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Autore: AmeliaRose    05/03/2015    6 recensioni
[SusanxLegolas, Crossover "Le Cronache di Narnia" e "Il signore degli anelli"]
Dal primo capitolo:
Quello che riferì non era molto promettente: gli orchi avevano dichiarato nuovamente guerra e le megere si facevano vedere sempre più spesso nei boschi vicini al castello. Era passato troppo poco tempo dall'ultima battaglia e non erano ancora fisicamente pronti a respingerli nuovamente. Aslan, allora, suggerì di chiedere aiuto a un Re appartenente a un altro mondo, Re che Aslan riteneva saggio e più propenso a stringere un alleanza. [...] Il loro Re, dopo molte ore passate a consultarsi, accettò di aiutarli e di creare questa alleanza solo se Narnia avesse concesso loro una cosa: un matrimonio che univa effettivamente i due mondi.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Le Cronache di Narnia, Il Signore degli Anelli e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà, tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento"



06. La ninfa dei Reali.

 

Re Peter guardò la porta della sorella con aria assente, da quando Susan l'aveva destato dal suo sonno informandolo del marchio che le megere avevano impresso nella pelle della sorella minore, non riusciva più a stare tranquillo. Andò personalmente a svegliare con urgenza il guaritore che si precipitò frettolosamente nella sua stanza. Edmund e Susan, invece, non facevano altro che guardarsi preoccupati. Le megere non si erano mai permesse di commettere un atto del genere, avevano troppa paura del loro potere e dall'alleanza che avevano con Aslan. Mezz'ora dopo il guaritore uscì dalla stanza con uno sguardo corrucciato. Peter si avvicinò a lui con aria preoccupata.
«Allora, qual è il verdetto? Si può togliere? È pericoloso? Danneggerà Lucy?» chiese in fretta, sperando con tutto il cuore di ricevere solo notizie positive.

«Purtroppo il marchio lo può togliere solo la megera che glielo ha impresso nella pelle» annunciò tristemente «Il marchio è pericoloso. Credo che la megera abbia fatto in modo che esso compaia di tanto in tanto, visto che di solito è invisibile».

«Qual è lo scopo di questo marchio? Dubito che non faccia nulla» chiese Susan, preoccupata.

«Mia Regina, quel tipo di marchio ha il potere di rubare l'energia della Regina Lucy donandola alla megera che lo ha scagliato» spiegò il guaritore «La megera è responsabile di tutti i malanni che in tutto questo tempo si è presa».

«Cosa facciamo adesso?» domandò Edmund «Insomma, se noi non possiamo togliere il marchio dobbiamo per forza andare dalla megera e ordinargli di toglierlo».

«Dobbiamo stare attenti però» obiettò Peter «Potrebbe essere una trappola» aggiunse dubbioso.

«O forse è una richiesta d'aiuto» disse Susan.
Peter ed Edmund la guardarono leggermente confusi.

«Pensateci un momento. Il territorio delle megere è da tempo sotto attacco e da quello che ho capito io vogliono uno scambio. Loro toglieranno il marchio in cambio di aiuto o un nuovo posto in cui mettere radici» spiegò la ragazza.

«Sembra troppo semplice» disse Peter.

«Ma è l'unica ipotesi plausibile» rispose Susan «Pensateci un attimo, se fosse così potremo stringere un accordo con loro evitando futuri scontri»
Peter rimase in silenzio per un lungo tratto di tempo.
È troppo, troppo semplice. Ci deve essere per forza qualcos'altro dietro” pensò il Giusto.

«Mi dispiace, ma non vedo le megere stringere un accordo con noi. Tanto meno firmare un trattato di pace» ammise Edmund.

«Forse si sono rese conto che farci guerra non le aiuteranno. Specialmente ora che abbiamo nuovi alleati molto più forti. Tutte le creature dopo un po' si stancano di combattere» rispose Susan, appoggiandosi con la schiena al muro.

«Non lo so Susan, parliamo sempre delle megere» mormorò Edmund.

«Dobbiamo mettere in atto un piano» disse Peter, serio. «Vado a chiamare Legolas, voglio un suo parere. Tra tutti è quello più saggio e più maturo»
Edmund sgranò gli occhi a quella dichiarazione.
«Cosa c'è?» chiese il maggiore con aria interrogativa.

«Nulla, solo che sentirti dire che vuoi un consiglio da lui mi ha incuriosito. Insomma, Legolas non appartiene al nostro mondo» rispose Edmund.

«Ed è proprio per questo che voglio un suo consiglio» disse Peter.
«Guaritore, vi chiedo di rimanere con Lucy fino al mio ritorno» ordinò poi.
L'uomo chinò il capo e sussurrò “Si, mio Re” e obbedì al suo volere.
«Edmund, Susan, vi aspetto nei miei appartamenti. Arriverò presto».
Peter si allontanò da loro ed Edmund guardò Susan.

«Questa cosa non porterà nulla di buono. Anzi, il contrario».




Mezz'ora dopo, Peter li raggiunse con Legolas e Haldir al suo fianco. Legolas si avvicinò a Susan e chinò il capo.
«Re Peter mi ha informato della situazione in cui si trova la Regina Lucy. Mi dispiace tantissimo» disse sincero l'elfo. «Sappi che se posso essere d'aiuto non dovete fare altro che chiedere e lo farò, se è in mio potere» annunciò guardandola negli occhi.

«Dispiace anche a me, Legolas. Ma sono sicura che tutto si risolverà positivamente. Ho fiducia nei miei fratelli e in te, così come in Haldir. Poi ho fiducia in Aslan, non permetterà mai che a Lucy accada qualcosa di brutto» sorrise la ragazza.
Gli occhi di Legolas si illuminarono e sorrise.


«Ammiro la vostra positività, Susan.» ammise l'elfo «Non vi date mai per vinta, è una cosa di cui andare fieri».

«Possiamo dare al via la nostra riunione?» chiese con tono irritato Re Peter.
Tutti e quattro annuirono e si andarono a sedere al loro posto.
«La domanda è semplice Legolas, secondo te qual è la mossa giusta da fare?» chiese il biondo ad alta voce, scrutando l'elfo seduto di fianco a Susan.


«Andare da loro. Da quanto mi avete detto su l'intera faccenda del marchio penso di aver capito le loro intenzioni. È una richiesta di attenzione, sanno che voi sapete come viene tolta quella magia. Vi stanno aspettando.»
Haldir annuì alle parole del giovane principe.

«Sono d'accordo. Se avessero avuto cattive intenzioni, le avrebbero già fatto del male da molto tempo».
Peter si strofinò gli occhi stanco, sospirò e guardò i due minori.

«Voi cosa ne dite?» mormorò incerto.

«Tu sai bene quello che penso» dichiarò la giovane.
Lo sguardo di Peter si spostò sul più piccolo.

«Mi trovo d'accordo. Dobbiamo dirigerci in gran fretta da loro»
Peter guardò la cartina davanti a sé, mostrava l'intera Narnia, i luoghi in cui si trovavano tutte le creature buone e malvagie.

«Così sia. Partiremo tra un'ora, farò preparare i cavalli per tutti e cinque» annunciò alzandosi dal suo posto.

«Tutti e cinque?» chiese Legolas, preoccupato.

«Si, tutti e cinque. Voi, Haldir, Io e i miei fratelli» rispose guardandolo serio.

«Verrà anche la Regina Susan?» chiese sempre più preoccupato, guardandola negli occhi.
Peter annuì.

«Mio signore, credo che non sia una mossa saggia» mormorò serio.

«Suvvia Legolas, non mi succederà nulla» si intromise Susan.

«È pericoloso» continuò Legolas.

«Ho combattuto contro Jadis e la sua armata, ti posso assicurare che quella situazione era più pericolosa e tragica di questo nostro nuovo viaggio» disse ad alta voce la Regina.

«Re Peter, per favore, se avete a cuore vostra sorella non portatela con noi» implorò l'elfo al Re Supremo.

«Ho già deciso Legolas. Non fraintendermi, ho a cuore il benessere di mia sorella. Ma ho bisogno di lei, abbiamo combattuto insieme già una volta e se voglio ritornare con qualche risultato positivo, devo portarla con me» disse gelido.
Legolas abbassò il capo, sconfitto. Era inutile replicare. Una leggera rabbia cominciò a crescere dentro lui e serrò i pugni.

«Permettetemi allora di cavalcare assieme a lei, sullo stesso cavallo. Ho anch'io a cuore il suo benessere» mormorò arrabbiato.
Peter guardò la sorella e annuì.

«Se cavalcare con lei vi farà sentire più tranquillo, allora va bene» disse.
Susan guardò Edmund e sospirò.


«Andate a prepararvi, non accetto ritardi».
Peter uscì affiancato da Susan ed Edmund.

«Credo che la vostra futura sposa non sia d'accordo con la vostra decisione, amico mio» mormorò Haldir avvicinandosi a Legolas.
Il giovane elfo sospirò e scosse il capo.

 


 

Susan, da quando era a Narnia, aveva scoperto di amare passeggiare da sola all'aria aperta, che sia a piedi o a cavallo non importava. Amava quella sensazione di leggera libertà che si aveva quando si percorreva un tratto di strada in solitudine. La cosa che forse più detestava era essere trattata come una ragazzina, in cuor suo sapeva che Legolas aveva agito con le migliori intenzioni ma non le era piaciuto il suo modo di comportarsi. Nel momento della partenza aveva accettato educatamente la mano del suo principe e salì a cavallo, allacciando le sue mani ai suoi fianchi e da quel momento non avevano più proferito parola. Ribolliva ancora di rabbia dal suo comportamento. Dopo quasi tre ore di marcia, il cavallo si fermò all'improvviso e Susan allungò il collo al di sopra della spalla del suo cavaliere dalle orecchie a punta. Un grande albero dalla corteccia nera come la pece stava sbarrando la strada. Haldir scese dal suo cavallo e si avvicinò all'ostacolo scrutandolo attentamente.
«Non è stata la natura a fare questo» li informò a voce alta.


«Vuoi dire che è stato fatto intenzionalmente?» chiese Edmund guardandosi attorno.
L'elfo annuì e indietreggiò fino al suo cavallo.

«Peter, cosa facciamo adesso?» chiese guardandolo.
Il maggior controllò con lo sguardo l'intera area dall'aspetto oscuro e sospirò.

«Andiamo avanti» ordinò ad alta voce spronando il cavallo mettendolo in marcia.
Obbedirono senza obiettare e proseguirono per la loro strada. Il bosco in cui si erano appena addentrati era molto strano per tutti e tre i Pevensie, non avevano mai visto un bosco del genere a Narnia, nemmeno quando regnava Jadis. La maggior parte degli alberi presentavano delle grosse macchie scure sulla corteccia, i rami che fuoriuscivano dal terreno erano pieni di nodi duri e le foglie erano quasi morse dai piccoli insetti. La luce che entrava tra le frasche degli alberi creavano dei piccoli spazi di luce rendendo il posto molto più tetro. Non si sentiva nessun suono, nessun cinguettio di uccelli, nessun verso di animali, niente di niente.
«Questo posto sta morendo» mormorò il Re.

«Le megere fanno questo?» chiese Haldir alla Regina Susan.

«Non lo so, non mi sono mai addentrata in un loro covo. So che sono crudeli e abilissime nella magia. Dovremo stare attenti, sono molto brave anche nell'arte del combattimento» annunciò la fanciulla, stringendosi di più a Legolas.

«Se loro vogliono un nostro aiuto non ci attaccheranno», cercò di tranquillizzarla il maggiore.
Susan annuì.

«Hai idea di dov'è il loro villaggio?» domandò Edmund al fratello, avvicinandosi a lui con il cavallo.

«Ovviamente si. Siamo quasi arrivati, non temere» disse ad alta voce, facendosi sentire anche dai soldati rimasti indietro per proteggere i loro Re dai possibili attacchi.
Susan cominciò a sentire un po' male alle gambe, non era abituata ad andare a cavallo per lunghi tratti. Guardò il terreno sotto di lei e desiderò ardentemente di poter scendere e procedere a passo d'uomo, vista la loro andatura se la potevano permettere. Indossare un abito o una gonna era fuori discussione in quel caso, aveva deciso di indossare un paio di pantaloni morbidi e aveva scoperto che erano comodissimi in certe situazioni. Certo, ad alcuni poteva sembrare poco idoneo al suo status da Regina ma a lei non importava. L'eleganza in una possibile guerra o in un possibile combattimento contro il nemico era da escludere, meglio essere comodi per qualsiasi movimento. E dallo sguardo che fece Legolas appena la vide con addosso quel capo per poco non la fece ridere, capì che a lui piaceva.
Chissà se anche le ragazze della sua razza indossano i pantaloni” pensò Susan cercando di distrarsi dal dolore che stava provando.

«Devo scendere» mormorò Susan a Legolas.
L'elfo si voltò verso di lei.

«Non credo che sia il caso» disse guardandosi attorno.

«Seriamente Legolas, non sono abituata a cavalcare così tanto. Ti prometto che salirò nuovamente a cavallo appena mi sentirò meglio, okay?» cercò di convincerlo la fanciulla.

Legolas fermò il cavallo e aiutò la sua sposa a scendere senza abbandonare il suo sguardo. Ripartirono e Susan sorrise sollevata, a piedi era decisamente più comodo per lei. Si guardò attorno e si accorse di essere in una specie di botte di ferro, Legolas al suo fianco, Haldir dall'altro, alcuni soldati davanti e dietro di lei. Pochi metri dopo la Regina Gentile sentì il rumore di un ruscello li vicino e s'incamminò verso Peter.
«Siamo vicini al ruscello. Secondo la mappa di Narnia il loro villaggio è vicino a un ruscello».
Peter la guardò e scosse la testa.

«Non dovresti essere assieme a Legolas?» chiese serio.
Susan alzò gli occhi al cielo.

«Sai che non sono abituata a cavalcare. E non trattarmi come una bambina, sai che non lo sopporto» lo rimbeccò lei.
Peter sorrise.

«So che non sei una bambina Susan, ma Legolas sarà il tuo futuro sposo. Non dico che devi obbedire a ogni sua parola, ma potresti assecondarlo di tanto in tanto, no?» domandò lui. «Ha veramente a cuore la tua salute. A quanto pare gli elfi sono creature abbastanza protettive verso chi amano» mormorò lui con un sorriso sincero.
Susan annuì e tornò al fianco di Legolas. Rimasero in silenzio per un po' di tempo, la fanciulla sapeva che grazie al suo udito aveva sentito l'intera conversazione. Re Peter fermò il cavallo e diede segno agli altri di fermarsi, Susan si mosse verso il fratello ma Legolas – che con un balzo felino era sceso velocemente da cavallo – la prese per un braccio fermandola. Susan guardò l'elfo con uno sguardo interrogativo e lui scosse la testa.

«Tornate da dove siete venuti, Re e Regina di Narnia» urlò una voce gracchiante.
Susan si voltò verso quel suono e assieme a Legolas, si avvicinò al fratello. Davanti a loro una donna anziana dalla pelle grigia e dai capelli unti di un colore che non sapeva vedere non permetteva loro il passaggio. Indossava degli abiti consunti e maleodoranti e si reggeva su un vecchio e sottile bastone che le arrivava fino a sotto l'ascella1.

«Non ce ne andremo fino a quando la megera che ha scagliato il marchio su mia sorella minore non le avrà tolto il maleficio» annunciò gelido Re Peter.
La megera sorrise, il suo sorriso era il più brutto che lui avesse mai visto, alcuni denti mancavano e quelli restanti erano ricoperti da qualche sostanza nera.

«Lei non toglierà il marchio» annunciò con un sorriso storto.

«Siamo disposti a trattare se vi interessa» rispose Edmund con la mano stretta sull'elsa della spada, pronto per qualsiasi attacco a sorpresa.

«Togliete la mano dalla spada, ragazzo. Non vi attaccheremo» disse la megera guardandolo divertita. «Davvero? Tratterete? Perfetto, è quello che lei voleva» annunciò lei, sfregandosi le mani con aria maligna.

«Portateci da lei così potremo discutere della cosa» disse Peter ad alta voce.
La megera scosse la testa guardandolo con occhi vuoti.

«Nessuno uomo può entrare nel nostro villaggio» annunciò lei «Credo proprio che sarà Susan a trattare con lei».
Entrambi i fratelli Pevensie si voltarono verso di lei, così come Legolas.

«Va bene» rispose Susan, facendo qualche passo verso di lei.
La mano di Legolas strinse nuovamente il suo braccio facendola voltare.


«E se fosse una trappola?» chiese lui, preoccupato.

«L'hai detto anche tu, quello che hanno fatto non è altro che una richiesta d'aiuto» mormorò lei.

«Ho paura per te» confessò senza timore.
La ragazza sorrise e gli accarezzò la guancia.

«Non temere Legolas, tornerò» disse sorridendo.
Si staccò dalla sua presa e guardò i propri fratelli.

«Stai attenta» disse Peter scendendo da cavallo. «Se succede qualcosa, urla e avanzeremo. Okay?»
Susan annuì e abbracciò il fratello, Edmund si unì a loro.

«Possiamo darci una mossa?» chiese irritata la megera.
Susan annuì e si avvicinò a lei, si voltò indietro e osservò i suoi compagni guardarla con una strana malinconia addosso. La megera le toccò il braccio facendo segno di seguirla e lei obbedì, percorsero la lunga strada tortuosa e scura senza parlare, svoltando di tanto in tanto. Susan cercò di ricordarsi mentalmente ogni particolare che vedeva, se il ritorno l'avesse dovuto percorrere da sola almeno aveva qualche dettaglio per ricordarsi la giusta direzione. Il villaggio delle megere era molto diverso da come lo aveva immaginato, era abbastanza pulito e per niente puzzolente, l'esatto contrario di quello che invece raccontavano alcuni libri su di loro. Al centro del villaggio c'era un piccolo pozzo fatto di pietra con alcuni fiori dai colori oscuri che si trovavano a grandi mazzi tutt'intorno. Le abitazioni delle megere non erano altro che casette di legno con tetti in paglia, molto probabilmente avevano usato la magia per renderli impermeabili e difficili da abbattere. La megera che l'accompagnava la portò davanti a una casetta che a vista d'occhio era la più grande e bussò. La porta si aprì da sola con un sinistro cigolio e Susan entrò spaventandosi quando all'improvviso la porta alle sua spalle si chiuse con forza.

«Vieni avanti Regina Susan, figlia di Eva» la chiamò una voce angelica.
Susan si sentì spaesata, le megere non avevano quel tipo di voce.

«Non posso, non ci vedo» ammise lei.
Si sentì un sonoro “crac” e piccole fiamme fredde apparirono dal nulla illuminando la casa. Era un unica stanza con un arredamento semplice: vicino alla porta c'era posizionato un ampio sgabello con sopra una caraffa d'acqua, dietro un ampio letto con uno sgabello più piccolo al fianco. Al centro della stanza, invece, un grosso calderone stava appeso per magia sopra a un focolare spento. Dall'altra parte della stanza c'era un tavolo grande con delle sedie e dietro ad esso una libreria grande quanto l'intera parete piena di libri e tomi antichi. Ma non c'era traccia della proprietaria dalla voce angelica. Evidentemente aveva usato qualche incantesimo per rendersi invisibile.

«Che cosa sei venuta a fare qui?» domandò lei.

«A mia sorella è stato impresso un marchio e sono venuta qui a chiedere alla megera che l'ha scagliato di toglierlo» annunciò a gran voce. «Siamo disposti a trattare se è necessario».

«Voi che trattate con gente come noi?» chiese ridendo.

«È della salute di nostra sorella che state parlando» disse cercando di rimanere calma. «Quindi ora vi chiedo, cosa volete in cambio della rimozione del marchio?» domandò lei.

«La ninfa dei reali» disse la voce, che si faceva sempre più vicina all'orecchio di Susan.

«La cosa?» domandò lei confusa.

«Non ne hai mai sentito parlare, vero? È il potere puro» annunciò lei.

«È l'unica cosa che può rafforzarci» mormorò. «Non siete solo voi a combattere la battaglia contro gli orchi. Ora si sono aggiunti anche i lupi mannari, come loro alleati. Abbiamo perso molte sorelle per colpa di quei cagnacci, io stessa sono stata vittima di quei morsi ma sono sopravvissuta»

«Per ninfa che cosa intendi?» domandò Susan.

«Il sangue di un vero Re o Regina» mormorò. «Ne basta poco però. E quando verrà mischiato al mio sangue, aggiungendo qualche ingrediente quasi impossibile da trovare e pronunciando l'antica formula, potrò ritornare forte come prima2».

«Quindi ti serve il mio sangue».

«Come ho detto prima, ne serve pochissimo. E ho scelto te, Susan. Anche se non sei stata la mia primissima scelta»

«Perché me?» domandò lei guardandosi attorno.

«Perché tu sei intelligente, forte, con la testa sulle spalle e determinata. Questo è il comportamento che deve avere un vero Re o una vera Regina. I tuoi fratelli hanno ancora comportamenti disdicevoli, Peter è troppo severo e poco intelligente, Edmund infantile e Lucy troppo piccola»

«Bada a come parli, megera. Non sono come tu li descrivi»
Susan strinse i pugni e chiuse gli occhi.

«Dico solo la verità. Se devo essere onesta, avevo scagliato l'incantesimo su Lucy perché pensavo che bastasse questo per rafforzarmi e invece ho fallito. È ancora troppo piccola» confessò lei. «E ora, un po' di dolore per la vita di tua sorella».
Susan aprì gli occhi infastidita.

«Vedo che non c'è altro modo» mormorò. «Ma ci sono due condizioni!»

«Non se ne parla!» annunciò la megera con tono irritato.

«Vuoi tornare forte come prima?» chiese lei con un sorriso.
La megera rimase in silenzio per un lungo tratto di tempo.

«Sentiamo le tue condizioni»

«Per prima cosa non dovrete più avvicinarvi al castello» cominciò lei.

«Avete la mia parola» disse velocemente con tono annoiato.

«Seconda cosa, quando andremo in battaglia vi unirete a noi come alleati. So che non è mai successo prima e che abbiamo molti punti di vista diversi, ma se vogliamo sconfiggere il nemico che abbiamo in comune dovremo allearci
»

«Mossa intelligente, non si aspetteranno mai un'alleanza del genere» disse trovandosi d'accordo.


«Bene. Ora, come saprò che questo non è un inganno?» domandò lei. «Non voglio tornare al castello e trovare Lucy con addosso ancora quel marchio»

«Manterrò la mia parola» annunciò lei.

«La tua parola non mi basta»

«Devi fidarti, commettere un atto di fede» disse.

«Bene, allora iniziamo»


Note:
1: Non ricordo effettivamente la giusta descrizione delle megere, ho provato a cercare nel libro ma non ho trovato nulla (ho ripassato velocemente il libro per questo). Se invece la mia descrizione è errata vi chiedo scusa.
2: Questo rito l'ho inventato io di sana pianta, non so se questo rito è stato usato in qualche altra storia, fan fiction o qualsiasi altra cosa. E non so se assomiglia a qualche rito esistente.
Ve lo dico giusto per essere più chiara possibile.



Angolo Autrice:
Mi inginocchio e chiedo perdono per questo terribile ritardo! Sul serio, sono giustificata. Ho avuto un lungo periodo di malattia che mi ha costretta a letto. Mi dispiace veramente per il ritardo.
Ma ora sto meglio e quindi gli aggiornamenti ritorneranno con più frequenza.
Spero che qualcuno sia rimasto a leggere questa storia. *Incrocia le dita*

Ringrazio tutte le persone che leggono e recensiscono i capitoli, i lettori silenziosi e le ventisei persone che hanno messo tra le seguite/preferite/ricordate la storia. GRAZIE DI CUORE!
Un ringraziamente speciale va alla mia beta YoungRevolverOcelot, grazie mille! 
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto!
A presto.

 

 
   
 
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