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Autore: Nanek    05/03/2015    6 recensioni
Scarlett Parker è la figlia dell'uomo più potente di Sydney, ha i capelli lunghi e biondi, occhi color dello smeraldo, le labbra carnose, i lineamenti dolci, le gambe lunghe e il fisico perfetto.
Ha solo venticinque anni, è solo una classica ragazzina viziata, ma è riuscita a stravolgerlo, a stravolgere la sua vita, portandolo al caos.
Perché tutta Sydney si sarebbe aspettato alla sua porta ma mai, mai, avrebbe pensato che una come lei avesse potuto avere bisogno di uno come lui.
Perché Ashton svolge un lavoro davvero singolare.
Lavora di notte, lui.
Dorme di giorno, lui.
Non ha altra scelta, lui.
Ma, forse, in realtà quella vita l'ha voluta davvero, senza farsi troppi interrogativi.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La persona sbagliata.
 
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È successo ancora
tutto cambia già
ma non sei a tuo agio
nella felicità
È successo ancora
l’avresti detto mai
l’amore si fa vivo
adesso che non vuoi.


 
 
Quante volte lo abbiamo pensato, quando tutto è finito?
Quante volte lo abbiamo detto, dandoci delle stupide, per essere cadute nella sua trappola?
Ma ormai era troppo tardi, ormai eravamo dentro con tutto il corpo: era la persona sbagliata per noi e gli abbiamo dato il cuore.
C'è chi si innamora di un uomo sposato, chi del ragazzo della porta accanto, chi del barista del locale in angolo, chi del cattivo ragazzo del quartiere.
Ma non è mai successo che una milionaria come Scarlett Parker si innamorasse di uno come Ashton Irwin.
E Ashton si dà dello stupido, si dà dell'idiota, perché ha permesso che i sentimenti prevalessero su entrambi, si è lasciato fregare e ora si può solo pensare al peggio.
Scarlett Parker è la figlia dell'uomo più potente di Sydney, ha i capelli lunghi e biondi, occhi color dello smeraldo, le labbra carnose, i lineamenti dolci, le gambe lunghe e il fisico perfetto.
Ha solo venticinque anni, è solo una classica ragazzina viziata, ma è riuscita a stravolgerlo, a stravolgere la sua vita, portandolo al caos.
Perché tutta Sydney si sarebbe aspettato alla sua porta ma mai, mai, avrebbe pensato che una come lei avesse potuto avere bisogno di uno come lui.
Perché Ashton svolge un lavoro davvero singolare.
Lavora di notte, lui.
Dorme di giorno, lui.
Non ha altra scelta, lui.
Ma, forse, in realtà quella vita l'ha voluta davvero, senza farsi troppi interrogativi.
Vuole soldi facili.
Ha un fisico attraente che fa crescere desiderio.
Ha pure un visetto angelico, i capelli ricci e castani, occhi verdi con sfumature marroni, le fossette a rendere il suo sorriso ancora più tenero.
E lui ne ha approfittato, mettendo il suo corpo a disposizione delle altre persone, vendendolo ad ogni donna interessata.
Lo gigolò di Sydney.
A soli ventotto anni, è riuscito a finire sulla bocca di tutti, facendo crescere il suo ego e la sua voglia di continuare per quella strada così sbagliata, che l'ha portato ad allontanarsi dalla sua famiglia.
Chi lo vorrebbe un figlio così?
«Un... Un... Una puttana, al maschile.»
Così l'ha definito sua madre, l'ultima volta che l'ha visto, facendolo sorridere quasi divertito e fiero della sua nuova immagine.
E alla sua porta sono arrivate donne sposate, più mature, ragazzine inesperte, ragazze sole, le conosce tutte le donne, lui, le conosce in ogni sfumatura, sa bene cosa dare loro, sa bene come soddisfarle, i soldi che spendono sono l'affare della loro vita.
Ma, mai, avrebbe creduto di incontrare in quel cammino pure lei.
Scarlett Parker si era presentata da lui alle tre del pomeriggio, mentre lui dormiva, facendolo imprecare per tutto il tragitto dal letto alla porta d'ingresso.
Era nudo, o quasi, solo le mutande indossate.
Lei indossava dei jeans stretti e una camicia, aveva il viso rosso per l'imbarazzo, i capelli tenuti da un cerchiello rosso.
«Ashton Irwin?» aveva chiesto.
«Scarlett Parker» lui sapeva benissimo chi aveva davanti agli occhi, come non conoscere una come lei?
«Ti propongo un accordo» e quella conversazione si faceva sempre più interessante: la voce graffiante di lei, la sua decisione, il suo tentativo di apparire così forte.
«Sono tutto orecchie, carina»
«Io...» e la voce di lei si era abbassata, come se quelle parole pesassero più del mondo, come se la delusione verso se stessa si stesse facendo più viva che mai.
Scarlett Parker, la ragazza dalla vita perfetta, due genitori ricchi e presenti, un'educazione brillante, una carriera scolastica da invidia, una vita degna di un film... Eppure era lì, alla porta dello gigolò della città, a proporgli quella cosa così dannatamente stupida e senza senso.
Lo aveva guardato negli occhi per un ultimo secondo, per poi voltargli le spalle «Lascia stare, sono una cogliona» e incamminarsi verso la macchina.
Ashton non aveva detto nulla ma, mentre richiudeva la porta, aveva avuto la sensazione che sarebbe tornata.
Il giorno dopo, alla stessa ora, Ashton aveva preparato due caffè, neanche il tempo di versarlo: il campanello aveva suonato ancora.
«È aperto, Parker, entra!» e lei aveva esitato un po'.
Cinque minuti più tardi erano l'uno davanti all'altra, seduti al piccolo tavolino di casa Irwin, lei girava con nervosismo il cucchiaino.
«Con parole tue, Parker, io ti ascolto»
«Sono vergine» e quella confessione lo aveva confuso.
Aveva inarcato il sopracciglio, per poi concentrarsi un attimo su quella piccola confessione.
«Beh, carino da parte tua?» e lei si era innervosita, lasciando che ogni parola venisse da sé.
«Ti pagherò quanto vorrai, in cambio di sesso con te. Voglio... Vorrei togliermi questo peso, vorrei saperci fare un po'. Mi sento a disagio, non voglio essere derisa. Ti pagherò, sempre e puntuale, solo... Poche condizioni»
«Ah, pure le condizioni? Sentiamo»
«Prima di iniziare, voglio vedere i tuoi esami del sangue. Sì, voglio assicurarmi che tu sia sano. Pagherò io...»
«Io non ho l'AIDS! Uso le precauzioni!»
«Non importa. Non voglio malattie, voglio essere sicura, per favore» e lui si era morso il labbro.
Un sospiro.
«E va bene, signora. Come vuole lei» aveva alzato le mani al cielo.
«Non devi dire a nessuno dei nostri incontri, pagherò il tuo silenzio. Ma se scopro che fai il furbo, beh, ti voglio solo ricordare che mio padre ha cinque avvocati personali»
«Pure le minacce? Sei diabolica. Starò buono»
«Non devi avere altri rapporti sessuali se non i nostri» e Ashton non era riuscito a trattenere una risata.
«No, no. Dai, non si può fare, è il mio lavoro!»
«È il mio corpo! Non voglio prendermi malattie strane»
«Ancora con questa storia? Ma se hai così tanta paura, perché sei venuta da me? Cioè, gigolò vuol dire prostituta al maschile, ciò implica lavorare con tanta gente!»
Un sospiro da parte di lei.
Gli occhi al cielo.
Un altro sospiro.
«Beh, io... Sono pur sempre una ricca viziata, no? Quello che voglio è che tu mi dia una mano. Se sei troppo preoccupato per gli altri clienti... Beh, basta dirlo, offrirò mille dollari ad un altro gigolò disposto a stare alle mie regole» e quel numero gli aveva fatto spalancare gli occhi.
«M-mille dollari? A... A rapporto?»
«Mille dollari a rapporto. Una volta a settimana. Stando alle mie regole. Per il resto, sono disposta a qualsiasi cosa»
E lui si dà dello stupido, adesso, per aver lasciato scorrere quelle parole senza pensarci un solo secondo di più.
«Accetto, Parker» porgendole la mano e dando inizio al disastro.
Ed ora siede sul letto di casa sua, Ashton, mentre ripensa a tutta quella storia velocemente, lasciando che quelle immagini gli facciano battere il cuore in modo esagerato.
Si ricorda gli esami del sangue, gli esiti perfetti, che l'hanno fatta sospirare di sollievo.
Si ricorda la prima volta che l'hanno fatto.
Il dolore di lei che l'ha portata a piangere, il disastro di quel primo rapporto, la strana sensazione provata sul petto, il senso di colpa che l'ha portato ad accettare solo venti dollari, per quella pessima prestazione, vergognandosi un po' per aver rovinato quella prima esperienza ad una ragazza come lei.
Credeva davvero di non rivederla più, dopo quello schifo, ma il mercoledì dopo lei era tornata, un sorriso sulle labbra, un assegno di mille dollari sul tavolino della sua cucina: tutto stava riprendendo forma, quella seconda volta era andata più che bene, quell'assegno l'aveva soddisfatto di se stesso e delle sue capacità.
E hanno continuato così per mesi.
Ma più i mesi crescevano, più i soldi diminuivano, ma non per colpa di Scarlett.
Ashton ci stava prendendo gusto ad averla per casa, non solo per fare sesso, non solo per insegnarle ad essere esperta in quel mondo che lei affrontava con imbarazzo, Ashton la voleva anche solo per parlare.
Parlare di lei, di lui, è arrivato al punto pure di raccontarle i suoi segreti più oscuri.
Parlare per ore, stare abbracciati sul letto, semplicemente scambiarsi qualche bacio.
E sul tavolino di Ashton rimaneva solo la banconota da venti dollari.
E lui si è lasciato incastrare.
Lui le ha permesso di entrare nella sua vita, a tal punto di provare sentimenti per lei.
La vedeva in televisione, a volte, e la gelosia prendeva il sopravvento di lui, quando un ragazzo la prendeva sotto braccio.
Si sentiva tradito quando lei mancava al loro appuntamento, perché lei era sua, non poteva voltargli le spalle così.
E Ashton si odia, si odia con tutto il cuore, perché, cazzo, si è innamorato di lei, della persona più sbagliata.
Lui è sbagliato per lei, così come lei è sbagliata per lui.
Lui uno gigolò.
Lei la milionaria.
Che coppia, se il mondo lo venisse a sapere.
Ma il mondo non lo saprà mai.
Ashton si alza dal letto, è mercoledì pomeriggio, lei arriverà verso le nove di sera, ma lui a quell'ora sarà già lontano.
Prende il suo borsone, poche cose a lui care sono lì dentro.
Sopra il tavolino della cucina ha lasciato un biglietto per lei.
"L'accordo è saltato. Mi dispiace. Ash."
Nessuna confessione d'amore.
Nessuna frase da film.
Nessuna speranza per quell'amore così impossibile.
Nessun rimedio a quel male, se non andarsene.
Nessuna discussione piena di "Scarlett, perché non lo capisci? Perché non capisci che soffro per te?"
Nessun bacio in grado di fermarlo.
Nessun lieto fine per loro due.
Ashton chiude la porta di quel posto che non gli appartiene più.
L'ha messo in vendita, non ne avrà più bisogno.
A Melbourne la sua vita ricomincerà.
A Melbourne non commetterà lo stesso errore.
Lo giura a se stesso.
Il taxi lo aspetta, sale senza pensare, senza esitare.
Sospira, quasi sussurra «Portami in stazione» e il biglietto del treno è già pronto tra le sue mani.
Guarda fuori dal finestrino.
Si allontana sempre più dalla porta di quella che è stata casa sua per molto tempo.
Già immagina il viso di Scarlett nel trovarla vuota.
Sente il petto stringersi, per aver deciso di lasciarla così, in silenzio, come un vento leggero.
Si morde il labbro, ancora quel senso di colpa.
Ma sta volta lei non tornerà a calmare la sua inquietudine, perché lui sarà già lontano.
Le persone sbagliate devono stare a chilometri di distanza.
Ashton, la persona sbagliata per Scarlett.
Scarlett, la persona sbagliata per Ashton.
Sydney.
Melbourne.
E cerca di convincersi che è meglio così. 
 
 



Note di Nanek
Niente aggiornamento di An angel, lo so.
Però… beh, boh.
È uscita sta cosa qua, non so neanche io come, ma… era lì, nella mia testa, neanche due giorni e l’ho scritta.
È triste, mi sento in colpa per Ashton, mi sento in colpa per entrambi…
Ma forse è meglio così, mica può essere sempre tutto bello, no?
Non so convincere neanche me stessa ^^
Vabbè, insomma, fatemi sapere che ne pensate, se avete voglia ;)
Io vi ringrazio anche solo per aver letto <3
Grazie di cuore <3
Nanek

 
  
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