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Autore: Greatheart_Baba    06/03/2015    2 recensioni
Scivola...l’acqua scivola lenta sul suo ombrellino rosa confetto e su quel viso di cera finemente scolpito.
Non sorrideva. Non lo faceva più.
Aveva promesso a se stessa di non cedere a languidi sentimenti [...]
Chiunque l’avesse vista l’avrebbe creduta una pazza, ma costoro non sapevano che avevano a che fare con la dama della pioggia.
Genere: Generale, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lluvia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice: Buona sera a tutti *arriva e saluta sbadigliando*
Ho scritto questa breve fan fiction in un’oretta (la noia porta consiglio xD).
Ho deciso di scrivere questa one-shot ispirandomi ad una delle poesie più famose di Gabriele D’annunzio: la pioggia nel pineto.
E...quale miglior personaggio di Fairy Tail può essere adatto per una fic sulla pioggia, se non Juvia???!!! ;D *batte le mani esaltata*
Premetto che Juvia non è un personaggio inventato da me, ma creato da Hiro Mashima e ho scritto questo brano senza scopo di lucro.
E’ la prima fic che scrivo su Fairy Tail e mi farebbe molto piacere leggere le vostre opinioni :)
Detto ciò, buona lettura!!!! :D

 
 
 
.:: Falling so gently ::.
 
 
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

 
In quel regno naturale, tutt’intorno era quiete, se non per il leggero mormorio della pioggia scrosciante.
Qualche passo e le foglie cadute scricchiolavano morbidamente.
Shin shin to...” *


Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,

piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti, [...]

 
Piove anche sul suo volto. Un volto diafano e attraente. Occhi d’ebano i suoi, ciglia lunghe, naso fine e labbra piene.
Scivola...l’acqua scivola lenta sul suo ombrellino rosa confetto e su quel viso di cera finemente scolpito.
Non sorrideva. Non lo faceva più.
Aveva promesso a se stessa di non cedere a languidi sentimenti.
L’atmosfera attorno a lei era triste. Almeno il suo teru teru bozu* sorrideva, ma solamente perché aveva una linea sorridente malamente cucita sul volto.
I capelli colore del mare erano arrotolati morbidamente all’insù e anch’essi, come i suoi vestiti erano zuppi d’acqua, nonostante l’ombrellino, che non riparavo affatto la sua figura.
Chiunque l’avesse vista l’avrebbe creduta una pazza, ma costoro non sapevano che avevano a che fare con la dama della pioggia.


Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade
.
 
Le foglie arboree e degli arbusti erano flagellate dolcemente dalle gocce di pioggia, che le chinava, le pigiava...non dava loro pace.
I passi lenti continuavano ad opprimere la vegetazione del sottobosco, conferendo a quel luogo così mite e naturale, un aspetto inquietante.
Shin shin to...”


Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
[...]


“Speriamo che Juvia non venga con noi...”
“Già! Quando c’è lei è tutto così triste e umido!”
“Questa pioggia mette una tristezza...vero amore?”
“Hai ragione! Finiremo per rovinare i nostri vestiti. Andiamo al riparo!”
“Sempre questa piogga! Possibile che tutte le volte che t’incontro debba venir giù il mondo?”
 

Voci...voci miste si susseguivano nella sua mente.
Nessuno l’aveva mai compresa. Nessuno aveva capito che oltre la pioggia, lei era pur sempre una persona? Era una maga e un potere così grande era comprensibile.
Ma nessuno in quel mondo triste e ingiusto era in grado di capirla.
 
...Gomenasai... *
 
E le dispiaceva...tanto...
Era sempre talmente tanto dispiaciuta, che si nascondeva e si accusava ripetutamente per il malumore delle persone attorno a lei. Aveva una paura tremenda di ferirle...
Ma con il tempo, aveva capito che non era necessario provare tutta quell’angoscia per gli altri.
Loro, al contrario, non si sarebbero mai preoccupati di far soffrire il prossimo. L’importante erano gli interessi personali.
E questo Juvia lo aveva capito perfettamente!


Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa...

 
Il mormorio piovoso si tramutò presto in fragore.
La pioggia scrosciava violentemente a terra, sferzando, fendendo e scalfendo ogni cosa.
Piccoli riccioli uscivano ribelli dall’ordinata capigliatura di Juvia.

 
sotto il pianto
che cresce...

 
La maga chiuse gli occhi e invocava la pioggia di scendere sempre più forte.
Come se volesse essere sepolta da quella pioggia. Voleva sprofondare tra quelle foglie che rendevano il suo passo così rumoroso. Voleva morire nell’acqua, l’elemento che le provocò cotante disgrazie, ma di cui non avrebbe mai potuto fare a meno...


Ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.

 
Improvvisamente il silenzio intorno a lei.
Sollevò di colpo le palpebre e vide le gocce d’acqua trasformate in leggeri fiocchi di neve.
Era tornato il silenzio. Un silenzio quasi assordante.
Schiuse lievemente le labbra. Non capiva come fosse possibile.
Dopo tutto aveva ordinato a cielo di piovere incessantemente...


[...]
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove! [...]

 
La dama della pioggia fissava il vuoto incredula e vide i fiocchi di neve tramutarsi in ghiaccio.
Piccole schegge di ghiaccio che si scioglievano al contatto con l’acqua ristagnante a terra.
Sentì una potente aura proveniente dal quartier generale di Phantom Lord, poco distante da quel boschetto.
Sicuramente era stata quell’aura misteriosa a mutare il clima.
Chi era stato?


[...] Non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli

con come mandorle acerbe [...]

Forse qualcuno che non voleva che lei morisse? Qualcuno che aveva captato la sua profonda sofferenza e ne era stato mosso a compassione? O forse qualcuno che voleva darle un’altra possibilità?
Qualcuno... che l’avrebbe amata...?
Juvia prese a correre davanti a lei, verso il palazzo del suo signore Phantom Lord e quindi verso l’aura misteriosa.
La graziosa dama della pioggia non avrebbe mai immaginato quale sarebbe stato il suo destino e quello che stava per avvenire, sarebbe stato un incontro che le avrebbe cambiato interamente la vita...

 
[...] e piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella

che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

 
 
* Shin shin to: tradotto significherebbe “scende così dolcemente”, frase che Juvia ripete un paio di volte quando combatte per la prima volta contro Gray Fullbuster.
*Teru teru bozu: pupazzo di stoffa bianca che Juvia aveva creato da piccolina e fin da allora se lo teneva puntato al petto sul suo cappotto, per ricordarle di sorridere e di essere di buon umore.
* Gomenasai: “mi dipiace”.
 
 
 
  
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