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Autore: Shirangel    11/12/2008    3 recensioni
« Perché l’hai fatto, Bill? » Alzai le spalle.
« Così. »
Così, Tomi. Volevo solo cercare di... piacerti .
{Dedicato a chi, nei cambiamenti che Bill ha sfoggiato ai Los Premios, ci ha visto di più che un semplice capriccio.}
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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The Way I Made It

Ci ho pensato su a lungo.
Ci ho pensato mentre flirtavo  spudoratamente con un membro dello staff, che mi guardava lusingato, e mio fratello non distoglieva gli occhi dalla tv.
Ci ho pensato mentre attraversavo la strada col semaforo rosso, rischiando di essere investito da una Mercedes alta quanto me, e Tom continuava a fissare le ragazze che passeggiavano sul marciapiede.
Ci ho pensato anche quando ho chiesto al mio gemello di dormire nella mia stanza, come facevano sempre fino a un paio di anni fa, e lui mi ha risposto che aveva altri ospiti per la serata.
Ci ho pensato così tanto da convincermi a non farlo, ma quando ho visto Tom con le mani sul sedere di una bionda dalla ricrescita castana che gli si strusciava addosso come un gatto ho mutato i miei buoni propositi.
Sono sempre stato geloso, non ho difficoltà ad ammetterlo. Mio fratello è mio, mio dalla nascita, e nessun altro può averlo. Non ho paura di questo, lo conosco abbastanza bene da sapere che non si legherà mai a nessuno, oltre che a me.
Ma voglio che lo sappia anche lui.
So che David non me lo perdonerà mai, che molte fan si sentiranno tradite, che gli anti si moltiplicheranno. Ma ho deciso di agire di testa mia, ancora una volta.
Non sono stupido, so benissimo che molti pensano che il mio aspetto sia solo una macchina per far soldi, o per mettermi sotto i riflettori.
Alcuni la chiamano voglia di apparire, altri business, altri omosessualità.
Io non ribadisco, se non per sparare la solita frasetta ad effetto suggeritami da David alle domande scomode. Conviene a lui che l’immagine innocente del frontman rimanga immacolata, e conviene a me che non si sappia il mio vero intento.
Finora mi sono tinto i capelli di nero e bianco, ho adottato una pettinatura assurda, mi sono tatuato tre volte e bucato la lingua e il sopracciglio. Senza contare le unghie dipinte di nero, il trucco dark e gli abiti fuori dal comune. Senza tutti questi particolari non sarei il Bill Kaulitz che migliaia di ragazzine adorano, che gli adulti commentano scuotendo il capo e che viene definito ‘frocio’ dal novanta per cento della popolazione maschile.
Fino a qualche giorno fa mi piacevo. Mi guardavo allo specchio e sapevo che quello era ciò che volevo essere, era il riflesso che avevo sempre desiderato. Il prodotto che per cinque anni avevo limato e modificato nei dettagli per trasformarlo in quello che sognavo. Mi trovavo bello, fanculo chi mi dava della checca.
Eppure, perché Tom non mi guarda neppure? Perché non gli piaccio nemmeno un po’? Non posso essere affascinante come la più sexy delle donne adora tanto?

/---------/

Non potevo rimodernarmi da capo a piedi. Mi bastavano pochi particolari per trasformarmi in quello che Tom avrebbe apprezzato.
Mi bastavano pochi, mirati particolari che però avrebbero sconvolto l’immagine che tutti avevano di me, la stessa immagine che davo da così tanto tempo.
Avevo già in mente cosa fare. Dovevo solo decidere quando sfoggiare il mio look... non nuovo, ma diverso. Migliore.
Non ad un concerto, doveva essere un’occasione in cui ci fossero stati i riflettori puntati. E quale miglior momento dei Los Premios? In tutta America i televisori sarebbero stati sintonizzati sull’evento, e anche parecchi computer europei.
Costrinsi Tobi ad accompagnarmi in giro per tutte le gioiellerie di Los Angeles, per i negozietti piccoli e sporchi, per tutto il centro commerciale. Ho trovato parecchie cose interessanti, ma nessuno era come la volevo io. Avevo un’idea precisa in testa, ben definita e costantemente tra i miei pensieri.
Trovai il piercing come quello di Tom in un mercatino delle pulci. Doveva essere come il suo. Accarezzai anche l’ipotesi di bucarmi il labbro inferiore, ma la mia guardia del corpo mi pregò in ginocchio di non farlo, conscio che la responsabilità davanti a David sarebbe ricaduta su di lui. Lo accontentai, e riposi il gioiello di metallo in una delle tasche della mia borsa. Poi tornai in albergo e mi preparai ad affrontare il mio manager, sperando in un consenso ma deciso a fare come volevo anche di fronte ad un suo rifiuto.
Non ce ne fu bisogno. Approvò, affermando che dei denti dritti avrebbero solo giovato alla mia immagine. Prese un appuntamento con il miglior dentista della città e mi ci spedì, senza dire nulla a nessuno. Non sapevo se Tom avrebbe apprezzato o meno, ma speravo che gli piacessi di più con una dentatura perfetta. Ricordo che in un’intervista sostenne di adorare le ragazze con un bel sorriso. Per l’ultima rifinitura al mio aspetto aspettai di incontrare la mia truccatrice. Aveva ricevuto ordini precisi per il mio make-up, ma non fu difficile convincerla a modificare leggermente le disposizioni e optare per un look blu.
Il colore preferito di Tom.
Sospirai soddisfatto. Ero pronto per farmi ammirare da mio fratello, per vedere se mi avrebbe guardato con gli stessi occhi di sempre. Gli occhi con cui si guarda qualcosa di poco interessante, di seccante. Che per lui equivale a ‘non scopabile’.
Ogni cosa che non si può portare a letto per lui non è degna di attenzioni. Vedremo se dopo questo la penserà ancora così, se il suo fratellino è noioso.

/---------/

L’effetto sorpresa funzionò. Tom mi vide solo pochi secondi prima dello show, e si meravigliò così tanto da non riuscire a parlare, limitandosi a boccheggiare come un pesce.
Lo superai con un sorriso soddisfatto, ancheggiando leggermente; sono un ragazzo, ma posso essere sensuale come una modella. Ho un sedere da urlo e ne sono perfettamente consapevole. Per tutta la durata delle interviste non gli diedi modo di parlarmi.
Tom non mi staccò gli occhi di dosso finché non ci sedemmo ai nostri posti: non servì la telepatia gemellare per indovinare cosa stava pensando.
Dopo dobbiamo parlare.
Feci in modo di non dargliene l’occasione, sfuggendo sempre quando tentava di raggiungermi, durante le pause pubblicitarie. Avevo sempre qualcuno con cui intrattenermi, che fosse giornalista o addetto alle pulizie o bodyguard. Appena lo vedevo troppo vicino scoppiavo in una leziosa risatina di congedo e scivolavo via, in cerca di una nuova preda. Sentivo gli occhi di mio fratello indugiare su di me, attoniti. Incrociai il suo sguardo più volte, da lontano, e ogni volta lo fissavo mordicchiandomi il labbro inferiore, o giocherellando con il piercing alla lingua o arrotolando una ciocca di capelli attorno al dito.
Sfoggiai tutta la mia vasta gamma di sguardi al miele, parlando con gente mai vista prima che si sorprendeva ma non si lamentava, facevo sempre in modo che Tom mi guardasse.
Doveva accorgersi della mia magnificenza. Non poteva continuare ad ignorarmi.
Nessuno può ignorare Bill Kaulitz, e per impedirgli di farlo avevo cercato di modificare il mio volto. Rendendolo più simile ai suoi canoni di bellezza, rendendolo il viso che cercava nelle ragazze.
Delicato, sensuale, accattivante.
Giocai al lungo, senza pensare al dopo. All’inizio ero solo posseduto da una feroce voglia di farmi notare, e agii come da mia natura, arrendevole e un po’ facile. Poi però mi spaventai.
Secondo i miei calcoli Tom doveva essere affascinato da me, ammaliato, non propenso a guardare le ragazze in sala ma a concentrarsi esclusivamente sul suo fratellino così sexy. In effetti non distoglieva mai gli occhi da me, non guardava nessuna delle zoccole presenti, ma non sembrava affascinato e tantomeno ammaliato.
Era preoccupato. Da me, per me, non faceva differenza.
Avevo fallito. Non mi trovava bello come speravo di essere, non pensava che fossi al pari delle ragazze che si porta a letto. Ero solo lo stupido fratello pazzo e ributtante, non al livello delle donne che lo soddisfacevano ogni notte.

/---------/

Non aprì bocca fino al ritorno in hotel, quando mi seguì in camera e chiuse la porta dietro di se.
Era tardi, molto tardi, ma non ero stanco. Solo ferito nell’orgoglio e triste. Molto triste.
«Che diavolo ti è preso?» alzai le spalle alla sua domanda così banale.
«Non capisco di che parli.»
«Il piercing, il trucco. Dei denti lo sapevo, anche se non approvo. Il tuo strusciarsi attorno a chiunque.»
Il mondo mi crollò addosso. Non gli piacevo. Peggio, mi trovavo ancora più orrendo di prima. Chiusi gli occhi per trattenere una lacrima, ma evidentemente lo ritenne un gesto di stizza, perché mi afferrò per le spalle, irritato.
« Perché l’hai fatto, Bill? »
« Così. »
Così, Tomi. Volevo solo cercare di... piacerti.
«Dimmi perché.»
Sapeva che c’era qualcosa sotto perché mi conosceva troppo bene.
Sapeva che ero legato al mio piercing e al mio make up nero, che non avevo mai esagerato in quel modo nel fare la zoccola. Per il fatto dei denti non penso si sia preoccupato, è a conoscenza della mia vanità incommensurabile.
«Ne avevo voglia. E ora mi va di dormire.» sbuffò, ma si voltò e fece per uscire dalla stanza.
«Fa come ti pare.» era arrabbiato, e questo bastò per mandare a puttane tutti i miei propositi di fare la diva. Allo stesso tempo però non mi andava di sbandierare i miei propositi che in quel momento mi parevano solo infantili. Ero combattuto tra la voglia di trattenerlo e di lasciarlo andare.
«Volevo piacerti.» fu solo un bisbiglio, ma sentì ugualmente. Si fermò sulla porta.
«Non mi guardi mai, lasci vagare lo sguardo sulle curve di una ragazza invece che su di me.» mi indicai. «Cioè, mi hai visto? Sono obiettivamente uno schianto. Ma tu preferisci stare con le tue zoccole invece di passare le serate con me.» si voltò a fissarmi. «Ho cercato di essere come tu vuoi le tue donne, speravo che almeno mi trovassi gradevole..» abbassai lo sguardo. «A quanto pare mi sbagliavo.» Per un po’ non parlò, e io non aggiunsi altro.
«Tu hai fatto tutto questo... per me
«Mi manchi.» dissi, ed era vero. Era un secolo che non stavamo insieme come... non ricordo nemmeno quand’è l’ultima volta che abbiamo passato un momento senza nessun altro.
«Sei uno stupido» borbottò lui. «Uno stupido adorabile, ma pur sempre uno stupido.» si avvicinò un po’ impacciato e mi abbracciò. «Questo è per tutte le volte che non ci sono stato. Sicuramente non perché non sei bello, ma perché mi piace fare sesso.»
«Non è un buon motivo per abbandonarmi.»
«Bill» roteò gli occhi, esasperato. «non essere egocentrico. Stiamo insieme tutto il giorno.»
«Insieme a tutti gli altri
«Senti, mi dispiace, ma con questa faccenda dell’America è tutto un casino. Non abbiamo un minuto libero, e...»
«... e il poco tempo senza impegni che abbiamo lo passi a scopare.»
«Ti ho detto che mi dispiace. Non pensavo la pensassi così, ti vedo sempre a flirtare con chiunque. Non pensavo ti sentissi solo.»
«E non hai pensato che lo faccio per non sentirmi solo?» Tom abbassò gli occhi.
«Be’, sei tu quello intelligente.» abbozzò un sorriso. «Sono un cretino. Scusa.»
«Non importa.» sospirai e lo abbracciai ancora. Avevo bisogno di stare un po’ tra le sue braccia, come quando eravamo piccoli.
«Tornerai il Bill di prima, ora?»
«E le cose tra noi cambieranno?» mi strinse più forte.
«Certo.»
«Allora si. Rimetterò il mio vecchio piercing e riavrò il mio vecchio trucco. E mi comporterò un po’ meglio, così non sarai geloso.»
«Quello geloso sono io
«Si, be’, siamo gemelli. Se lo sono io lo sei anche tu.» mio fratello alzò gli occhi al cielo.
«Mi pare giusto. Allora siamo due gemelli gelosi marci, playboy ma con istinti da checca, con i capelli sparati al vento e gli abiti extralarge.» gli pungolai il petto con un dito.
«Io sono il playboy e tu hai istinti da checca, vero?»
«...certo. Quant’è vero che tu vai in giro conciato come un rapper americano e io mi trucco come una donna.» gli diedi un pugno sulla spalla, ma scoppiai a ridere.
Avevo di nuovo mio fratello.

The End

Ew ._.
Questa cosa vegeta nel mio pc da tempo immane. Dal giorno dopo i Los Premios, credo XD
Insomma, metà è nata quella notte, metà l’ho scritta l’altro ieri. Dovevo buttare giù qualche frase di una cosa (che ha raggiunto le duecentoquaranta pagine O.O) e invece di buttare giù sono andata a sbirciare nelle vecchie cartelle della chiavetta. O meglio, nella vecchia cartella della chiavetta. Quella chiamata ‘Fanfiction’ XD
Lì si può vedere che quando non ho voglia di buttar giù qualche frase riesco sempre a trovare qualcosa da fare; infatti ho catalogato tutte le storie nelle cartelle ‘complete’ ’in corso’ e ’sospese’
(la cui seconda è palesemente vuota, la prima piena di one shot e un paio di long, e la terza tristemente piena fino a scoppiare XD) a loro volta suddivise in ‘inedite’ e ‘pubblicate’. Sono andata a vedere su ‘in corso’ aspettandomela vuota, e ho trovato questa ‘cosa’ senza titolo e a metà. Insomma, l’ho finita perché non volevo fare quello che dovevo fare.
Voi vi direte: e che ci frega a noi?
E io: dovrò pur parlare di qualcosa senza parlare della cosa.
La cosa è questa storia. Sono completamente pazza, non c’è bisogno di ribadirlo >.> pensavo non potessi superare la pazzia di ‘Mission: New name eccetera eccetera’ e invece ci sono riuscita.
Se volete protestare perché questo Bill è ancora più pazzo di me fate pure.
Ma devo sfogare tutta la mia tristezza ._. ridete pure, ma io sono altamente incazzata perché nella mia provincia del cazzo non è arrivato Caught On Camera.
Ridete pure e consideratemi una bimbaminkia, ma non può essere che tutte le province d’Italia hanno almeno la versione standard e Perugia manco quella ._.
Bene, basta con le lamentele.
Ah, solo un’altra: voglio internet sul mio pc. E non su quello di mia cugina una volta la settimana. SENZA MSN.
Bene, basta u.ù
Alla prossima <3 <3 <3

PS: ho scritto la parte iniziale un sacco di tempo fa, quindi perdonatemi se le informazioni sono sbagliate
   
 
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