distrattamente il culo.
Non reagisco, non mi da' noia, anzi mi fa quasi piacere.
"Sì, tutto bene, mammina" le rispondo.

Lei appoggia la testa sulla mia spalla e sospira, non riesco a vederla bene in viso ma mi sembra diversa da tutte le donne che ho frequentato finora.
Di sicuro non è Leila e non è nemmeno Elena.
Non so chi sia, so soltanto che insieme lei mi sento bene, a mio agio.

"Papà vieni a giocare al pallone" il bimbo mi chiama;
 "Certo, Teddy, arrivo. Mamma, ci pensi tu a Phoebe?"
"Tranquillo Christian, ci sto io con lei".
La giovane donna si siede anche lei sulla coperta rosa e prende in braccio la piccola!"

Mi dirigo verso il prato e comincio a giocare con mio figlio.
"Allora Teddy, giochiamo a calcio? Vediamo se riesci a farmi gol!"

Mi sveglio disorientato.
Che strano sogno: una casa sul mare, una moglie, due bambini, una famiglia.

Bello, però!
Nel sogno mi sentivo in pace, realizzato, tranquillo, oserei dire felice.
Io che felice non lo sono mai!

Sarebbe bello, sì, avere una famiglia mia, un focolare, essere amato, poter amare a mia volta.
Peccato che sia solo un sogno, un bellissimo, dolcissimo sogno!

Beh, Christian, non ci pensare, non farti illusioni, lo sai che non è per te.
E sai benissimo che illuderti non può farti altro che del male.
Hai già sofferto abbastanza.

Adesso ti prepari, esci e vai a conquistare il mondo!

E ricordati di trovare un'altra sottomessa!


Ciao a tutte! 

Questa storia (un po' strana e diversa da quanto ho scritto finora), in effetti l'ho, almeno in parte, sognata. Rispetto al sogno ho aggiunto la parte iniziale su Leila (che a breve comparirà in un'altra mia storia) e qualche considerazione finale.

Sono curiosa di sapere che cosa ne pensate, a me , rileggendola, mi ha messo tanta tristezza.

Vi saluto
A presto
Love
Jessie
  
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